IL PAGELLONE DI VERONA-SASSUOLO

MONTIPO’ 7 Di parate vere ne deve fare due, entrambe nella ripresa, tutte e due su Pinamonti. La prima, miracolosa, tiene il risultato sullo 0-1. Il secondo sull’1-1. Considerando che poi il Verona va a vincerla, ha del miracoloso.

MAGNANI 6 Eccezion fatta per Ceccherini, che segna il gol della speranza, è il migliore della difesa. E’ quello che va meno in confusione e che fisicamente dimostra di essere una spanna sopra rispetto ai compagni di reparto. Con la schiena riesce a deviare quel tanto che basta su Laurientè, evitando un gol già fatto. Pochi minuti dopo è lui che si vede “annullare” la gioia personale per colpa di un salvataggio sulla linea. Se il fisico tiene, Jack c’è.

HIEN 5.5 Pinamonti gli fa ballare la rumba, ogni volta che ha la palla tra i piedi. Prova a metterci il fisico e a usare le maniere forti, ma l’attaccante del Sassuolo non lo sposti nemmeno con un caterpillar. Quanto meno nei minuti finali, quando paradossalmente è il Sassuolo a provare a vincere, stringe i denti e la porta a casa. Ma quanta fatica.

TAMEZE 6 – Sacrificato sull’altare degli esperimenti, non so quanto sensati a questo punto della stagione, deve fare lavoro doppio. Scende sulla linea di difesa quando Doig sale e sale quando lo scozzese scende. Corre come un dannato, ma perde più di una volta la lucidità nel passaggio risolutivo. Non molla, questo è vero. Ma abbiamo bisogno di tanto di più da lui. Poi è anche vero che bisognerebbe permettergli di farlo.

FARAONI 4.5 Conoscendo l’intelligenza di questo ragazzo, sono convinto che sia lui il primo a rendersi conto di non essere all’altezza della situazione. Non c’è, inutile aggiungere tante cose. Non credo che dipenda dalla testa, ma magari anche sì. Di sicuro non ha gambe. Ha una buonissima occasione per pareggiarla, ma prende la decisione sbagliata. E di lì a poco lascia il campo, mestamente.

KALLON 6 (dal 22° s.t.) Ci mette se non altro grinta e corsa.

TERRACIANO 5.5 Una cosa buona la mette in campo, la corsa. Ma non gli basta per spiccare. O meglio, lo si vede fare qualcosa in più rispetto a qualche compagno che vagabonda in giro per il campo, ma non abbastanza per lasciare un segno. Anche lui paga la confusione tattica che si vede sin dai primi minuti. Ma, pensando alla prossima stagione, mi auguro che si punti con decisione su questo ragazzo. Anche se temo che rientri già alla voce “possibile plusvalenza”.

GAICH 7 (dal 36°s.t.) Fa il gol della vittoria. Punto.

VELOSO 6 L’unico che cerca di tenere in piedi questa armata Brancaleone, che non solo non sa cosa fare, ma non ha nemmeno l’emotività per farlo. Corre più di tutti, ed è il più vecchio, il che è tutto dire. Dai suoi piedi passa il poco gioco del Verona e sono troppe le volte in cui allarga le braccia, sconsolato. Proprio come chi, è il caso di dirlo, parla col muro.

NGONGE 5 (dal 1° s.t.) Poco, pochissimo. Si vede solo quando invita il pubblico alla bolgia. Come se i butei non ci avessero già pensato da soli.

DOIG 4 La sua partita è tutta nell’azione in cui Berardi lo ridicolizza, dandogli due metri in un nano secondo. Se volete qualche dettaglio in più, sbaglia tutto quello che umanamente è possibile sbagliare. Mi sembra il chiaro esempio di come possano essere affrettati i giudizi. Io per primo lo avevo definito “campionicino”. Che eresia…

CECCHERINI 7 (dal 1° s.t.) E’ evidente che non sia Nesta. Ma averne di undici Ceccherini per voglia e determinazione. Sarebbe meglio di questo pastrocchio visto quest’anno. Segna un gol bello e difficile. Ma, a sto punto, è un inutile brodino caldo

VERDI 5 Inizia tutto sommato benino, sembra avere la gamba buona e i piedi ispirati. Ma alla lunga si rivela un’amara e triste illusione. Con il centrocampo che fa nulla per portare palloni da trasformare in qualcosa di prezioso, lui non è sicuramente il tipo di giocatore che il materiale se lo va a cercare. Mollo, proprio nell’accezione intesa qualche anno fa da Malesani.

DJURIC 5.5 (dal 16° s.t.) Qualche spizzata, e non molto altro

DUDA 4 Un altro troppo presto inutilmente osannato, manca fosse arrivato Zidane. La verità è che ha giocato discretamente due partite e il discorso si è chiuso lì. Ripercorrendo tutto il match, non ricordo un passaggio degno di questo nome. E non parlo dei passaggetti a trenta centimetri. Quelli lì fa anche mio nonno. Involuzione pazzesca, personalità non pervenuta.

LASAGNA 5.5 Corri Kevin, corri. Ma attento a non lasciarti il pallone troppo indietro. Perché a volte mi pare che vada anche troppo veloce. Con Verdi non si trova e lui si trova da solo, schiacciato nella difesa emiliana. Di palloni ne arrivano pochi e lui da quel che può, che è ridotto all’osso. Però rimane dentro la partita fino alla fine.

ZAFFARONI 5.5 I tre punti sono miracolosi, quasi quanto la salvezza. Però un “suicidio” di Consigli non può far dimenticare quello che questa squadra ha fatto vedere per 85 minuti: poco o niente. Con Bocchetti sceglie la strada della sperimentazione, mettendo la difesa a quattro e togliendo le uniche poche, striminzite certezze di questa squadra. Non si dica che piazza, stampa e compagnia cantante non ci abbiano creduto. Perché contro il Sassuolo tutti sembrano crederci, tranne la squadra. Almeno fino all’85°. Il calcio è davvero folle. C’è ancora vita.

IL PAGELLONE DI JUVENTUS-VERONA

MONTIPO’ 6 Poche parate vere, tante uscite sicure, qualcuna a farfalle, ma nulla che faccia venire la pelle d’oca, in un senso e nell’altro. Impossibile fare qualcosa sul gol di Kean. Io rimango dell’idea che il suo sia un ottimo campionato, a dispetto di quello della squadra.

DAWIDOWICZ 6 E’ su Kean, che in velocità è un bel peperino e anche fisicamente sa il fatto suo (schifo non mi farebbe nel Verona, e invece abbiamo altro…) L’attaccante della Juve segna nell’unica occasione in cui a “curarlo” c’è Magnani. Lui non fa nulla, comunque, per aiutare il compagno di reparto. Dedizione e voglia sono lì come sempre. Contro questa Juventus piccola, piccola non serve molto altro.

