IL PAGELLONE DI VERONA-UDINESE

MONTIPO’ 7 Se dimentichiamo il piccolo infarto che fa prendere ai tifosi dopo un paio di minuti, tardando il rilancio in avanti, ancora una gran bella prestazione. Para bene, da distanza ravvicinata e da lontano. Sui gol, francamente, non poteva nulla. Eppure ci saranno i soliti che lo condanneranno.

HIEN 5+ Una partita discreta, appiccicato per lunghi minuti su Success. Non si accorge, evidentemente, che a un certo punto in campo entra Beto. Lo perde di vista (ma non è il solo) e l’attaccante bianconero fa quello che gli riesce meglio: segna. Alcune cose ancora gli sfuggono, deve lavorarci tanto.

GUNTER 5.5 Anche lui si vede sparire da sotto il naso Beto, distratto da Deulofeu che, con una magia, mette il guineense solo davanti alla porta, per il pari. Eppure, fin lì, non aveva fatto brutta figura. Ma nel momento decisivo è mancato.

CECCHERINI 5 Al 93’, quando bisogna dare tutto quello che rimane in corpo, lascia saltare Bijol del tutto indisturbato in area di rigore, per il più facile dei gol. Non credo ci sia molto altro da aggiungere.

LAZOVIC 6 Ha il suo bel da fare a tenere Udogie che, quando si innesca, è una furia. Pensa soprattutto a difendere, dimenticando, per necessità, di essere un fantasista di fascia. Già la fascia, quella destra, dove torna dopo anni di militanza a sinistra. Mica facile. Eppure dal suo piede parte il cross che porterà al gol di Doig. Il suo, Darko lo fa sempre.

HRUSTIC s.v. (dal 73’)

TAMEZE 6.5 Pare un altro, lo si capisce già dopo un paio di minuti. Come se i pensieri torvi avessero finalmente smesso di assillarlo. Ritorna la sua grande qualità, accompagnata dalla saggezza tattica quando va ad aiutare Lazovic a tenere Udogie. Gli manca ancora lo step finale per tornare a essere devastante, ma quello arriverà, non può essere diversamente.

VELOSO 7 Parafrasando Nino Castelnuovo, che anni fa pubblicizzava un olio saltando la staccionata “36 anni e non sentirli”. In questo momento insostituibile. Dentro ogni azione del Verona, ha la forza di un ragazzino e la stessa qualità di sempre. Tutto passa dai suoi piedi e dal suo cervello. La nota ancora più positiva sta tutta nella tenuta fisica, migliore rispetto alle ultime uscite. Non si può farne a meno.

DOIG 7 Pare che sia diventata una consuetudine che segni al Bentegodi. Si ripete dopo il gol vittoria alla Sampdoria, ma questa volta non basta per la vittoria. Al di là di questo, nel primo tempo è indemoniato e i bianconeri non hanno i mezzi per fermarlo. Ha velocità impressionante, ma anche grande controllo della palla. I cross piovono a grappolo, ma con poca fortuna. Tira leggermente il fiato nella ripresa, ma senza risparmiarsi. Esce stremato.

LASAGNA s.v. (dall’83’)

VERDI 6 Primo tempo così così, secondo tempo decisamente meglio. Vero, va a sprazzi, ma quegli sprazzi hanno dato buone indicazioni. Belli i fraseggi soprattutto con Lazovic, col quale parla la stessa lingua calcistica. Ha bisogno di trovare la condizione migliore e può farlo solo giocando. La strada, secondo me, è quella giusta.

DEPAOLI s.v. (dal 73’)

PICCOLI 4.5 Lento, impacciato e statico. Non puoi pensare che il pallone ti arrivi sempre sui piedi. Sarà che è rimasto fuori parecchio, ma è sembrato decisamente fuori contesto. Serve molto di più per meritarsi questa maglia da titolare, anche perché lasciare fuori Kallon, dopo quello che ha fatto vedere, è sempre più un azzardo.

KALLON 5.5 (dal 62’) Invocato per lunghi tratti, non risponde presente all’appello di classe.

