IL PAGELLONE DI TORINO-VERONA

MONTIPO’ 7 Seck prova a fargli male dopo pochi secondi, ma è bravo, coi piedi a parare, rimediando al buco di Amione. Ma il vero capolavoro lo fa nei minuti finali del primo tempo quando Lazaro si imbuca in area di rigore, calcia di destro, sottovalutando il riflessi del portierone gialloblù che la mette in angolo. Bravo.

MAGNANI 7 Grandissima prestazione di Jack, costretto per gran parte del match a giocare con un cartellino giallo sul groppone. Non si fa condizionare e mette insieme qualcosa di praticamente perfetto. Non lo passano col pallone a terra, non lo passano giocando con lanci lunghi. Bene anche fisicamente, da sempre il suo principale problema.

DAWIDOWICZ 7 Fin quando rimane in campo, una partita praticamente perfetta su Zapata, che si deve accontentare di poche briciole. Il polacco gli prende immediatamente le misure, sovrastandolo sia fisicamente, sia tecnicamente, con giocate in anticipo che sono sì rischiose, ma che indirizzano da subito la questione. Purtroppo si fa male negli ultimi secondi del primo tempo ed è costretto ad abbandonare.

COPPOLA 6 (dal 45°) Non era facile sostituire Dawidowicz, tra i migliori nel primo tempo. Un paio di sbavatura, alle quali, va detto, comunque rimedia. Nei minuti finali, col Toro che le prova tutte, non si smarrisce.

AMIONE 6.5 I primi minuti sono da film horror. Pronti e via e Seck lo lascia sul posto, testando i riflessi di Montipò che coi piedi para, ricordando il buon Garella. Ancora un paio di errori difficili da digerire, ma quando riesce a togliersi di dosso la tensione gioca bene. Veloce e attento, sbaglia raramente la posizione del corpo e coi piedi arriva spesso prima degli avversari. Sfortunatissimo anche lui, esce per un problema muscolare.

FARAONI 6.5 (dal 57°) Barlumi del vero capitano. Questa, forse, è la formula per recuperarlo al 100%. Rischia anche di segnare sbagliando un cross.

TERRACCIANO 6.5 Generosità a pacchi. Corre come un disperato e quando cerca gloria nella metà campo avversaria, nel momento in cui non la trova, corre ai ripari con grande efficacia. Ovvio, qualcosa la concede, visto l’enorme dispendio di energie (vedi l’infilata di Lazaro) ma a vent’anni possiamo solo essere contento di sto ragazzo che a me piace tantissimo.

FOLORUNSHO 7 Primo tempo da applausi veri. E’ dappertutto, difesa, centrocampo, attacco. Polmoni a mantice e tecnica pure. Recupera tantissimi palloni, coprendo le spalle a Duda che può muoversi più liberamente. Tanta quantità, ma di quella fatta bene e anche bella da vedere. Nella ripresa cala un po’ dalla metà campo in su, ma dietro è impressionante, dalle sue parti non si passa.

DUDA 7 + Eccolo il regista che serve a questa squadra, quello che ci è mancato contro Milan e, soprattutto Atalanta. Gioca una caterva di palloni, tutti con grande intelligenza tattica e velocità non solo di pensiero, ma anche di gamba. Quando gioca nei due dietro la punta, secondo me, si perde, non riuscendo a mettere in mostra tutte le sue caratteristiche. Coppia perfetta con Folorunsho, che si preoccupa di fare legna, ma non solo.

LAZOVIC 6.5 Bel primo tempo, con gamba, sovrapposizioni e giocate sempre interessanti. Fisicamente sta recuperando bene. Leggero calo nella ripresa, ma anche perché il Toro cerca il forcing per trovare il gol e lui si compatta coi compagni, stringendo i denti fino al 95°. Una buona notizia per Baroni il fatto che abbia portato a gara la partita fino all’ultimo

NGONGE 5.5 Mamma mia quanta confusione. Non ne imbrocca una, tanto arruffone quanto indisponente. Sbaglia cose davvero semplice, che uno come lui non può permettersi di fallire. E sì che fisicamente sta bene, quindi non è un problema di condizione. Prova ne sia la generosità che dimostra quando difende, compatto, insieme a tutta la squadra. Ma davanti davvero poco lucido.

SAPONARA s.v. (dal 75°)

SUSLOV 7 Un vero mastino al quale è davvero dura portare via il pallone. Ha ragione Baroni a definirlo “acceso” perché dà sempre l’impressione di poter far male. Tecnicamente tanta roba, si trova benissimo con Duda, che ha piedi buoni come lui. Ha grande senso della posizione e rimane sempre sul pezzo. Se perde il pallone (gli capita raramente), si attacca alle caviglie dell’avversario di turno e, se serve, lo stende. Quando troverà il tiro diventerà un fattore decisivo.

HONGLA s.v. (dal 85°)

CRUZ 6 Gioca davvero pochi palloni, ma i movimenti sono giusti. Copre tutto l’attacco gialloblù, mettendo insieme tanti strappi che, per una punta centrale, abbastanza strutturata, non sono così banali. Si dà tanto da fare e considerando che era la prima da titolare, dire che il giovanotto l’ha portata a casa. Generoso quando si abbassa in difesa per aiutare la squadra nei momenti di pressione del Toro.

DJURIC 6.5 (dal 57°) Djuric è questo, non scopriamo nulla di nuovo: sportellate e spizzate di testa. Ma quando meno te lo aspetti si inventa una rovesciata che Milinkovic Savic para con un pizzico di affanno.

ALL. BARONI 6.5 Interrompe la serie negativa contro il peggior avversario che il Verona potesse trovare. Fisicamente, nel primo tempo, la vince. Nella ripresa la squadra si compatta, respingendo i tentativi più di orgoglio che altro, del Toro. Manca ancora qualcosa davanti, tipo il gol, per capirci. Bene la scelta di Suslov, che fa bene a definire un giocatore “acceso”. Prestazione importante, per andare a Frosinone più tranquilli, con l’obiettivo di muovere ancora la classifica.

IL PAGELLONE DI VERONA-ATALANTA

MONTIPO’ 6 Impotente sul gol di Koopmeiners, è reattivo però in un paio di occasioni importanti per i bergamaschi. Sempre qualche problema di comunicazione con i compagni di difesa, che crea sporadici momenti di incertezza. Ma il suo lo fa.

MAGNANI 6 Pronti e via e si deve prendere cura di Lookman, che ha tanta corsa e tanta qualità. Ma è bravo a gestire il talento dell’Atalanta che non entra mai in partita. E infatti Gasperini lo lascia nello spogliatoio dopo il primo tempo. Il discorso non cambia nella ripresa, nonostante De Ketelaere sia sicuramente più sveglio.

HIEN 6 Come sempre la butta sul fisico. Questa volta a farne le spese è Pasalic, che Gasperini mette a fare la punta centrale. Vince tutti i duelli ed è bravo a tenere la posizione anche quando l’area del Verona diventa una tonnara. Così così quando prova a impostare da dietro.

DAWIDOWICZ 5.5 Si perde Koopmeiners che segna il gol decisivo. Se stringe Terraciano, per aiutare i compagni, non può farlo anche lui. E viceversa. L’errore pesa, perché è decisivo. E se quasi sempre è uno dei miei eroi, per voglia di lasciare tutto sul campo, sto giro appare stanco e più arruffone del solito, anche con palloni facili da giocare.

FARAONI 5 Non si vede mai, soprattutto nella metà campo dell’Atalanta. Tra l’altro non è che debba nemmeno dannarsi l’anima per aiutare Magnani nella marcatura di Lookman. Rimane lontano dal giocatore meraviglioso visto per tre anni consecutive senza mai mostrare segni di cedimento.

LAZOVIC 6 (dal 12° s.t.) Prova dare la scossa.

HONGLA 5.5 Finché deve distruggere il gioco degli altri, le cose gli riescono tutto sommato in maniera sufficiente. Il problema è quando si ritrova il pallone tra i piedi e deve inventarsi qualcosa. Non è un regista, non ha visione, è troppo lento non tanto di gambe, che mi pare ormai un’ovvietà, ma nel ragionamento offensivo. Dietro aiuta, ma davanti sparisce.

SERDAR s.v. (dal 38° s.t.)

FOLORUNSHO 6 – Si pesta i piedi con Hongla, ma d’altra parte sono due giocatori di rottura. Folorunsho ha più forza fisica e più corsa rispetto al compagno di reparto, ma non è semplice distruggere e provare a creare qualcosa di valido. Non si risparmia, ma incide poco. Più di Hongla, ma serve tanto di più anche da lui, perché a Milano ha fatto vedere ben altro.