MAGNANI 6 Meriterebbe un voto in più perché con fin troppo facilità fa sparire Milik dal campo. Bravissimo nei contrasti a terra, come si faceva una volta, non ha certo paura di fare a sportellate con gli attaccanti bianconeri. Nell’unica volta in cui si ritrova a marcare Kean, questo pensa bene di segnare. Vero, se lo perde, ma Dawidowicz non lo aiuta. Insomma, una gran bella prestazione, macchiata, però, da uno scivolone decisivo.

CECCHERINI 6 Parte forte, quasi meglio in avanti che nel suo territorio di competenza. Solite voglia e grinta, sulle quali difficilmente si può discutere. Dalle sue parti capita di vedere Cuadrado, ma lo controlla tutto sommato senza quasi sudare la maglia. Esce nelle ripresa con la lingua che gli arriva per terra.

CABAL 6 (dal 66’) Entra con grinta.

FARAONI 5 A me dispiace tantissimo, perché provo un enorme senso di riconoscenza per il vice capitano, che ha regalato anni meravigliosi al Verona. Ma quello che stiamo vedendo oggi è lontano anni luce da quel meraviglioso giocatore. Fatica tremendamente a ritrovare la condizione, dopo un infortunio che è stato più complicato di ciò che pensiamo. Ho sempre pensato che per ritrovarsi dovesse giocare più minuti possibili. Ora mi chiedo se sia giusto farlo dall’inizio o a partita in corso.

TERRACIANO 6 (dall’80’) Una grande sventola di sinistro che Szczesny fatica a deviare. Ma perché è finito nel dimenticatoio sto ragazzo?

TAMEZE 5.5 Sì gioca tantissimi pallone, ma rimane un po’ nella terra di nessuno. Vero è che deve correre tanto anche per l’amico di reparto, Veloso, ma non incide per quello che dovrebbe e, soprattutto, potrebbe. La verità è che in una squadra che arranca, lui fatica a diventare leader. Facile brillare quando tutto va a meraviglia. Ma io continuo a credere in lui, nonostante queste partite così così.

VELOSO 6 Mi fanno ridere quelli che lo accusano di essere lento. Come se in passato sia stato Flash. Ha talento nei piedi per far girare il gioco del Verona e nel primo tempo, per lunghi tratti, ci riesce. Ovvio, il fiato è quello che è, ma la qualità di certo non gli manca. Peccato che non batta tutti i calci d’angolo. Ma evidentemente i muscoli vanno preservati con cura.

VERDI 6+ (dal 66’) Ha la qualità che serve a questo Verona. Entra molto bene. Se avesse anche la condizione fisica dalla sua, forse non sarebbe all’Hellas.

DEPAOLI 6.5 Di gran lungo il migliore del Verona e l’unico, tra l’altro a creare la sola chiara occasione da gol per i gialloblù. Sembra quello che ci tiene di più, tanto da esultare per una deviazione su calcio di punizione di Danilo che poi finisce sul palo. Disciplinato dietro, intraprendente per quanto più in avanti. La sostituzione si spiega solo col cartellino giallo preso nel primo tempo. Altrimenti ha poco senso.

DOIG 5.5 (dal 66’) Non incide.

DUDA 5+ Un sinistro nei primi minuti, un po’ mollo a dire il vero, ma comunque da archiviare alla voce “occasioni da gol”. Per il resto, tanti passaggini inutili, che non cambiano ritmo al gioco. Molto didascalico, non si accende e non accende le idee dell’attacco gialloblù. Fatica a trovare la posizione in campo. Il tempo passa e annaspa sempre di più. Da un come lui io mi aspetto tanto, molto di più.

LASAGNA 5 + Quel “più” per l’unica cosa veramente bella della sua partita, un cross per Depaoli che calcia fuori di poco, mettendo i brividi alla Juve. Per il resto, tanta confusione, sicuramente più voglia di essere dentro la partita, ma concretamente i risultati non si vedono. Non riesce a “strappare”, mai un fraseggio con Gaich col quale, anzi, più di una volta, si pesta i piedi.

NGONGE s.v. (dal 77’)

GAICH 4.5 Salvate il soldato Gaich dal massacro. Non è all’altezza della situazione, non è in grado, al momento, di aiutare la squadra in quello che è sempre più un miracolo. Gioca senza logica, corre senza senso e quando può pensare a qualcosa di interessante, va in apnea e calcia a casaccio. Fuori condizione, fuori tempo e fuori tempo massimo. Il Verona non ha tempo di aspettare nessuno. Nemmeno questo ragazzone che sembra pescato da un campo di rugby per fare numero e raggiungere gli undici da mandare in campo.

ALL. ZAFFARONI 5.5 Primo tempo tutto sommato buono, più nel controllo che nella creazione del gioco. I suoi partono meglio della Juve, ma appena rallentano, soffrono le puntate dei bianconeri. La squadra di Allegri la vince per l’unica vera occasione con pallone in movimento. I suoi, soprattutto davanti, di movimento ne fanno a caso e male. Quindi, mi domando perché ancora Gaich, che non c’entra nulla con sto Verona. Mi domando perché Terraciano sia diventato la terza scelta. Chiedo perché non Verdi e Ngonge subito, visto che solo tra i pochi capaci di portare qualità. Era la Juve, per carità. Ma non la grande Juve. Occasione sprecata, perché un punticino si poteva portare a casa.

IL PAGELLONE DI VERONA-MONZA

MONTIPO’ 6 Sicuramente più attivo del rivale brianzolo, che di parate ne fa pochine. Lui è attento quando serve, anche nelle uscite un po’ più complicate. Impossibile evitare il gol del pareggio di Sensi, perso inspiegabilmente dalla difesa.

DAWIDOWICZ 6 Solito lottatore, solito arruffone. Il duello è con Caprari e ha il vantaggio di conoscerlo abbastanza bene. Si difende coi denti, sapendo di essere in difetto, di tecnica e di corsa. Tutto sommato gli va bene, è l’ultimo a mollare, come sempre. Ma poco di più.

MAGNANI 6 Partita in controllo su Petagna, che ci prova col fisico, ma conclude poco o nulla, anche per l’attenzione del difensore gialloblù. Chiede il cambio già al 35’ per qualche non meglio precisata noia fisica. Non che sia una colpa, ovviamente, ma è una costante della sua carriera.

CABAL 6 (dal 1° s.t.) Diligente e bravo tecnicamente. Sceglie spesso e volentieri i momenti giusti degli interventi in anticipo sugli avversari. Ancora parzialmente un oggetto misterioso, comincia a svelarsi.

COPPOLA 6 Prima su Ciurria, poi su Petagna, ha il suo bel da fare perché l’attaccante del Monza è una bella volpe e oltre al fisico ci mette qualche astuzia troppo. Però non paga la giovane età e gestisce tutto con calma.

FARAONI 5.5 E’ il giocatore del quale si sente più la mancanza perché nonostante sai in campo, ancora stenta a trovare il passo dei giorni migliori. Comprensibile dopo tutti quei mesi fuori per infortunio, ma la stagione non aspetta. Sapendo di non poter incidere davanti, se ne sta più accorto in fase difensiva.