HENRY 5 Fa un po’ di più del suo compagno di reparto, ma non abbastanza per lasciare il segno. Ha bisogno di palloni alti, dicono. Sarà anche vero, ma lo spartito non può essere sempre lo stesso. Altrimenti rischi di finire fuori dal gioco. Come gli sta accadendo da un paio di partite a questa parte.

DJURIC s.v. (dall’83’)

ALL. CIOFFI 5 Era una partita da vincere o, quantomeno, da non perdere. Il Verona risponde tutto sommato presente nel primo tempo. Ma la ripresa si fa schiacciare troppo da un’Udinese pur forte, ma tanto agevolata dall’inconsistenza gialloblà. Mancano le forze e manca l’identità. La formazione di Sottil è una squadra, il Verona no. E’ sempre a metà del guado, tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere. E ancora non si è capito cosa.

IL PAGELLONE DI FIORENTINA-VERONA

MONTIPO’ 8 Solo merito suo se il Verona esce dal Franchi con due soli gol sul groppone. Salva su Venuti, para il rigore del 2-0 di Biraghi il 2-0 e si supera nel secondo tempo volando, a mano aperta, su una prodezza balistica da fuori di Bonaventura. Chiude, per l’ennesima volta, la bocca di tutti quelli che non perdono occasione per bastonarlo, come se non aspettassero altro. Ma, d’altra parte, si sa, tutti sono fini intenditori di calcio in Italia.

HIEN 5 + Un primo tempo inguardabile, sempre sbertucciato dal giovane Sottil. Qualcosina di meglio nella ripresa, un po’ più attento e un po’ più deciso negli interventi. Ma colpisce il fatto che si faccia spesso saltare in velocità, lui che non sembra certo uno lento.

GUNTER 6 Il meno peggio della difesa, riesce a strappare la sufficienza pur con qualche difficoltà. Bene quando deve contenere, così così quando prova a impostare da dietro. Le cose gli riesce a fasi alterne.

COPPOLA 4 Niente da salvare per il giovane difensore gialloblù. Ikonè lo fa impazzire ad ogni giocata. Gli va via in maniera fin troppo facile in occasione del gol. Ma al di là del vantaggio, la differenza tra i due è schiacciante. E’ lui a stendere, ingenuamente, Kouamè in area, per il più lampante dei calci di rigore. E’ il prezzo da pagare con un ragazzino giovane come lui.

DAWIDOWICZ 5.5 (dal 46’) Un secondo tempo attento, giocato di esperienza. Non corre rischi fino ai minuti finali, quando si fa fregare sul tempo da Gonzalez per il 2-0 conclusivo.

DEPAOLI 4 Un errore dietro l’altro, tanti pallone giocati male e pensati peggio. Non è il singolo sbaglio che fa arrabbiare, ma la mancanza di volontà nel recuperare. Non mette in mezzo un pallone giocabile, non va una volta sul fondo, non salta mai l’avversario, non crea superiorità numerica. Era necessario lasciare fuori Terraciano?

TAMEZE 4 Lo abbiamo invocato a lungo, ben consapevoli di quanti ci abbia fatto innamorare delle sue qualità. Cioffi ce lo ha fatto vedere e forse aveva ragione lui a non farlo giocare dal primo minuto. Troppo brutto per essere vero, svogliato, confuso e mai capace di recuperare ad almeno uno dei suoi tanti errori. Si ritrovi velocemente di testa, perché se vuole andare via, in queste condizioni pochi ci faranno un pensierino.

VELOSO 6.5 (dal 54’) Il vecchio capitano mette in fila tanti ragazzini, non solo nel Verona, ma in tutto il campionato di serie A. Un leone che non molla mai. Un errore lasciarlo fuori.

ILIC 6 Si salva, in mezzo alle macerie di un Verona che fa un passo avanti e tre indietro. Nella pochezza di idee, in particolare modo di Tameze, si prende sulle spalle, o almeno ci prova, la manovra gialloblù. Qualche lampo di tecnica, che non gli manca, ma fatica ad arrivare alla giocata decisiva. Nella ripresa, aiutato anche dal capitano, ce la mette tutta, ma il risultato parla chiaro.

