IL PAGELLONE DI UDINESE-VERONA

MONTIPO’ 7 +  Questo pareggio, che conta quasi come una vittoria, è per buonissima parte merito suo. Perché quando l’Udinese decide di mettere lì il Verona, lui non arretra e difende la porta con i guantoni e con i denti. Bellissime parate, tutte determinanti. Questo ragazzo è sempre più una sicurezza, nonostante i soliti noiosi e ripetitivi si ostinino a definirlo un bidone.

MAGNANI 7 L’inizio non è dei migliori, perché si trova sul groppone, in maniera forse un po’ esagerata, un cartellino giallo pesantissimo. Però è bravo a non farsi condizionare e, testa bassa, non si fa prendere dal panico. In alternanza su Success e Beto, soffre pochissimo ed è bravo a farsi sempre trovare al posto giusto, con i giri giusti. Bravo.

HIEN 6 – Dopo una serie di ottime prestazioni, trova Beto, che è un gran bell’attaccante, forte fisicamente, ma anche dotato di buona tecnica. Soffre, ma non sbraca e in qualche modo prende le misure. Nei minuti finale, quelli idealmente più difficili, è attento, rassicurato anche dalla presenza di Magnani.

CECCHERINI 5 In ritardo siderale sul gol di Samardzic, si prende anche il giallo per fallo su Arslan, condizionando inevitabilmente la sua partita. Sempre in difficoltà, sempre un passo indietro, questa volta non riesce a metterci la solita toppa. Dopo l’intervallo rimane nello spogliatoio.

COPPOLA 6 (dal 46′) In campo dopo tantissimi mesi, sembra non aver perso la confidenza col rettangolo di gioco. Fa il suo senza strafare, ma badando alla sostanza.

DEPAOLI 5 E’ un onesto operaio del calcio, che quando il livello della squadra si alza riesce a dare il suo contributo. Difficilmente riesce a fare la differenza quando le cose vanno male. Succede questo anche contro l’Udinese. Più preoccupato a rinculare che a proporsi in avanti, litiga col pallone in più di un’occasione. Fino a quando è costretto a lasciare il campo per infortunio.

TERRACIANO 6 (dal 58’) A parte il tacco iniziale, che fa imbestialire soprattutto il nostro Stefano Rasulo, entra bene in campo, con la giusta attenzione.

TAMEZE 5.5 Può poco contro lo strapotere del centrocampo udinese. Fatica tremendamente a reggere l’urto, con le gambe che stentano a girare. Corre, ma lo fa a vuoto, senza un vero senso. La cosa positiva è che aggiusta la prestazione nel corso della gara, non mollando mai, soprattutto nei secondi finali, quando conta più il cuore delle gambe.

SULEMANA 5 Preso letteralmente a schiaffi dal centrocampo friulano. Non ci capisce nulla, dall’inizio, fino a quando non lascia il campo. Ci si aspetta tanta corsa, tanta aggressività, ma la realtà è che sembra un pulcino bagnato di fronte agli avversari. Paga, evidentemente l’inesperienza. Anche da partite così avrà tanto da imparare.

DUDA 6.5 (dal 58’) Attenzione signori, perché questo è buono. In pochi minuti ha fatto vedere di avere qualità interessanti, che possono diventare fondamentali per la missione impossibile del Verona. Tempi di gioco e senso della posizione.

LAZOVIC 6 Sì ok, il gol (grazie Becao), però anche lui fatica a reggere, a un certo punto, lo tsunami Udinese. Un po’ si perde, ma ha l’esperienza e la qualità per ritrovarsi. Nella parte finale, infatti, il Verona potrebbe addirittura trovare qualcosa in più del punto, comunque prezioso. E tanti palloni passano dai suoi saggi piedi. Però, è stata dura anche per lui.

LASAGNA 5 Io ho sempre contestato una cosa di Kevin: l’atteggiamento. Sarà questione di carattere, non discuto. Ma serve un altro spirito per meritarsi la maglia da titolare. E’ inutile che si dica “in allenamento è sempre il migliore”, perché questo non si trasferisce alla partita. Sbaglia tanto, tantissimo. Anche occasioni importanti. Scelte spesso incomprensibili. Forse ha la testa da qualche altra parte e forse, sarebbe giusto, anche per lui, cambiare aria.

BRAAF 5.5 Parte discretamente bene, dimostrando di aver già, più o meno, capito i meccanismi della squadra. Passano i minuti e si ingarbuglia, così come tutto il Verona però. Il debutto non passerà agli annali del calcio mondiale, però diamogli un attimo di tempo per capire che giocatore sia.

NGONGE 6.5 (dal 73’) Visto che Duda non mi pare si possa definire una sorpresa, direi che sia lui la più bella scoperta di questa partita. Dentro in corsa, e si porta a casa la migliore occasione del Verona, con Silvestri costretto al mezzo miracolo. Ma poi ancora tante cose davvero interessanti. Quel sinistro promette bene.

DJURIC 6 + Praticamente mai pericoloso. E per un attaccante non è che sia un dettaglio da niente. Però mi dite cosa si possa imputare a questo ragazzo? Io, francamente, nulla. Perché lotta su tutto quello gli passi a tiro, tutto. Non si risparmia un instante, prende tante di quelle botte da stendere un bisonte. Si spacca l’arcata sopracciliare, giocando buona parte del secondo tempo con un turbante fastidiosissimo. Eppure non arretra di un passo. Solo applausi per lui. Questo è l’atteggiamento che si vuole vedere.

PICCOLI 5.5 (dall’87’) Difficile fare il salvatore della patria. Non è il suo ruolo.

ALL. ZAFFARONI 6.5 Un pareggio che vale molto più del punticino, che comunque muove la classifica. Il Verona è brutto, ma sa soffrire, nonostante sembra che possa crollare da un momento all’altro. Era importante non perdere: missione compiuta. Ottime le risposte dai cambi. Si abbia anche il coraggio di provarli presto dal primo minuto. Con lui il Verona è rinato, è stato bravo a portare serenità nello spogliatoio.

IL PAGELLONE DI VERONA-LECCE

MONTIPO’ 7 Una parata, determinante, su Blind. Tanto basta per tenere il risultato in cassaforte. In generale tanta sicurezza e tanta fiducia in se stesso.

DAWIDOWICZ 5.5 Non attento come il solito. Di Francesco lo brucia in un paio di situazioni, in una delle quali si becca anche il giallo che lo terrà fuori la prossima per squalifica. Anche se forse ci avrebbe pensato comunque l’ennesimo infortunio che lo costringe alla bandiera bianca.

MAGNANI 6.5 (dal 29’ p.t.) Entra a freddo per l’infortunio di Dawidowicz, ma ci impiega pochi minuti a entrare nel clima giusto. E’ attento e bravo anche a far valere la sua tecnica, non sempre riconosciuta. Con la giusta concentrazione sa sempre fare la differenza. In passato gli è mancata ogni tanto. Ma non è semplice farsi trovare pronti quando giochi solo a sprazzi. Oggi ci è riuscito alla grande.