DEPAOLI 5.5 (dal 62° s.t.) Un po’ più dinamico di Faraoni, ma non abbastanza per lasciare il segno.

DUDA 6 Meglio di Tameze, che nel primo tempo va inspiegabilmente a due all’ora. Lui, invece, sembra più dentro, nonostante le condizioni fisiche non siano ottimali dopo il pestone di La Spezia. Gioca tanti palloni, lucidamente, ma attorno a sé trova davvero poco al quale aggrapparsi. Il compagno di reparto non lo aiuta come dovrebbe e così anche lui, lungo andare, perde energie.

TAMEZE 5.5 Primo tempo brutto, secondo tempo insomma. Diciamo che alza i giri del motore, almeno ci prova, ma non è nemmeno lontanamente paragonabile al fenomeno visto ormai mesi fa. Sì, corre almeno nella seconda parte di gara, ma a quindici dalla fine cede ai crampi e rimane in campo solo per fare presenza.

LAZOVIC 5.5 Manca al momento giusto, quando il Verona ha bisogno della sua qualità. Non incide come dovrebbe, pur tornando nel ruolo nel quale ha fatto le fortune sue e della squadra nelle ultime due stagioni. Difficile ricordare una giocata degna di questo nome, tutte cose a metà, che messe insieme non sono affatto memorabili.

KALLON 5 + Tanta volontà, tanta corsa, ma anche tanta confusione. Arriva sempre sul punto di fare la giocata, ma nove volte su dieci non la azzecca in pieno. Non si può discutere la voglia di dare tutto, ma i risultati non ne sono la migliore traduzione.

DOIG 5 + (dal 1° s.t.) Ti aspetti che salvi capra e cavoli, ma così non è. Sembra partire bene, ma poi, ed è questa la cosa più inspiegabile, non sembra avere gamba. Mah.

VERDI 6.5 L’unico in grado di garantire un tasso di qualità accettabile a una squadra che sembra averla ormai smarrita da tempo. In un primo tempo onestamente difficile da digerire è l’unico, insieme a Duda, a tenere in piedi la squadra. Trova il gol della speranza, bellissimo, perché nato proprio dalle sue capacità tecniche, troppo spesso accantonate. Ma, evidentemente, anche per colpa sua, non solo di chi fa le scelte.

VELOSO s.v. (dal 32° s.t.)

GAICH 5 Non ne vede uno di pallone, o comunque molto da lontano. E’ fuori dal gioco e anche dalle intenzioni dei compagni, nel senso che non sembra capire le giocate a lui indirizzate. Male anche nel controllo dei palloni più semplici. Si applica, ma con senza risultati. Ci aveva dimostrato di saper fare almeno a sportellate, ma contro il Monza nemmeno quelle gli riescono.

DJURIC 5 (dal 23° s.t.) Anche lui non ne vede una. Ma almeno è giustificato dal mese di assenza per infortunio.

ALL. ZAFFARONI 5 + Primo tempo desolante, onestamente. La squadra non gira. Consapevole di non avere gran qualità, non riesce nemmeno a metterci l’ardore per andare oltre e tentare il miracolo. Meglio nella ripresa, almeno nella prima parte, grazie anche al gol di Verdi. Ma le energie durano poco, pochissimo. I suoi finiscono stremati, probabilmente pagando la grande rincorsa delle settimane passate. Il tempo è ormai poco, non si continui a dire che è ancora lunga, perché non è vero. Oggi è difficile pensare in quale campo il Verona possa andare a prendere punti pesanti, al contrario di chi è davanti.

IL PAGELLONE DI SPEZIA-VERONA

PERILLI 7 Primo tempo da spettatore, un po’ di emozione sui primi controlli di palla, ma ci sta. Nella ripresa lo Spezia prova a fare qualcosa di più, ma nulla di trascendentale. Si inventa, però, la parata che continua ad alimentare la speranza, o se volete l’illusione, di salvezza del Verona. Bravo.

MAGNANI 6 + E’ quello che dimostra più tranquillità nella difesa gialloblù. E’ efficace su Gyasi e non bada tanto ai ghirigori, nel senso che se c’è da buttare la palla in tribuna, non si sottrae. Quando lo Spezia mette lì il Verona, mantiene la posizione, meglio rispetto ai compagni e soprattutto non perde la lucidità.

HIEN 6 Il duello con Nzola era il più atteso e quello da guardare con maggiore attenzione. Lo limita senza grandi patemi d’animo, seppur in un paio di situazioni sceglie il tempo sbagliato della giocata. Bravo nei minuti finale quando sfila dai piedi di Gyasi un pallone pericolosissimo, a un metro da Perilli.

COPPOLA 6 Ha davanti Verde, che in quanto a velocità potrebbe fargli male. Ma è bravo nel corpo a corpo e a giocare in anticipo sulla giocata. Rischia poco, pochissimo, in una partita dal tasso tecnico ridotto al lumicino. Sui piedi anche qualche tentativo di impostare da dietro. Non male, ma nulla che mi faccia stropicciare gli occhi per la meraviglia.

FARAONI 5 Un po’ meglio rispetto alla partita contro la Fiorentina, ma la condizione migliore è ancora lontana. Non incide mai in fase offensiva e dietro si limita a controllare, senza aiutare nei raddoppi. Ha bisogno di stare in campo, questo mi pare evidente, ma deve accelerare, perché il Verona ha disperato bisogno della sua qualità.

TERRACIANO 5 (dal 77’) Si becca un cartellino giallo e basta.

DUDA 6 Un po’ compassato, ma si sa che la velocità non sia il suo forte. Tutto sommato la fa girare abbastanza bene, cercando di dare logica alla manovra offensiva del Verona. Gli capita di cincischiare un po’ troppo col pallone tra i piedi, perdendo la giocata più efficace. Esce acciaccato, anche lui per un problema alla caviglia.

ABILDGAARD 5.5 (dal 56’) Ci mette il fisico, ma poco più. Non riesce a reggere il timido assalto dello Spezia, che parte proprio dal centrocampo.

TAMEZE 6 Nel primo tempo è il Verona a fare la partita e con Duda, pur senza dare lezioni di calcio, comanda il gioco. Corre e recupera tantissimi palloni, è vero. Serviva però di più per lasciare il segno, perché nei momenti difficili o, comunque sia, decisivi, la sua qualità dovrebbe lasciare qualcosa di diverso in campo. Manca il salto per tornare a essere il leader degli anni passati.

DEPAOLI 5.5 Arrivava da un attacco influenzale che lo ha costretto a fermarsi qualche giorno. Ne paga ancora le conseguenze, evidentemente, perché non ha la gamba che meriterebbe una partita così determinante per la stagione. Rendendosene conto, evita di strafare e si limita a controllare dietro. Con qualche sbavatura qua e la.

NGONGE s.v. Si fa male alla caviglia e purtroppo non sembra nulla di poco conto.

