MONTIPO’ 9 Lo scorso anno è stato insultato da più tifosi del Verona, intristiti, vai a capire perché, dalla partenza di Silvestri. Sempre sotto esame, sempre sotto pressione, costretto a dimostrare il doppio rispetto ai compagni. Beh, c’è da dire che Lorenzo ha risposto coi fatti, meritandosi il titolo di miglior giocatore gialloblù della stagione. Lo spareggio di Reggio Emilia è stata la logica conclusione di un’annata praticamente perfetta, macchiata solo dall’errore di Bergamo. Anche se, ne sono convinto, forse senza quello, non ci sarebbe stata la prova mostruoso contro lo Spezia.
PERILLI 7 In campo solo una partita, fatalità contro lo Spezia, nella gara di ritorno. Coi tifosi che hanno smoccolato di tutto contro Kallon, colpevole di essersi mangiato un gol colossale, alla fine è stato lui il migliore in campo, mantenendo inviolata la porta gialloblù, con parate da vero numero 1. Non facile tenere alta la concentrazione con un Montipò in stato di grazia.
DOIG 5 + Sono il primo a fare “mea culpa”, avendo parlato di lui in toni spropositati, manco fosse arrivato a Verona il nuovo Roberto Carlos. Vero è che in una desolazione iniziale totale, lo scozzese sembrava poter essere l’unico sorriso di questa Armata Brancaleone. Ma tolte un paio di partite buone, due gol (che schifo non fanno), è stato la più grande occasione persa di questa stagione. Le potenzialità sembrano esserci ma, al momento, solo in linea teorica. Sparito dal campo per parecchie partite, non è mai più riuscito a mettere insieme prestazioni decenti. Colpa sua? Colpa del modulo? Fate voi.
FARAONI 6 Le stagioni sono fatte di un insieme di variabili, episodi, infortuni, sfighe, errori (che poi si sono trasformati in miracoli grazie a San Montipò). Di sicuro alla voce “guai fisici” il capitano in pectore può abbondantemente appellarsi. L’infortunio subito a Monza lo ha tenuto fuori tantissimo e anche una volta rientrato ha faticato tremendamente a ritrovare il passo. E’ tornato nei veri panni di Faraoni proprio nel momento di maggior bisogno, ricomponendosi e ridando una certezza al Verona. Spero rimanga, secondo me lo spogliatoio ha ancora bisogno di lui.
HIEN 6.5 Le prime con la maglia del Verona non mi avevano impressionato, soprattutto il debutto assoluto, alquanto sconcertante. Ma col passare delle partite ha fatto vedere di essere un buon difensore, un bel cagnaccio, molto fisico, tecnica accettabile. Un po’ altalenante ma, tutto sommato, sono stati più le cose positive, che quelle negative, con picchi davvero sorprendenti, ma anche qualche tonfo fantozziano. Ora pare essere uno dei più cercati sul mercato. Lo vuole Juric, lo vuole Gasperini. Ci sta che vada, ma a che prezzo?
CECCHERINI 5.5 Una cosa ho sempre riconosciuto al difensore toscano: la grinta. Non gli è mai mancata, anche nelle partite peggiori. Di fronte a un errore ha sempre cercato di rialzare la testa, consapevole dei limiti, soprattutto tecnici. Ma, quest’anno, di topiche ne ha prese tante e in un contesto già problematico, e non gli anni dove tutto sembrava fatato e a colori di Juric e Tudor, lui ha fatto grande fatica. Aggiungiamoci i soliti, cronici, problemi fisici ed è dura a pensare di poter uscire da una stagione così difficile senza le ossa rotte.
MAGNANI 6 Lo dico in partenza, così mi evito i commenti del solito hater personalizzato: per me è forte e merita la riconferma. Ma, a una condizione, però. Ossia che curi in maniera maniacale il suo corpo, affinché trovi finalmente una condizione fisica decente. Perché se a livello di prestazioni ha avuto poco da farsi rimproverare, muscoli, legamenti, tendini e compagnia bella non gli hanno dato respiro. Spesso in difficoltà nel finire una partita intera, è andato in crescendo e anche a Reggio Emilia è stato tra i migliori.