TERRACIANO 6 Un bel primo tempo. E’ l’unico che ha il coraggio di provare la giocata, di saltare gli avversari. Ovvio, mica sempre gli riesce, ma se non altro non si limita al compitino. Corre tantissimo, in una fascia che tra l’altro non sente così sua. Nella ripresa la stanchezza si fa sentire, ma questo non lo manda in confusione e la porta a casa fino al 95°.

NGONGE 5 Questa volta, almeno nel primo tempo, Baroni gli risparmia il ruolo da falso nove. E non ne imbrocca comunque una. Nella ripresa va a fare la punta. E non ne imbrocca una. Indisponente, onestamente, fa poco anche per aiutare i compagni, se non altro provando a tenere su qualche pallone. Sta diventando un giocatore vero, dicono. Ma deve lavorare ancora tanto.

HENRY 6 (dal 28°) Contenti di rivederlo in campo dopo il brutto infortunio al ginocchio. Il voto è di incoraggiamento.

DUDA 5.5 E’ uno di quelli coi piedi educati, su questo pochi dubbi. E forse ci sarebbe bisogno di lui in mezzo al campo, dove si sente grande mancanza di un vero regista. Lo fa avanzato, ma trova poca collaborazione tra i compagni. Inoltre deve seguire a uomo Ederson e quindi è inevitabile che la lucidità sia quella che sia.

SAPONARA 5.5 (dal 28°) Leggerino e con le gambe imballate. Non gli riesce la giocata di qualità.

BONAZZOLI 5 Partita difficilissima per l’attaccante gialloblù, schiacciato dalla difesa dell’Atalanta. Non gli lasciano mezzo pallone, per quanto lui si sbatta a trovarne. Fatica tremendamente perché per caratteristiche non riesce a fare l’unico riferimento dell’attacco gialloblù. Non per niente ha fatto bene quando di fianco si è trovato uno come Djuric,

SUSLOV 6 Suo l’unico tiro del Verona di tutta la partita. E Carnesecchi deve superarsi. (dal 12° s.t.)

ALL. BARONI 5 Due considerazioni. Bonazzoli non può fare il riferimento in attacco. Non da solo. Ha bisogno di qualcuno vicino. In mezzo al campo si sente tantissimo la mancanza di un regista che crei gioco. E se non crei, ovvio che anche gli attaccanti vadano un apnea. La sensazione è che i suoi ragazzi non siano stati capaci di trovare nelle pieghe della partita le difficoltà dell’Atalanta. Poi, quanto manca perché i nuovi partano dall’inizio? Bisogna avere il coraggio di cambiare qualcosa.

IL PAGELLONE DI MILAN-VERONA

MONTIPO’ 7 Spettatore durante tutto il primo tempo, si limita ad osservare la partita da posizione decisamente privilegiata. Potrebbe rischiare di abbassare il livello di attenzione e invece dimostra grande maturità (e qualità) nelle uniche due parate della sua partita. E che parate. Prima su Pulisic, poi su Musah. Una più bella dell’altra

MAGNANI  6.5 Ha il peggiore da marcare, Leao. Che segna sfruttando un errore di Hien e per Jack stargli dietro quando parte così, in maniera inattesa, non è cosa facile. Ma in condizioni di partita normali è sempre un passo avanti rispetto al portoghese, che pare stanco e svogliato. Vince gli sprint, vince gli scontri fisici. Fisicamente incoraggiante.

HIEN 6 Non fosse per quell’errore che alla fine si rivelerà decisivo, la sua sarebbe anche una buona partita. Ma si addormenta in maniera imperdonabile in mezzo al campo, col pallone tra i piedi. Reijnders non se lo fa dire due volte, glielo scippa e lancia Leao a segnare. Un po’ incerto nei corpo a corpo con Giroud, ma, tutto sommato la porta a casa. Peccato davvero per quello scivolone, troppo pesante per passare inosservato.

DAWIDOWICZ 7.5 Mi rendo conto che Pulisic sia in campo solo nella ripresa, quando la regia di Dazn lo inquadra. Viene totalmente eclissato dalla partita di Pawel, che gli fa ombra per 96 e passa minuti. Un gigante da qualsiasi parti si guardi la sua partita. Coraggio e tempra. E quando si becca una gomitata da Loftus Ceek, appena può, all’azione successiva, pareggia le cose con una bella scarpata. Si fa rispettare, capitano in pectore.

FARAONI 5.5 Ancora in difficoltà, il capitano del Verona. Gioca una partita tutto sommato attenta, senza grandi sbavature, ma mancano le sue sgroppate in avanti, quelle fiammate capaci di cambiare il ritmo della gara. Ha due buonissime occasioni in area di rigore, una la cicca malamente, l’altra la gestisce con troppa fretta. Si prende un cartellino giallo e questo contribuisce alla sua sostituzione

BONAZZOLI 5.5 (dal 46°) Va bene entrare con la voglia di spaccare il mondo, ma a volte, come si dice a Verona: anca massa. Grande foga alla ricerca del gol, ma anche nel protestare con l’arbitro (sbagliando), che lo ammonisce (giustamente). In tutto il secondo tempo ha solo una buona occasione di destro, ma non gli va bene.

HONGLA 5.5 Va ancora di moda l’andamento lento? Boh. Io ricordo giocatori come Paulo Sousa o Redondo, che andavano a due all’ora. Ma avevano una qualità pazzesca. Il buon Martin deve capire che, o scarica prima i palloni, o viene fagocitato dal ritmo del calcio italiano. Non fa disastri, sia chiaro, ma non cambia mai passo, è monotematico. E, soprattutto quando devi recuperare, non va bene.

FOLORUNSHO 7 Wow, che partita. Nei primi 45 minuti è letteralmente dappertutto. E se questo richiede grande sforzo fisico, la cosa assurda è che mantiene alto il livello della qualità. Ispirato in fase offensiva, tenta prima la botta da fuori e poi si trova sulla zucca il pallone dell’1-1, che però Sportiello esorcizza. Da far vedere alle scuole calcio un paio di diagonali difensive clamorose. Da museo degli orrori (e da mezzo voto in meno) la palla persa a centrocampo che spalanca la strada al gol del Milan.

TERRACIANO 6 Una cosa non manca a questo ventenne, il coraggio. E la corsa. Prestazione molto fisica, di enorme consumo energetico. Perde qualcosina nell’ultimo passaggio, ma nel complesso rimane sempre lucido e concentrato, anche quando è costretto a rinculare. Sua una delle giocate più belle del match, quel cross di esterno destro per la testa di Folorunsho che, solo davanti alla porta, si fa ipnotizzare da Sportiello.

DJURIC 5.5 (dall’89°) Non ne prende una.

LAZOVIC 5.5 Primo tempo di grande sofferenza. Gioca di fianco a Ngonge e qualche volta è addirittura lui a fare il falso nove, nella speranza di disorientare la difesa del Milan. Mai incisivo però, non trova la posizione giusta. Qualcosina meglio nella ripresa quando torna a sinistra, sua comfort zone. Cerca di inventare qualcosa, non gli riesce, ma se sbaglia, recupera.

CABAL 6.5 (dal 70°) Grandissimo impatto sulla gara. Mette in mezzo tre, quattro cross di grandissima qualità. E tanta voglia di trovarsi finalmente un posto al sole.

DUDA 6.5 Se contro il Bologna è stato costretto a giocare soprattutto in marcatura, a San Siro ha ritrovato più libertà di esprimersi secondo le proprie qualità. Bravo a cucire i due reparti, centrocampo e attacco, gestisce tanti pallone nella metà campo avversaria. Un po’ più di coraggio in conclusione schifo non farebbe, ma già così il suo contributo si fa via via più evidente.

SAPONARA 5.5 (dal 70°) Ti aspetti che inventi qualcosa che metta paura a una difesa del Milan un po’ tremolante. E invece no.

NGONGE 6 Non brillante come altre volte, spara un po’ a salve, non riuscendo praticamente mai a rendersi pericoloso. Un tiro, alto, e poco più. Ma la sua è una partita di enorme sacrificio, di aiuto anche ai compagni che stringono i denti quando il Milan prova ad alzare il ritmo. Corre tantissimo ed esce con la lingua tra i piedi.

SUSLOV s.v. (dall’80°)

ALL. BARONI 6.5 Mi piaceva l’idea di non dare punti di riferimento in attacco. Ma la scelta, se n’è accorto anche lui durante l’intervallo, non ha pagato. Dentro Bonazzoli, il Verona ha spostato in alto il baricentro. Ma le altre sostituzioni non hanno dato le risposte che ci si aspettava. Una cosa dico, però. Se questo è il Verona, le cose possono solo andare meglio. Perché ovviamente c’è ancora tanto da migliorare, ma al tempo stesso i margini di miglioramento ci sono tutti. A tratti si è visto bel calcio, palla a terra e veloce. La qualità è questa, ma sono sicuro che la valorizzerà al meglio. Sotto con la prossima.