KALLON 5 (dal 9’) Entra a freddo e si fa trovare pronto. Porta pepe davanti e sembra ispirato, nonostante non è che crei chissà quali occasioni da gol. Però è lì, c’è. Nella ripresa deve quasi rinunciare a fare la punta esterna per dare una mano a Faraoni, in difficoltà fisica. Si vede però piovere dal cielo l’occasione della partita, forse della stagione. Campo spalancato, a tu per tu con Dragowski. Non riesce a fare di meglio che tirargli addosso. Male, male e ancora male. Errori che in serie A non si possono vedere, mi dispiace.

LAZOVIC 6 Parte decisamente ispirato, con piglio e gamba giusta. Ha anche un paio di discrete occasioni, una, anzi, molto ghiotta, ma non centra la porta. Ci si aspetterebbe di più, questo mi pare evidente, ma dopo un buon primo tempo della squadra, fatica a dare continuità. Cala, poi, anche fisicamente e quindi finisce in panca a poco più di dieci dalla fine.

VERDI 5 (dal 77’) Non pervenuto.

GAICH 5 + L’atteggiamento è sicuramente positivo, perché si danna l’anima su ogni pallone. Ma un attaccante deve segnare, a maggior ragione quando ha clamorose occasioni per farlo. Perché se a Lasagna non lasciamo passare niente, così deve essere per lui che si divora un gol fatto, colpendo malamente di testa. Ma sono tanti gli altri piccoli errori che mettono insieme un partita per nulla buona.

LASAGNA 5 (dal 77’) Non pervenuto.

ALL. ZAFFARONI 5.5 Capisco la prudenza e capisco la voglia di non caricare troppo la partita, ma questa era da vincere, a maggior ragione dopo aver visto lo Spezia del primo tempo. Una squadra che sembrava poter crollare da un momento all’altro. La ripresa è preoccupante per la poca capacità dei suoi di capire il momento, così delicato e determinante. Non legge bene le situazioni di gioco e con Bocchetti sbaglia la scelta dei cambi. Lascia in panchina Doig per scelta tecnica. Dovrà spiegare perché tenere fuori uno di quelli che può spaccare la partita.

IL PAGELLONE DI VERONA-FIORENTINA

MONTIPO’ 5.5 Nei primi due gol ha nessuna responsabilità. Si fa sorprendere sul tiro da centrocampo di Biraghi, che trova un gol stratosferico, aiutato anche dal portiere gialloblù. Ininfluente, comunque.

MAGNANI 6 Onestamente il meno peggio della difesa che nel primo tempo prende sberle a destra e sinistra. Regge il passo di Gonzalez, che dei tre attaccanti della Fiorentina è quello che si esalta meno. Per carità, non la partita della vita, ma il più lucido della retroguardia. Cambio che ho capito poco.

BRAAF 5 (dal 1° s.t.) Tanto rumore per nulla.

HIEN 5 Si perde Cabral in occasione dello 0-2. Non lo marca proprio e mi domando se sia un errore tecnico o di testa. Perché in serie A è difficile pensare di poter prendere gol del genere. Oltre a questo, dà sempre la sensazione di essere in difficoltà, ma sicuro delle proprie giocate. Partita pessima, su tutto i fronti.

DAWIDOWICZ 4.5 Ikone nel primo tempo gli fa uscire il sangue dal naso. Se lo perde sistematicamente, fin dai primi minuti. L’attaccante viola ha un altro passo e si vede in maniera schiacciante quando mette il turbo, entra in area di rigore e serve un assist al bacio a Barak. Cambia posizione nella ripresa, ma non la sua partita.

FARAONI 4 Abbiamo invocato il suo ritorno in campo a gran voce, consapevoli e convinti di quanto possa essere fondamentale per questo gruppo. Ma quello visto contro la Fiorentina è veramente lontano anni luce dal vero Faraoni. Non in condizione, sbaglia giocate e idee. Serve che trovi prima possibile la forma migliore, perché così è poco utile alla causa.

ZEEFUIK s.v. (dal 35° s.t.)

DUDA 6 L’unico, insieme al compagno di reparto Tameze, a salvarsi in una partita persa tatticamente e mentalmente. La sensazione è che i compagni non si siano ripresi dall’errore clamoroso di Lasagna, mentre lui e Adrien hanno comunque fatto di tutto per tenere la barca a galla. Dal suo destro una gran bella occasione che Terraciano smanaccia in angolo.

TAMEZE 6 Vale per lui lo stesso identico discorso fatto per Duda, parola per parola. Se Duda è più propenso in avanti, lui dà una grande mano dietro, per evitare che la sconfitta si trasformi in un’imbarcata.

DOIG 4.5 Sbaglia di tutto e di più, corre a vuoto e fatica tremendamente a tenere Dodo che, appunto, lo costringe al cartellino giallo. Offensivamente non pervenuto, difensivamente idem. Nervoso, rimane nello spogliatoio dopo il primo tempo.

CABAL 5.5 (dal 1° s.t.) Grande occasione per riaprire la partita, ma spara alto. Dietro prova a tamponare, ma sembra spesso in apprensione.

NGONGE 5 Dopo le prime due partite scintillanti, due prestazioni non all’altezza di ciò che ci aveva fatto vedere. Gioca tantissimi palloni, ma lucidamente gran pochi. Tenta anche la conclusione verso la porta, ma sembra più qualcosa di disperato che di costruito. Abbastanza monotematico nella costruzione delle occasioni: punta e rientra sul sinistro. Ormai ci cascano in pochi.

VERDI s.v. (dal 27° s.t.)

LAZOVIC 6 – Tante cose potenzialmente buone passano dalle sue giocate. Penso all’assist meraviglioso che Lasagna pensa bene di sciupare in maniera fantozziana. Penso a tanti altri cross interessanti che si spengono nel nulla, soprattutto per carenza dei compagni. Nei contrasti è un po’ mollo, poco convinto, spesso tira indietro la gamba. Deve fare di più, sia chiaro, ma meno peggio di tanti altri compagni, che oggi nemmeno sono scesi in campo.

LASAGNA 4.5 Ha due occasioni: una buona, l’altra clamorosa. Il risultato in entrambi i casi è lo stesso. Imperdonabile l’errore sul colpo di testa, visto che era solo, a due metri dalla porta, col più facile dei palloni da mettere dentro. Da lì non si riprende più. Gioca in stato confusionale e si vede. Il linguaggio del corpo è sempre lo stesso, remissivo. Ma non è l’unico colpevole di questa situazione. Ci mettono gran parte di responsabilità Zaffaroni e Bocchetti.

GAICH 5.5 (dal 19’ s.t.) Un palo e poco più.