HIEN 7.5 Ennesima partita da fuoriclasse, sempre più dentro le idee tattiche e tecniche di questo Verona. Una presenza che inquieta e intimorisce gli attaccanti del Lecce, su tutti Colombo che se ne torna a casa col mal di testa. In 100 minuti di gara, va in blackout solo in un paio di occasioni che rischiano di rovinare tutto. Ma è solo un passaggio a vuoto, che colma con una ripresa da leader assoluto

CECCHERINI 6.5 Ho una simpatia per il Cecche, che va sempre oltre a tutto, anche alle proprio capacità. Sente la grande fiducia del tecnico e ripaga sistematicamente con prestazioni attente, agguerrite e mai sopra le righe. Non gli interessa infiocchettare la giocata. Conta solo l’efficacia del risultato finale.

DEPAOLI 6.5 Sono sincero, fino al gol che ha sbloccato la partita, non mi è  piaciuto affatto. Mai incisivo, mai efficace, ma capace di creare superiorità, né di mettere dentro palloni invitanti. Quel colpo di testa, che gela Falcone, è la svolta della sua partita, che cambia radicalmente. Perché oltre al suo personale sigillo, va vicino alla doppietta con altre due belle sberle da fuori. Ma ci sono tante altre cose buone nella prestazione del vice Faraoni.

TAMEZE 6 + Un primo tempo terribilmente condizionato da un cartellino giallo ingiusto. Ne sente il peso e va con il motore a un cilindro. Tira spesso indietro la gamba per paura di fare la frittata. Meglio nella ripresa, quando si scrolla di dosso la paura e torna a essere presente, soprattutto di fisico. Esce per non rischiare di rimanere in dieci nel momento più difficile della partita.

TERRACIANO s.v. (dal 34’ s.t.)

ILIC 7 Primo tempo orribile, forse il peggiore della sua stagione non esaltante. La scossa nella ripresa con quella traversa che sta ancora tremando. Poi la cosa più bella della sua partita, quell’assist clamoroso per Lazovic, che non se la fa sotto e segna il 2-0 definitivo. Tante giocate di qualità, come se di lì in poi si fosse scrollato di dosso tutta la negatività. Saluta il Bentegodi e il Verona con una vittoria fondamentale. Il suo futuro avrà altri colori.

DOIG 8 Un fenomeno. Non solo per quel cross a brioche, perfetto per il testone di Depaoli. Ma per tutto quello che fa in campo. Non sbaglia nulla, azzecca tutte le giocate, con una qualità che meriterebbe sicuramente un palcoscenico migliore. Ma ben venga che addosso abbia la maglia gialloblù. Con la speranza che rimanga la stessa fino al termine della stagione. Che bello vederlo sgroppare in campo libero. Poesia in movimento.

LASAGNA 6 Dal primo minuto dopo un’eternità, fa subito vedere la sua proverbiale voglia di fare, che, effettivamente, non gli è mai mancata. Un po’ arrugginito, ma quando può strappare diventa un pensiero per i leccesi, che possono solo abbatterlo. Sotto porta gli manca il guizzo, fatica ad arrivarci con qualità, ma rimane difficile da marcare.

KALLON 6 (dal 24’ s.t.) Mette vivacità.

LAZOVIC 6.5 Riscatta un primo tempo così così, con una ripresa più vigorosa e più centrata. Egoista, nella prima parte di gara, quando prova il pallonetto, facendosi ingolosire, e non la dà a Lasagna, solo davanti a Falcone. Ma si fa perdonare col gol del 2-0 che restituisce al Verona sicurezze perse da mesi.

SULEMANA 6 (dal 24’ s.t.) Grinta e muscoli.

DJURIC 6.5 La finiscano tutti quelli che si sono riscoperti buongustai, gente col palato fino, esperti che vogliono il bel gioco, gli esteti del calcio. Questo armadio a tre ante non è bello da vedere. Tecnicamente è discutibile. Eppure le prende tutte lui, si danna come un leone, prende scarpate e strattoni, con La Penna che, puntualmente, si gira dall’altra parte. Io me lo tengo stretto, perché il Verona ha bisogno di questo tipo di giocatore. Non bello, ma perfetto per questa sporca missione. Fango sulla faccia e muti verso la salvezza.

HENRY s.v. (dal 38’ s.t.) Che peccato per questo ragazzo. Sfortunato sportivamente e ora anche per un infortunio che rischia di mettere fine alla sua stagione. Il ginocchio ha fatto crac, bisogna capire in che misura. Una mazzata anche per le strategie di mercato del Verona, che, di fatto, lo aveva già piazzato. Era necessario fargli fare quei pochi minuti?

ALL. ZAFFARONI 8 Da qui alla fine, saranno tutte le partite più difficili del campionato. I suoi ragazzi ne hanno vinta una davvero fondamentale per il futuro di questa squadra. Bravo perché sta dando continuità di formazione e di prestazione, smettendola con assurdi esperimenti. Quattro partite, sette punti, due gol subito. Bravo anche perché misura sempre le parole, riuscendo a non mettere sulle spalle dei suoi ragazzi il peso di tutto il mondo.

IL PAGELLONE DI INTER-VERONA

MONTIPO’ 6 Prende gol a freddo, quasi senza accorgersene, non protetto a sufficienza dalla difesa. Non si segnala per altri parate degne di nota, l’Inter non lo mette in ansia come ci si sarebbe potuto aspettare. Attento nelle uscite, discreto coi piedi.

DAWIDOWICZ 6 Avere a che fare con Lautaro o Dzeko non è certo come prendersi cura degli attaccanti della Cremonese. Eppure, con il solito cuore, con mestiere, non si scompone più di tanto e finché rimane in campo il suo lo fa. Si becca un giallo e il rosso glielo evita Zaffaroni richiamandolo in panchina prima della fine.

MAGNANI 6 (dal 65’) Attento e nulla più.

HIEN 6.5 Dopo aver dubitato di lui, finalmente abbiamo capito di che pasta sia fatto. Dalla ripresa del campionato ha messo in chiaro che il centro della difesa sia affare suo. A turno su Dzeko o Lautaro, è sempre bravo nel tenere la testa alta e la posizione giusta del corpo. Mi auguro che non si cede alla tentazione di fare cassa anche con lui.

CECCHERINI 6 + Quel “più” se lo merita per la solita voglia di andare sempre oltre, di non pensare ai limiti tecnici, che ormai sono conosciuti anche ai ciuffi d’erba. Quando il Verona nella ripresa si affaccia con più convinzione nella metà campo nerazzurra, lui accompagna l’azione, con estrema generosità, spendendo tantissimo. Tant’è che finisce con i crampi. Ma sta diventando davvero un elemento dal quale non prescindere.

DEPAOLI 5 Non basta fare sempre il compitino, soprattutto quando davanti hai dei campioni. A San Siro sono venuti fuori tutti i suoi limiti tecnici, di personalità e di confidenza con un certo tipo di partite. Non è pensabile che da un giocatore nel suo ruolo non arrivino cross degni di questo nome in area di rigore. Contando che non aveva davanti a sé un Dimarco ispiratissimo, doveva fare molto ma molto di più.