LAZOVIC 4.5 Sappiamo tutti che questo non è il Darko che conosciamo. Una partita storta può anche starci, ma è l’atteggiamento che delude e preoccupa. Perché, essendo uno dei senatori, deve sempre mettere qualcosa in più, comunque vadano le cose. Non si può accettare una resa del genere, moralmente parlando. Poi tecnicamente si può sempre discutere, per carità. Ma da quel punto di vista non ne azzecca mezza.

HRUSTIC 4 Ci impiega venticinque minuti a toccare il primo pallone, dando segni della sua presenza, fino a quel momento nulla. Questo non cambia comunque una prestazione deludente, per le tante aspettative che c’erano sull’australiano, apparso fuori forma e fuori contesto. Non riesce a trovare la posizione, mandando in confusione anche i due davanti.

VERDI 5 (dal 60’) Non è in condizione, e si vede.

LASAGNA 5 Altra occasione sciupata. Seppur sia più dentro la partita rispetto ad Henry, sbaglia tantissimo, anche le cose più banali. Sfortunato quando si trova una buona occasione in piena area di rigore, ma è costretto a calciare di destro, sbucciando. Ha avuto fin qui la possibilità di provarci. Forse è il momento che vengano fatte altre scelte.

KALLON 6 (dal 54’) Non può non giocare dal primo minuto, non condivido l’idea che possa essere solo uno “spaccapartite”. In trentacinque minuti ha detto molto di più dei compagni di reparto fino a quel momento in campo. Sua l’unica vera occasione del Verona, se di occasione possiamo parlare.

HENRY 4.5 Seconda partita di fila in cui marca visita, inspiegabilmente. Lento al limite dell’immobilità, fa molta più fatica di Lasagna, che pur non splende. Non tiene un pallone che sia uno, rendendo impossibile il compito della squadra di risalire, alleggerendo la pressione della Fiorentina. Segna un gol in evidente fuorigioco e anche in quella situazione sbaglia totalmente il movimento, prestando poca attenzione a ciò che gli succede intorno.

DJURIC 5.5 (dal 70’) Prova a metterci il capoccione, ma non ci arriva.

ALL. CIOFFI 4.5 La squadra inizia tutto sommato in maniera incoraggiante. Quando va sotto, però, sparisce dal campo. E il problema non può essere solo tecnico. Mentalmente questa squadra non c’è. O quantomeno, finora c’è stata a fasi alterne. Impossibile tenere fuori Veloso. Impossibile tenere dentro Lasagna. Inspiegabile continuare a cambiare le posizioni dei difensori, soprattutto del giovane Coppola. Servono certezze. Al momento non se ne vedono. Preoccupa l’atteggiamento, non una qualità che si fa fatica a trovare. Deve incidere lui adesso. Questa è la squadra, non ci sono più scuse.

IL PAGELLONE DI LAZIO-VERONA

MONTIPO’ 7.5 Migliore in campo, per distacco. Nel primo tempo un miracolo (aiutato dal palo) su una botta tremenda da fuori di Basic. Nella ripresa, bravo in uscita su Immobile, lanciato verso la porta. Tiene a galla il Verona fino alla fine, salvando su Cancellieri, illuso di trovare il gol dell’ex. Impossibile fare qualcosa di più sul gol di Luis Alberto. Una risposta a chi lo critica sempre e comunque.

CECCHERINI 5 Pomeriggio da incubo per il Cecche, che riesce davvero poco davanti al suo ex compagno, Zaccagni. L’attaccante della Lazio gli va via una volta sì e l’altra pure. In velocità lo scontro è decisamente impari. Sulla qualità è ovvio che non ci sia gara. Questa volta non riesce a limitare i danni con la grinta.

CABAL 5.5 (dal 60’) Come un marziano catapultato di colpo sulla terra

HIEN 5 + Un primo tempo praticamente perfetto. Prende le misure al millimetro su Immobile, al quale non resta che protestare per qualsiasi cosa gli passi per la testa. Sbaglia però nei momenti chiave, ovviamente in occasione del gol del vantaggio biancoceleste. Si fa fare un backdoor da Immobile (decimo gol in carriera contro il Verona) che di testa trova la più facile delle reti. Di lì in poi tanti altri errori forse più di stanchezza che altro.