IL PAGELLONE DI VERONA-BOLOGNA

MONTIPO’ 7.5 Il migliore in campo insieme a Hien. Tre parate da raccontare ai vicini di casa. Bellissima quella letteralmente con le unghie su Ndoye. Si super su Karlsson, con una mano sola su una botta impressionane e si ripete nella ripresa, sempre sull’esterno rossoblù.

MAGNANI 5.5 Quello meno brillante della difesa. Ma d’altra parte davanti si ritrova Karlsson che è tanto, tanto, tanto, tanto forte. L’esterno ha due grandi occasioni, che rimangono tali solo per merito di Montipò. Jack fatica a stargli dietro, ci riesce solo talvolta con la forza fisica.

HIEN 7.5 Impressionante. Fa passare una gran brutta serata a Zirkzee, che prende sberle a destra e sinistra. Bravo a tenere spesso e volentieri l’attaccante del Bologna lontano dall’area di rigore. Vince ogni contrasto, azzecca ogni anticipo. Bello da vedere anche quando, petto in fuori, sale palla al piede, a esortare la squadra a fare qualcosa in più. Una benedizione che sia rimasto a Verona.

DAWIDOWICZ 6 Ndoye prima, Orsolini dopo. Per il nostro brutto anatroccolo il risultato sostanzialmente non cambia. Mantiene la posizione, non è solito strafare, anche perché sa che è meglio non correre il rischio.

FARAONI 5 Mister Baroni crede in lui. Lo ha dimostrato e confermato anche in conferenza stampa prima del Bologna. Ora però sta a lui meritare la fiducia. E ancora la missione è ben lontana da essere portata a termine. Fa tanta fatica e si infastidisce perché si rende conto di essere ancora indietro di condizione e, di conseguenza, di fiducia.

TERRACIANO 6 (dal 17° s.t.) Aiuta nel momento di maggiore difficoltà.

HONGLA 6 – Bene nella prima parte di gara, grande presenza in mezzo al campo. Con Duda un po’ più avanti dovrebbe essere lui a costruire. Ci riesce a “targhe alterne”. Nella ripresa quando il Bologna sembra poter fare qualcosa in più, inizia a soffrire e non poco. Ma ha qualche scossone col quale cerca di riprendersi. Cerca il gol nei primi minuti, ma senza gloria.

FOLORUNSHO 6 Un po’ a sorpresa in mezzo al campo insieme a Hongla. Grande strapotere fisico e capacità di rimanere lucido in entrambi le fasi di gioco. Sul finire del primo tempo, però, un malanno fisico lo condiziona, e non poco. Comincia a rallentare, fino a quando, nella ripresa è costretto a lasciare, letteralmente azzoppato.

SERDAR s.v. (dal 24° s.t.)

DOIG 6 – Sta bene fisicamente, nonostante i viaggi per la nazionale. Corre con disinvoltura ma non è sempre preciso nell’ultimo passaggio. Dovrebbe usare di più, ma il ginocchio lo mette ko.

LAZOVIC 6 – (dal 36° p.t.) Sprazzi di Darko. Già che sia tornato in campo (dispiace per l’infortunio di Doig, ovviamente) è una bella notizia. Subito grande voglia e le giocate che conosciamo. Ma la benzina non può essere tanta e quindi ci sta che ogni tanto batta in testa. Ma la strada deve essere quella giusta, per un giocatore dal quale questa squadra non può prescindere.

NGONGE 6.5 Un gran bel primo tempo. Si inventa occasioni dal nulla. Ma, al di là delle qualità da funambolo, non certo nuove, è la voglia di essere dentro la squadra che suona come qualcosa di nuovo. Cerca spesso lo strappo, mettendo in difficoltà Lucumi. Nella ripresa è stanco e paga il fatto che la squadra abbassi un po’ il raggio d’azione, per merito del Bologna.

DUDA 5.5 Costretto più a portare la croce che altro. Vederlo in campo alto, fa pensare a un suo atteggiamento più propositivo. Ma non è così. In quella posizione il suo ruolo è esclusivamente quello di guardia del corpo di Aebischer, costruttore di gioco del Bologna. Perde qualcosa, è inevitabile.

SUSLOV s.v. (dal 25° s.t.)

BONAZZOLI 5.5 Una voglia che tanti altri passati da Verona se la sognavano. Si lancia senza paura su ogni cosa gli capiti a tiro. Ha una buonissima occasione nel primo tempo ma Aebischer gli nega la gioia del gol proprio sul più bello. A volte tende a strafare, cercando la giocata d’effetto, il tacco che serve a poco se non a fare scena. Ma può davvero trovare con questa maglia ciò che finora la carriera gli ha negato.

DJURIC 5.5 (dal 17° s.t.) Deve tenere palloni. Che dura però. Non semplice.

ALL. BARONI 6 Un bel Verona nel primo tempo, che gioca tanto palla a terra, preferendo questa soluzione alla verticalità “baroniana”. Il merito è aver costretto il Bologna a calciare quasi sempre da lontano (grazie Montipò). Certo, i rossoblù entrano anche dentro, ma sbagliano e non poco. In conferenza, all’anti vigilia, parlava di necessità di trovare solidità difensiva. Questo giro l’ha trovata, punto prezioso contro una squadra tanto forte e di ben altra struttura

IL PAGELLONE DI SASSUOLO-VERONA

MONTIPO’ 5.5 Un paio di problemi di incomprensione, soprattutto con Magnani, contro il quale si schianta in un momento di fantozziana indecisione. Sul raddoppio di Berardi viene ingannato dalla deviazione di Coppola, ma lui sembra davvero poco reattivo. Impedisce che Laurientè renda il risultato ancora più rotondo.

MAGNANI 5 Soffre Laurientè, che va a velocità doppia rispetto alla sua. Prova a giocare in anticipo, perché nell’uno contro uno sa che può soffrire. E infatti soffre. Incerto, risente, evidentemente della mancanza di Hien, vero leader della difesa. Si fa beffare da Pinamonti sull’1-0, facendo una mezza pennichella.

COPPOLA 5 A uomo su Berardi, lo segue anche quando l’attaccante si abbassa molto alla ricerca del pallone. Sembra sempre in difficoltà, spesso in ritardo, viene condizionato dal cartellino giallo che si becca nel primo tempo. Pasticcia nel gol di Pinamonti, scivola e devia fatalmente il raddoppio di Berardi. Giornata da dimenticare.

DAWIDOWICZ 6 L’unico che si salva in una difesa che fa acqua da ogni parte. Un po’ arruffone, ma questa è una prerogativa tutta sua. Fatto sta che riesce a sbrogliare qualche situazione calda. Il problema è che quando si guarda di fianco può solo mettersi le mani nei capelli.

FARAONI 5.5 Un bel primo tempo, di gamba e di spinta. A suo agio soprattutto nella metà campo avversaria, ma attento anche dietro, quando deve stringere su Laurientè. Cala un po’ nella ripresa, perdendo lucidità e sprecando qualche pallone di troppo. Non molla e nei minuti finali sfiora il pari con un bel destro controllato non facilmente da Consigli.

TERRACIANO s.v. (dall’86°)

HONGLA 5.5 Parto con qualche difficoltà, per l’inferiorità numerica a centrocampo rispetto al Sassuolo. Ma col passare dei minuti trova coraggio, ritmo e aiuta la squadra a giocare meglio. Peccato che sul più bello Boloca lo azzoppi beccandosi solo un giallo. Costretto ad abbandonare il campo.

SERDAR 5 + (dal 34°) Non facile per lui entrare a freddo, in un contesto che ancora non conosce, con la squadra costretta a rincorrere. Nei pochi minuti del primo tempo che gioca non ne becca una. Nella ripresa trova un po’ più di confidenza e qualche apertura gli riesce. Ma non basta. Non una bocciatura, due settimane di lavoro, sfruttando la sosta, lo aiuteranno a capire il Verona.

DUDA 4.5 Da migliore in campo contro la Roma a peggiore contro il Sassuolo. Praticamente un palo piantato lì, incapace di muoversi. Sotto ritmo, non imposta, non dà nulla al gioco del Verona. Ha una buona occasione per pareggiare, ma non centra nemmeno la porta, pur da buona posizione. Fisicamente accusa la gran gara contro la Roma, evidentemente risente ancora dell’infortunio dello scorso campionato.