TAMEZE 6 Un passo indietro rispetto alla vittoria contro la Cremonese. In termini di qualità, più che altro, perché fisicamente sembra esserci. Nella ripresa un po’ di stanchezza si fa sentire e forse anche per questo, pensando alla prossima gara contro il Lecce, Zaffaroni lo richiama in panca.

VELOSO 5.5 (dal 65’) Doveva e poteva fare meglio, se non altro sui calci piazzati.

ILIC 5.5 Dannata continuità, il vero problema del campionato di Ivan. Che se prima ha dovuto fare i conti con le rogne fisiche, ora deve trovare la migliore condizione di gioco. Con la Cremonese si era finalmente fatto rivedere. A San Siro, a parte qualche lampo, ha fatto un po’ di fatica. Ma deve restare in campo il più possibile per tornare appieno quello che abbiamo visto la scorsa stagione.

LASAGNA 6 (dal 65’) Fermo da tanto per noie fisiche, entra con tanta voglia e si vede.

DOIG 6 E’ uno dei migliori tra i gialloblù, nel primo tempo. Si vede che le gambe vanno sciolte e lui sente di poter incidere. Ha però ancora un enorme difetto, sul quale deve lavorare tanto: tiene troppo palla. Perde in più di un’occasione il tempo della giocata, attirando, inevitabilmente, su di sé gli avversari. Nella ripresa un leggero calo, ma è sempre presente quando il Verona, pur con tutti i limiti tecnici, prova a rimettere le cose al posto giusto.

PICCOLI 5 (79’) Sai che hai poche possibilità di metterti in mostra e te le giochi così? Boh, non capisco…

KALLON 5  Più scena che altro, tanti movimenti ampi, sbracciate, come se stesse per innescarsi da un momento all’altro. Ma la verità è che, o va a sbattere contro il muro nerazzurro o si inceppa da solo. Dei cross che escono dai suoi piedi, nemmeno uno arriva a destinazione. Per carità, la corsa non manca, l’impegno pure. Ma lì si ferma.

SULEMANA 6 (dal 57’) Altra plusvalenza? Bravo, ragazzino.

LAZOVIC 5  Dopo la doppietta contro la Cremonese, aveva bisogno di una conferma definitiva. Ha fallito e quando è lui a sbagliare, fa male, perché sappiamo quanto possa dare. Spaesato, più di quanto una posizione giusta o sbagliato possa determinare. Va a due all’ora, non riesce mai a cambiare il passo. Bisogna subito resettare e ripartire.

DJURIC 6 + Fino a prima della sosta, eccezion fatta per la gara contro lo Spezia, sembrava destinato semplicemente a scaldare la panca. Durante la sosta, invece, ha scalato le gerarchie, mettendosi alle spalle Henry, sempre più con la valigia in mano. Intepreta la partita come deve, fa a sportellate e ne prende tante. E questa volta non solo la testa è uno dei suoi punti forti, ma anche con palla a terra aiuta a squadra a risalire la corrente.

ALL. ZAFFARONI 6 Il Verona esce a testa alta da San Siro, che può voler dire tutto o niente. Ma una cosa è reale, ossia il modo di stare in campo, non passivo, non rinunciatario, non di chi accetta senza combattere il proprio destino. Ecco, qualcosa in più deve pretenderla da chi entra in corsa. La strada è lunghissima, terribilmente difficile, ma la squadra ora c’è. Il Lecce diventa un’altra finale da non sbagliare. 

IL PAGELLONE DI VERONA-CREMONESE

MONTIPO’ 6 Serata da spettatore non pagante. O quasi. Attento fino alla fine.

DAWIDOWICZ 7 Gli esteti del calcio lo vedranno come un dito in un occhio, ma oggi, ricordatevi del caviale ce ne facciamo beffe. Abbiamo bisogno di pane e salame. E lui è il nostro salumiere di fiducia, sempre bravo a darti il consiglio giusto. Un leone, non bello da vedere, ma efficace per questo Verona, che se spera nella salvezza, deve aggrapparsi anche a uno come lui. Buonaiuto se ne torna a casa col mal di testa.

HIEN 7 Scintille con quel sacramentone di Dessers, un po’ nervosetto. Forse proprio per merito dello svedese, che nei primi 35 minuti lo fa sparire letteralmente dal rettangolo di gioco. Poi un paio di scivoloni rischiano di mandarlo leggermente in confusione. Ma nella ripresa rimette le cose a posto e riprende lo stesso copione della prima parte del primo tempo. Non facciamo l’errore di venderlo proprio adesso che gli abbiamo trovato la collocazione definitiva. E ci voleva ben poco per capirlo eh.

CECCHERINI 7 Ha il compito di seguire a uomo Zanimacchia, buona qualità, corsa disinvolta. Sbriga la pratica alla grande, col solito temperamento da gladiatore. Va sempre bene in anticipo e una volta assolti i compiti di contenimento, prova a spingere. Come già detto in passato, se dai tutto quello che hai, sai che qualcosa di buono riuscirai sempre a portarlo a casa. Bene anche fisicamente.

MAGNANI (dal 30’ s.t.)

DEPAOLI 6.5 I paragoni non mi fanno mai impazzire e quindi non ha senso fare un raffronto con Faraoni. E’ un giocatore diverso, che ha meno strappo per galoppare in avanti, ma ha grande attenzione in fase di contenimento. E’ sempre attento, mai sfavillante. Ma in questo momento serve la concretezza, non i fronzoli. Lui è concreto.

TAMEZE 7 Forse in pochi lo hanno notato, ma è fondamentale nell’azione del secondo gol, perché riesce a portarsi via un uomo, spalancando un’autostrada per la volata di Doig. E’ un gigante a tutto campo. Ma non è strana la cosa. Strano era, semmai, lo scialbo mestierante visto fino a prima della trasferta di Torino. E’ fondamentale per questa squadra. Ma deve essere questo, non ci sono vie di mezzo.

ILIC 6.5 Che bello vederlo e sapere che sia ancora dentro questa squadra, di testa e fisicamente. Ha giocato una buona partita, al fianco al compagno di reparto ideale, che gli copre le spalle in caso di eventuali sbavature. La condizione mentale è fondamentale per uno come lui. Mi auguro che non si faccia distrarre da tutto quello che si sente fuori dal campo.

SULEMANA 6 (dal 21’ s.t.) Bene.

DOIG 7.5 Devastante, non ci sono tante altre parole per descriverlo. E’ letteralmente immarcabile, ha la leggerezza di una farfalla e quella fascia se la mangia, la solca per 95 minuti, sempre con la stessa qualità. Memorabile la sgroppata che porta al raddoppio del Verona. Ma è da ogni sua azione che potrebbe nascere un gol per i gialloblù. E la notizia è che anche difensivamente sta cominciando a formarsi come si deve. Un delitto venderlo, sia chiaro.

