IL PAGELLONE DI VENEZIA-VERONA

MONTIPO’ 5 Non condivido la narrazione secondo la quale la colpa del terzo gol sia interamente da addossare a Dawidowicz. E’ lui, secondo me, il principale responsabile, dal momento che il polacco non fa altro che proteggere il pallone per la sua uscita. Doveva andare con convinzione e calciare in tribuna. Invece ha balbettato e il risultato è stato sconcertante. Meno male che non è stato decisivo.

CASALE 4.5 Dal momento in cui entra in campo Johnsen piomba in un incubo. Non riesce mai a tenere l’attaccante veneziano che va via con una facilità imbarazzante. Fisicamente sembra cotto dopo appena dieci minuti. Tudor lo toglie non in quanto in quel momento sia il peggiore della difesa, ma per certificare l’errore di una formazione sbagliata sin dal principio.

MAGNANI 7 (dal 30’) Messo in disparte in maniera esageratamente frettolosa, torna in campo con lo sguardo da killer. Tira fuori una partita impeccabile, gestita con grande attenzione dentro e fuori dall’area di rigore. Come sempre sontuoso nel gioco aereo, da quando c’è lui, Henry non ne prende una. E’ onestamente incomprensibile il motivo per cui Tudor non lo veda, nemmeno nell’emergenza.

DAWIDOWICZ 6 Un primo tempo da incubo, infernale, che quasi sembrava averlo fatto ripiombare all’epoca Grosso. C’è lui, infatti, su tutti i gol presi dal Verona, con colpe che vanno comunque condivise coi compagni. Tudor si accorge dell’errore e lo rimette nella sua posizione naturale. Nella ripresa la musica cambia, e non poco. Torna a spingere con forza e anche da lui parte la rincorsa per una rimonta clamorosa, che resterà nella storia di questi colori.

CECCHERINI 6 Così come per alcuni suoi compagni, c’è un primo e un secondo tempo anche per lui. Il primo è come andare di notte coi fari spenti e per giunta la nebbia nera come la pece. Quando nella ripresa il Verona è chiamato a ribaltarla, spostando il raggio dell’azione nella metà campo avversaria, lui partecipata alla rimonta, tambureggiando insieme ai compagni. Nulla di esaltante, ma abbastanza per far dimenticare i primi 45 minuti.

FARAONI 6- Una sufficienza stiracchiata per il vice capitano che, se non altro, nel secondo tempo dà prova di essere in campo. Sbaglia tanto davanti, non in grado di mettere un cross che sia uno per le punte. Però c’è da dire che dietro, esclusivamente nella ripresa, è molto attento e bada al sodo con più di una chiusura preziosa. Panico quando il Venezia invoca un calcio di rigore per un pallone che, però, gli finisce solo sulla spalla. Avrebbe bisogno di riposare, ma le alternative scarseggiano.

TAMEZE 6.5 Nel disastro del primo tempo, è forse l’unico che prova a tamponare l’emorragia. Ci prova con tutte le forze a reggere l’urto, per carità, anche facendo un po’ di confusione. Quando il Verona decide di tornare nei suoi panni, lui si scrolla di dosso la frenesia e comincia a farla girare al ritmo giusto. Fisicamente si prende sulle spalle il centrocampo e non solo e quando gli altri cominciano ad andare in riserva, lui dà fondo a risorse aggiuntive. Un secondo tempo di grande spessore.

VELOSO 5 Lui che, solitamente, è bravissimo nel dettare i tempi dell’azione gialloblù, non riesce mai a dare il ritmo giusto e, in compenso, viene travolto dalla corsa e dalla voglia del centrocampo veneziano. Tantissimi errori di una banalità disarmante, passaggi semplici semplici sparati in fallo laterale. Solo una bella punizione che Romero toglie dal sette.

LASAGNA 6 (dal 56’) Entra nel momento in cui il Verona cambia la partita e prova a metterci del suo. Ha un’occasione per segnare, ma è poco fortunato.

ILIC 4.5 Ancora una volta, non si capisce cosa sia e in questo, forse, Tudor non lo sta aiutando. Nel primo tempo è indisponente per la quantità di palloni buttati nell’immondizia. Sbaglia tutto quello che può sbagliare. E nonostante nel secondo tempo la squadra torni alla vita, lui continua a non imbroccarne una. Comincia a essere un problema. Deve capire, e anche velocemente, cosa vuole fare da grande. Perché partite così non sono giustificabili.

BESSA s.v. (dall’80’)

LAZOVIC 5.5 Un altro passo indietro nel lungo e lento ritorno a quel giocatore che abbiamo amato nelle due precedenti stagioni. Eppure parte bene con una grandissima conclusione di destro, dentro l’area di rigore, che solo il miracolo di Romero non trasforma in gol. Ma col passare dei minuti sbaglia troppo, esageratamente, anche le cose più banali. La sensazione è che fisicamente ne abbia poca di benzina, ma d’altra parte Tudor non riesce a non farlo giocare. Più per mancanza di alternative, al momento, che per le sue condizioni.

CAPRARI 6.5 Pur di battere il calcio di rigore sembra quasi che se la giochi a “sasso, carta, forbici” con Tameze, forse anche lui inspirato al tiro dagli undici metri. Con personalità si prende il pallone che sancisce la quasi definitiva rimonta del Verona. Il resto non è da stropicciarsi gli occhi, ma gli episodi, a volte, fanno la differenza e lui ha avuto cocones da vendere.

SIMEONE 7.5 Una cosa bisogna dirla: difficilmente sbagli la partita al punto tale da appioppargli un 4. Voglio dire, magari non segna, ma lotta sempre, si butta su tutto ciò che gli passi a un palmo di naso. Anche a Venezia, nella prima parte di gara, comunque ci prova, senza ovviamente successo. Continua a testa bassa anche nel secondo tempo e tira fuori due gol capolavoro che rompono un mini digiuno che poteva iniziare a pesargli. Spesso le partite le risolvono i giocatori di qualità e lui ne ha tanta, non solo tecnica, ma anche morale.

ALL. TUDOR 6 Sbaglia clamorosamente la formazione messa in campo al fischio d’inizio. Non si capisce perché se manca Gunter debba spostare Dawidowicz dalla sua posizione ideale e mettere dentro Casale. Per cambiarne uno, ne snatura due. Con un’umiltà che gli va riconosciuta, se ne rende conto al 30’ anche se i suoi sono già sotto 3-0. Cambia tutto nel secondo tempo, ma il Verona la vince con tanti episodi (autogol, rigore, capolavori di Simeone). Il suo merito, in una partita a due facce, è quello di aver motivato i suoi a inseguire un’impresa che resterà nella storia di questo club.

IL PAGELLONE DI VERONA-CAGLIARI

MONTIPO’ 6 Chiamato a una sola parata abbastanza velenosa su Nandez. Il resto della partita è quasi sempre spettatore.

DAWIDOWICZ 7 Sta vivendo forse il miglior periodo di forma della sua carriera. E’ in grande fiducia morale e tecnica e quando si rende conto che in difesa se la può cavare con il minimo sindacale, è in avanti che si fa intraprendente. Tante belle volate verso la porta di Radunovic. Si conferma sfortunatissimo sotto porta: il suo colpo di testa, su calcio d’angolo, si stampa inesorabilmente sul palo.

GUNTER 6.5 Gli attaccanti del Cagliari scendono in campo solo per fare presenza. Questo gli fa passare una serata serena, se non per qualche raro sussulto sardo. Comanda la difesa senza pensieri, domina ogni pallone di sua competenza, lasciando a Joao Pedro e compagni solo le briciole.