DJURIC s.v. (dal 77°)

DOIG 5 Finché si tratta di attaccare, lui ci mette del suo. Un paio di cross interessanti e un gran bel destro che esce davvero di un soffio. Ma qualcuno gli spieghi che si deve anche difendere, perché pare non averlo ancora capito. Quando si trova Berardi tra i piedi soffre come un pulcino, sempre una spanna dietro. E proprio sull’attaccante emiliano inciampa, per il rigore del 3-1.

CABAL s.v. (dall’86°)

NGONGE 7.5 L’anima di questa squadra, capace di fare reparto da solo, seppur aiutato a fasi alterne da Folorunsho. Quando si accende è accecante e capace in ogni istante di fare male al Sassuolo. Ci prova in tutti i modi e il gol, paradossalmente, lo trova nella maniera più strana, con un poco pretenzioso cross che finisce dentro. E’ l’ultimo ad arrendersi. Una benedizione che sia rimasto al Verona.

MBOULA 5 Non riesce a entrare in partita, faticando tremendamente a trovare la posizione, là davanti. Avrebbe qualità da sfruttare meglio, ma proprio non gira. Grande fatica anche nel fraseggio con compagni di reparto.

BONAZZOLI 5.5 (dal 46°) Grande voglia, grande corsa, spallate con tutte alla ricerca di un posto al sole. A conti fatti, però, non si crea grandi occasioni per segnare,

FOLORUNSHO 5.5 Meglio di Mboula, nemmeno lontanamente all’altezza, però di Ngonge. Fisicamente non mi è dispiaciuto, ma ha sbagliato tantissimi passaggi banali, molti che potevano mettere qualche compagno davanti alla porta. Cerca fortuna sottoporta, tenta il jolly da fuori, esce di poco.

ALL. BARONI 5.5 Prima sconfitta in campionato del suo Verona che inizia così così, ma poi si ritrova. Va all’intervallo ingiustamente in svantaggio e nella ripresa trova un pari meritatissimo. Ma è lì che non è bravo a capire che si poteva addirittura vincerla sta partita. Qualche cambio diverso da quelli fatti, o comunque anticipato, me lo sarei aspettato. Deve trasmettere l’istinto killer, perché a un certo punto il Sassuolo sembra un pugile suonato. E invece ko sono andati i suoi.

IL PAGELLONE DI VERONA-ROMA

MONTIPO’ 6 Quando non ci arriva lui, ci pensano pali e traverse. Bravo su una gran botta di El Shaarawy, che cerca di accorciare. Meno efficace su Belotti in occasione del 2-1. Qualche sbavatura, ma rimane in piedi.

MAGNANI 7 Si prende cura di Zalewski, che è un bel giocatorino. E proprio sul giovanotto della Roma salva un gol praticamente fatto, con Montipò neutralizzato. Il resto è gran mestiere e poca sofferenza.

HIEN 7.5 Belotti sembra aver trovato lo smalto di qualche anno fa, ma a poco gli serve, perché sulla sua strada trova lo svedese in stato di grazia. Un gigante in ogni situazione di gioco, con palla a terra o per aria. Fisicamente imperioso. Si prende un cartellino rosso, tutto sommato giusto perché impedisce al Gallo di andare tutto solo verso Montipò. Forse il miglior modo per salutare i tifosi del Verona…

DAWIDOWICZ 7 Capitano, o mio capitano. Tanto poco bello da vedere quanto efficace. Certo, avere di fianco Hien, in queste condizioni, aiuterebbe chiunque. Ma lui garantisce affidabilità anche quando da dietro il Verona prova a ripartire con fatica. Solito indomito lottatore.

TERRACIANO 6.5 L’età non è mai stata un problema per questo ragazzo, che sembra già un trentenne, calcisticamente parlando. C’è la sua cannonata di destro nell’azione che costringe Rui Patricio a un mezzo pasticcio e quindi al gol di Duda. Fa tutto con calma, precisione e senso della posizione.

FARAONI 6 (dal 17° s.t.) Bello rivederlo in campo, ci mette la solita esperienza.

HONGLA 7 Ma è davvero lo stesso giocatore che lo scorso campionato ci ha fatto venire i brividi, e non di piacere? Tutt’altra intensità, tutt’altra attenzione. Il passo non è quello del centometrista, ma lo si sapeva. Il senso della posizione, però, è poesia. Grande dedizione e grande sacrificio per la squadra. Con Duda coppia perfetta.

DUDA 8 Un gigante. Gol da rapace, alla Inzaghi, su respinta fantozziana di Rui Patricio. Poi l’impaccata millimetrica per la sgroppata di Ngonge, che andrà a fare il 2-0. In mezzo e oltre un partita di grande intelligente tecnica e tattica. Canta quando riesce, spesso, e porta la croce seguendo Cristante manco fosse la sua ombra. Personalità ne abbiamo???

BONAZZOLI 6 (dal 26° s.t.) Che carattere il butel.

DOIG 6 Senza infamia e senza lode. Non deve fare grandi cose per portare a casa la pagnotta. Bada a difendere, costretto, ovviamente, anche dagli avversari. E però ha anche una gran bella occasione per segnare, ma la spara larga.

FOLORUNSHO 6.5 Devo dire che per lunghi tratti mi ha lasciato un po’ così. In difficoltà a inserirsi come mezza punta, non attento sulle spizzate di Djuric. E però c’è un però. Perché fa un lavoro sporco, brutto, per carità, ma molto efficace. E piuttosto che essere “pesante” davanti, lo è dietro quando la squadra inizia a battere in testa e a soffrire più del dovuto. Un paio di interventi sono clamorosamente risolutivo. Al posto giusto nel momento giusto. Forza e gambe di granito, garantisce mille ruoli.

SAPONARA s.v. (dal 43° s.t.)

NGONGE 7 Con la partita sullo 0-0 sembra più dentro alla gara rispetto al successivo vantaggio dell’Hellas. Quando le cose si sbloccano, soffre un po’ l’abbassamento della squadra. Ma è un cobra e quando mancano manciate di secondi alla fine del primo tempo ridicolizza letteralmente Smalling, mandandolo al baratto. 2-0. Ora varrà un paio di milioni in più, scherziamoci su dai. Ma neanche più di tanto

SERDAR 6 (dal 17° s.t.) Sputa sangue insieme ai compagni.

DJURIC 6.5 Io ogni volta perdo il conto delle scarpate che si prende questo ragazzone. Subisce un milione di falli e Doveri gliene fischia forse 5, ma forse eh. Duello bellissimo con Smalling, davanti al quale non sfigura. Lascia tutto su quel prato e il Bentegodi intero glielo riconosce con una standing ovation.

MBOULA s.v. (dal 43° s.t.)

ALL. BARONI 8 E quindi, Empoli non è stato un caso. Squadra che parte a razzo, con gambe che girano a mille e sorprendono la Roma. Pressing alto, ma anche grande attenzione quando gli avversari costringono ad abbassarsi. E forse è stata proprio questa la chiave, ripartire al momento giusto. Il Verona lo fa due volte e la vince. Ha dato un vero senso a tutto. La sensazione, poi, è che questo gruppo si sia davvero forgiato nelle difficoltà della scorsa stagione. Per ora la media è da scudetto. Si fa per scherzare dai.

IL PAGELLONE DI FINE STAGIONE… BUONE VACANZE GIALLOBLU’

MONTIPO’ 9 Lo scorso anno è stato insultato da più tifosi del Verona, intristiti, vai a capire perché, dalla partenza di Silvestri. Sempre sotto esame, sempre sotto pressione, costretto a dimostrare il doppio rispetto ai compagni. Beh, c’è da dire che Lorenzo ha risposto coi fatti, meritandosi il titolo di miglior giocatore gialloblù della stagione. Lo spareggio di Reggio Emilia è stata la logica conclusione di un’annata praticamente perfetta, macchiata solo dall’errore di Bergamo. Anche se, ne sono convinto, forse senza quello, non ci sarebbe stata la prova mostruoso contro lo Spezia.

PERILLI 7 In campo solo una partita, fatalità contro lo Spezia, nella gara di ritorno. Coi tifosi che hanno smoccolato di tutto contro Kallon, colpevole di essersi mangiato un gol colossale, alla fine è stato lui il migliore in campo, mantenendo inviolata la porta gialloblù, con parate da vero numero 1. Non facile tenere alta la concentrazione con un Montipò in stato di grazia.