KALLON 6+  Inizia stringendo i denti, con la Cremonese che prova a fare male. Poi riesce a distendersi e a fare male davanti. Suo l’assist perfetto per il primo gol di Lazovic. Ma poi c’è tanto movimento nella sua partita, tanta voglia e l’intelligenza di buttarsi in ogni spazio possibile. Peccato per quel tiraccio finito alle stelle. Sarebbe stato un gol preziosissimo.

VERDI 6 (dal 21’ s.t.) Che sfiga ragazzi. Entra davvero alla grande, poi i muscoli lo abbandonano e fanno crac. Costretto a lasciare il campo, speriamo non a lungo.

LAZOVIC 8 L’ho scritto dopo Torino: da lui è lecito aspettarsi sempre qualcosa di più. Consapevole di questo, si è ripreso tutto con gli interessi, segnando due gol che resuscitano definitivamente il Verona. Lucido a controllare in area per l’1-0, cecchino nel raddoppio, bravo a prendere la mira e a seccare, appunto, Carnesecchi. I gol non sono tutti, la sua partita contiene tante altre perle, che il pubblico gli riconosce con una standing ovation quando lascia il campo.

TERRACIANO s.v. (dal 37’ s.t.)

DJURIC 7 Esempio lampante di come non per forza segnare un gol, o non segnarlo, determini un voto. Lui non la “fracca”, ma mette insieme la sua miglior partita da quando è a Verona. Le prende tutte lui davanti, non si discute. E’ una brutta bestia per tutta la difesa cremonese, che non ha strumenti per fermarlo. E quando non è in attaccato a fare a sportellate, te lo trovi in area gialloblù, primo difensore quando gli ospiti provano a fare male. Sontuoso.

PICCOLI s.v. (dal 30’ s.t.)

ALL. ZAFFARONI 7.5 In due partite è quasi quello che ha fatto più punti del Verona, se pensiamo che Cioffi ne aveva fatti cinque. Ha capito che non servono i ghirigori ed è stato bravo a dare concretezza e senso a una squadra che fino a qualche tempo fa non ne aveva. A Torino una partita da guerrieri. Con la Cremonese combattenti ma anche belli da vedere. E, cosa davvero storica, sistema la difesa che, per la prima volta non prende gol. Continuiamo a non guardare la classifica. Ora non ci interessa. Avanti tutta mister.

IL PAGELLONE DI TORINO-VERONA

MONTIPO’ Quasi non suda la maglia, né sporca i guantoni, se non per qualche paratina scolastica. Non può nulla sulla perla di Miranchuk che ha tutto il tempo per prendere la mira e confezionare il pareggio. Bene, insomma, ma all’ultimo secondo ci ha fatto prendere un coccolone per quell’uscita di porta scellerata. Lukic lo ha graziato.

DAWIDOWICZ 7 Leader assoluto, indiscusso. A maggior ragione perché non è mai stato dotato di qualità da campione. Ma i campioni sono tali anche per il cuore che mettono in campo e il suo è gigantesco. Tutti i compagni dovrebbero prendere sempre esempio da Pawel che, vada come vada, potrà dire di aver dato tutto se stesso. Dalle sue parti non passa nessuno.

HIEN 7 Annienta Vlasic prima e Sanabria (azzoppato) poi. La sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona. Incollato all’uomo, le prende tutte di testa, le prende tutti di piede, usando, quando serve, anche le maniere forti. Ma mai oltre il limiti. Lì in mezzo deve stare, né a destra, né a sinistra. Stop agli esperimenti senza senso, per cortesia.

CECCHERINI 6.5 Un pizzico sotto rispetto ai compagni di reparto, se non altro per quel metro di troppo che lascia a Miranchuk, che ringrazia e batte Montipò per il pareggio finale. Ma come Dawidowicz, sopperisce alla mancanza di evidente qualità con una grande voglia di sacrificarsi per questa maglia. Nei minuti finale una sua chiusura ha il crismi del miracoloso. E, altra notizia, è riuscito a finire la partita senza noie fisiche.

DEPAOLI 6 Diligente. Per il tipo di partita che il Verona ha scelto di fare, di contenimento, poco poteva fare per sbizzarrirsi in avanti. Mantiene la posizione, aiutando tanto la fase difensiva, sacrificando la giocata nella zona calda del Toro. Unico neo, anche se non era semplicissimo, quel pallone che, in area granata, non gira quanto basta per metterla dentro. Ma, si sa, non è un bomber.

HRUSTIC (dal’86°) s.v.

TAMEZE 6+ Dopo il primo tempo ero seriamente preoccupato. Mi era parso di vedere in campo un fantasma, fuori ritmo, fuori tempo, fuori contesto. Quasi non ci credesse. Ma le cose sono cambiate nella ripresa quando, piano piano, è tornato a macinare gioco e a far rivedere ciò che sa fare. Ha portato sostanza nel momento di maggior pressione della gara e in mezzo è diventato insuperabile. Senza tirarsi indietro nell’aiuto ai compagni della difesa. Dai Adrien, abbiamo bisogno di te.

SULEMANA 6 Corsa e voglia sono elementi sui quali non si può discutere. Sono le sue qualità. Chiaro che i ritmi di una partita così delicata non siano sempre incentrati sul dinamismo e quindi a marce ridotte non dà il massimo. Ma è sempre presente a se stesso e nel gioco del Verona.

ILIC s.v. (dal 71°)

DOIG 5.5 Primo tempo agghiacciante, troppo brutto per essere vero. Ci ha fatto vedere cose assurde, errori che solo uno che non c’è con la testa può fare. Dopo l’intervallo forse si rende conto di qualcosa, fatto sta che si scuote, reagisce e prova a riprendersi la fiducia dei compagni e di una piazza intera. Non sufficientemente per rimediare del tutto, ma quel cross per il testone di Lazovic, che non concretizza, deve essere la sua stella polare.

KALLON 6 Una cosa va premiata di questo ragazzo: l’atteggiamento. Perché se è vero che non si renda particolarmente pericoloso in attacco, è altrettanto sacrosanto che non smetta mai di correre dietro agli avversari. Va a disturbarli in ogni situazione e quando ci prova su Milinkovic Savis quasi quasi gli riesce il colpo grosso. Questo chiediamo ai giocatori del Verona, mettercela sempre.

VERDI 6 (dal 71°) Aiuta i compagni a portare a casa un punto preziosissimo.

LAZOVIC 5.5 Il picco della sua partita è tutto nel calcio d’angolo che si trasforma nell’assist gol per Djuric. Il resto non lascerà gran memoria di sé. Voglio dire, da uno come lui è lecito aspettarsi molto di più, non fosse altro per le qualità tecniche. Se aggiungiamo anche l’1-2 divorato clamorosamente a porta spalancata, qualche imprecazione scappa eh. L’unica scusante, dal mio punto di vista, la posizione di trequartista che non mi sembra gli vada tanto a pennello.

TERRACIANO s.v. (dal 80°)

DJURIC 6.5 Il gol di testa è la cosa già naturale che gli possa venire. Ma oltre a quello c’è tanto, molto di più. I palloni alti sono tutti suoi, non ne lascia uno. Ma anche quando c’è da portare pressione, non si tira indietro. Non è veloce, è vero, ma con quello che ha a disposizione, fa del suo meglio. In questo momento la maglia del titolare ce l’ha cucita addosso e guai a togliergliela.

