Dopo settimane passate (giustamente) a lamentarsi del fatto che il calendario anticipava la partita del Mantova rispetto a quella del Padova ad ogni giornata, costringendo i biancoscudati a scendere in campo con l’obbligo assoluto di portare a casa i tre punti sapendo che i virgiliani avevano già vinto, ecco la congiunzione astrale perfetta, ovvero il Mantova che gioca sì prima del Padova ma, incredibilmente, perde. In casa dell’AlbinoLeffe, 2-1.
Quale miglior premessa per scendere in campo al “Gavagnin Nocini”, pochissimi minuti dopo il fischio finale della sfida di Zanica, e far un sol boccone della Virtus Verona? E invece niente. L’approccio alla gara contro la squadra di Fresco è stato decisamente meno intenso di tante altre volte in cui il Padova doveva per forza imporsi per non permettere al Mantova di allontanarsi ancor di più. La paura che la capolista scappasse via ha provocato negli uomini di Torrente una reazione più forte rispetto alla concreta possibilità di accorciare il divario dalla vetta. Il risultato è stato che, contro la Virtus, il Padova, aldilà del forcing finale che ha eletto il portiere di casa Voltan migliore in campo, non ha fatto abbastanza per vincere, perdendo un’occasione imperdibile, lasciando per strada due punti che tutti ci auguriamo di non dover mai rimpiangere.
Il mercato di gennaio ha portato alla corte di Torrente rinforzi importanti in tutti i reparti: Faedo in difesa si è subito conquistato il posto da titolare, Crisetig a centrocampo rappresenta un lusso, Valente e Zamparo hanno il giusto mix di esperienza, qualità e voglia di rimettersi in pista, Tordini è un giovane di prospettiva che già ha avuto a disposizione spezzoni di partita per mostrare il suo valore. Si tratta peraltro (particolare assolutamente non trascurabile) di ragazzi che si sono inseriti nel gruppo senza provocare scossoni negli equilibri già creati, scelti tra vari candidati proprio perché uomini di un certo spessore prima che calciatori. Certo a Verona mancavano Fusi e Radrezza, due elementi fondamentali per far girare a dovere questo Padova, ma la loro assenza non può essere un alibi perché le alternative, adesso, ci sono.
Il Padova deve mettersi in testa che mancano sì ancora tante partite alla fine ma che non è più tempo di lasciarsi sfuggire le occasioni quando il campionato gliele serve su un piatto d’argento. Nelle ultime stagioni è capitato troppo spesso che la differenza l’abbiano fatta un pugno di punti, un pareggio anziché una vittoria, una sconfitta immeritata, una prestazione anche solo un po’ sottotono rispetto a quella precedente. E’ ora di premere sull’acceleratore e andare avanti col piede a tavoletta fino a fine aprile.
Il primo posto è ancora raggiungibile. Ma non se il Padova si comporta come nel primo tempo della sfida del Gavagnin Nocini.