DOIG 5 + Sono il primo a fare “mea culpa”, avendo parlato di lui in toni spropositati, manco fosse arrivato a Verona il nuovo Roberto Carlos. Vero è che in una desolazione iniziale totale, lo scozzese sembrava poter essere l’unico sorriso di questa Armata Brancaleone. Ma tolte un paio di partite buone, due gol (che schifo non fanno), è stato la più grande occasione persa di questa stagione. Le potenzialità sembrano esserci ma, al momento, solo in linea teorica. Sparito dal campo per parecchie partite, non è mai più riuscito a mettere insieme prestazioni decenti. Colpa sua? Colpa del modulo? Fate voi.

FARAONI 6 Le stagioni sono fatte di un insieme di variabili, episodi, infortuni, sfighe, errori (che poi si sono trasformati in miracoli grazie a San Montipò). Di sicuro alla voce “guai fisici” il capitano in pectore può abbondantemente appellarsi. L’infortunio subito a Monza lo ha tenuto fuori tantissimo e anche una volta rientrato ha faticato tremendamente a ritrovare il passo. E’ tornato nei veri panni di Faraoni proprio nel momento di maggior bisogno, ricomponendosi e ridando una certezza al Verona. Spero rimanga, secondo me lo spogliatoio ha ancora bisogno di lui.

HIEN 6.5 Le prime con la maglia del Verona non mi avevano impressionato, soprattutto il debutto assoluto, alquanto sconcertante. Ma col passare delle partite ha fatto vedere di essere un buon difensore, un bel cagnaccio, molto fisico, tecnica accettabile. Un po’ altalenante ma, tutto sommato, sono stati più le cose positive, che quelle negative, con picchi davvero sorprendenti, ma anche qualche tonfo fantozziano. Ora pare essere uno dei più cercati sul mercato. Lo vuole Juric, lo vuole Gasperini. Ci sta che vada, ma a che prezzo?

CECCHERINI 5.5 Una cosa ho sempre riconosciuto al difensore toscano: la grinta. Non gli è mai mancata, anche nelle partite peggiori. Di fronte a un errore ha sempre cercato di rialzare la testa, consapevole dei limiti, soprattutto tecnici. Ma, quest’anno, di topiche ne ha prese tante e in un contesto già problematico, e non gli anni dove tutto sembrava fatato e a colori di Juric e Tudor, lui ha fatto grande fatica. Aggiungiamoci i soliti, cronici, problemi fisici ed è dura a pensare di poter uscire da una stagione così difficile senza le ossa rotte.

MAGNANI 6 Lo dico in partenza, così mi evito i commenti del solito hater personalizzato: per me è forte e merita la riconferma. Ma, a una condizione, però. Ossia che curi in maniera maniacale il suo corpo, affinché trovi finalmente una condizione fisica decente. Perché se a livello di prestazioni ha avuto poco da farsi rimproverare, muscoli, legamenti, tendini e compagnia bella non gli hanno dato respiro. Spesso in difficoltà nel finire una partita intera, è andato in crescendo e anche a Reggio Emilia è stato tra i migliori.

DAWIDOWICZ 5.5 Rientrava da un brutto infortunio al ginocchio, che lo ha tenuto fuori a lungo lo scorso campionato. E ha pagato pegno proprio per una condizione fisica e atletica non degna delle sue precedenti stagioni. Perché se è vero che è sempre stato l’ultimo a mollare, è altrettanto vero che se le gambe non ti reggono, allora se ne va tutto in malora. Era un brutto anatroccolo ed era diventato un cigno, magari un po’ sgangherato. E’ tornato di nuovo anatroccolo, ma io gli voglio sempre bene, perché continua a dare tutto quello che ha in corpo.

CABAL 5 + Gran doti fisiche, sulle quali ci sono sicuramente margini sui quali lavorare. Ma questo campionato non è stato gentile con lui. Ha impiegato tanto per avere davvero la sua occasione e non sempre se l’è giocata bene. Non è facile ambientarsi in un calcio complicato come quello italiano, soprattutto se la tua squadra galleggia mestamente in zona retrocessione. Magari un’esperienza in prestito potrebbe fargli bene, non penso resterà, ma se così fosse, superato l’impatto, dovrà fare molto di più.

COPPOLA 6 Venti presenze per il numero 42, fisico imponente, piedi non esageratamente educati. Difficile pensare che possa essere “sgamato” già a vent’anni e in qualche occasione ha trovato attaccanti che gli hanno fatto ballare la Macarena, ma ha fatto intravvedere qualità che, se aspettate (non in eterno, sia chiaro) potrebbero essere importanti. Ci vuole pazienza coi giovani, a meno che non si chiamino Kumbulla che comunque, lontano da Verona, ha perso la strada.

DEPAOLI 6.5 Una buona stagione per l’esterno di “riserva”, che così di riserva non è stato. Anzi, ha abbondantemente fatto il suo, senza essere appariscente, senza grandi fronzoli. E’ uno che bada al sodo più che ai ghirigori. Non dotatissimo tecnicamente, è però un giocatore super diligente e tatticamente prezioso. E’ infatti bravo, quando la gamba lo permette, a spingersi in avanti, ma è stato preziosissimo anche in fase difensiva, sacrificando spesso e volentieri la fase di spinta. Ne ha sbagliate poche di partite. Ora torna alla Samp, ma lui vuole il Verona al 100%

VELOSO 5.5 Il capitano ha vissuto un’annata tribolata, spesso fermo per guai fisici che gli anni che passano portano in dote. Dopo tre stagioni da assoluto protagonista in campo, ha dovuto accontentarsi di farsi sentire nello spogliatoio, cercando di mantenere insieme un gruppo sull’orlo di, non una ma, infinite crisi di nervi. Se con Cioffi non è scattata la scintilla (eufemismo), meglio sono andate le cose con Bocchetti, se non altro perché è stato un compagno. Vuole continuare a giocare, non so se ci riuscirà con la maglia del Verona. Se così fosse, grazie di tutto, Capitano.

LAZOVIC 6 Stagione strana quella di Darko, lo scorso agosto già sull’aereo per andare a Marsiglia, dove ad attenderlo c’era Tudor. Si parla di uno spogliatoio mobilitato per non farlo partire (me bala un ocio) fatto sta che è costretto a fare marcia indietro per calarsi in uno scenario da horror: squadra smantellata, all’orizzonte lacrime e sangue. Ci si aspettava molto di più da lui, che comunque ha chiuso con quattro gol e assist sempre preziosi. Ma per le qualità tecniche era logico pretendere altro. Si è chiuso un ciclo?

HRUSTIC 5 Solo sei presenze per l’australiano, poi messo ko da un brutto infortunio. Non tantissime per un giudizio davvero completo, però non si è rivelato all’altezza e soprattutto non siamo riusciti a capire bene che giocatore sia. Chissà, magari gli andrà meglio in futuro. O magari no.

TERRACIANO 5.5 Se è stato difficile per i senatori, figuriamoci per i ragazzini come lui, chiamati spesso a dare prove di affidabilità e maturità in partite praticamente senza appello. Con Cioffi sembrava essersi preso una maglia non dico da titolare ma quasi, con Bocchetti prima, e l’arrivo di Zaffaroni poi, è diventato uno dei protagonisti di “Chi l’ha visto?”. Riapparso a singhiozzo non è riuscito a lasciare il segno. Ha chiuso comunque la stagione con ventuno presenze. A 20 anni non male.

ABILDGAARD 6 Arrivato durante la sessione invernale del calciomercato, è rimasto a lungo in soffitta, col rischio di prendersi una bella impolverata. Poi, all’improvviso, ce lo hanno fatto vedere e, guarda un po’, non è stato affatto male. Ha dato un bell’equilibrio al centrocampo e liberato Tameze da incarichi di sacrificio. Prezioso nel gioco aereo e in fase difensiva, si è rivelato una delle tante intuizioni azzeccate di Sogliano. Merita la conferma in gialloblù.

DUDA 6.5 Anche lui scelta di mercato di Sean Sogliano, è stato il più pronto nell’inserimento, il classico giocatore “fatto e finito”. Affidabile nel momento in cui il Verona è chiamato a uno sforzo sovrumano, per una rincorsa miracolosa. Cala leggermente, così come tutta la squadra, però. Ha fatto vedere di poter diventare uno dei leader di questo gruppo, che tanto ne ha bisogno. Ora deve pensare solo a recuperare dall’infortunio che gli ha fatto saltare la parte finale del campionato, fare la preparazione da zero e dimostrare ciò che sa.

TAMEZE 6 Sono veramente combattuto di fronte al campionato di Adrien. Spaesato. Perché dopo annate pazzesche, di partite quasi sempre giocate da fenomeno, per la prima volta abbiamo visto qualcosa di diverso. Al punto da farmi chiedere: è un fenomeno solo quando gli viene apparecchiata bene la tavola? Cioè, ci si aspetterebbe le stesse qualità anche quando si sgomita nel fango, ma lui in questo è un po’ mancato. Diciamo che non è stato il leader che pensavo. Poi, oh, ha giocato davvero tantissimo eh, ed è arrivato alla fine senza energia (ritrovata provvidenzialmente a Reggio Emilia). Poteva essere ma non è stato. Probabilmente lo sarà da qualche altra parte.