ALL. ZAFFARONI 6.5 Rompe un maleficio che durava da dieci partite. 900 minuti (più recupero) senza vincerne una. In tandem con Bocchetti, manda in campo una squadra conservativa, più preoccupata a contenere che proporre. Trova un golletto insperato e poi compatta ulteriormente i suoi, che nella ripresa reggono l’urto (blando) del Toro. Ora deve caricare nella maniera migliore la prossima in casa contro la Cremonese. La partita chiave della stagione. Solo una cosa occorre fare: VINCERE.

IL PAGELLONE DI VERONA-JUVENTUS

MONTIPO’ 6 Sfortunato in occasione del gol, perché la deviazione di Dawidowicz è determinante quel tanto che basta per coglierlo in contro tempo. Forse, senza l’avrebbe anche presa. Per il resto la Juve lo fa quasi addormentare per la pochezza offensiva.

DAWIDOWICZ 6 Il solito cuore nel difendere la zona calda davanti a Montipò. Segue l’onda e aiuta anche in avanti, cercando con generosità un posto al sole. Va alla ricerca pure del gol, ma i piedi sono quello che sono. Spesso scomposto, rischia un rigore clamoroso, che non si materializza per una questione di centimetri. Ma io a uno così non rinuncio mai.

GUNTER s.v. (dal 32’ s.t.)

HIEN 6 Gioca bene, dalle sue parti si fa davvero fatica a passare. Bene negli anticipi, sempre azzeccati con la giusta tempistica. Peccato perché non riesce a fermare la ripartenza della Juve che porterà al gol determinante. Ma l’episodio, al di là del mezzo voto in meno, che è questione di lana caprina, non può rovinare la sua partita, finalmente di buon livello.

CECCHERINI 6 Voglia, grinta, attaccamento alla maglia che compensano altre caratteristiche non gli mancano. Ma come per Dawidowicz, al netto di qualche intervento a volte scomposto, lascia tutto in campo, anima e corpo.

TERRACIANO 6.5 Dopo un avvio da protagonista, era misteriosamente scomparso da ogni radar. Tornato in pista, più per emergenza che per convinzione, dimostra che bisogna puntare sulle sue qualità e sul suo spirito da combattente. Incomprensibile che Bocchetti ci abbia messo qualche partita di troppo per rendersene conto.

SULEMANA 6.5 Il ragazzino non ha paura di nessuno, si butta su ogni pallone gli capiti a tiro, e anche quelli che sa di non poter raggiungere. Fame e grinta che in questo momento servono al Verona più delle qualità tecniche, che, comunque, schifo non fanno. Più di un’alternativa a capitan Veloso.

VELOSO 6 (dal 20’ s.t.) Prova anche lui l’assalto finale.

HONGLA 5.5 In realtà, per quasi tutti i 95 minuti, senza infamia e senza lode. Fa il suo senza strafare, pensando, forse, più al concreto che ai ghirigori. E però c’è un però. Perché per la voglia, comprensibile, di segnare, nel contropiede che decide la partita, si fa sbertucciare da Rabiot, che se ne va e regala l’assist a Kean che non sbaglia.

DOIG 6.5 Un primo tempo di livello altissimo, direi il più alto di tutta la squadra. Ha gamba per andare via a Cuadrano, non un fesso che passa lì per caso. Tante giocate belle e utili, che riescono a creare la superiorità numerica. Tutto per aiutare Kallon a fare bene, ma non sempre l’attaccante gialloblù coglie le sfumature. Nella ripresa cala, ma è più che comprensibile.

LAZOVIC 6 (dal 20’ s.t.) Fantasia nei minuti finale, ma manca un po’ di precisione.

LASAGNA 5.5 Più dentro al gioco, ma sempre tanta confusione e voglia di strafare, che gli annebbiano le idee nei momenti determinanti. Prova a cercare il gol, ma non ci va mai vicino. Quando ha spazio davanti corre a testa bassa e si dimentica dei compagni, che potrebbero sfruttare posizionamenti migliori.

KALLON 5.5 Tanta corsa, tanta volontà, tanta voglia di spaccare il mondo. Ma “struca struca” di sostanza ce n’è pochina. Sbaglia tanto, troppo, quando ci sarebbe da finalizzare il buono fatto negli strappi in velocità. Va a sbattere sistematicamente contro i difensori della Juve, che, a dire il vero, se lo vedono arrivare addosso. L’impegno non si nega, ma bisogna anche provare a fare gol.

VERDI 6 (dal 26’ s.t.) Un paio di occasioni nel disperato assalto finale.

DJURIC 6 Pur non facendo nulla di trascendentale, fa molto meglio del suo compagno francese, nelle ultime settimane entrato in un vortice di depressione calcistica, Di testa le prende tutte lui, ma anche coi piedi si comporta bene, tenendola quel tanto che basta per far salire la squadra. Mi auguro solo che non sia un semplice ripiego. Merita la riconferma.

HENRY s.v. (dal 32’ s.t.)

ALL. BOCCHETTI 6.5 Se il suo Verona giocherà così, da qui alla fine, potrà salvarsi, perché non inferiore a quelle che si stanno giocando la permanenza in A. Rivoluziona la squadra, vuoi per turnover, vuoi per mandare un messaggio ai senatori e, soprattutto i ragazzini, i suoi giocatori lo ripagano. Certo, se di traverso si mettono anche var, arbitro e i Cugini di Campagna, è dura uscire sereni dal campo. Ma la testa deve comunque essere altissima.

IL PAGELLONE DI MONZA-VERONA

MONTIPO’ 6 Di parate vere deve farne solo un paio, per il resto ordinaria amministrazione, senza infamia e senza lode. I gol non riesce a evitarli, ma se si permette agli attaccanti avversari di calciare indisturbati, cosa si può pretendere?

TAMEZE 5.5 Il fatto che lo scorso anno abbia giocato in ogni ruolo rischia di causare un corto circuito. Perché mi pare che sacrificare lui in difesa si riveli controproducente e tolga forza a un centrocampo già fiaccato di suo. Rimane ordinato, ma quando lo attaccano si perde e in occasione del vantaggio brianzolo non va a chiudere in tempo. E’ un po’ desapareçido

MAGNANI 5 Rovina una buona partita con una fallo da ultimo uomo che costringe il Verona a giocare in dieci per oltre un’ora. Un errore imperdonabile, in una partita determinante.

GUNTER 6 Il migliore della difesa, sbroglia tante situazioni complicate, con grande attenzione. Gli attaccanti del Monza non è che facciano furore e il merito è anche suo che lascia loro poco o niente. Il problema sono i compagni che non lo sostengono a dovere.

FARAONI 6.5 Miracoloso, salva il gol due volte nel giro di una manciata di secondi, quando la partita è appena iniziata. Costretto a lasciare il campo per un problema fisico. Speriamo nulla di troppo lungo da smaltire, ma la preoccupazione sul suo volto dice nulla di buono.