COPPOLA 6 Bene fino a quando gioca a sinistra. Amministra senza soffrire e aiuta la squadra a rimanere alta. Le cose cambiano, e non poco, quando viene costretto a passare a destra a prendersi cura di Zaccagni. Che, come con Ceccherini, non ha pietà e lo lascia spesso e volentieri sul posto. Si becca un cartellino proprio al primo incontro ravvicinato con Zac e da lì alla fine è costretto a giocare con la paura del rosso.

TERRACIANO 6 Conferma quanto di buono ha fatto vedere sin qui. Personalità a pacchi e capacità di interpretare nel migliore dei modi le indicazioni di mister Cioffi. Questa volta il compito è tenere a bada uno come Marusic. Ci riesce. Forse avrebbe dovuto aiutare un Ceccherini in difficoltà. Tra le altre cose, sfiora l’eurogol da centrocampo.

DEPAOLI 5.5 (dal 60’) Ha sui piedi un paio di palloni interessanti. Non li gestisce come avrebbe dovuto fare.

VELOSO 6.5 Di fronte a un centrocampo tecnico e dinamico come quella laziale lui risponde gonfiando il petto e mettendo insieme, ancora una volta, una grande prestazione. In costruzione e in interdizione. Solo un problema allo stomaco riesce a metterlo ko e a costringerlo a uscire prima che finisca il primo tempo.

TAMEZE 6 (dal 35’) Anche mezzo acciaccato è comunque sempre uno dei migliori. Prende il posto di capitan Veloso e la qualità rimane la stessa.

ILIC 6 Non è facile giocare davanti a un centrocampo come quello della Lazio. Eppure rimane bene in partita, anche se non è esente da errori. Meglio quando di fianco ha Tameze, che gli consente uno scarico di responsabilità difensive. Peccato per la grande occasione per pareggiare. Fa tutto bene in area di rigore, ma il tiro parato da Provedel gli esce troppo centrale.

DOIG 6 Rovina una buona partita, comunque non all’altezza di quanto visto contro la Samp, con un errore che dà il la al gol della Lazio. Peccato, perché fin lì aveva comunque dato buone sensazioni, facendo vedere ottima corsa, ma anche intelligenza tattica. Indubbiamente più attaccante che difensore, deve migliorare soprattutto in questo aspetto. Non molla comunque di un centimetro, seppur stremato, quando nei minuti finale aiuta la squadra a riprenderla.

LAZOVIC 6.5 Questa volta più che inventare viene incaricato di annullare l’avversario. Nella fattispecie Marcos Antonio. Missione, direi, compiuta visto che il centrocampista laziale non vede palla, mandando in frantumi le velleità di palleggio di Sarri. Vero, qualcosa ha sacrificato in fase offensiva, ma per Lazo ancora un’ottima figura.

HRUSTIC 5 (dal 70’) Poca roba, sembra molto indietro di condizione.

LASAGNA 5 Una grande occasione in settanta minuti di partita, sprecata malamente anche se, a sua difesa, va detto che gli capita sul destro. Ma a questi livelli devi fare meglio. Prova a innescarsi, ma gli capita spesso di inciampare da solo, nelle sue intenzioni. Continuo a non capire il suo linguaggio del corpo, che tradisce spesso una passività che non mi piace.

KALLON 6 (dal 70’) Prova a dare la scossa, ma i compagni non colgono.

HENRY 5 A differenza di Lasagna, di occasioni ne ha due: una si stampa sulla parte della traversa, l’altra la ciabatta goffamente, da posizione ottima. Questa volta gli manca anche la solita grinta vista fin qui. Quando si trova a gestire i palloni bassi, zoppica. A livello del testone non gli arriva nulla.

ALL. CIOFFI 6 Non sono di quelli che buttava via il bambino, con la proverbiale acqua sporca. Perché fino al gol a me il Verona è piaciuto, per voglia di andare a prendere alta la Lazio, con aggressività e senza paura. La differenza l’ha fatta la qualità. Dopo il vantaggio della squadra di Sarri, però, i suoi si perdono. Su questo deve lavorare, parecchio. Forse anche sui cambi avrebbe potuto fare meglio. Ma detto seduto davanti al computer è fin troppo facile.