ALL. ZAFFARONI 4.5 Troppo facile gettare la croce addosso solo a Lasagna. Perché mettere in campo lui se ormai da mesi si è scelto di puntare su un altro tipo di attaccante, strutturato fisicamente, capace di spizzarla per i compagni? Dove sta la logica? Perché cambiare Magnani, l’unico che si stava salvando dietro? Italiano ha vinto tatticamente. Dopo lo 0-1 la partita è finita e, sia lui, sia Bocchetti non sono stati in grado di trovare valide contromosse. Preoccupante in vista dello spareggio salvezza di La Spezia.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

MONTIPO’ 6.5 Due belle parate, equamente suddivise nei due tempi di gioco: nel primo su El Shaarawy, nella ripresa, pazzesca, su Ibanez, che da due passi, di testa, trova la manona del portiere gialloblù. Sicuro in ogni situazione, chiamato spesso a giocare coi piedi. Non può nulla in occasione del gol. Portiere che sta diventando sempre più affidabile

MAGNANI 6 Ha da marcare El Shaarawy che, mi sbilancio, non mi pare più sto gran fenomeno, ammesso che lo sia mai stato. Non deve emulare le sette fatiche di Ercole e col minimo sforza riesce a domare il fantasista giallorosso. Continua ad avere continuità che è fondamentale le suo percorso di autostima.

HIEN 5 Sempre in difficoltà, sempre in ritardo. Si pensava che con Belotti in campo potesse andare più sul sicuro e invece proprio lì sono cominciati i suoi problemi. Un cartellino giallo rimeditato proprio per un fallaccio sul Gallo finisce per condizionarlo pesantemente. In un altro paio di situazioni rischia il rosso. Per evitare di rimanere in dieci, Zaffaroni lo lascia negli spogliatoi dopo l’intervallo.

COPPOLA 6 (dal 46’) Belotti perde tempo soprattutto a lamentarsi e a fare falli, per poi infortunarsi da solo. Il ragazzino lo segue senza affanno e tanto basta per rendere innocuo il bomber (?) della Roma.

DAWIDOWICZ 6 Forse un pizzico in ritardo su Solbakken, ma possiamo parlarne allo sfinimento. Personalmente è più merito del gigante della Roma che demerito del nostro “Paperino”. Per il resto gioca una gara onesta, non bella e pulita, ma comunque efficace. Non concede grandi cose. Si ritrova anche sottoporta avversaria, ma i piedi sono quello che sono.

DEPAOLI 5 Mai in partita, spesso impreciso. Non incide né in fase offensiva, né difensiva. Aggiunge poco a una partita difficile di per sé per il Verona e quello che di giocabile gli passa per i piedi non lo sfrutta al meglio. Stanco, forse. Con Faraoni ormai pronto al rientro, ci sta che rifiati anche lui dopo la grande rincorsa di queste settimane.

DUDA 5.5 Inizia benissimo, con la solita sapienza calcistica, con quella capacità di diventare metronomo e dettare la velocità del gioco gialloblù. Ma quando la Roma alza la qualità e ci mette forza fisica

TAMEZE 6.5 Il migliore del Verona, insieme a Montipò. E’ ovunque, con grande autorevolezza, soprattutto nella prima parte di quarantacinque minuti iniziali. Ma anche quando i compagni iniziano a soffrire, lui rimane aggrappato alla partita, con grande determinazione e corsa. Questa volta Duda non lo aiuta, si mette in proprio ed è l’ultimo ad arrendersi a un risultato che ci poteva anche stare, ma che brucia.

DOIG 5 Anche questa è una notizia, una sua partita sottotono. La sensazione è che fisicamente sia scarico, molto scarico. Non ha la corsa dei giorni migliori e anche la precisione è quella che è. Sbaglia un numero gigantesco di palloni e e ha sempre un tempo in più per ogni giocata. Ci sta la giornata storta, per carità, ma dispiace perché aveva tutto per fare meglio.

ABILGAARD s.v. (dall’84’)

NGONGE 5.5 Dopo due partite da stropicciarsi gli occhi, la prima mezza stecca dell’attaccante gialloblù. Che, a dire il vero, parte discretamente bene e sembra poter creare scompiglio. Ma così non è e fatica parecchio a innescarsi. Lo fa una volta si e tre no. In difficoltà in prossimità dell’area giallorossa, si sacrifica, in maniera tutto sommato, corretta, in fase difensiva.

KALLON 5.5 (dal 76’) Vivace ma poco preciso.

LAZOVIC 6 – Primo tempo a sprazzi, secondo, fin quando è rimasto in campo, migliore, con qualche idea in più tra i piedi. A un certo punto, dei tre davanti, sempre il più ispirato, ma sul più bello Zaffaroni lo richiama in panchina. Senza non apprezzare e anche io ho fatto fatica a capire la sostituzione.

BRAAF 5.5 (dal 60’) Ha una grande occasione in area romanista, ma la gestisce come peggio non poteva fare. Volontà sì, concretezza anche no. Non ho ancora capito “cosa” sia.

GAICH 5 Troppo debole la scusa delle botte, delle manate, degli strattoni, delle spinte che gli riservano, alternandosi, Smalling e Mancini. Devi aspettarti un trattamento simile. E, invece, lui si fa trovare impreparato e perde tutti gli scontri fisici. Quando si ritrova il pallone tra i piedi non sa cosa farsene e fatica anche a giocare di sponda coi compagni. Decisamente non la sua serata.

LASAGNA 5.5 (dal 60’) Ha poche possibilità di rendersi pericoloso. Non fa gli straordinari per andare a rimediarsele.

ALL. ZAFFARONI 5.5 I suoi partono bene e sembra possano davvero portare qualcosa di importante da questa trasferta. Ma quando la Roma alza i giri, tira fuori muscoli e qualità, la squadra fatica a reggere l’urto. Così così i cambi, soprattutto quello di Lazovic, tolto nel momento in cui sembrava stesse crescendo. L’impressione è che i gialloblù abbiano pagato un calo fisico, comprensibilissimo dopo questa grande rincorsa. Ci sta perdere a Roma. Ora bisogna resettare e ripartire.

IL PAGELLONE DI VERONA-SALERNITANA

MONTIPO’ 9 Per lunghi minuti spettatore non pagante. In una parata sola può racchiudersi tutta una stagione, da qui in avanti. Con la punta della scarpa sinistra devia quel tanto che basta un destro battezzato di Piatek. La dove noi abbiamo visto il gol subito, lui tirato fuori il miracolo che permette ancora di più al Verona di credere in questo miracolo folle.

MAGNANI 7 Fondamentale per lui sentire la fiducia del mister. E mi sembra che la cosa sia ormai evidente. Gioca un’altra grande partita, nella quale sbaglia niente. Sempre coi giri giusti, sempre pulito in ogni intervento con palla a terra o per aria.

DAWIDOWICZ 6 (dal 20’ s.t.) Solito eterno gladiatore.

HIEN 7 Si prende cura di Bonazzoli, che è uno veloce, velenoso e sempre pericoloso nell’attaccare gli spazi. Il duello lo vince lui, senza dubbio. Una sola sbavatura, che rischia di essere determinante, su Piatek. Ma ci pensa Montipò a evitargli la figuraccia.

COPPOLA 6.5 Bene anche lui, davvero. Sorprende per eleganza negli anticipi, ma anche per l’inclinazione a impostare da dietro. Per carità, i piedi non sono educatissimi, ma è veramente efficace e di errori se ne vedono gran pochi.