LASAGNA 5.5 (dal 17’) Entra bene, al posto di Faraoni. Subito un paio di sgroppate in campo semi aperto, che costringono i difensori del Monza a stenderlo. Ma il copione è sempre lo stesso e col Verona costretto a difendere, lui non riesce a diventare il cavallo di Troia nelle praterie che lasciano i padroni di casa.

HONGLA 5 C’è una statistica che sintetizza la sua partita: Rovella 155 tocchi totali di palla, lui 34. Credo che non ci sia molto alto da aggiungere. Ciondola per il campo senza una ragione e senza un vero senso. Tra l’altro non può nemmeno contare sul sostegno di capitan Veloso.

VELOSO 5 Dispiace dirlo, ma il capitano è in riserva. Comprensibile per un “giovanotto” come lui, che sta tirando la carretta da inizio stagione. Fatica dannatamente a trovare il ritmo, al cospetto del giovane Rovella, che ha un altro passo. Male anche nei tanti calci piazzati, dai quali deve incidere molto di più.

SULEMANA 6 (dal 60’) Entra molto bene, con grande ardore. Forse un po’ troppo quando, del tutto in maniera involontaria, stende Sensi, con l’impressione di aver causato un bruttissimo infortunio al centrocampista ex Inter. Ma, al di là di questo, perché non farlo giocare dal primo minuto viste le difficoltà di Veloso?

DEPAOLI 5.5 Anche lui si adatta al grigiore della squadra, dovendo, peraltro, rinunciare a ogni velleità offensiva, per pensare soprattutto a difendere. Non sprofonda del tutto, ma rimanere a galla è un’impresa che gli riesce una volta sì e una no.

LAZOVIC 5.5 Rientra dopo uno stop piuttosto lungo, per un problema muscolare, ed è evidente che non sia al top della condizione. Tenta qualche giocata delle sue, ma gli manca lo sprint e la gamba adeguata al tutto. La vera cattiva notizia è che si azzoppa di nuovo e il rischio è che si tratti di una ricaduta. Probabile che si riveda dopo l’estenuante sosta per i mondiali.

DOIG 5.5 (dal 60’) Al rientro dopo un stop fisico, non ha il passo né in avanti né quando bisogna difendere.

KALLON 6 + Il più intraprendente dei tre attaccanti del Verona, l’unico che si mette in mostra e che cerca di creare qualcosa di potenzialmente pericoloso. Quando strappa i difensori del Monza faticano a stargli dietro. Inspiegabilmente rimane nello spogliatoio dopo l’intervallo.

TERRACIANO 6 (dal 46’) Come per Sulemana, ma pare così brutto farlo giocare dal primo minuto. Alla fine della partita è sua l’unica occasione, bella tra l’altro, del Verona, con un tiro al sette che Di Gregorio smanaccia in angolo.

HENRY 4.5 Hai voglia parlare di impegno, voglia di aiutare la squadra. Ma se poi non riesci a tenere su un pallone, tutti i bei discorsi se ne vanno in malora. E lui non è in grado di aiutare la squadra, di diventare punto di riferimento. L’unica attenuante è legata al fatto che il Verona giochi in dieci dal 25’ e sia così costretto ad abbassarsi. Ma lui non va nemmeno a cercarselo il famoso posto al sole.

VERDI s.v. (dal 75’)

ALL. BOCCHETTI 5 Quarta sconfitta consecutiva per il giovane allenatore, scelto da Setti per il miracolo. Mette Tameze in difesa, decisione che, personalmente, non condivido. Si ritrova a giocare per oltre un’ora in dieci contro undici, ma ci mette del suo, durante l’intervallo, nel complicare le cose, perché lascia nello spogliatoio l’unico (Kallon) che sembrava avere qualcosa in più da dare. Inevitabile che venga messo in discussione, perché, al di là delle parole, non si vede come possa salvare questa squadra.

IL PAGELLONE DI VERONA-ROMA

MONTIPO’ 6 Primo tempo inoperoso, con una Roma inesistente, rimessa in partita solo ed esclusivamente dall’errore imperdonabile di Tameze. Nella ripresa bene su Belotti, velenoso in un paio di circostanze. Sui gol poco poteva fare. Forse qualcosa di meglio su Volpato, ma il tiro era angolato e sbilenco.

DAWIDOWICZ 5 E’ l’eroe della giornata fino a quando, con un intervento particolarmente scomposto su Zaniolo, si fa cacciare, dopo la chiamata in causa del Var. Forse era da arancione, ma il rosso non lo trovo scandaloso. Ha la grande colpa di lasciare i compagni in enorme difficoltà. E’ un peccato, perché battezza il ritorno in campo, dopo continui problemi fisici, con un gol che illude

GUNTER 6 Su Abraham con discreta attenzione, è bravo ad anticipare l’inglese spesso e volentieri. Sbaglia qualche diagonale, ma non fa danni. Come tanti suoi compagni, dà tutto e nei minuti finale ce la mette fino al limite per resistere all’assalto romanista. Non basta per portare a casa un punto che avrebbe quantomeno fatto morale.

CECCHERINI 5.5 Praticamente perfetto su Zaniolo, che gli va via solo due volte. In una di queste, però, il fantasista giallorosso segna. La statistica lo bastona. E’ anche vero che l’errore di Tameze coglie impreparata la difesa che, giustamente, non aveva annusato il pericolo, visto che il possesso era del Verona. Ci mette come sempre tanta voglia e tanto impegno. Ma a volte sono le sfumature a condannarti. Dopo l’intervallo rimane nello spogliatoio

HIEN 6 (dal 1’ s.t.) Attento, nonostante non sia bellissimo da vedere. La tecnica è limitata, ma è efficace.

FARAONI 6 Assist gol per Dawidowicz, che illude il Bentegodi griffato di gialloblù. Però c’è un però, perché il vice capitano ci ha abituato a ben altro. Fatica a strappare, là sulla destra, dove ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo. Ora non gli riesce. Pensa più a guardarsi le spalle che a dare un occhiata in avanti, anche se ogni tanto bazzica la trequarti giallorossa, come, appunto, in occasione dell’assist per Dawidowicz.

HONGLA 6 Meglio del compagno di reparto Veloso, ha, se non altro, più gamba. Ci mette tanta generosità, ma ha il suo bel da fare con Camara che è un bel martello. Lascia tutto sul campo, anche quando le gambe non girano più. Fino a quando rimane dentro, dà tutta l’anima.

SULEMANA s.v. (dal 41’ s.t.)

VELOSO 5.5 Appiccicato a Cristante, non può, evidentemente, contare sullo stesso passo del centrocampista della Nazionale. Cerca di barcamenarsi con l’esperienza, ma non sempre gli va bene. Tutto sommato, comunque, il suo lo fa. I problemi arrivano nella ripresa quando la benzina comincia a scarseggiare. Diventa poco lucido e sbaglia cose non da lui. Avrebbe bisogno di un turno di stop, per rifiatare.

MAGNANI 6.5 (dal 22’ s.t.) Entra molto bene. Un paio di interventi d’altri tempi.