CECCHERINI 6 Con un Cagliari che pensa più che altro a contenere, difendendosi in dieci, non è certamente chiamato a grandi interventi. Sfondano solo una volta dalla sua parte quando Nandez trova un bel tiro, ma poi controlla senza difficoltà. Anzi, quando può si sgancia, ma non pare ispiratissimo.

CASALE 6.5 (dal 1’ s.t.) Meglio rispetto a Ceccherini, se non altro perché ha più gambe per distendersi in avanti. E’ lui in un paio di occasioni a suonare la carica. Bravo anche quando deve ripiegare.

FARAONI 5.5 E’ evidente che non sia il Faraoni dei tempi migliori, non ha la stessa esplosività vista fino a un paio di gare fa. Probabilmente lui è il primo a rendersene conto e così bada più che altro a fare il compitino. Un po’ meglio nella ripresa quando, col Cagliari appiattito, partecipa anche lui all’assalto. Ha una bella occasione, ben imbeccato da Caprari, ma non controlla bene. Peccato.

ILIC 5 Ancora una volta rimane tra coloro che sono sospesi. Non copre adeguatamente, costringendo Veloso a straordinari logoranti per la sua non più giovane età, e non è ispirato al punto tale da inventare qualcosa di importante dalla trequarti in su. Da lui ci si aspetta molto di più, non tanto per l’investimento fatto dalla società, ma piuttosto per le qualità tecniche che ha fatto vedere di avere. Deve cambiare passo.

TAMEZE 6 (dal 32’ s.t.) Al momento insostituibile.

VELOSO 6 Canta e porta la croce. E’ lui, infatti, a costruire le geometrie, e ci mancherebbe altro. Ma gli tocca anche difende e rincorrere i cagliaritani nelle poche occasioni in cui escono dalla propria area di rigore: eccezionale il recupero in volata su Nandez. Ovvio che non sia sempre lucido, ma è impossibile fare a meno di lui.

BESSA s.v. (dal 32’ s.t.)

LAZOVIC 5.5 Gioca tantissimi palloni, una marea. La sensazione è sempre quella che possa squartare la difesa cagliaritana e in diverse occasioni ci riesce. Ma è ancora una volta l’ultimo passaggio a mancare. Tanti cross sballati, fuori giri. Fisicamente mi sembra in ripresa, ma è ancora lontano parente di quel giocatore che è.

BARAK 6.5 Come sempre parte forte e i rossoblù di Mazzarri non riescono a togliergli un pallone che sia uno. Poi il Verona rimane intrappolato nel “non calcio” del Cagliari e anche lui fatica a cambiare passo. Cresce alla distanza, rendendosi pericoloso in attacco. Bellissimo il tiro a giro che Radunovic manda in calcio d’angolo con una parata elaborata non solo per far contenti i fotografi. Ma continua e non rinuncia a far male. Purtroppo non è girata per il verso giusto, forse nemmeno se questa partita fosse durata tre ore.

CAPRARI 6 La corsa c’è, sta bene, è evidente. La sensazione nei primi minuti è che il Verona possa travolgere il Cagliari proprio per merito suo, decisamente sul pezzo. Tanti spunti, però, poco concreti e forse anche poco assistiti dai compagni. Il primo tempo si complica, il secondo è un assalto e gli spazi si fanno sempre più stretti. Nemmeno un piccoletto come lui riesce a infilarsi nella difesa sarda.

SIMEONE 5.5 Solita grande voglia, solita grande determinazione di buttarsi su ogni pallone possibile gli capiti a tiro. Ma la difesa del Cagliari riesce a ingabbiarlo e questo lo innervosisce. Nella ripresa si cerca nuovi spazi e li trova. Ha un’occasione clamorosa, a tu per tu con Radunovic ma ne viene fuori solo un passaggio striminzito. Poteva e doveva metterla dentro. Non deve farsi prendere dall’ansia.

LASAGNA 6 (dal 32’ s.t.) Una buona occasione nei minuti di recupero, ma è poco fortunato.

ALL. TUDOR 6 Non sarebbero bastate tre ore per battere questo Cagliari. I suoi ragazzi ci hanno provato in tutti i modi, anche se il tiro da fuori continua a mancare clamorosamente. Una cosa deve essere chiara ai suoi giocatori, per me: non devono dimostrare niente. Perché mi pare che ci sia un po’ di ansia da prestazione, dopo le grandi cose fatte vedere finora. Poco convincente, questa volta, il doppio play. Ilic deve fare molto di più. Tameze, oggi come oggi, non può stare in panchina.

IL PAGELLONE DI SAMPDORIA-VERONA

MONTIPO’ 6 Incolpevole sui gol della Samp, il suo lo fa quando viene chiamato in causa prima da Caputo, nel primo tempo, e poi da Quagliarella nella ripresa. Attento anche nelle uscite, in particolar modo quelle alte. Se ne torna a casa con tre gol pesanti sul groppone, per lui e per tutta la squadra.

CASALE 6 Come leggerete qui sotto per Dawidowicz, anche lui non demerita. Segue a uomo Quagliarella, lasciandogli in tutta la partita un tiro da fuori, abbastanza casuale. Gioca meglio il primo tempo, questo sì, è giusto dirlo, perché è molto bravo anche a proporsi in avanti. Accusa il calo generale della squadra.

CANCELLIERI s.v. (dall’84’)

DAWIDOWICZ 6 Sotto i suoi standard stagionali, non lascia però a Caputo e Quagliarella tante occasioni per far male a Montipò. Giusto un paio di tiri che ci stanno, nell’economia di una partita così rognosa. Per il resto senza infamia e senza lode, mette sempre tanto fisico, un po’ meno qualità tecniche.

CECCHERINI 5.5 Con tutti i limiti del caso, tecnicamente parlando, non gioca una partita infame. Si arrabatta magari non brillando, ma la sensazione è che abbia tutto per non soffrire. In occasione del gol del pareggio della Samp, però, lascia inspiegabilmente solo Ekdal che ringrazia e mette dentro il cross da lontano di Candreva. Una piccola disattenzione può fare la differenza.

FARAONI 5 Male il capitano, strano scriverlo. Non incide mai, sia che il Verona debba difendersi con ordine, sia che provi ad attaccare. Mi sembra che fisicamente sia in difficoltà perché non riesce mai a cambiare passo. Trova anche un’occasione importante per pareggiare. Ma è lui a perdere palla a centrocampo in occasione del terzo gol della Sampdoria. Chissà, forse dovrebbe rifiatare, ma è dura trovare un sostituto all’altezza nella rosa gialloblù.

TAMEZE 7 Il migliore in campo, senza paura di smentita. Al di là del gol, il secondo consecutivo, anche in questo caso “aiutato” da una deviazione decisiva, è il vero motore del gioco gialloblù. Si abbassa sistematicamente sulla linea di difesa per procacciarsi i palloni da portare in avanti. Fisicamente è dominante e, nonostante la corsa inesauribile, fino a quando rimane in campo va oltre ogni limite.

VELOSO 5.5 (dal 74’) Non riesce a risvegliare la squadra e a darle i tempi giusti per tentare di raddrizzarla.

ILIC 5.5 Rimane sempre a metà del guado, deve ancora far capire chi sia veramente. Al momento non è né carne né pesce. Perché appare timido in fase di impostazione, sembra più disinvolto dalla metà campo in su. E quindi, forse bisogna cominciare a pensare che non sia effettivamente un vice Veloso, perché non ha gli stessi tempi di gioco, sia quando sia da accelerare, sia quando debba essere addormentato.