IL PAGELLONE DI VERONA-SAMPDORIA

MONTIPO’ 6 Un pomeriggio tutto sommato tranquillo per il portiere gialloblù che si guadagna la pagnotta su un bel colpo di testa ravvicinato di Caputo. Che però poi si riscatta con gli interessi segnando il gol del vantaggio doriano. Per il resto è sempre sul pezzo.

DAWIDOWICZ 5 Spesso in grande difficoltà Caputo. Paga la velocità dell’attaccante blucerchiato, che gli va via con grande facilità. In occasione del vantaggio della Samp gli lascia giusto quel metro e mezzo che diventa fatale. Bravo ovviamente l’esterno doriano ad azzeccare il gol della domenica.

GUNTER 6 (dal 1° s.t.) Fa il suo senza disattenzioni. Concentrato sull’obiettivo.

HIEN 7 Si stampa su Sabiri e non lo molla manco a pagarlo. Grande fisico, grande corsa ed enorme temperamento. State tranquilli che la gamba indietro non la tira, proprio non ne vuole sapere. Evidentemente il debutto disastroso contro l’Atalanta era stata solo una sciagurata coincidenza. La sensazione è di aver trovato qualcuno che dietro possa davvero fare la differenza.

COPPOLA 6.5 Bene quando è sull’uomo. Il fisico è dalla sua e Quagliarella, che è pur sempre un vecchio volpone, non la vede mai. Questo è quello che deve fare e lo fa bene. Le circostanze lo portano anche ad andare oltre la linea di metà campo, con fortune alterne. Diciamo che i piedi non sono raffinatissimi. Ma a lui non chiediamo di certo i ricami. Bene così.

TERRACIANO 6.5 Cresce, cresce, cresce. L’infortunio di Faraoni gli sta permettendo di macinare chilometri ed esperienza. E’ attento a ogni indicazione gli dia Cioffi quando deve difendere, ma al tempo stesso non ha paura di attaccare, anche se non sempre va bene. Grande temperamento, non così scontato da trovare in un diciannovenne, anzi.

HONGLA s.v. (dal 43’ s.t.)

ILIC 6+ E’ lecito e logico aspettarsi molto di più da uno come lui che, sono convinto, abbia grandi qualità tecniche. Quando il Verona si scuote, dopo il vantaggio della Samp, c’è anche lui a condurre la danza del centrocampo, senza cose appariscenti, ma comunque efficaci. Certo, deve alzare il ritmo e i giri, perché il calciomercato è chiuso e al momento Lazio e compagnia bella non sono più una scusa.

TAMEZE 6.5 (dal 27’ s.t.) Chissà, forse pensava di andare via, forse voleva andare via. Legittimo coltivare altre ambizioni. Magari la testa non era quella giusta oggi. Tutto può essere. Ma quando entra fa vedere di essere fondamentale per il Verona. Cioffi sicuramente lo sa.

VELOSO 7 – Tempi di gioco, qualità, capacità di dettare il ritmo della manovra gialloblù, anche quando i compagni fanno finta di non parlare la stessa lingua. La cosa che sorprende è la condizione fisica, che gli permette anche strappi importanti, in particolare modo quando bisogna dare una mano in difesa. Un “meno” per aver sciupato una grandissima occasione che avrebbe chiuso la partita con qualche minuto di anticipo.

DEPAOLI s.v. (dal 38’ s.t.)

DOIG 7.5 Josh Doig is on fire. Pronti e via e parte con enorme voglia, è padrone della fascia sinistra, ma la precisione dei cross è un’altra roba. Col passare dei minuti sistema anche quella ma, soprattutto, trova il gol che regala la vittoria al Verona. Si eleva e inizia a giocare un calcio spettacolare. Rischia anche, seppur in maniera un po’ casuale, di segnare un gol alla Van Basten modello Europeo ’88. Difficile lasciarlo fuori adesso. Impossibile, direi.

LAZOVIC 6.5 Cioffi decide di piazzarlo dietro le due punte e la notizia è che si trova nei piedi tre, quattro occasioni da gol, alcune anche clamorose. Può quindi diventare una nuova arma sotto porta e una nuova soluzione tattica. In una squadra che ha perso qualità per colpa di cessioni dolorose, lui rimane il vero fantasista gialloblù.

