Solo la matematica non ci condanna. Ma al di là dei numeri e di un’impresa che ad oggi appare impossibile il Verona è ormai in serie B. Non è servito il disperato e generoso tentativo di Sogliano di rianimare una squadra che era già morta a novembre. Certo, ci sono ancora 11 gare da giocare, 33 punti in palio, potrebbe accadere ancora di tutto. Ma la sconfitta con la Sampdoria ha il sapore di una sentenza. Un Verona inspiegabile che nel primo tempo è stato in balia dell’avversario e che forse avrebbe anche meritato di pareggiare (due gol annullati di centimetri, una palla sulla linea che non era del tutto dentro, un palo) e che alla fine ha preso il terzo gol quando era tutto sbilanciato in avanti.
Sappiamo benissimo di chi è figlia questa debacle. Setti con la superficialità e la supponenza che a volte lo contraddistinguono ha cambiato per l’ennesima volta faccia al suo “management”, incapace di volare alto, incapace di investire. Ma non è questo il problema principale. Quando sei povero però non puoi sbagliare nulla, devi essere più bravo degli altri a scegliere gli uomini, ad affidarti a essi. Setti, qualcuno dice per merito della fortuna, lo era stato ma incredibilmente ancora una volta ha mangiato i suoi figli proprio come Crono, divoratore delle sue creature.
Affidandosi a Marroccu, scegliendo Cioffi come allenatore, Setti voleva dimostrare al mondo di essere l’unico e assoluto motore dell’Hellas, l’uomo del destino o se volete della provvidenza. Non è stato così. L’addio di D’Amico, mai perfettamente spiegato, come anni fa quello di Sogliano, l’addio di Tudor, la cessione disperata di tutti i protagonisti della scorsa stagione, gli errori di tempi, modi hanno creato un “pateracchio” che si riverbera sulla triste classifica.
La paura di tutti noi è che questo Setti, così debole finanziariamente, con le proprie aziende in profonda crisi, non sia più in grado di reggere il peso di una squadra di serie A, ambiziosa come il Verona. Tantomeno di affrontare da grande protagonista un campionato durissimo come la serie B.
Se fossero vere le voci di trattative con cordate estere, in cui Setti voleva giocare una parte da protagonista, alla Percassi, ci sarebbe da spanciarsi dalle risate vedendo cosa ha combinato quest’anno il presidente carpigiano.
Credo che Setti nel suo decennio gialloblù abbia fatto il massimo possibile e, oggettivamente, è stato un buon presidente assicurando tanti anni di serie A. Lo ritengo anche intelligente e furbo quando si spoglia della sua “sboronaggine” tipica delle zone da cui proviene. Ora deve capire che dopo tanti anni qui, alcuni bellissimi altri francamente disastrosi, è venuto il momento di farsi da parte. Verona, che pure ha delle grandi responsabilità (come città) nell’aver consegnato un suo gioiello per l’ennesima volta ad un non veronese, non può essere un suo ostaggio. Lo dico, giusto per essere chiaro anche se dovesse arrivare una miracolosa salvezza, ad oggi pura fantascienza. Comunque andrà, ci attende una lunga, speriamo non lunghissima, via crucis.