SULEMANA 6.5 Solo per il drammatico spareggio di Reggio Emilia meriterebbe una maglia da titolare per la prossima stagione. Il giovanotto ha talento da vendere che, se sfruttato come si vede, può fare le fortune del Verona. Sportive, si intende. Per quelle economiche mi auguro che ci sia tempo per ragionarci. Non sia subito una banale plus valenza che non serve a niente. Forza fisica e piedi buoni, non dimentichiamoci che, come Terraciano, ha solo 20 anni. Tanta roba, tantissima.

VERDI 6 Tecnicamente il più forte di questa squadra. Mentalmente (e fisicamente) uno dei più fragili, per sua stessa ammissione. A gennaio scaricato dalla società, destinato a tornare a Salerno, manda giù il boccone e subito deve sputarlo. Salta tutto, resta a Verona. E così cambia marcia, scala le gerarchie e vive un periodo di timida rinascita, arrivando a segnare, in totale cinque gol. Ma i muscoli sono fragili e spesso lo lasciano a piedi, proprio quando sembra essersi finalmente ritrovato. Finisce il campionato acciaccato, ma è fondamentale nei minuti finali di Reggio Emilia quando fa sparire il pallone dagli occhi degli spezzini.

HENRY 5 Una delle più grandi delusioni, anche perché aveva addosso un’eredità difficile da sopportare, quella del Cholito Simeone. Segna due gol (ufficiali) e lì si ferma. Fuori dal gioco, fuori dagli schemi, sembra l’ultimo pezzo sbagliato da incastrare in un puzzle già di per sé senza senso. Basta così? Macché. Perché a due giorni dalla sua più che probabile cessione invernale, si spacca il ginocchio, mandando in vacca i piani della società. La sua stagione finisce lì, mestamente.

LASAGNA 5 Anni che il Verona e i tifosi lo aspettano. Anni che non si fa trovare. E pensare che chi lo vede allenarsi non ha dubbi: il più forte di tutti. Cosa succeda poi quando ci sono le partite che contano rimane, ad oggi, un mistero. Non l’ho mai visto a suo agio, sempre curvo, intimorito, non consapevole di qualità comunque importanti. Un linguaggio del corpo che gli avversari capiscono subito. Un gol in tutto il campionato. Un gol. E tante occasioni sciupate sciaguratamente.

DJURIC 6 Anche lui segna solo un gol, proprio come Lasagna. Ma come si può essere severi con il quasi due metri bosniaco??? A dispetto di una stazza fuori scala per il calcio, si muove a suo agio nell’attacco gialloblù e, se non per sé, si fa un mazzo così per i compagni, che sanno di poter contare sul suo capoccione. Dalla sua rete a Torino inizia la riscossa gialloblù. E poi è sfigato perché si rompe il menisco e perde così il ritmo. E’ uno di quei casi in cui il fisico non lo aiuta agli occhi degli arbitri. Sì perché si prende una marea di scarpate e di falli a favore gliene fischiano uno su dieci. Meriterebbe più considerazione anche da questo punto di vista.

BRAAF 5 + Arrivato a gennaio, con l’obiettivo di dare un po’ di qualità all’attacco del Verona, riesce a conquistare appena sei presenze. Non un trionfo, anche se qualche numero lo fa pur vedere. Ma non sembra un cecchino infallibile e, soprattutto, fatica a inserirsi nei meccanismi di giochi richiesti dai due allenatori. E’ giovane, ha solo 21 anni, tutto sta capire se valga la pena insistere oppure no.

NGONGE 7.5 Alla fine, spareggio compreso, è lui il miglior marcatore di questa stagione così sofferta (insieme a Verdi). Segna cinque gol, di cui due la notte magica di Reggio Emilia. La sensazione è di avere di fronte un talento punto, con tanto estro. Ma accanto a questo ci sono anche alcuni corto circuiti che possono essere tipici di chi ha quel tocco di genialità. Inizia alla grande, ma poi un infortunio lo mette fuorigioco, proprio quando cominciavamo a farci la bocca buona. Impiega un po’ prima di riprendersi, ma lo fa nel momento più importante della stagione. Lo vuole la Fiorentina, pare. Ma la lista si allungherà.

KALLON 5 Un solo gol per il piccolo attaccante della Sierra Leone, contro l’Empoli. Rimane una grande incompiuta e il suo campionato sembra finire su quell’errore macroscopico di La Spezia: tutto solo davanti al portiere non riesce a fare meglio che tirargli addosso. Per carità, chi fa, sbaglia, ma a tutto c’è un limite. Dovrà essere bravo Sogliano a capire cosa fare di lui, se proteggerlo per aiutarlo a crescere o se mandarlo via, alla ricerca di altre fortune.

GAICH 6 Più che un calciatore, sembra un rugbista. Al pallone dà del “voi”, non certo un grande compagno di giochi. Non è veloce, ma ha stazza e una cosa non gli manca: il coraggio. Pur goffamente, dà sempre battaglia, ed è il primo che va a rompere le scatole ai difensori avversari, anche girando a vuoto, per carità, ma le intenzioni ci sono. Il 6 di fiducia se lo merita soprattutto per il gol miracoloso contro il Sassuolo, nel giorno in cui l’Hellas festeggia i suoi primi 120 anni di storia. Un capolavoro all’ultimo secondo da raccontare ai nipotini. Segna anche contro l’Empoli, quella, però, si rivelerà solo un’amara illusione.

BOCCHETTI 7.5 Sasà gode di un credito incredibile, da parte della società, che gli ha fatto un contratto fino al 2027, e da parte di tanti colleghi che hanno finora solo parlato bene di lui. “Sarà un grande allenatore”, dicono. Di sicuro, dopo un impatto drammatico, culminato con dieci sconfitte di fila, ha preso davvero in mano la squadra, aiutato, e tanto, da Zaffaroni. Ha avuto il merito di averci sempre creduto. E’rimasto dietro le quinte e questo gli ha tolto un pizzico di pressione. Le ha provate tutte, anche sbagliando, ma è riuscito a mantenere in vita la squadra, dopo una rincorsa folle, funestata da tante mazzate. Ha fatto un autentico miracolo.

ZAFFARONI 7.5 Ingiusto definirlo solo un tutor di Bocchetti, chiamato esclusivamente per questioni burocratiche. Sicuramente le idee principali le ha messe il giovane Sasà, ma lui è stato bravo ad ascoltare, a dire la sua. Non me lo immagino affatto come un semplice confessore, che accetta tutto quello che gli venga detto. No. Ha fatto di più e, soprattutto, ha tenuto calmo e sereno un ambiente che poteva diventare una polveriera. Ci ha sempre messo la faccia. Si è preso complimenti e bordate. E, centimetro dopo centimetro, come Al Pacino in Ogni Maledetta Domenica, ha ottenuto il miglior risultato della sua “umile” carriera. Complimenti mister.

BERARDI, ZEEFUIK s.v.

IL PAGELLONE DI SPEZIA-VERONA

MONTIPO’ 10 Bene già nel primo tempo su Zurkowski. Ma nel secondo tempo la sua partita diventa leggendaria, assume contorni mitologici. In sequenza: para un rigore a Nzola, vola su Shomurodov, respinge un colpo di testa ravvicinato di Esposito e poi, alla Garella, ipnotizza Verde. Non ce ne voglia Ngonge, ma l’uomo della partita è lui: un eroe.

MAGNANI 7 E’ sfortunato sulla doppia deviazione che porta al gol di Ampadu. Ma è l’unica sfiga di una partita giocata con enorme attenzione, con grande tranquillità, anche nei momenti più concitati del match. Controlla Shomurodov con mestiere, ma anche con le sue qualità tecniche, mai scontate per un difensore.

COPPOLA s.v. (dal 89°)

HIEN 7.5 Gioca praticamente tutta la partita con un cartellino giallo che potrebbe condizionare pesantemente la sua prestazione. Ma così non è e così entra in modalità Terminator. Da quel momento in poi, non passa più nulla e Nzola deve accontentarsi delle briciole. Fisicamente è un portento ed è talmente in fiducia che non teme lo scontro fisico, nonostante l’ammonizione. Gioca l’all in, e sbanca.