LAZOVIC 5.5 Mai del tutto a fuoco, sin dal primo minuto. Per capirci, gli riescono le cose più difficili mentre sbaglia le giocate più banali. Più di una volta riesce a sfondare sulla sinistra, ma poi gli manca il passaggio decisivo. Nel secondo tempo cala fisicamente, ma cerca comunque di spingere. Proprio in una di queste occasioni perde male un pallone che darà poi il via all’azione che porterà al gol del pareggio doriano.

BARAK 5.5 Un primo tempo tutto sommato buono. E’ abile a non dare punti di riferimento e così trova giocate importanti a centrocampo così come in fase offensiva. Sempre bravo a proteggere il pallone, come sempre può essere un fattore. Nella ripresa, però, si eclissa, così come altri uomini chiave di questa squadra. E nel momento in cui il Verona è chiamato a reagire al gol del pareggio doriano, lui si ammoscia e non si riprende più.

CAPRARI 5+ Su di lui c’era molta aspettativa, dal momento che di fronte aveva il suo passato. Non è però riuscito ad accendersi con la continuità della quale aveva bisogno questo Verona. Con Lazovic appannato, toccava a lui alzare il livello tecnico, ma non ci è riuscito. Qualche folata delle sue, ma non abbastanza per impensierire la formazione di D’Aversa.

SIMEONE 5 Lotta tanto come gli è solito fare ma questa volta, rispetto alla gara contro l’Empoli, in Colley trova un muro praticamente insormontabile. Il difensore della Samp vince quasi tutti i contrasti, lasciando al Cholito poche carte da giocare. Il primo tiro gli esce al 58’, ma è bravo Audero a distendersi e a parare con la manona.

LASAGNA 5 (dal 66’) Non vede un pallone, nemmeno quelli che gli passano a tiro.

ALL. TUDOR 5.5 E’ la prima vera sconfitta netta per il tecnico croato che l’ha preparata bene, ma che quando le cose si sono messe male non è stato bravo a trovare le soluzioni giuste per rimediare. A tratti, soprattutto nel primo tempo, i suoi giocano bene, ma sembrano specchiarsi un po’ troppo, come a dire “siamo bravi e lo sappiamo”. Errore grave, perché se la consapevolezza ci sta, è la spocchia, magari non voluta eh, a tagliare le gambe. Fatalità la perdiamo quando esce Tameze…

IL PAGELLONE DI VERONA-EMPOLI

MONTIPO’ 6.5 Coi piedi, così così, coi guantoni, molto meglio. Per quanto l’Empoli si dia da fare, soprattutto nel primo tempo, non è chiamato a grandi parate. Cambia il discorso nella ripresa quando si fa trovare pronto su Bajrami, che cerca il colpo grosso per due volte nel giro di pochi minuti. Attento quando serve. Quando non ci arriva lui, è la traversa a salvarlo: vedi la bomba dell’ex Henderson.

DAWIDOWICZ 6.5 Solito gladiatore che non conosce stanchezza. Gioca con attenzione e ormai quegli svarioni che ci aveva fatto vedere qualche anno fa sono solo un ricordo in bianco e nero. E insostituibile lì dietro perché non solo ha imparato a difendere bene, ma sa dare un contributo importante anche quando la squadra si riversa in attacco. Sempre più simbolo del Verona, bello, ma anche operaio.

GUNTER 5.5 Vince il duello, tutto muscoli e tecnica, con Pinamonti, che è un vero toro. E’ bravo nel gioco aereo e quando può fa partire bellissimi fendenti a cercare gli attaccanti gialloblù. Gli si spegne la luce in una sola occasione, quando l’Empoli pareggia. Cicca un pallone che, tutto sommato, sembrava facile da gestire. Peccato. Per fortuna non è stato determinante.

CECCHERINI 6.5 Muso duro e barata frac, il Cecche non ne fa passare uno. Non bella da vedere, tecnicamente parlando, è però sempre dannatamente efficace, che debba giocare d’anticipo o in contenimento. E’ il gemello diverso di Dawidowicz, che va sempre oltre le proprie possibilità. In netta crescita dopo un inizio di stagione non memorabile.

FARAONI 6 Lui che è specialista nei cross al millimetro, contro l’Empoli ne imbrocca pochi. Meno preciso del solito, concede qualche errore di troppo anche se, quasi sempre, è sempre lui a metterci una toppa. Ha una grandissima occasione di testa che solo per sfortuna non diventa un gol.

TAMEZE 7.5 Il migliore del Verona, in assoluto. Inizia da subito con concentrazione e dinamismo. A centrocampo domina e mette anche un paio di toppe in occasione di qualche giocata non eccellente di Veloso. E’ uomo ovunque e risorsa inesauribile, seppur in un Verona non brillante come al solito. Segna un gol pesantissimo e meritatissimo, premio per una gara stupenda la sua.

SUTALO s.v. (dal 48’ s.t.)

VELOSO 6.5 C’è poco da fare, anche quando sembra brillare meno del solito, soprattutto nella prima parte di gara, ti sorprende sempre con l’estrema lucidità delle sue giocate. E’ vero, sbaglia tanti palloni, in particolar modo nei primi 45 minuti, ma nella ripresa cresce, cresce tantissimo e attira a sé tutto il gioco gialloblù. Pericoloso nei calci piazzati, sta sistemando la mira per il prossimo futuro.

CASALE 5.5 Ha più di un’attenuante, a cominciare dal fatto che non giochi nel suo ruolo. E per quanto sia un jolly, ne risente. Non riesce a trovare dialogo con Caprari che, senza sponde, fatica anche lui a ingranare. Sembra un po’ fuori contesto e spesso vaga per il campo senza sapere bene dove andare e cosa fare. Ci sta una partita così così, dopo aver fatto vedere una crescita importante.

LAZOVIC 6.5 (dal 1’ s.t.) Entra lui e il Verona segna, fatalità. Bella sgroppata sulla sinistra, ancora più bello l’assist vellutato per la testa di Barak che ringrazia e segna. E’ la scossa che serviva ai ragazzi di Tudor per cambiare ritmo.

MAGNANI s.v. (dal 49’ s.t.)

BARAK 7 Parte forte e dà l’impressione di averne tanta di energia nelle gambe, nonostante gli impegni con la Nazionale. Col passare dei minuti, però tira un po’ il fiato. Ma è solo un’illusione perché si rimette a testa a bassa a costruire il gioco offensivo del Verona. Segna il gol che la sblocca, grazie alla perla di Lazovic ed è poi lui a trasformarsi in rifinitore per il passaggio al posto giusto, nel momento giusto, per il gol partita di Tameze.

CAPRARI 6.5 Nel primo tempo soffre parecchio l’assenza di Lazovic. Casale, infatti, non è capace di dargli gli stessi riferimenti e lui sembra un po’ smarrito. Eppure è dentro la partita e prova a cercare gloria con le sue classiche giocate. Nella ripresa cresce anche lui e si inventa un gran bel tiro, parato con qualche difficoltà di troppo da Vicario. Un grande lavoro e la voglia di non mollare un centimetro.

SIMEONE 6+ Lotta come un dannato e prende una vagonata di scarpate, al limite della legalità. Oltre il danno la beffa, perché per un gesto di stizza si becca anche un giallo, ingiustissimo. Non lo turba, però, perché si danna l’anima e prende un sacco di palloni vaganti che aiutano la squadra ad alleggerire la pressione dei toscani. Gli manca solo il gol.