DAWIDOWICZ 5.5 Rientrava da un brutto infortunio al ginocchio, che lo ha tenuto fuori a lungo lo scorso campionato. E ha pagato pegno proprio per una condizione fisica e atletica non degna delle sue precedenti stagioni. Perché se è vero che è sempre stato l’ultimo a mollare, è altrettanto vero che se le gambe non ti reggono, allora se ne va tutto in malora. Era un brutto anatroccolo ed era diventato un cigno, magari un po’ sgangherato. E’ tornato di nuovo anatroccolo, ma io gli voglio sempre bene, perché continua a dare tutto quello che ha in corpo.
CABAL 5 + Gran doti fisiche, sulle quali ci sono sicuramente margini sui quali lavorare. Ma questo campionato non è stato gentile con lui. Ha impiegato tanto per avere davvero la sua occasione e non sempre se l’è giocata bene. Non è facile ambientarsi in un calcio complicato come quello italiano, soprattutto se la tua squadra galleggia mestamente in zona retrocessione. Magari un’esperienza in prestito potrebbe fargli bene, non penso resterà, ma se così fosse, superato l’impatto, dovrà fare molto di più.
COPPOLA 6 Venti presenze per il numero 42, fisico imponente, piedi non esageratamente educati. Difficile pensare che possa essere “sgamato” già a vent’anni e in qualche occasione ha trovato attaccanti che gli hanno fatto ballare la Macarena, ma ha fatto intravvedere qualità che, se aspettate (non in eterno, sia chiaro) potrebbero essere importanti. Ci vuole pazienza coi giovani, a meno che non si chiamino Kumbulla che comunque, lontano da Verona, ha perso la strada.
DEPAOLI 6.5 Una buona stagione per l’esterno di “riserva”, che così di riserva non è stato. Anzi, ha abbondantemente fatto il suo, senza essere appariscente, senza grandi fronzoli. E’ uno che bada al sodo più che ai ghirigori. Non dotatissimo tecnicamente, è però un giocatore super diligente e tatticamente prezioso. E’ infatti bravo, quando la gamba lo permette, a spingersi in avanti, ma è stato preziosissimo anche in fase difensiva, sacrificando spesso e volentieri la fase di spinta. Ne ha sbagliate poche di partite. Ora torna alla Samp, ma lui vuole il Verona al 100%
VELOSO 5.5 Il capitano ha vissuto un’annata tribolata, spesso fermo per guai fisici che gli anni che passano portano in dote. Dopo tre stagioni da assoluto protagonista in campo, ha dovuto accontentarsi di farsi sentire nello spogliatoio, cercando di mantenere insieme un gruppo sull’orlo di, non una ma, infinite crisi di nervi. Se con Cioffi non è scattata la scintilla (eufemismo), meglio sono andate le cose con Bocchetti, se non altro perché è stato un compagno. Vuole continuare a giocare, non so se ci riuscirà con la maglia del Verona. Se così fosse, grazie di tutto, Capitano.
LAZOVIC 6 Stagione strana quella di Darko, lo scorso agosto già sull’aereo per andare a Marsiglia, dove ad attenderlo c’era Tudor. Si parla di uno spogliatoio mobilitato per non farlo partire (me bala un ocio) fatto sta che è costretto a fare marcia indietro per calarsi in uno scenario da horror: squadra smantellata, all’orizzonte lacrime e sangue. Ci si aspettava molto di più da lui, che comunque ha chiuso con quattro gol e assist sempre preziosi. Ma per le qualità tecniche era logico pretendere altro. Si è chiuso un ciclo?
HRUSTIC 5 Solo sei presenze per l’australiano, poi messo ko da un brutto infortunio. Non tantissime per un giudizio davvero completo, però non si è rivelato all’altezza e soprattutto non siamo riusciti a capire bene che giocatore sia. Chissà, magari gli andrà meglio in futuro. O magari no.
TERRACIANO 5.5 Se è stato difficile per i senatori, figuriamoci per i ragazzini come lui, chiamati spesso a dare prove di affidabilità e maturità in partite praticamente senza appello. Con Cioffi sembrava essersi preso una maglia non dico da titolare ma quasi, con Bocchetti prima, e l’arrivo di Zaffaroni poi, è diventato uno dei protagonisti di “Chi l’ha visto?”. Riapparso a singhiozzo non è riuscito a lasciare il segno. Ha chiuso comunque la stagione con ventuno presenze. A 20 anni non male.
