Se non fosse per la tristezza del già tristissimo stadio Euganeo, rimasto praticamente vuoto anche contro l’Alcione Milano nella parte in cui il tifo è sempre stato caloroso e il colpo d’occhio ha sempre restituito una sorta di muro umano colorato e festante con sciarpe, bandiere e striscioni, non ci sarebbe un motivo uno per non essere felici dopo aver visto il Padova battere anche l’Alcione Milano, dopo aver superato Trento, Caldiero e Arzignano. Risultati a parte, i costanti progressi della squadra di Matteo Andreoletti sono sotto gli occhi di tutti: la squadra ha già una sua identità, un suo gioco, una direzione intrapresa. Ed è vero che, trovandoci ancora all’alba della stagione, le certezze non possono essere granitiche, ma c’è già anche un’idea delle gerarchie in campo tra conferme e cambi della guardia: a sinistra della difesa ad esempio si è preso una maglia da titolare, dopo una stagione più in ombra che in evidenza, Marco Perrotta e sta meritando di tenersela stretta. Sempre lungo la fascia mancina, Favale dà in questo momento più affidabilità rispetto a Villa, Capelli, dalla parte opposta, più dinamicità e incisività rispetto al capitano Niko Kirwan. Varas sta dimostrando una duttilità, tra centrocampo e trequarti, che rappresenta la vera arma in più per l’allenatore lombardo, Crisetig si è impadronito della cabina di regia e, forte della preparazione svolta coi compagni e di qualità che non scopriamo certo adesso, è diventato perno insostituibile a centrocampo, Spagnoli in questo momento batte Bortolussi nell’undici di partenza per, parole di Andreoletti, la sua capacità di fare la guerra aprendo spazi per i compagni lì davanti, anche se ancora deve sbloccarsi in zona gol. Bomber Mattia però si fa trovare pronto a gara in corso e ha già due preziosissime reti all’attivo.
L’unico neo della sfida alla neopromossa milanese è stato il non chiuderla prima, pur avendone la possibilità, ma a fronte di una mancanza sulla quale Andreoletti ha subito detto che occorre lavorare, c’è comunque soddisfazione per come i giocatori, ad un certo punto, pur non riuscendo ad affondare il colpo decisivo, sono stati bravi a ricompattarsi e a fare in modo che l’Alcione non si avvicinasse troppo alla zona presidiata dal fin qui ottimo Mattia Fortin. Per tutto il resto parlano i numeri: 12 punti, 10 gol fatti con 8 marcatori diversi, un solo gol preso. Difficile davvero trovare anche solo l’ombra di qualcosa che non va in tutto questo.