HONGLA s.v. (dal 48’ s.t.)

ALL. TUDOR 7 Temeva l’Empoli, talmente tanto da parlare di partita più importante della stagione. A ragion veduta, direi. I suoi sembrano avere un po’ di ansia da prestazione, quasi fossero costretti a vincere. E poi i toscani giocano bene. Nella ripresa Veloso e compagni si scrollano di dosso la sensazione e trovano subito il vantaggio. E anche quando vengono ripresi, non si arrendono e provano, con tanto cuore e non altrettanta testa a vincerla. Ci riescono e staccano a dieci punti il terzultimo posto. Ha ancora senso parlare di salvezza e basta?

IL PAGELLONE DI NAPOLI-VERONA

MONTIPO’ 5+ Dopo l’errore clamoroso contro la Lazio, quando si fece infilare tra le gambe da Immobile, ha commesso lo stesso sbaglio con Di Lorenzo, facendosi ancora passare la palla sotto al sedere. Un passo falso che, visto come è finita, pesa sul risultato finale. Si riscatta in parte con una bella parata su Insigne, che però ha calciato in fuorigioco. Dispiace, perché c’è gente che non perde l’occasione per crocifiggerlo. Certo, così lui offre la sponda giusta

DAWIDOWICZ 7.5 Farò domanda al comune perché intitoli almeno un vicolo a questo ragazzo, che sta facendo cose clamorose, ogni partita sempre di più. Segue come un’ombra Insigne che, oltre a lamentarsi perennemente con Ayroldi, in maniera penosa, combina ben poco. Faccio sempre più fatica a trovare parole per Pawel, che si è rialzato, non solo dalle continue pallonate che si prende in faccia quasi ogni partita.

GUNTER 7.5 Ha di fronte uno dei migliori della seria. E direi, uno dei più forti anche in Europa. Bene, non ne sbaglia una. Lo perde solo quando Osimhen prende il palo e lì gli va bene. Ma gioca con un’autorevolezza da manuale, sempre attento sia con pallone a terra, sia quando deve tenere a bada la contraerea. Ottimo anche in anticipo e quando il Verona deve partire dal basso con l’azione ragionata. Ripete quando di buono fatto vedere contro la Juve.

MAGNANI s.v. (dall’83’)

CECCHERINI 7 Non veniva da un periodo eccellente, ma è stato bravo, già dalla partita con la Juve, a rimettere le cose al loro posto. Ha lavorato silenzio e con grande applicazione. Sforzi che lo hanno premiato a Napoli, dove ha messo insieme una grande prestazione, mettendo la museruola a Politano. Bravo Cecche, sei tornato quello di un anno fa.

FARAONI 6 Guardate un po’, mi è piaciuto meno del solito. Ed è tutto dire, visto che stravedo per Davide. Però, per uno con le sue qualità, troppi palloni semplici sbagliati in maniera assurda. Passaggi banali, non azzeccati per eccesso di leggerezza. Poi, quando serve si rimette in linea. Ma non mi è parso brillante come ci ha fatto vedere fin qui. Ma, ovviamente, a un fenomeno del genere, io perdono (quasi) tutto.

TAMEZE 7.5 Anche Tudor ha capito che non può più tenerlo in panchina. Forse doveva ancora capirlo bene, ma ora il tecnico sa che è insostituibile. Un primo tempo devastante, dominante, aggiungete voi gli aggettivi che preferite. Distrugge il gioco del Napoli e recupera una vagonata di palloni. Quando non riesce Veloso, raramente, è bravo anche a costruire e a far ripartire l’azione. Le squadre che devono salvarsi non hanno giocatori di questo livello. Teniamocelo stretto.

VELOSO 7 Nella smorfia napoletana mi aspetto che il numero 4 diventi “O Professor”. Lui è il professore di questa squadra che sta impressionando per continuità e qualità di prestazioni. E’ una poesia vederlo giocare, una meraviglia per gli occhi. Il campo lo disegna con traiettorie eccezionali, facendo scivolare il pallone come il disco sul ghiaccio di un campo da hockey.

CASALE 7 Adattato largo a sinistra al posto dell’infortunato Lazovic, non lo fa rimpiangere. Intendiamoci, tecnicamente è dietro al serbo di qualche chilometro. Ma lui ci mette altro, quella che negli anni ’80 i cronisti chiamavano “classe operaia”. Avete presente Moreno Torricelli, non un fenomeno, però gli allenatori non potevano farne a meno. Ecco, Tudor sembra non poterne fare a meno. E quando dietro i posti sono pieni, se lo inventa largo sulla fascia. Bravo.

BARAK 6 Si mangia letteralmente Mario Rui in occasione del gol di Simeone. Gli gira attorno come uno squalo e quando sente il sangue, azzanna per l’assist vincente al Cholito. Poi, però, macchia una gara buona con due errori clamorosi sotto porta. Nel primo tempo, quando ha la sfiga di trovarsi sul destro, che non è il suo piede preferito, un pallone che deve solo essere buttato dentro. Nella ripresa la topica è ancora più clamorosa perché si trova davanti un indifeso Ospina, da abbattere col suo sinistro. Ne esce una ciofeca, però. E il Verona si mangia le mani.

BESSA 4 (dal 74’) Due gialli in una manciata di minuti. Il secondo per un fallo che doveva assolutamente risparmiarsi e che ha complicato dannatamente gli ultimi minuti di partita del Verona.

CAPRARI 6.5 Ha fatto molto bene nel primo tempo. Dava l’impressione di poter pungere ad ogni occasione gli capitasse a tiro. Ed effettivamente dalla sua parte il Verona si è reso più pericoloso. Nella ripresa una partita di enorme sacrificio, di abnegazione, votata quasi esclusivamente all’aiuto ai compagni. Ha dovuto rinunciare a qualcosa in attacco, ma ne è valsa la pena.

KALINIC 5 ( dall’83’) Come Bessa si prende due cartellini gialli, ma a differenza dell’italo-brasiliano, i suoi sembrano essere francamente esagerati. Forse è un po’ pollo a cadere nella poco sportiva (mi sono contenuto a forza, ve lo giuro) provocazione di Mario Rui.

SIMEONE 7.5 Oltre il gol c’è molto, moltissimo di più. Quel gesto tecnico è divino, di quelli che a Verona non vedevamo da anni, dall’epoca di Luca Toni. Un senso del gol primordiale, quasi inspiegabile. Ma dopo quello tanta lotta, tanto sacrificio, tanta voglia di aiutare la squadra nei momenti, pochi, di vera sofferenza. Quando ha segnato, esultando si è picchiettato le tempie come a voler dire “è tutta questione di testa”. Lui ne ha tanta, grandissima dote per un uomo, ancora prima che per un giocatore.

LASAGNA 6 (dal 74’) Aiuta la squadra nel momento di maggior bisogno.

ALL. TUDOR 8 In quattro partite ha affrontato Lazio, Udinese, Juventus e Napoli. Si è preso otto punti. Non prendiamoci in giro, nessuno di noi lo avrebbe mai immaginato, nemmeno nei sogni più pruriginosi. A Napoli si è vista una squadra capace di dettare il ritmo delle proprie giocate. Una formazione che ha sempre puntato tanto sull’agonismo, ma che ha imparato anche a ragionare e a difendere con ordine. Una prova di maturità che non può più relegare questa formazione tra quelle che devono solo pensare alla salvezza.