DAWIDOWICZ 6.5 Sfortunatissimo sul gol di Ampadu. Una sua deviazione e poi una di Magnani fanno impennare il pallone quel tanto che basta per battere Montipò che, forse, non ci sarebbe comunque arrivato. Con tutti i suoi limiti e le sue difficoltà, dà tutto quello che ha in corpo e non lascia spazio vitale a Zurkowski che in quanto a tecnica avrebbe tutto per surclassarlo.

CABAL 6 (dal 59°) Aiuta a raggiungere una salvezza miracolosa.

FARAONI 6 Fa una partita da 8, di nuovo su livelli astronomici: bravissimo dietro, altrettanto quando riesce a spingere in avanti. E infatti è suo il destro che provoca la deviazione decisiva di Ampadu. Un paio di chiusure in difesa sono da manuale del calcio. Ma l’ingenuità sull’espulsione è da 4 e rischia di riaprire una partita che fin lì sembrava davvero chiusa. Perché lascia la squadra in dieci con un’eternità da giocare. Ci pensa Montipò a farlo sentire meno in colpa.

TAMEZE 7 Anche lui torna a essere il gladiatore visto nelle precedenti tre stagioni. Anche fisicamente sta meglio rispetto alle ultime uscite e si vede lontano un chilometro. Macina campo senza fatica e in mezzo al campo, con Sulemana, forma una coppia che si completa perfettamente. Sfacciato il ragazzino, più ragionatore lui. Bravo anche a schermare la difesa e a fare il centrale aggiunto nei disperati minuti finale di assalto spezzino.

SULEMANA 7.5 Mamma mia che partita che ha fatto sto ragazzino. Ma siamo sicuri che sia solo un 2003? Personalità impressionante, una forza fisica e mentale da senatore. Lotta letteralmente su pallone, se ne sbatte di essere bello da vedere, non gli importa affatto, soprattutto quando la partita chiede che i palloni vengano sparati in tribuna. Lui fa tutto quello che serve, al momento giusto. Sia una colonna del prossimo Verona e non una plus valenza.

DEPAOLI 6.5 Ha sbagliato poche partite quest’anno. Magari non ha fatto prestazioni clamorose, ma difficilmente ha fatto mancare il suo apporto. E così è stato anche in questo disperato e angosciante spareggio. Nulla di clamoroso, la presidia la fascia sinistra mettendo tutto quello che ha. Fisicamente si supera, con le buone e con le cattive.

LAZOVIC 6.5 Una prima parte di partita su livelli altissimi. Fisicamente e mentalmente è leggero e sembra non accusare il peso della partita. E’ nel vivo dell’attacco gialloblù ed è bravo a creare la tanto preziosa superiorità numerica. Col Verona che si porta sul 3-1 ha la capacità di rallentare il gioco quando serve. Spende tanto, non è al meglio e va in riserva a metà della ripresa.

VERDI 6 (dal 59°) Nei minuti finali, quando riesce, tiene palla lontano dalla porta di Montipò.

NGONGE 9 E’ l’eroe della partita (insieme a Montipò). Col Verona che sembra accusare il pareggio dello Spezia, ci pensa lui, col destro, che non sarebbe nemmeno il suo piede a riportare davanti i gialloblù. Ma non finisce qui. In trance agonistica, lotta su un pallone vagante a centrocampo, se lo porta fino all’area dello Spezia e fa partire una rasoiata, leggermente deviata, per il 3-1. E’ una furia, un talento che quando si accendo è impossibile da domare. Generoso anche in difesa, si becca un giallo e così Zaffaroni, giustamente, lo richiama in panchina.

TERRACIANO s.v. (dal 76°)

DJURIC 6.5 Evidentemente in condizione fisica non perfetta, è però prezioso per il gioco che inizialmente vuole fare il Verona. E’ bravo a spizzare di testa, ma anche coi piedi ha il suo perché. E la prova è l’assist gol per la prima rete di Ngonge. Prende una valanga di scarpate e Orsato gliene fischia pochine. Di occasioni sotto porta poche, ma c’è e si fa notare quando serve.

GAICH s.v. (dal 76°)

ALL. ZAFFARONI 8 Ritrova un Verona che gioca come una squadra vera, consapevole dei proprio limiti ma disposta a morire sul campo per raggiungere qualcosa di clamoroso, insperato, miracoloso. Subito avanti, i suoi non si spaventano e già nel primo tempo ribaltano lo Spezia. Anche belli, non solo sporchi, brutti e cattivi, come la partita imporrebbe. La squadra soffre, ma lo fa insieme, senza mai scomporsi, senza sbracare. Aggiungici un miracoloso Montipò e i punti trovano tutte le giuste connessioni. Serviva l’impresa. Impresa è stata.

IL PAGELLONE DI MILAN-VERONA

MONTIPO’ 5.5 Fino all’1-1 attento. Ma sul 2-1 di Leao non mi sembra prontissimo. Vero che il tiro è angolato, però lo vede arrivare e non è particolarmente reattivo. Ci mette la manona per evitare il 3-1, ma la resistenza è leggerina.

MAGNANI 5.5 Deve aiutare Faraoni nella pratica Leao e di forza le cose gli riescono discretamente. Mantiene la posizione, rimane concentrato e attento, si spinge anche in avanti, quando la partita glielo permette. Nell’ultimo quarto d’ora perde un po’ le misure e finisce con qualche sofferenza di troppo.

HIEN 5.5 Come era logico aspettarsi, con Giroud è un duello fisico e, tutto sommato, è la sua fortuna che il francese non ci metta tutte le qualità tecniche che ha. Ciò detto, sembra sempre un po’ troppo in affanno e con grande sofferenza limita i danni. Un paio di interventi sono però risolutivi. Non su Leao in occasione del 2-1. Li sarebbe dovuto uscire prima per proteggere lo specchio della porta di Montipò.

CABAL 5 Messias dalle sue parti ha un tasso tecnico di un altro pianeta rispetto al difensore gialloblù, che tampona come riesce, spesso arranca. Ha qualità fisiche, avrebbe corsa, ma non riesce mai a innescarsi. E’ molto falloso e quando prende palla, nei contrarsi, spesso e volentieri si porta a casa anche le caviglie degli avversari. Ha tanto da crescere e da lavorare per diventare un calciatore che voglia definirsi tale.

DAWIDOWICZ s.v. (dall’85°)

FARAONI 6.5 Ha davvero un fenomeno davanti, Leao. Che, a onor del vero, gioca col motore a due cilindri, sonnacchioso, ma sempre pronto a colpire. Lui è bravo a gestirlo, con le buone ma anche con le cattive. Fisicamente sempre in ripresa e quando il Verona è a un passo dall’abisso, lui ci crede e quando vede quel pallone arrivare a un passo dalla porta del Milan, si butta e segna la rete della speranza. L’unico della vecchia guardia a non marcare visita.

SULEMANA 5.5 Primo tempo di enorme difficoltà, forse per l’emozione e le pressioni che una partita così regala. Gli tremano le gambe e gira a vuoto in un centrocampo totalmente in balia del Milan. Nella ripresa meglio, più grinta e meno paura. Bravo in fase difensiva, duro quanto basta, ma Valeri gli si accanisce contro fischiandogli qualsiasi cosa. Per me merita di trovare più continuità e di provare a diventare importante per questa squadra.

ABILDGAARD 5 (dall’85°) Scherzato da Leao per il più facile dei gol.

VELOSO 5 Passo lento, compassato, idee annebbiate, non riesce a costruire gioco, lui che dai suoi piedi qualcosa ha sempre inventato. Si fa vedere per qualche recupero difensivo, ma a conti fatti non lascia mai il segno in quella che probabilmente è stata la sua ultima partita con la maglia del Verona. Peccato salutarsi così.

LAZOVIC 6 + (dal 59°) Quando entra in campo, ti aspetti che possa dare quel qualcosa in più, in un contesto deludente per la posta in palio. Invece ciondola a due all’ora, passeggiando incomprensibilmente. Poi, però, si inventa la giocata e mette Faraoni davanti alla porta per l’1-1. Vero che fisicamente non è al meglio. Ma ora c’è disperato bisogno della sua qualità.

DEPAOLI 6 Magari non è uno appariscente, magari non è Garrincha, magari non ha la qualità di Beckham, ma ci mette grinta e cuore, dimostrando di essere dentro la partita fin dai primi minuti. Corre come un matto, spesso non supportato dai compagni. Aiuta anche dietro, quando il Verona si fa schiacciare da un Milan che, badate bene, non fa nulla per rendersi veramente pericoloso. E’ tra quelli che si salvano con merito. E rivendica un rigore che Valeri vede misteriosamente.