ABILDGAARD 6 Arrivato durante la sessione invernale del calciomercato, è rimasto a lungo in soffitta, col rischio di prendersi una bella impolverata. Poi, all’improvviso, ce lo hanno fatto vedere e, guarda un po’, non è stato affatto male. Ha dato un bell’equilibrio al centrocampo e liberato Tameze da incarichi di sacrificio. Prezioso nel gioco aereo e in fase difensiva, si è rivelato una delle tante intuizioni azzeccate di Sogliano. Merita la conferma in gialloblù.
DUDA 6.5 Anche lui scelta di mercato di Sean Sogliano, è stato il più pronto nell’inserimento, il classico giocatore “fatto e finito”. Affidabile nel momento in cui il Verona è chiamato a uno sforzo sovrumano, per una rincorsa miracolosa. Cala leggermente, così come tutta la squadra, però. Ha fatto vedere di poter diventare uno dei leader di questo gruppo, che tanto ne ha bisogno. Ora deve pensare solo a recuperare dall’infortunio che gli ha fatto saltare la parte finale del campionato, fare la preparazione da zero e dimostrare ciò che sa.
TAMEZE 6 Sono veramente combattuto di fronte al campionato di Adrien. Spaesato. Perché dopo annate pazzesche, di partite quasi sempre giocate da fenomeno, per la prima volta abbiamo visto qualcosa di diverso. Al punto da farmi chiedere: è un fenomeno solo quando gli viene apparecchiata bene la tavola? Cioè, ci si aspetterebbe le stesse qualità anche quando si sgomita nel fango, ma lui in questo è un po’ mancato. Diciamo che non è stato il leader che pensavo. Poi, oh, ha giocato davvero tantissimo eh, ed è arrivato alla fine senza energia (ritrovata provvidenzialmente a Reggio Emilia). Poteva essere ma non è stato. Probabilmente lo sarà da qualche altra parte.
SULEMANA 6.5 Solo per il drammatico spareggio di Reggio Emilia meriterebbe una maglia da titolare per la prossima stagione. Il giovanotto ha talento da vendere che, se sfruttato come si vede, può fare le fortune del Verona. Sportive, si intende. Per quelle economiche mi auguro che ci sia tempo per ragionarci. Non sia subito una banale plus valenza che non serve a niente. Forza fisica e piedi buoni, non dimentichiamoci che, come Terraciano, ha solo 20 anni. Tanta roba, tantissima.
VERDI 6 Tecnicamente il più forte di questa squadra. Mentalmente (e fisicamente) uno dei più fragili, per sua stessa ammissione. A gennaio scaricato dalla società, destinato a tornare a Salerno, manda giù il boccone e subito deve sputarlo. Salta tutto, resta a Verona. E così cambia marcia, scala le gerarchie e vive un periodo di timida rinascita, arrivando a segnare, in totale cinque gol. Ma i muscoli sono fragili e spesso lo lasciano a piedi, proprio quando sembra essersi finalmente ritrovato. Finisce il campionato acciaccato, ma è fondamentale nei minuti finali di Reggio Emilia quando fa sparire il pallone dagli occhi degli spezzini.
HENRY 5 Una delle più grandi delusioni, anche perché aveva addosso un’eredità difficile da sopportare, quella del Cholito Simeone. Segna due gol (ufficiali) e lì si ferma. Fuori dal gioco, fuori dagli schemi, sembra l’ultimo pezzo sbagliato da incastrare in un puzzle già di per sé senza senso. Basta così? Macché. Perché a due giorni dalla sua più che probabile cessione invernale, si spacca il ginocchio, mandando in vacca i piani della società. La sua stagione finisce lì, mestamente.
LASAGNA 5 Anni che il Verona e i tifosi lo aspettano. Anni che non si fa trovare. E pensare che chi lo vede allenarsi non ha dubbi: il più forte di tutti. Cosa succeda poi quando ci sono le partite che contano rimane, ad oggi, un mistero. Non l’ho mai visto a suo agio, sempre curvo, intimorito, non consapevole di qualità comunque importanti. Un linguaggio del corpo che gli avversari capiscono subito. Un gol in tutto il campionato. Un gol. E tante occasioni sciupate sciaguratamente.