IL PAGELLONE DI VERONA-JUVENTUS

MONTIPO’ 7.5 Per tutto il primo tempo e buona parte del secondo sarebbe da “senza valutazione”. Poi, però, si fa trovare pronto su un bel tiro di McKennie, ma il miracolo della partita lo fa su Dybala. Quando il tiro dell’argentino sembra destinato a gonfiare la rete, si allunga come plastic man e la mette in angolo. Una delle parate più belle viste negli ultimi anni al Bentegodi.

DAWIDOWICZ 6.5 Attentissimo per quasi tutta la partita. L’unica disattenzione quando perde di vista McKennie ciccando la diagonale che spalanca la porta allo statunitense. Ma si conferma una garanzia per questa squadra, per voglia e coraggio di andare sempre oltre.

GUNTER 7.5 Penso che Morata se lo ricorderà a lungo. Il centrale gialloblù è in una di quelle sere lì, perfette, dall’inizio alla fine, senza mai un’esitazione. Gioca sempre in anticipo e la prende sempre. Quando arriva un pelo dopo non permette comunque allo spagnolo di prendere campo. Dopo qualche partita così così, una prestazione semplicemente perfetta.

CASALE 7 Si piazza a uomo su Dybala, che è il più pericoloso dei bianconeri. Lo fa soffrire, pur concedendogli qualche tiro dei suoi. E’ in avanti che Nicolò si esalta. E’ lui ad avviare l’azione che porterà al primo gol. E c’è sempre lui, con la sua accelerazione, anche nella doppietta del Cholito. La sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona, per questo ragazzo sempre al posto giusto, nel momento giusto.

CECCHERINI 6 (dal 23’ s.t.) Aiuta con forza la squadra nel momento in cui la Juve mette in campo tutto quello che ha per riacciuffarla.

FARAONI 7 Solite qualità e quantità. E’ il pendolino gialloblù, capace di mettere il guinzaglio ad Alex Sandro. Non si fa mai trovare fuori posizione e quando sbaglia anche il più semplice dei palloni, lo vedi correre come un matto per recuperare. Un esempio per tutti i suoi compagni.

TAMEZE 7 Il migliore a Udine. Strepitoso anche contro la Juve, al punto tale che pare evidente come in questo momento sia imprescindibile non solo a centrocampo, ma a tutto campo. Corre come un dannato, bravo a distruggere ma, quando serve, anche a costruire. Fisicamente può essere piuma e può essere ferro (cit.) perché corre con grande leggerezza e quando ha il pallone tra i piedi, toglierglielo è quasi impossibile. Esce stremato.

BESSA 6 (dal 30’ s.t.) Lui che è uno che ha tecnica sopraffina, non bada ai ghirigori e quando serve spara i palloni che gli capitano tra i piedi in tribuna.

VELOSO 7 Che partita del capitano, meravigliosa. Come sempre parte dal basso per lanciare l’azione. Ma ha poi una qualità che pochi hanno in questa squadra: saper decidere la velocità dell’azione. E’ bravissimo a rallentare quando la Juve sembra un toro infuriato. Ed è poetico quando trova la giocata al millimetro per gli attaccanti. Invecchia come il miglior Amarone.

LAZOVIC 6 Ha una grandissima occasione sullo 0-0 quando solo davanti a Szczesny non riesce ad angolare quanto basta per sbloccare la gara. Per il resto ha il suo bel da fare con Cuadrado, che con Dybala è il meno peggio della Juve. Pensa a contenere più che ad attaccare, si becca anche un giallo che, nel secondo tempo quasi costringe Tudor a cambiarlo.

SUTALO 6 (dal 23’ s.t.) Anche lui entra concentrato e sul pezzo. Un paio di interventi risolutivi.

BARAK 7 Sono le sue partite queste. Perché esalta la sua tecnica quando è il Verona a dare una lezione di calcio alla vecchia Signora. Ma allo stesso tempo, quando serve il fisico, soprattutto nell’assalto finale della Juve, lui tira fuori il petto e fa la voce grossa. C’è il suo zampino nel primo gol, perché è il suo bel tiro a mettere in difficoltà Szczesny, che respinge sui piedi di Simeone.

CAPRARI 7 Pronti e via e subito fa capire che aria tira. E’ imprendibile. Danilo non lo vede. I vecchi volponi Bonucci e Chiellini sembrano colpiti da labirintite. Lui imprime una velocità che spacca la partita. Quando il Verona è pericoloso, luì è sempre lì, chissà come mai. Nel secondo tempo si sacrifica in maniera commovente e con le residue forze prova comunque a puntare l’area bianconera. Che giocatore, ragazzi.

SIMEONE 8 Un gol da rapace dentro l’area di rigore, sfruttando una ribattuta di Szczesny. Un capolavoro, poi, da oltre venti metri, che va a infilarsi nel sette più lontano. E ancora, un gol annullato, che sarebbe entrato nella storia. El Cholito è definitivamente esploso, dopo aver girovagato e aver trovato la squadra giusta per le sue caratteristiche. Di calciatore, ma anche di uomo. Divino. E’ vice capo cannoniere con otto gol, dietro solo a Immobile. tiro alto

KALINIC s.v. (dal 38’ s.t.)

ALL. TUDOR 8 Mette in campo la miglior formazione possibile e le risposte sono quelle che si aspettava. Nel primo tempo ha dato una lezione di calcio al ben più blasonato (e altezzoso) Allegri. Non gli fa capire nulla. I suoi vanno a mille e fisicamente surclassano i bianconeri. Bene anche i cambi. Ha stravolto la squadra, ha ridato un’anima ai suoi ragazzi, che sembravano essersi persi. Da quando è arrivato ne ha persa solo una, peraltro immeritatamente. E’ ora che tutta Italia si accorga del suo Verona.

IL PAGELLONE DI UDINESE-VERONA

MONTIPO’ 7 Migliore in campo in assoluto e questo la dice lunga. Un paio di interventi importanti, uno miracoloso, che spedisce il pallone sul palo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Poi è attento su Beto e verso la fine della partita si esalta con un volo spettacolare sul bel tiro a giro di Pereyra. Para tutto quello che può parare. Eppure ancora qualcuno dice che non dia sicurezza alla squadra.

CECCHERINI 5 Una serie infinita di piccoli errori che non gli permettono di giocare con tranquillità. Viene sovrastato fisicamente sul nascere dell’azione che porta al vantaggio dei padroni di casa. Sembra lontano parente del grande lottatore che si è fatto tanto apprezzare la scorsa stagione. Già contro la Lazio aveva dimostrato qualche difficoltà di troppo. A Udine ha fatto anche peggio.

DAWIDOWICZ 6 (dal 46’) Determimanto, agguerrito. Anche troppo, visto che si prende un cartellino giallo che, inevitabilmente, lo frena.

MAGNANI 5 E’ vero che quando un difensore viene puntato, ed è quindi costretto a correre all’indietro, non è mai facile. Ma si fa infilare con enorme facilità da Success, che tra lui e Montipò trova la A4, per il più facile dei gol. Non riesce a dare ordine alla difesa, né a comandarla a dovere. Ci domandavamo come mai non giocasse con continuità. Se questa è la risposta…

SUTALO 5 Come Ceccherini, anche lui tantissime disattenzioni, anche banali, che sembrano conseguenza di un approccio mentale sbagliato alla gara. Ha la gamba per provare a proporsi in avanti, ma cicca ogni pallone gli capiti a tiro. Certo, i continui cambi di posizione non è che lo aiutino tanto eh.