DEPAOLI 6 + Attento su Bradaric, che ha davvero un bel sinistro ed è capace di cross pericolosissimi. E’ bravissimo nell’azione del gol di Ngonge. Fa un taglia dentro, attirando su di sé l’avversario e liberando quindi Ngonge che, solo soletto, la mette dentro. Ci starebbe anche mezzo voto in più ma sciupa una grandissima occasione a due passi dalla porta di Sepe.

DUDA 7.5 Che partita ragazzi, clamorosa. In mezzo al campo è un professore e la sua sola presenza libera Tameze di ogni incombenza di costruzione di gioco. Rallenta quando serve, accelera quando serve. Furbo quanto basta per prendere falli importantissimi in occasioni delicate. Sa giocare a calcio, eccome. E con lui tutti giocano meglio. Rischia anche di segnare.

VERDI s.v. (dal 41’ s.t.)

TAMEZE 7.5 Che spettacolo. E’ dappertutto, letteralmente in ogni zona del campo. Ma incide in particolar modo dietro, dando una mano determinante in fase difensiva. Movimenti da stopper nato, sceglie sempre e comunque i tempi giusti. Gioca con una tranquillità quasi impossibile per una gara del genere, mai si fa prendere dal panico. Beneficia più di tutti della vicinanza di super Duda.

DOIG 6.5 Meno “bello” da vedere rispetto al solito, ma, come sempre, c’è. Come, ad esempio, in occasione del gol: e’ suo il colpo da biliardo che libera Lazovic, bravissimo poi a confezione un assist gol capolavoro. Meno qualità, più quantità e i soliti chilometri interminabili su quella fascia sinistra.

FARAONI s.v. (dal 41’ s.t.)

NGONGE 7.5 Seconda partita da titolare, secondo gol consecutivo. Ma, citando parzialmente Jo Squillo, oltre questo c’è molto di più. Soprattutto in un primo stellare in cui fa ammattire ogni giocatore con la maglia bianca addosso. Sotto porto ha fiuto, ma anche da lontano ci prova spesso e volentieri. Il Verona (pardon, Sogliano) ha trovato uno forte forte. Cala fisicamente, ma spende davvero tanto. Che bello veder giocare sto ragazzo.

LASAGNA s.v. (dal 32’ s.t.)

LAZOVIC 7.5 Quell’assist lì è un’opera d’arte, un suo marchio di fabbrica unico. Ed è l’ennesima volta, da quando il campionato è ripartito, che c’è lui nei gol del Verona. Imprendibile davanti, monumentale quando la squadra deve soffrire, stringere i denti per portare a casa una vittoria che rischia davvero di cambiare definitivamente questa stagione disgraziata.

GAICH 6.5 non inizia benissimo, sbaglia un paio di palloni facili facili. ma, si sa, l’emozione può giocare brutti scherzi. Passano i minuti e capisce cosa deve fare e lo fa bene. Per attitudine sembra di vedere Simeone, anche se la qualità non è esattamente la stessa. Però si batte come un leone su ogni pallone e ha anche una buona occasione per fraccarla, ma colpisce sporco.

ABILDGAARD 6.5 (dal 20’) Entra davvero bene, ci mette fisico ma anche qualità. Bene bene.

ALL. ZAFFARONI 7.5 Inizia meglio la Salernitana, più sciolta, brava a giocare a due tocchi, al massimo. Ma dopo venti minuti c’è solo una squadra in campo ed è la sua. Tante, tantissime occasioni per rendere il risultato ancora più rotondo. Il Verona gioca e gioca bene, diretto con eleganza da Duda e reso piccante da Ngonge. Vada come vada, questa squadra è rinata, è viva e ci crede sempre più. Perché non rinuncia a lottare quando le cose rischiano di mettersi male. Terza partita delle ultime sette senza subire gol.

IL PAGELLONE DI VERONA-LAZIO

MONTIPO’ 7 Ennesima partita di grande livello, di grande attenzione. Bravo nelle uscite alte, soprattutto quando la sua area si trasforma in una tonnara. E sbaglia nulla anche quando i compagni lo chiamano a usare i piedi. Dimostra grande sicurezza e grande fiducia. Ripagato del lavoro fatto in questi mesi. Bravo a tapparsi le orecchie e a non ascoltare critiche ingiuste.

MAGNANI 7.5 Che bello vedere Jack tornato a essere un giocatore importante per questa squadra. Sulla sua strada c’è l’ex più atteso, Zaccagni. E al talentino romagnolo va decisamente male perché Giangiacomo è in serata di grazia. Bravissimo, inutile dire molto altro. Se non che in una sua escursione in area avversaria subisce un fallo molto dubbio, invertito da Ayroldi.

HIEN 7 A dire il vero non parte affatto bene. Un paio di svirgoloni fanno pensare a una serata da incubo. E invece rimette le cose al loro posto, prende le misure a Immobile che di palloni ne vede pochi e si limita, come sempre a lamentarsi e protestare con l’arbitro, sua miglior dote.

COPPOLA 7 – Un “meno” perché si perde Pedro in area di rigore, con lo spagnolo che si inventa un gol bellissimo. Ma a ben guardare è l’unica vera nota semi stonata di una partita comunque di altissimo livello. Contando, tra l’altro, che da tantissimo non giocava una gara intera. Bravo anche a imbeccare gli attaccanti, con passati che dai suoi piedoni nemmeno ci si aspetterebbe.

CECCHERINI 6 (dal 35’ s.t.) Lotta con i compagni.

DEPAOLI 6.5 Buonissima partita per uno dei gregari più affidabili della squadra. Bravissimo ad aiutare in fase difensiva, si trova, però, sul destro una delle più grandi occasioni della partita del Verona e solo Provedel si mette di traverso a strozzargli in gola la gioia del gol.

DUDA 7 Un giocatore vero, pronto, che vedi poco ma che sbaglia quasi nulla. Gioca facile, senza supercazzole e ghirigori di chi devo convincere gli altri di saperci fare col pallone. Segue Luis Alberto e non sfigura, anzi. Piedi educati e corsa leggera, non ha certamente un fisico da colosso, ma pensa prima degli altri. Con lui, fatalità il Verona ha giocato meglio. Un caso?

TAMEZE 7.5 Signori e signori, vi ricordate di questo fenomeno? Perché pare che sia davvero tornato. Non so quanti chilometri faccia e non so come sia in grado di mantenere sempre una qualità pazzesca. Anche perché, signori, di fronte ha uno dei più forti centrocampisti al mondo, Milinkovic Savic. Sente di aver al suo fianco un signor giocatore come Duda e questo gli permette di muoversi con grande efficacia. Lascia tutto quello che ha sul campo.

SULEMANA s.v. (dal 41’ s.t.)

DOIG 7 Se non sbagliasse un gol già fatto e uno quasi, la sua partita sarebbe da dieci. Perché, appunto errori a parte, quella fascia è solo ed esclusivamente sua, la domina in lungo e in largo, facendo venire un gran mal di testa a Marusic che non ci capisce una mazza. Una serie infinita di cross, uno più bello dell’altro, tutti potenziali assist. Uno spettacolo vederlo in campo, davvero.