DEPAOLI 5 Due passi indietro rispetto alle ultime prestazioni, molto positive. Punta raramente l’avversario, che non è un pirla qualsiasi (Karlsdrop). E’ costretto, in particolare nel secondo tempo, a rinculare per tamponare a forza del biondo giallorosso. Dà la sensazione di essere sempre in sofferenza, a mala pena in grado di rimanere a galla.

KALLON 6 Fin da subito si mette in mostra, entrando immediatamente nel vivo della gara e della manovra offensiva gialloblù. Propositivo, sfacciato quanto basta, non se lo fa dire due volte e quando vede lo spazio cerca la conclusione, anche quella più difficile. E’ lui il sacrificato dopo il rosso a Dawidowicz. La scelta di Bocchetti è squisitamente tattica.

LASAGNA 5 (dal 1’ s.t.) Bocchetti lo mette per sfruttare i contropiede. Non ne sfrutta mezzo.

TAMEZE 5.5 E’ troppo grave l’errore che rimette in partita la Roma per sottovalutarlo. Da lì la partita cambia, cambia eccome. Perché i giallorossi, fino a quel momento sono morti e solo una cappella del genere li resuscita. E’ altrettanto un errore non riconoscere la qualità, se per un istante dimentichiamo l’episodio. Gioca dappertutto, attacco centrocampo e difesa, quasi sempre come lui sa fare. Ma il pensiero torna a quella topica clamorosa.

HENRY 4 Continua a essere un oggetto misterioso, totalmente fuori dal contesto. Non riesce mai a farsi trovare pronto, non tiene un pallone, non aiuta la squadra ad alleggerire la pressione della Roma, quando i giallorossi provano a portarla a casa. Tecnicamente sbaglia cose che un giocatore di serie A non può permettersi di sbagliare. E’ obbligatorio che sia sempre lui il titolare?

DJURIC 5.5 (dal 26′ s.t.) Meglio rispetto al francese, ma non abbastanza per essere pericoloso in area.

ALL. BOCCHETTI 6 Il risultato è clamorosamente bugiardo. Il Verona perde immeritatamente, ma le disattenzioni sono state troppe. Così come sarebbe sbagliato negare la direzione di gara disastrosa di Juan Luca Sacchi. I suoi danno tutto, ma la qualità non la compri al supermercato. A tal proposito, mi domando come mai ostinarsi con Henry, che al momento sembra non c’entrare nulla con questa squadra. Sono sette sconfitte consecutive, la terza per Bocchetti. Così sarà una lenta discesa all’inferno.

IL PAGELLONE DI SASSUOLO-VERONA

MONTIPO’ 6 Anche oggi due gol subiti, senza aver colpe. Fin dove può, c’è, è attento. Ma a un certo punto gli attaccanti del Sassuolo sembrano venti e sbucano da ogni zolla del campo. Difficile fare più di così.

HIEN 4.5 E sì che non aveva nemmeno iniziato male, attento quanto bastava. Ma è bastato un lampo di Laurientè, che lo ha scherzato con una facilità disarmante, per farlo andare nel pallone più totale. Nella ripresa c’è Traorè a farlo ammattire. Non ci prova nemmeno a fermarlo e così il Sassuolo sorpassa, senza nemmeno grande fatica. Goffo da far paura.

GUNTER 6 Tra tutti i giocatori del Sassuolo, Pinamonti pare quello meno ispirato. Il merito, probabilmente, è anche suo che lo sovrasta in particolar modo nel gioco aereo. Nulla di che, per carità, ma il suo lo fa.

CECCHERINI 7 La sua miglior partita da quando è a Verona. Pronti e via e segna quasi a sua insaputa, mettendo dentro un cross tutt’altro che irresistibile che nessuno tocca e finisce lento lento alle spalle di Consigli. Salva poi un gol già fatto, con un intervento in area piccola, a dir poco miracoloso. Esce con un cartellino giallo sul groppone.

MAGNANI 6 (dal 67’) Salva su Traorè e rimanda la resa gialloblù.

FARAONI 6 Deve dare una grande mano a Hien, che con Laurientè va costantemente sott’acqua. Si vede che pensa più a curare la fase difensiva che altro. Ed è lui, su Frattesi, nel secondo tempo, a fermare un tiro che aveva fatto urlare al gol i pochi tifosi del Sassuolo al Mapei Stadium. Davanti si vede poco, ma la sua occasione se la crea comunque, costringendo la difesa emiliana agli straordinari.

TAMEZE 6 Primo tempo così così. Ripresa migliore. Cresce, ma è giusto dire che è lontano anni luce dal vero Tameze. Le qualità non si discutono e si intravvedono anche a Reggio Emilia. Ma non basta per spiccare. Prima era la confusione del calcio mercato. Ora l’umore sotto i tacchi. Per diventare vero leader deve saper prendere per mano la squadra in situazioni come questa. Deve tornare a correre come si deve. Così non basta, Adrien.

VELOSO 5.5 Prende subito possesso del centrocampo gialloblù, mettendo in soggezione anche un talento come Frattesi. Però c’è un però. Perché l’energia finisce presto. Evidentemente non tirare il fiato incide sulla sua condizione. Sta dando tutto e anche di più, ma le gambe non lo seguono come dovrebbero. Frattesi si scrolla di dosso i timori reverenziali, senza troppo pensarci su. E lui va in affanno senza riuscire a opporre resistenza.

SULEMANA 6 (dal 76’) Ha la voglia giusta, ma non basta.

DEPAOLI 5.5 Bene in partenza, poi anche lui si perde strada facendo. In fiducia dopo un paio di prestazioni importanti, sembra crederci, ma si inceppa col passare dei minuti, così come tanti compagni di squadra. Astuto nel prendersi qualche fallo, raramente riesce, però, a creare la superiorità numerica. Di cross in mezzo ne mette pochi. E la qualità è quella che è.

VERDI 5.5 Migliore in campo contro il Milan, due passi indietro col Sassuolo. Qualche lampo gli riesce, ma poca cosa per uno con le sue qualità. Qualità che deve saper far viaggiare con continuità, non un giorno sì e l’altro no. Non bene sui calci piazzati: lì deve incidere molto di più, non può permettersi di calciare gli angoli rasoterra dai. Verona è la sua grande occasione, deve esserne cosciente. Il treno, altrimenti, rischia di non passare più.

DJURIC s.v. (dall’84’)

PICCOLI 6 Lo spezzone contro il Milan gli dà fiducia e si vede. Sembra più libero mentalmente e questo incide sulle gambe, più sciolte. Bravo a fare spallate davanti, in un paio di situazioni è prezioso anche dietro. Sfortunato, il fisico lo abbandona, ancora una volta.

KALLON 5.5 (dal 30’) Forse il lampo di Empoli ci ha un po’ illuso. Forse era presto per caricarlo di troppe aspettative. Forse. Fatto sta che ha una grande occasione, ma va un po’ in confusione e non è mai pulito nelle sue giocate. Lo vedi che ce la mette, ma “struca struca” di sostanza ce n’è pochina.