ILIC s.v. (dal 73’) Ha il piglio giusto, ma si fa male e questo è una notizia pessima, vista la coperta corta a centrocampo.

FARAONI 5.5 Il vice capitano non riesce a scuotere i suoi da un torpore che dura per tutto il primo tempo. Si fa vedere un po’ di più nella ripresa mettendo qualche cross calibrato bene, ma non accolto con giubilo dagli attaccanti. Si becca una pallonata in faccia clamorosa, rimane intontito qualche minuto, ma si ricompone e la porta a casa, seppur ammaccato.

HONGLA 4.5 Spaesato dal primo al 45°, più un minuto di recupero. Se il gioco del Verona è già lento di suo, lui fa di tutto per rallentarlo ulteriormente, tenendo il pallone tra i piedi sempre qualche secondo di troppo. Tudor continua a dire che sia un giocatore importante. Francamente non ha fatto nulla, finora, per sostenere la tesi del mister croato.

LAZOVIC 6 (dal 46’) Come Caprari porta un po’ di brio alla squadra, dando la sensazione di poter essere pericoloso ogni volta che ne ha occasione.

VELOSO 6 Senza infamia e senza lode, il professore. Fà il compitino senza i lampi di classe che tante volte ci ha fatto vedere. Tanto gli basta per rimanere a galla, ma non però riorganizzare le idee dei compagni subito dopo il gol preso a freddo. Sia messo agli atti che io a uno come lui non rinuncerei mai.

TAMEZE 6.5 Parte esterno a sinistra. In corsa, nel secondo tempo, torna a centrocampo, di fianco a Veloso. Si infortuna Sutalo e Tudor lo piazza addirittura nei tre di difesa. Non si può certo dire che questo ragazzo non sia disponibile e disposto a sacrificarsi per la squadra. Nella disperazione dei primi 45 minuti, è l’unico che ce la mette, che prova a svegliare i compagni. E non capisco, quindi, perché il campo lo veda quasi sempre dalla panchina.

BARAK 6 Si adatta alla mediocrità di tutta la squadra. Solitamente bravo a cucire attacco e centrocampo, questa volta si perde e sembra avere anche poco passo per andare a cercare palloni nella spazzatura. Una cosa gli riesce bene: battere alla perfezione il calcio di rigore che la rimette in linea di galleggiamento.

LASAGNA 4.5 Di palloni giocabili gliene arrivano pochi. Ma quei pochi che gli arrivano non riesce mai a gestirli. Non una sponda per i compagni, non la capacità di temporeggiare per far salire la squadra. Quello che mi lascia sempre perplesso è l’atteggiamento, il linguaggio del corpo, che mi sembra troppo, esageratamente remissivo. Doveva dimostrare di meritare anche lui una maglia da titolare. Non so se sia una bocciatura senza appello, ma ci va vicino.

CAPRARI 6+ (dal 46’) Gli bastano pochi secondi per far capire che in questo momento si può rinunciare paradossalmente anche a Simeone, ma non a lui, unico in grado, in una partita pessima, di inventare qualcosa

KALINIC 5 Qualcosina meglio rispetto a Lasagna, perché almeno lui, seppur in maniera arruffata, prova a divincolarsi tra i difensori dell’Udinese, a tenere su qualche pallone, a prendersi un falletto qua e uno là per far rifiatare la squadra. Non è però un riferimento solido per i compagni, che faticano a trovarlo nella posizione giusta. Un po’ assonnato, anche quando deve uscire per fare spazio a Simeone.

SIMEONE 6 (dal 65’) Oltre al gol trasformato da Barak, è lui a crearsi, dal nulla, l’unica occasione di tutta la partita del Verona.

ALL. TUDOR 5 Così come ha azzeccato ogni mossa contro la Lazio, a Udine si presenta con una formazione clamorosamente sbagliata, nell’assetto e, soprattutto, negli uomini. Non condivido nella maniera più assoluta i tanti cambi rispetto alla gara di domenica. Non accetto l’idea che solo perché hanno giocato tre giorni fa i suoi siano stanchi. E nemmeno si può pensare che ci si risparmi per la Juventus. Cerca di metterci qualche pezza nella ripresa e il Verona, con un pizzico di fortuna, la pareggia, facendo aumentare il nervoso. Perché questa si poteva vincerla.

IL PAGELLONE DI VERONA-LAZIO

MONTIPO’ 6 Una papera fantozziana rimette in corsa la Lazio, che si rinvigorisce con Immobile. Poi, si riscatta con una super parata sul colpo di testa potente e ravvicinato di Patric. E ancora, dopo qualche secondo, ci mette i pugni sul tiro da fuori di Luis Alberto. Altra bella parata su Lazzari nei secondi finali. Dove non arriva lui ci pensa la traversa a salvarlo.

DAWIDOWICZ 7 Non avrei mai pensato di poter scrivere una cosa simile di questo ragazzo, ma oggi è un insostituibile, il Verona, là dietro, non può proprio farne a meno. Ha una voglia di lasciare tutto sul campo da brividi. Va sempre oltre le proprie potenzialità e lo fa con uno spirito che dovrebbe essere preso come esempio dai compagni.

GUNTER 6.5 Qualche piccolo errore in disimpegno, nulla di catastrofico, intendiamoci, ma forse un po’ di pensieri per la testa gli passano. Col passare dei minuti, i fantasmi di san Siro riesce a esorcizzarli, così come lo fa con Immobile della cui presenza in campo ci accorgiamo solo per le continue proteste, per un tuffo in area di rigore, che manco Tania Cagnotto e per il gol che riaccende i biancocelesti.

SUTALO 6 (dal 23’ s.t.) Entra molto meglio rispetto alla gara contro il Milan, con grande attenzione. Si permette anche il lusso del tunnel su Luis Alberto, che fa scattare gli applausi del Bengodi.

CASALE 6.5 Fino a quando rimane in campo, annulla Felipe Anderson, e quando serve anche Marusic, con estrema facilità. Mai appariscente, fa la cosa giusta al momento giusto. Un piccolo problema fisico lo costringe a chiedere il cambio.

CECCHERINI 6 (dal 45’) Tiene in gioco Immobile in occasione del gol, poi qualche altra sbavatura che, però, non costa troppo. Piano piano si sistema anche lui.

FARAONI 7 E anche quando non ci fa stropicciare gli occhi per le sue enormi e sempre troppo sottovalutate qualità, la finisce con il recupero del pallone che porterà poi al gol del 3-1 e con l’assist per il poker di Simeone. Non ho più aggettivi per questo ragazzo, che oltre a essere un enorme giocatore, è anche un grande uomo. Sa di avere un debito d’onore col Verona, che ha creduto in lui quando nessuno lo faceva, e ogni volta lo tiene a mente quando veste la maglia dell’Hellas.

VELOSO 6.5 Chi se ne frega, onestamente, se non ha i novanta minuti nelle gambe. Per quelli che riesce a spendere, è fondamentale che ci sia, perché dà equilibrio e grande fiducia ai compagni, a cominciare da Ilic. Suo l’assist per la doppietta del cholito Simeone.

TAMEZE 7 (dal 23’ s.t.) Eh, non deve essere così facile per Tudor lasciarlo in panchina quando poi entra e regala prestazioni del genere. Oggi è un lusso tenerlo in panchina, ma anche una risorsa quando a centrocampo i compagni cominciano a correre con la lingua a penzoloni.