NGONGE 8 Pazzesco, servono poche altre parole. Fa capire subito che la sua sarà una partita indimenticabile, perfetta. Una grand botta da fuori, col miracolo di Provedel, una miriade di giocate, scatti, finte, tutto l’arsenale dell’attaccante. E poi il gol che fa esplodere di gioia il Bengodi. Questo è forte, fortissimo. Qualità e ignoranza calcistica. Quando vede la porta, tira. Ngonge, o se volete “Ngolge” is on fire.

GAICH 6 (dal 23’ s.t.) Solo uno spezzone, ma, effettivamente, non aveva torto Sogliano: ha una voglia pazzesca.

LAZOVIC 7 Gioca dietro le due punte e molte volte il suo compito è controllare la fonte di gioco laziale. Ma quando può fa valere le sue qualità offensive. Dal suo piede parte l’assist decisivo per il gol del pareggio segnato da Ngonge. Passano due minuti e il suo destro a giro si stampa sul palo alla sinistra di Provedel, clamorosamente battuto. Esce sfinito.

ABILDGAARD s.v. (dal 35’ s.t.)

LASAGNA 6 Finalmente prima punta, ci si aspettava tanto da lui. Riesce a innescarsi solo a singhiozzo, però, ma dimostra di poter mettere in apprensione la difesa della Lazio, quando può. Deve ritrovarsi di testa, penso che questa sia la chiave.

ALL. ZAFFARONI 7.5 Almeno tre occasioni da gol clamorose nel primo tempo. Un gol nel secondo. Un palo pazzesco di Lazovic. Episodi più che dubbi in area laziale. Questo Verona meritava la vittoria, non temo smentita. E inoltre gioca la partita più bella della stagione. Continua la striscia positiva, i gialloblù rosicchiano un altro punticino a chi sta davanti, che comincia a sentire il fiato sul collo.

IL PAGELLONE DI UDINESE-VERONA

MONTIPO’ 7 +  Questo pareggio, che conta quasi come una vittoria, è per buonissima parte merito suo. Perché quando l’Udinese decide di mettere lì il Verona, lui non arretra e difende la porta con i guantoni e con i denti. Bellissime parate, tutte determinanti. Questo ragazzo è sempre più una sicurezza, nonostante i soliti noiosi e ripetitivi si ostinino a definirlo un bidone.

MAGNANI 7 L’inizio non è dei migliori, perché si trova sul groppone, in maniera forse un po’ esagerata, un cartellino giallo pesantissimo. Però è bravo a non farsi condizionare e, testa bassa, non si fa prendere dal panico. In alternanza su Success e Beto, soffre pochissimo ed è bravo a farsi sempre trovare al posto giusto, con i giri giusti. Bravo.

HIEN 6 – Dopo una serie di ottime prestazioni, trova Beto, che è un gran bell’attaccante, forte fisicamente, ma anche dotato di buona tecnica. Soffre, ma non sbraca e in qualche modo prende le misure. Nei minuti finale, quelli idealmente più difficili, è attento, rassicurato anche dalla presenza di Magnani.

CECCHERINI 5 In ritardo siderale sul gol di Samardzic, si prende anche il giallo per fallo su Arslan, condizionando inevitabilmente la sua partita. Sempre in difficoltà, sempre un passo indietro, questa volta non riesce a metterci la solita toppa. Dopo l’intervallo rimane nello spogliatoio.

COPPOLA 6 (dal 46′) In campo dopo tantissimi mesi, sembra non aver perso la confidenza col rettangolo di gioco. Fa il suo senza strafare, ma badando alla sostanza.

DEPAOLI 5 E’ un onesto operaio del calcio, che quando il livello della squadra si alza riesce a dare il suo contributo. Difficilmente riesce a fare la differenza quando le cose vanno male. Succede questo anche contro l’Udinese. Più preoccupato a rinculare che a proporsi in avanti, litiga col pallone in più di un’occasione. Fino a quando è costretto a lasciare il campo per infortunio.

TERRACIANO 6 (dal 58’) A parte il tacco iniziale, che fa imbestialire soprattutto il nostro Stefano Rasulo, entra bene in campo, con la giusta attenzione.

TAMEZE 5.5 Può poco contro lo strapotere del centrocampo udinese. Fatica tremendamente a reggere l’urto, con le gambe che stentano a girare. Corre, ma lo fa a vuoto, senza un vero senso. La cosa positiva è che aggiusta la prestazione nel corso della gara, non mollando mai, soprattutto nei secondi finali, quando conta più il cuore delle gambe.

SULEMANA 5 Preso letteralmente a schiaffi dal centrocampo friulano. Non ci capisce nulla, dall’inizio, fino a quando non lascia il campo. Ci si aspetta tanta corsa, tanta aggressività, ma la realtà è che sembra un pulcino bagnato di fronte agli avversari. Paga, evidentemente l’inesperienza. Anche da partite così avrà tanto da imparare.

DUDA 6.5 (dal 58’) Attenzione signori, perché questo è buono. In pochi minuti ha fatto vedere di avere qualità interessanti, che possono diventare fondamentali per la missione impossibile del Verona. Tempi di gioco e senso della posizione.

LAZOVIC 6 Sì ok, il gol (grazie Becao), però anche lui fatica a reggere, a un certo punto, lo tsunami Udinese. Un po’ si perde, ma ha l’esperienza e la qualità per ritrovarsi. Nella parte finale, infatti, il Verona potrebbe addirittura trovare qualcosa in più del punto, comunque prezioso. E tanti palloni passano dai suoi saggi piedi. Però, è stata dura anche per lui.

LASAGNA 5 Io ho sempre contestato una cosa di Kevin: l’atteggiamento. Sarà questione di carattere, non discuto. Ma serve un altro spirito per meritarsi la maglia da titolare. E’ inutile che si dica “in allenamento è sempre il migliore”, perché questo non si trasferisce alla partita. Sbaglia tanto, tantissimo. Anche occasioni importanti. Scelte spesso incomprensibili. Forse ha la testa da qualche altra parte e forse, sarebbe giusto, anche per lui, cambiare aria.

BRAAF 5.5 Parte discretamente bene, dimostrando di aver già, più o meno, capito i meccanismi della squadra. Passano i minuti e si ingarbuglia, così come tutto il Verona però. Il debutto non passerà agli annali del calcio mondiale, però diamogli un attimo di tempo per capire che giocatore sia.

NGONGE 6.5 (dal 73’) Visto che Duda non mi pare si possa definire una sorpresa, direi che sia lui la più bella scoperta di questa partita. Dentro in corsa, e si porta a casa la migliore occasione del Verona, con Silvestri costretto al mezzo miracolo. Ma poi ancora tante cose davvero interessanti. Quel sinistro promette bene.