DJURIC 6 Anche lui segna solo un gol, proprio come Lasagna. Ma come si può essere severi con il quasi due metri bosniaco??? A dispetto di una stazza fuori scala per il calcio, si muove a suo agio nell’attacco gialloblù e, se non per sé, si fa un mazzo così per i compagni, che sanno di poter contare sul suo capoccione. Dalla sua rete a Torino inizia la riscossa gialloblù. E poi è sfigato perché si rompe il menisco e perde così il ritmo. E’ uno di quei casi in cui il fisico non lo aiuta agli occhi degli arbitri. Sì perché si prende una marea di scarpate e di falli a favore gliene fischiano uno su dieci. Meriterebbe più considerazione anche da questo punto di vista.
BRAAF 5 + Arrivato a gennaio, con l’obiettivo di dare un po’ di qualità all’attacco del Verona, riesce a conquistare appena sei presenze. Non un trionfo, anche se qualche numero lo fa pur vedere. Ma non sembra un cecchino infallibile e, soprattutto, fatica a inserirsi nei meccanismi di giochi richiesti dai due allenatori. E’ giovane, ha solo 21 anni, tutto sta capire se valga la pena insistere oppure no.
NGONGE 7.5 Alla fine, spareggio compreso, è lui il miglior marcatore di questa stagione così sofferta (insieme a Verdi). Segna cinque gol, di cui due la notte magica di Reggio Emilia. La sensazione è di avere di fronte un talento punto, con tanto estro. Ma accanto a questo ci sono anche alcuni corto circuiti che possono essere tipici di chi ha quel tocco di genialità. Inizia alla grande, ma poi un infortunio lo mette fuorigioco, proprio quando cominciavamo a farci la bocca buona. Impiega un po’ prima di riprendersi, ma lo fa nel momento più importante della stagione. Lo vuole la Fiorentina, pare. Ma la lista si allungherà.
KALLON 5 Un solo gol per il piccolo attaccante della Sierra Leone, contro l’Empoli. Rimane una grande incompiuta e il suo campionato sembra finire su quell’errore macroscopico di La Spezia: tutto solo davanti al portiere non riesce a fare meglio che tirargli addosso. Per carità, chi fa, sbaglia, ma a tutto c’è un limite. Dovrà essere bravo Sogliano a capire cosa fare di lui, se proteggerlo per aiutarlo a crescere o se mandarlo via, alla ricerca di altre fortune.
GAICH 6 Più che un calciatore, sembra un rugbista. Al pallone dà del “voi”, non certo un grande compagno di giochi. Non è veloce, ma ha stazza e una cosa non gli manca: il coraggio. Pur goffamente, dà sempre battaglia, ed è il primo che va a rompere le scatole ai difensori avversari, anche girando a vuoto, per carità, ma le intenzioni ci sono. Il 6 di fiducia se lo merita soprattutto per il gol miracoloso contro il Sassuolo, nel giorno in cui l’Hellas festeggia i suoi primi 120 anni di storia. Un capolavoro all’ultimo secondo da raccontare ai nipotini. Segna anche contro l’Empoli, quella, però, si rivelerà solo un’amara illusione.
BOCCHETTI 7.5 Sasà gode di un credito incredibile, da parte della società, che gli ha fatto un contratto fino al 2027, e da parte di tanti colleghi che hanno finora solo parlato bene di lui. “Sarà un grande allenatore”, dicono. Di sicuro, dopo un impatto drammatico, culminato con dieci sconfitte di fila, ha preso davvero in mano la squadra, aiutato, e tanto, da Zaffaroni. Ha avuto il merito di averci sempre creduto. E’rimasto dietro le quinte e questo gli ha tolto un pizzico di pressione. Le ha provate tutte, anche sbagliando, ma è riuscito a mantenere in vita la squadra, dopo una rincorsa folle, funestata da tante mazzate. Ha fatto un autentico miracolo.
ZAFFARONI 7.5 Ingiusto definirlo solo un tutor di Bocchetti, chiamato esclusivamente per questioni burocratiche. Sicuramente le idee principali le ha messe il giovane Sasà, ma lui è stato bravo ad ascoltare, a dire la sua. Non me lo immagino affatto come un semplice confessore, che accetta tutto quello che gli venga detto. No. Ha fatto di più e, soprattutto, ha tenuto calmo e sereno un ambiente che poteva diventare una polveriera. Ci ha sempre messo la faccia. Si è preso complimenti e bordate. E, centimetro dopo centimetro, come Al Pacino in Ogni Maledetta Domenica, ha ottenuto il miglior risultato della sua “umile” carriera. Complimenti mister.
BERARDI, ZEEFUIK s.v.