ILIC 6.5 A Milano, vista la contemporanea presenza di Veloso al suo fianco, si era inventato quasi quarto di difesa. Contro la Lazio la musica cambia perché gioca molto più avanzato. E infatti, nel primo tempo si procura due occasioni, la prima clamorosa, che spedisce in curva. Mezzo voto in meno proprio per questi due errori, ma ha fatto veramente bene.

HONGLA 6 (dal 36’ s.t.) Diligente.

LAZOVIC 6.5 Nel primo tempo torna a brillare come una stella. Entusiasmante l’intesa con Caprari che, è palese, sembra in questa squadra da dieci anni. Suo l’assist per la prima enorme occasione di Ilic. Ma poi tante altre ottime discese che mandano in confusione Marusic. Nei minuti finali va vicino al gol con un bel tiro a giro che Reina para scenograficamente.

MAGNANI 6 (dal 36’ s.t.) Tudor lo piazza a centrocampo. Per carità, in piedi non è che siano educatissimi, ma non dimostra alcuna incertezza.

BARAK 7- Come per Ilic, un “meno” per le due occasioni ciclopiche che sbaglia malamente. Lui che, solitamente, sotto porta è un cecchino, questa volta fa cilecca. Però mette insieme la solita partita di grande solidità, sia fisica, sia tecnica. A centrocampo, quando si abbassa, è un fattore. E in avanti è sempre bravo a tenerla tra i piedi, riuscendo spesso a liberare i compagni quando gli avversari vanno ad asfissiarlo col pressing.

CAPRARI 9 Accolto a Verona con qualche mugugno di troppo, ne ha azzeccata una. Poi un’altra. E un’altra ancora. E non si è più fermato. Primo e terzo gol di Simeone, sono suoi al 50%, per l’enorme qualità dei passaggi con i quali ha messo il cholito solo davanti a Reina. E’ in stato di grazia, non solo tecnica, ma anche fisica. Perché è rimasto in campo 95 minuti sempre con la stessa lucidità. Zaccagni chi?

SIMEONE 10 Penso che non servano tante parole, sarebbe un inutile esercizio di stile. E’ stato semplicemente DEVASTANTE. Ma voglio andare oltre, perché i quattro gol di oggi sono il risultato della voglia e della convinzione con le quali questo ragazzo ha deciso di presentarsi a Verona. Affamato e umile come il primo delle matricole. Ecco, l’Hellas ha trovato la punta cercata per anni e anni, dopo l’addio di Luca Toni. Andate a spiegarlo a Juric, che ha fatto di tutto per portarlo a Verona gli scorsi anni. Gli basterebbe solo questa partita per essere nella storia del club.

ALL. TUDOR 8 Undici punti in sei partite, con due vittorie contro due, sulla carta, tra le grandi, Roma e Lazio. Ha stravolto la squadra, più nell’intensità che nei moduli, riavvicinandola al passato, ma portando tanto di suo, vedi i due registi puri a centrocampo. Davanti è molto più malleabile con la posizione di Barak che, di fatto, può fare quello che vuole. Sa di avere una squadra forte e ha capito che bisogna osare per renderla ancora più forte. A costo di prendere un gol in più.

IL PAGELLONE DI MILAN-VERONA

MONTIPO’ 6 Prende sempre gol sui quali non può fare nulla. Giroud colpisce praticamente in solitaria. Kessie è il più implacabile dei rigoristi e di certo non si aspetta che Gunter possa fargli uno scherzetto tale. Quando viene chiamato in causa, lui c’è.

CECCHERINI 6 I primi minuti non sono semplicissimi, davanti a Rebic. E infatti si becca quasi subito un giallo che rischia di condizionarne la partita. Tudor lo sposta, mettendolo sulla strada di Saelemaekers. Gestisce bene, senza frenesia. Quando può prova anche a spingersi in avanti. Per non rischiare più del dovuto, vista anche l’ammonizione di Casale, il mister lo lascia negli spogliatoi dopo l’intervallo.

SUTALO 5 (dal 46’) Sarà anche adattato sul centro sinistra, ma a certi livelli è lecito aspettarsi qualcosa di più. Non mi è piaciuto, anche nei piccoli dettagli, nell’aiuto al compagno in difficoltà. Aveva una grande occasione per mettersi in mostra, ma se l’è giocata male.

GUNTER 5 Così così sul gol di Giroud, salta a vuoto lasciando al francese la libertà di colpire di testa a due passi da Montipò. Disastroso l’autogol che regala la vittoria al Milan. Non parlatemi di sfortuna. In quel frangente sbaglia tutto quello che si può sbagliare: la postura del corpo e il piede col quale interviene per il più clamoroso degli auto gollonzi.

CASALE 5.5 Un primo tempo giocato bene, diligentemente, rispettando minuziosamente le indicazioni di Tudor. Si prende un giallo per un fallo su Leao ed è inevitabile che ne risenta. Sul gol di Giroud non mi convince il posizionamento, affatto. Deve capire che in serie A basta anche solo un’incertezza per mandare tutto in malora.

FARAONI 5.5 Non era in condizione ottimale, dopo l’infortunio subito al Bentegodi contro lo Spezia. E si è visto perché quasi mai ha trovato lo spunto per fare male in avanti. Un pochino meglio in copertura, ma soprattutto nel primo tempo. Nel secondo, infatti, è lui a stendere Krunic in area di rigore per quello che poi diventerà il momentaneo 2-2.

ILIC 6- Inizia benissimo, con un bel sinistro che costringe Tatarusanu a un piccolo miracolo. Gioca quasi da quarto difensore, seguendo Maldini come un’ombra. Questo lo costringere a rinunciare alla fase di impostazione, anche se da dietro ogni tanto ci prova. Nel secondo tempo anche lui fatica a contenere l’irruenza dei rossoneri.

VELOSO 6+ Con Ilic in campo, simile per caratteristiche, si prende lui la briga di dirigere il gioco. Sta abbastanza alto, aiutando la squadra nel primo tempo a rimanere per lunghi tratti nella metà campo rossonera. Suo l’assist per il gol di Caprari che sblocca la gara. Nel secondo tempo si becca un giallo che lo innervosisce. Tudor lo richiama in panchina. Ma è un giocatore che continua a fare comodo a questa squadra.

TAMEZE 5.5 (dal 60’) Prova a metterci il fisico, ma non riesce a frenare l’impeto del Milan che vuole la vittoria più di quanto non dimostri di volerla il Verona.

LAZOVIC 6 Va a fiammate, a corrente alternata. Quando si accende sa fare male, ma ci sono anche momenti di eccessivo rallentamento. E’ bravo in occasione del rigore su Kalinic, con un assist che manda in confusione tutta la difesa rossonera. E’ ancora lontano dal giocatore scintillante di qualche tempo fa.

CANCELLIERI 5 (dal 78’) Da rivelazione a oggetto misterioso. Con Di Francesco era titolare a sorpresa. Tudor lo sta facendo crescere più lentamente. A San Siro ha un’ottima occasione, ma entra male in campo e spreca tutto quello che gli capiti a tiro.

BARAK 6 Primo tempo stupendo per forza, qualità e sapienza tattica. I milanisti ci provano in tutti i modi ma non riescono praticamente mai a togliergli il pallone dai piedi. E’ sontuoso in quella che rischia di trasformarsi nella miglior partita della stagione. In più segna il gol della 0-2. Nel secondo tempo, però, si smarrisce, così come gran parte dei compagni e non riesce a dare continuità alla sua azione. Forse paga anche gli impegni con la Nazionale.