DJURIC 6 + Praticamente mai pericoloso. E per un attaccante non è che sia un dettaglio da niente. Però mi dite cosa si possa imputare a questo ragazzo? Io, francamente, nulla. Perché lotta su tutto quello gli passi a tiro, tutto. Non si risparmia un instante, prende tante di quelle botte da stendere un bisonte. Si spacca l’arcata sopracciliare, giocando buona parte del secondo tempo con un turbante fastidiosissimo. Eppure non arretra di un passo. Solo applausi per lui. Questo è l’atteggiamento che si vuole vedere.

PICCOLI 5.5 (dall’87’) Difficile fare il salvatore della patria. Non è il suo ruolo.

ALL. ZAFFARONI 6.5 Un pareggio che vale molto più del punticino, che comunque muove la classifica. Il Verona è brutto, ma sa soffrire, nonostante sembra che possa crollare da un momento all’altro. Era importante non perdere: missione compiuta. Ottime le risposte dai cambi. Si abbia anche il coraggio di provarli presto dal primo minuto. Con lui il Verona è rinato, è stato bravo a portare serenità nello spogliatoio.

IL PAGELLONE DI VERONA-LECCE

MONTIPO’ 7 Una parata, determinante, su Blind. Tanto basta per tenere il risultato in cassaforte. In generale tanta sicurezza e tanta fiducia in se stesso.

DAWIDOWICZ 5.5 Non attento come il solito. Di Francesco lo brucia in un paio di situazioni, in una delle quali si becca anche il giallo che lo terrà fuori la prossima per squalifica. Anche se forse ci avrebbe pensato comunque l’ennesimo infortunio che lo costringe alla bandiera bianca.

MAGNANI 6.5 (dal 29’ p.t.) Entra a freddo per l’infortunio di Dawidowicz, ma ci impiega pochi minuti a entrare nel clima giusto. E’ attento e bravo anche a far valere la sua tecnica, non sempre riconosciuta. Con la giusta concentrazione sa sempre fare la differenza. In passato gli è mancata ogni tanto. Ma non è semplice farsi trovare pronti quando giochi solo a sprazzi. Oggi ci è riuscito alla grande.

HIEN 7.5 Ennesima partita da fuoriclasse, sempre più dentro le idee tattiche e tecniche di questo Verona. Una presenza che inquieta e intimorisce gli attaccanti del Lecce, su tutti Colombo che se ne torna a casa col mal di testa. In 100 minuti di gara, va in blackout solo in un paio di occasioni che rischiano di rovinare tutto. Ma è solo un passaggio a vuoto, che colma con una ripresa da leader assoluto

CECCHERINI 6.5 Ho una simpatia per il Cecche, che va sempre oltre a tutto, anche alle proprio capacità. Sente la grande fiducia del tecnico e ripaga sistematicamente con prestazioni attente, agguerrite e mai sopra le righe. Non gli interessa infiocchettare la giocata. Conta solo l’efficacia del risultato finale.

DEPAOLI 6.5 Sono sincero, fino al gol che ha sbloccato la partita, non mi è  piaciuto affatto. Mai incisivo, mai efficace, ma capace di creare superiorità, né di mettere dentro palloni invitanti. Quel colpo di testa, che gela Falcone, è la svolta della sua partita, che cambia radicalmente. Perché oltre al suo personale sigillo, va vicino alla doppietta con altre due belle sberle da fuori. Ma ci sono tante altre cose buone nella prestazione del vice Faraoni.

TAMEZE 6 + Un primo tempo terribilmente condizionato da un cartellino giallo ingiusto. Ne sente il peso e va con il motore a un cilindro. Tira spesso indietro la gamba per paura di fare la frittata. Meglio nella ripresa, quando si scrolla di dosso la paura e torna a essere presente, soprattutto di fisico. Esce per non rischiare di rimanere in dieci nel momento più difficile della partita.

TERRACIANO s.v. (dal 34’ s.t.)

ILIC 7 Primo tempo orribile, forse il peggiore della sua stagione non esaltante. La scossa nella ripresa con quella traversa che sta ancora tremando. Poi la cosa più bella della sua partita, quell’assist clamoroso per Lazovic, che non se la fa sotto e segna il 2-0 definitivo. Tante giocate di qualità, come se di lì in poi si fosse scrollato di dosso tutta la negatività. Saluta il Bentegodi e il Verona con una vittoria fondamentale. Il suo futuro avrà altri colori.

DOIG 8 Un fenomeno. Non solo per quel cross a brioche, perfetto per il testone di Depaoli. Ma per tutto quello che fa in campo. Non sbaglia nulla, azzecca tutte le giocate, con una qualità che meriterebbe sicuramente un palcoscenico migliore. Ma ben venga che addosso abbia la maglia gialloblù. Con la speranza che rimanga la stessa fino al termine della stagione. Che bello vederlo sgroppare in campo libero. Poesia in movimento.

LASAGNA 6 Dal primo minuto dopo un’eternità, fa subito vedere la sua proverbiale voglia di fare, che, effettivamente, non gli è mai mancata. Un po’ arrugginito, ma quando può strappare diventa un pensiero per i leccesi, che possono solo abbatterlo. Sotto porta gli manca il guizzo, fatica ad arrivarci con qualità, ma rimane difficile da marcare.

KALLON 6 (dal 24’ s.t.) Mette vivacità.

LAZOVIC 6.5 Riscatta un primo tempo così così, con una ripresa più vigorosa e più centrata. Egoista, nella prima parte di gara, quando prova il pallonetto, facendosi ingolosire, e non la dà a Lasagna, solo davanti a Falcone. Ma si fa perdonare col gol del 2-0 che restituisce al Verona sicurezze perse da mesi.

SULEMANA 6 (dal 24’ s.t.) Grinta e muscoli.

DJURIC 6.5 La finiscano tutti quelli che si sono riscoperti buongustai, gente col palato fino, esperti che vogliono il bel gioco, gli esteti del calcio. Questo armadio a tre ante non è bello da vedere. Tecnicamente è discutibile. Eppure le prende tutte lui, si danna come un leone, prende scarpate e strattoni, con La Penna che, puntualmente, si gira dall’altra parte. Io me lo tengo stretto, perché il Verona ha bisogno di questo tipo di giocatore. Non bello, ma perfetto per questa sporca missione. Fango sulla faccia e muti verso la salvezza.

HENRY s.v. (dal 38’ s.t.) Che peccato per questo ragazzo. Sfortunato sportivamente e ora anche per un infortunio che rischia di mettere fine alla sua stagione. Il ginocchio ha fatto crac, bisogna capire in che misura. Una mazzata anche per le strategie di mercato del Verona, che, di fatto, lo aveva già piazzato. Era necessario fargli fare quei pochi minuti?

ALL. ZAFFARONI 8 Da qui alla fine, saranno tutte le partite più difficili del campionato. I suoi ragazzi ne hanno vinta una davvero fondamentale per il futuro di questa squadra. Bravo perché sta dando continuità di formazione e di prestazione, smettendola con assurdi esperimenti. Quattro partite, sette punti, due gol subito. Bravo anche perché misura sempre le parole, riuscendo a non mettere sulle spalle dei suoi ragazzi il peso di tutto il mondo.