TAMEZE 5 Primo tempo veramente preoccupante. Non corre, sembra non aver nessun tipo di energia da mettere in campo. Vaga senza logica, recupera pochissimi palloni, solitamente specialità della casa. Un po’ meglio nella ripresa, ma parliamo di poca roba. Quello che lascia perplessi è la condizione fisica, soprattutto in ottica spareggio.

NGONGE 6 + Di gran lunga il migliore del Verona, ma non è che sia un’impresa titanica. Tiene su da solo l’attacco, scattando, rompendo le scatole ai difensori rossoneri, lanciandosi su ogni pallone possibile. E’ però protagonista dell’episodio che rompe l’equilibrio. Una scarpata inutile in area di rigore a Diaz: per il var è rigore. Ma nella ripresa continua a martellare, con fortune alterne e lanciato a rete da solo viene steso da Maignan. Forse ne avrebbe ancora nei minuti finali, ma Zaffaroni lo richiama in panca.

GAICH s.v. (dal 78°)

DJURIC 4.5 Non è la sua partita, perché se pensi di difenderti, per poi ripartire (e comunque il Verona ci riesce raramente) non puoi giocare con uno con le sue caratteristiche. Non gli arriva mezzo pallone e nell’unica azione in cui ci saremmo aspettati di vederlo, sparisce. Generoso, ma fisicamente è in condizioni non all’altezza per una sfida di questo tipo.

VERDI 5.5 (dal 59°) Non porta quello che serve per risollevare la squadra.

ALL. ZAFFARONI 5.5 Palla lunga e pedalare. Questa è l’indicazione alla squadra. Fino al 44° il giochino regge, rotto dalla leggerezza di Ngonge che stende Diaz. Ma l’atteggiamento è veramente rinunciatario. Nella ripresa la squadra si sveglia e con l’acqua alla gola mostra l’orgoglio che chiedono da sempre i tifosi gialloblù. Sull’1-1 i suoi si sciolgono e spalancano la strada al Milan che non fa sfaceli per vincerla. Eppure la vince. Servirà ben altro carattere nello spareggio. Chissà se in una settimana riuscirà a trasmettere questa cosa a Veloso e compagni. Insieme a Bocchetti deve inventarsi qualcosa di diverso, perché così non basta.

IL PAGELLONE DI VERONA-EMPOLI

MONTIPO’ 7 Bravo su Cacace nel primo tempo, miracoloso nella ripresa su Stojanovic che da fuori fa tremare il Bentegodi. Non può niente sempre sullo sloveno che, sfruttando una deviazione decisiva pareggia la partita per la disperazione di tutto lo stadio. Ha poco da rimproverarsi e si riprende il trono di migliore della stagione, dopo il disastro di Bergamo.

MAGNANI 6 Con l’Empoli che giochicchia, ha poco di che preoccuparsi. Senza infamia e senza lode, controlla con calma i palloni che gli capitano nei paraggi. Ma la sua partita è tutta racchiusa in quel tiro di Stojanovic, che sarebbe uscito di un metro abbondante, e che lui, con enorme sfortuna devia quel tanto che basta per metterla nella porta di Montipò. Si chiama sfiga, c’è poco altro da dire. Una sfiga che rischia di mandare all’aria tutto.

HIEN 6 Non è facile con Piccoli che, dopo i disastri fatti vedere a Verona, evidentemente ha qualcosa da dimostrare. Il duello è molto fisico, un corpo a corpo estremo che il difensore gialloblù non sempre vince. A volte macchinoso, ci mette la malizia quando le cose rischiano di mettersi male e Chiffi sorvola. Anche Satriano è un brutto cliente, ma tiene botta fino alla fine

CABAL 4.5 Si prende subito un cartellino giallo. Qualche minuto dopo gli va grassa perché Chiffi non si accorge che allarga pericolosamente il gomito sulla faccia di Ebuhei, peraltro in area. Sarebbe stato secondo giallo e rigore. Non ci capisce nulla, dal primo fino al cinquantesimo, quando finisce il primo tempo. Sempre in ritardo, sempre la scelta sbaglia anche col pallone a terra. Non è pronto, ha bisogno di lavorare tantissimo.

CECCHERINI 6 (dal 1° s.t.) Ci mette energia, va poco per il sottile, spazza quando serve, stende gli avversari quando iniziano a farsi pericolosi.

TERRACIANO 5 Il Verona di suo gioca pochissimo sulle fasce e lui ci impiega poco per sparire dal campo. Poca energia, pochi palloni giocati, quasi tutti male. E’ giovane e sente evidentemente troppo il peso della partita. Giusto toglierlo dal campo.

FARAONI 5.5 (dal 14° s.t.) Ha un paio di palloni nella metà campo avversario da gestire e le scelte non sono azzeccatissime.

SULEMANA 5.5 Ha energia, voglia e forza per poter correre, anche più dei compagni. Con Veloso più in fase difensiva che altro, tocca a lui costruire il gioco del Verona, ma è davvero dura in una partita bruttissima e dal peso specifico allucinante. Paga l’inesperienza, ma cerca di recuperare con la sfrontatezza dei suoi anni. Tanto impegno, insomma, risultati non sempre all’altezza.

VELOSO 6 Il vecchio capitano, probabilmente all’ultima partita davanti al pubblico del Bentegodi, segue Fazzini in ogni centimetro del campo. Si preoccupa più della fase difensiva, lasciando la costruzione del gioco, non brillante a Sulemana. Un paio di diagonali difensive risolutive, senza le quali il Verona sarebbe andato terribilmente in difficoltà. Non lucidissimo sui calci piazzati, ma con la benzina che ha in corpo, fa quello che può.

GAICH 7 (dal 14°s.t.) Fa il gol che fa sognare tutti i tifosi gialloblù, che esplodono in un urlo liberatorio. Ha l’occasione per raddoppiare, ma la sciupa goffamente. Il suo, comunque, lo ha fatto, eccome.

DEPAOLI 5.5 Come per Terraciano, è una partita tatticamente durissima per lui che ha poche occasioni per fare male. Ne ha più del suo giovane compagno ma le gambe girano a due cilindri. Aiuta in fase difensiva, seppur l’Empoli, fino allo 0-0, non è che vada a duemila all’ora. E’ mancato un po’ in fase di spinta e nella creazione di quei cross che avrebbero fatto tanto comodo a Djuric.

NGONGE 7 E’ il più pericoloso del Verona, tira quando può e anche di testa costringe Vicario a un miracolo da distanza ravvicinata. Non è sempre incline alla giocata più semplice, cerca i ghirigori a volte inutili, ma tiene su l’attacco gialloblù. Dal suo sinistro teso e angolato nasce la parata non facile di Vicario che respinge sui piedi di Gaich, bravo a metterla dentro. Prezioso anche in fase difensiva, fino a qualche tempo fa a lui sconosciuta.

COPPOLA s.v. (dal 38° s.t.)

TAMEZE 5.5 Primo tempo di enorme difficoltà, soprattutto fisica, ma anche tattica. Non riesce, infatti, a trovare la giusta posizione in campo e la colpa non è tutta sua, ma anche dei tecnici che decidono di togliergli le solite certezze. Il linguaggio del corpo non è rassicurante, sembra non averne davvero più. Nella ripresa, invece, tira fuori le ultime energie e riesce ad alleggerire. Ma è davvero alla fine (fisica e mentale) di una stagione particolarmente tribolata.

ABILDGAARD 5 (dal 30° s.t.) Tampona discretamente fino a quando Stojanovic lo punta con decisione e fa partire il destro che fa sprofondare il Verona nell’incubo più terrificante. Lascia troppo spazio allo sloveno, che non perdona.

DJURIC 5.5 Eh, in un partita in cui di occasioni se ne vedono poche, così come i palloni dalle fasce, ha il suo bel da fare per trovare un posto al sole. Prova il fraseggio con Ngonge, ma i risultati sono rivedibili. E quindi cerca di mettere il suo solito testone al servizio della squadra, ma sono gli inserimenti a mancare. Di occasioni per segnare non ne ha, e questo è un fatto. E’ anche un fatto che lasci tutto sul campo, arrivando alla fine stremato.

ALL. ZAFFARONI 5.5 Un Verona che sente tremendamente la partita nella testa e, conseguentemente, nelle gambe. Poche idee, soprattutto confuse, ma nell’economia della gara poteva essere prevedibile. Sceglie i giovani e la loro teorica energia, ma la scommessa non paga. Discutibile la gestione dei cambi e la scelta di imbottire nei minuti finali la squadra di difensori. Così attira nella tana l’Empoli che sfodera un vero e proprio assalto, che sorprende i gialloblù. La salvezza era cosa fatta. Ora diventa un nuovo miracolo da costruire, a Milano, su un campo dove il Verona non ha mai vinto nella sua storia.