CAPRARI 7 Fin da subito è chiaro fa capire di essere in serata. Sgomma con grande facilità, dimostrando sicurezza nei propri mezzi. Segna un gol bellissimo, tutt’altro che facile da realizzare. Ed è la sua terza rete in campionato, classica ciliegina su una torta cotta a puntino. Anche perché dopo il gol non si ferma, ma continua a macinare giocate su giocate. Esce dopo aver dato tutto.

SIMEONE 5.5 (dal 60’) Non riesce a vestire i panni del salvatore della patria. Probabilmente il ruolo di chi entra in corsa non gli va proprio congeniale.

KALINIC 7 Non segna, ma si procura un calcio di rigore con enorme, clamorosa esperienza. E’ in ritardo rispetto a Romagnoli, ma gli mette il piede davanti quanto basta per farsi stendere. Non segna, ma gioca tantissimi palloni e quasi tutti mai banali. Aiuta la squadra a rifiatare quando il Milan spinge. La condizione è di nuovo dalla sua parte.

LASAGNA 5.5 (dal 63’) Anche lui, come Simeone, non riesce a incidere, seppur di palloni gliene arrivino pochini.

ALL. TUDOR 6 Nel primo tempo la squadra che deve lottare per lo scudetto sembra essere il Verona. I suoi dimostrano un controllo totale sull’avversario, giocando a livelli spettacolari. Per lunghi minuti il Milan non riesce a superare la linea di centrocampo. Nei secondi 45 minuti c’è un calo fisico evidente, sul quale bisogna interrogarsi, ma soprattutto al quale bisogna rimediare. Poi, poco si può fare davanti a un terzo gol così. Come mai Magnani non viene quasi mai preso in considerazione? Mi sfugge. Intanto San Siro rimane maledetto.

IL PAGELLONE DI VERONA-SPEZIA

MONTIPO’ 8 Due parate miracolose su Gyasi e su Manaj. Altre due clamorose, entrambe su Verde, ex della partita. In quattro interventi ha preso a calci tutte le critiche, dal mio punto di vista assolutamente ingenerose, che gli sono capitate tra capo e collo . Ha qualità importanti tra i pali. La differenza deve farla l’autostima. E questa volta era a mille.

DAWIDOWICZ 7 Non me ne voglia, ma non è bello vederlo giocare, da un punto di vista squisitamente stilistico. Però, ragazzi, questo ha il cuore gigante e una voglia di lasciare tutto in campo per questa maglia. Corre come un dannato, si lancia su ogni pallone, a volte anche con eccessiva generosità. Bisognerebbe fargli un monumento, perché è riuscito ad andare oltre anche alle sue qualità tecniche.

GUNTER 6 Alterna cose sufficientemente corrette a qualche scivolone che solo per buona sorte non diventa qualcosa di peggio. Prende un colpo in testa che gli procura una ferita per cui è necessario un vistoso turbante. Tudor, giustamente, lo lascia nello spogliatoio dopo l’intervallo.

CECCHERINI 6 (dal 1′ s.t.) In una difesa che finalmente non ha preso gol, anche lui ha trovato un po’ di sicurezza in più, nonostante qualche sbavatura in impostazione.

CASALE 6.5 Partito come riserva, destinato a farsi le ossa nei pochi minuti a disposizione, piano piano si è preso una maglia da titolare, meritandola. Non è un giocatore appariscente, ma molto diligente, bravo a fare ciò che mister Tudor gli chiede. La sua fortuna è sapersi adattare in ogni ruolo della difesa. Deve essere bravo a lavorare su ogni aspetto, tecnico, ma soprattutto mentale.

MAGNANI 6 (dal 23′ s.t.) Quando serve, non va per il sottile e spara palloni stile rugby. Bene così.

FARAONI 7 Nella gara 101 con la maglia del Verona mette a segno uno dei gol più belli da quando veste gialloblù. Un piattone al volo di destro che gela le speranze di Zoet. Solito martello a destra, trova grande cooperazione da parte di Dawidowicz che si sente molto più sicuro sapendo di avere davanti un fenomeno come il capitano.

CETIN 6 (dal 1′ s.t.) I piedi sono quello che sono. Però dimostra di poter essere un’alternativa. E’ già tanto dopo essere scomparso per tutta la scorsa stagione.

BESSA 7 Sguscia a centrocampo, fiducioso di una qualità tecnica che non gli è mai mancata. Capita che si pesti i piedi con Ilic, ma è bravo ad abbassarsi per cercare il pallone da trasformare in azione offensiva. Trova un gol preziosissimo non tanto per la bellezza, ma per a tenacia con la quale lo ha cercato, partendo dalla metà campo gialloblù, fino alla meta.

KALINIC s.v. (dal 28′ s.t.)

ILIC 6.5 Per lunghi tratti del primo tempo, nonostante la partita vada subito nella giusta direzione, si limita un po’ al compitino. Però ha il merito dell’assist per il gol di Simeone. Nella ripresa si fa un pelo più coraggioso e i risultati si vedono. Rimangono, però, tanti palloni sciupati, anche in situazioni tutto sommato facili da gestire.

LAZOVIC 6.5 Un bel primo tempo, in grande sintonia col nuovo vicino di condominio. E’ impressionante quando ha campo aperto: lì la sua velocità è troppa roba per lo Spezia. Si gestisce col passare dei minuti, senza far mai mancare la sua presenza al posto e al momento giusti.

BARAK 6.5 Anche quando non gioca la sua partita più efficace, dimostra di essere fondamentale per questa squadra, per l’enorme equilibrio che dà nella terra di mezzo tra centrocampo e attacco. Fisicamente, come detto ormai tante volte, è una sentenza e gli avversari fanno fatica a togliergli il pallone dai piedi. Tatticamente per un allenatore, è acqua ghiacciata in mezzo al deserto.

CAPRARI 8 Un assist stupendo per il piattone vincente di Faraoni. Un gol ancora più bello, un destro a giro di fattura “delpieriana”. Ma poi tante altre piccole cose che ne fanno il migliore in campo, insieme a Montipò. Più partite passano e più sta allontanando un passato che è sempre più in bianco e nero. Attaccante vero, vede la porta con grande facilità.

TAMEZE 6 (dal 15′ s.t.) Lucido e bravo a gestire palla senza farsi assaltare dal centrocampo ligure.

SIMEONE 7.5 Dal nulla, trova un gol bellissimo, figlio di gambe al tritolo: salta infatti da fermo, va in cielo e secca Zoet. Passano i minuti, difende il pallone col bazooka tra i denti, lo offre gentilmente a Caprari che ringrazia e dipinge il 3-0. Non si ferma qui perché coi suoi strappi mette sempre in allerta la difesa dello Spezia e quando il pallone gli arriva in avanti, è bravo a far salire la squadra. Un signor attaccante.

ALL. TUDOR 7.5 Era la prima partita nella quale poteva incidere, dopo una settimana di lavoro pieno. E il risultato gli ha dato ampiamente ragione. Quattro gol fatti, nemmeno uno subito (prima volta quest’anno) e terzo miglior attacco della serie A. E’ la strada giusta da seguire, senza dubbi. Il fatto che possa giocare coi moduli gli dà anche quel pizzico di imprevedibilità in più rispetto al Verona delle ultime due stagioni. Questa squadra è forte, ha ragione Faraoni. E avanti così potrà sconfessare anche chi diceva che qui si facevano sempre le nozze solo coi fichi secchi.