HENRY 4 Fuori dal contesto, fuori dall’idea di gioco di questo Verona. In questo momento sembra essere il giocatore sbagliato nel posto sbagliato. E il problema non è solo tattico, ma anche di qualità tecnica. Perché non riesce a tenere un pallone che sia uno, sbaglia tutto quello che può sbagliare. Non so se sia un equivoco legato al modulo, ma deve trovare la chiave per diventare parte attiva di questo progetto.

LASAGNA 5 (dal 67’) Sbaglia un’occasione clamorosa, più facile da segnare che farsi parare da Consigli. Poi prova a riscattarsi con un bel tiro, ma il portiere del Sassuolo non ci sente e gli sbarra la strada.

ALL. BOCCHETTI 5.5 L’effetto novità, o meglio, il ritorno al passato, sembra già svanito. Eppure la sua squadra parte tremendamente bene. Si trova in vantaggio dopo due minuti. Passano sessanta secondi e potrebbe essere 0-2. E invece si inchina alla qualità del Sassuolo e alla difficoltà di trovare alternative a partita in corso. Ma chi è in infermeria non può essere una scusante per una formazione che, giocando così, ha poche speranze di salvarsi. Serve il furore. Non so come potrà fare per ritrovarlo nel giro di una settimana.

IL PAGELLONE DI VERONA-MILAN

MONTIPO’ 6.5 Impietrito sull’autogol di Veloso, nel primo tempo non è chiamato a grandi cose. Nella ripresa, il Milan, pur lasciando campo al Verona, riesce a costruire un paio di occasioni interessanti con Rebic prima, con Theo dopo e ancora con Rebic. Lui c’è e non si fa sorprendere. Davanti a Tonali soccombe, privo di difese.

HIEN 6.5 Ha il pericolo pubblico numero uno da tenere, Leao. Gli riesce quasi sempre, tranne in un paio di occasioni nel quale il portoghese si accende. Ma è poca roba rispetto a quello che potrebbe fare e non fa. Il difensore gialloblù ci mette fisico, corsa ed esperienza. Forse la sua miglior prestazione, di grande personalità, da quando è a Verona

GUNTER 6.5 A sinistra, su Diaz, potrebbe soffrire la velocità dell’attaccante milanista, ma è bravo a puntare tutto sul gioco d’anticipo. Non deve faticare nemmeno più di tanto per portarsi a casa la pagnotta. Si gratifica con il gol del pareggio e va vicino alla doppietta con un tiro uscito di un soffio sopra la traversa di Tatarusanu. Mezzo voto in meno perché in occasione dell’1-2 avrebbe potuto stringere per contrastare Tonali, ma è arrivato troppo tardi.

MAGNANI 6.5 Guarda un po’ chi si rivede. Messo ai margini da Cioffi, costretto ad allenarsi a parte, viene ripescato da Bocchetti, anche per le tante assenze dietro, e il risultato è decisamente positivo. Forte come sempre nel gioco aereo, perde solo una volta Giroud, che sbaglia un gol clamoroso. Per il resto, anche quando entra Origi, lascia poca roba ai milanisti.

CABAL 6 (dal 25’ s.t.) Il suo lo ha fatto.

FARAONI 6 Mancava come l’ossigeno a questo gruppo e anche solo averlo in campo è positivo. Poi, certamente non è ancora il Faraoni che a Verona è diventato un giocatore importante. Ma c’è stato, come tutta la squadra. Avanti così.

TAMEZE 6 + Andamento lento per il francese che più che costruire pensa a difendere su Adli, di fatto annullandolo. Manca il suo dinamismo, sempre prezioso nell’accendere l’ardore della squadra, ma le consegne tattiche sono chiare, guardare dietro, non davanti. Gli manca un po’ di gamba, però c’è tanto di lui nel gol del pareggio, con quel bel passaggio, spizzato poi da Depaoli per Gunter. Esce zoppicante, si spera solo per un indolenzimento.

HONGLA 6 (dal 20’ s.t.) Ordinato.

VELOSO 6 C’è lui nei due episodi chiave che, a conti fatti, hanno deciso la partita. E’ sfortunato, ma anche goffo in occasione dell’autogol. Lì serviva più attenzione da uno come lui. Non si fa comunque scalfire e riprende a giocare come sa, dispensando palloni a go-go. E’ sempre lui il cervello del Verona, ma alla tecnica affianca anche una corsa leggera e libera. Le gambe lo lasciano quando Tonali, che potrebbe essere suo nipote, gli va via per il più classico degli inserimenti solitari. Lì è mancato, ahimè.

DEPAOLI 6.5 Conferma di essere in fiducia, aiutato anche dall’ottima prestazione di Salerno, dove ha anche segnato. Ha altre qualità rispetto a Lazovic, ci mancherebbe, però è concreto e ordinato, meno fantasioso ma non meno efficace. E’ bravo, col tacco, a deviarla quanto basta per far arrivare l’assist decisivo per il gol del pari.

VERDI 7 Che bravo sto ragazzo, che partita di qualità. Destro, sinistro, per lui non c’è alcuna differenza. Davanti inventa calcio e raramente fa cose banali. La qualità è alta e finalmente anche le gambe lo aiutano. Certo, fisicamente non è un colosso e qualche contrasto lo perde, ma ci sta. Tutto il resto gli riesce con grandissima facilità.

KALLON 5.5 (dal 25’ s.t.) Deve creare scompiglio nella difesa milanista, ma si inceppa.

HRUSTIC 5.5 Un suo alleggerimento sciagurato e senza senso spalanca un’autostrada per il vantaggio del Milan. Fatica tremendamente a entrare nel gioco e a trovarsi la posizione. Piano piano migliora, sembra più a suo agio, aiuta anche dietro. Va vicino al gol nella ripresa, ma sono sicuro che possa fare molto meglio di così.

PICCOLI 6 + (dal 10’ s.t.) Dentro da un paio di minuti, prende subito una traversa, a Tatarusanu praticamente mummificato. Poi ancora un paio di occasioni interessanti, ma non è fortunato

HENRY 5.5 Un po’ meglio rispetto alle ultime, più voglioso e determinato nell’andare a cercare un posto al sole. Ma sono tanti i palloni che fatica a tenere per dare una mano alla squadra a portare su il baricentro e rifiatare. Una cosa è giusta dirla, di cross non gliene arriva mezzo di decente per il suo testone.

DJURIC 5.5 (dal 20’ s.t.) Si butta nella mischia, ma ne prende poche.

ALL. BOCCHETTI 6.5 Una cosa ha fatto, ha tolto ogni equivoco tattico. Quello che aveva dichiarato durante la conferenza stampa di presentazione, lo ha mantenuto: uomo contro uomo, corsa, agonismo e cuore. Ha toccato le corde giuste dei suoi ragazzi, più da un punto di vista motivazionale, non poteva fare molto altro. Ha ripreso un discorso che Cioffi aveva provato a fare suo, ma non sempre con convinzione. Questo Verona, con questo atteggiamento, può assolutamente salvarsi e non deve avere paura di farlo.