LASAGNA 5.5 Fa tantissima fatica a trovare il ritmo e a lanciarsi nello spazio. A differenza di Henry, gli manca la grinta per aggredire la partita. C’è però il suo zampino nel gol di Doig, che rimette al mondo il Verona. Sbaglia una grandissima occasione che, per somiglianza, ci ha rimandato ai tempi di Raducioiu.

KALLON 6 (dal 27’ s.t.) Lotta senza paura.

HENRY 6.5 Le occasioni non le aspetta, se le va a cercare. I palloni li cerca in ogni ciuffo d’erba. E’ l’atteggiamento che fa la differenza e rimanere sempre sull’attenti gli permette di farsi trovare al posto giusto quando arriva l’unica vera occasione giocabile. Il gol moralmente è suo, anche se regolamento lo assegna al portiere della Samp Audero. Ma facciamo finta che sia il terzo della sua stagione.

ALL. CIOFFI 7 Lascia fuori Faraoni, acciaccato, e Tameze per scelta tecnica. Il primo tempo sembrerebbe non premiarlo e invece va all’intervallo in vantaggio perché i suoi hanno saputo reagire da uomini allo svantaggio. Il secondo tempo il Verona è straripante per occasioni da gol. Ecco, bisogna essere bravi a chiuderle ste partite, perché rischiano di diventare bastarde. Come serviva la vittoria e vittoria è stata.

IL PAGELLONE DI EMPOLI-VERONA

MONTIPO’ 5.5 Contro l’Atalanta ha parato quasi tutto. Al Castellani di tiri gliene arrivano pochi, ma il più importante se lo fa scappare. Baldanzi gli piega le mani, con un gran botta che, però, poteva essere affrontata con un po’ più di decisione. E’ anche vero che davanti a lui non c’è un minimo di protezione della difesa.

DAWIDOWICZ 6 Fallosissimo, come poche altre volte negli ultimi anni. Ma non è facile tenere a bada uno con le qualità di Lammers. Il primo tempo è spesso in apnea e fatica a trovare le misure. Troppi palloni sparati a caso, la sensazione è che non sia tranquillo e uno come lui, se non è in fiducia, rischia di fare danni. Meglio nella ripresa, quando la squadra riesce a spostare in avanti il raggio d’azione.

COPPOLA 6.5 Con Gunter acciaccato, tocca a lui dirigere la difesa. Direste mai che ha 18 anni? Io onestamente no. La cosa incredibile (saranno i calzettoni a metà, che solitamente si vedono nei minuti finali) è che sembra sempre stremato, vicino a collassare. E invece è difficile passarlo. Anche quando gli avversari ci riescono, lui rimane attaccato. Concentratissimo nei minuti finali, quando il Verona prova a scoprirsi per cercare qualcosa di più di un semplice pareggio.

CECCHERINI 5 Fisicamente non al cento per cento, prova a rimediare con la sua solita grinta, che non manca mai. E’ molto, troppo falloso e finisce presto nella lista degli ammoniti. Per non rischiare, Cioffi lo lascia fuori nel secondo tempo.

HIEN 6.5 (dal 45’) Decisamente un altro vedere rispetto al disastro visto contro l’Atalanta. Fisico che non teme anche i contrasti più duri, si piazza in mezzo alla difesa e prova anche a impostare da dietro.

FARAONI 4.5 Al rientro dopo l’infortunio, appare subito molto nervoso. Si becca un cartellino giallo, quasi arancione. E rischia poco dopo il rosso per un altro fallo di frustrazione. Raro vederlo in questo stato. Più facile avvistare un Ufo. Rimane nello spogliatoio dopo l’intervallo.

TERRACIANO 6.5 (dal 45’) Ancora una prestazione precisa e puntuale di questo ragazzino, che aiuta i compagni a riprendere almeno il pareggio. Corre come un dannato, si butta su tutto ciò gli passi a tiro. Siamo sicuri che serva davvero Depaoli? Perché non puntare su di lui?

TAMEZE 6 In un primo tempo disastroso della squadra, è l’unico insieme a Lazovic a tenere a galla il Verona. Seppur tra mille difficoltà, prova a mettere ordine e a creare qualcosa nella metà campo avversaria. Nella ripresa cala un po’ fisicamente. Anche lui, probabilmente, è un po’ condizionato dalle voci di mercato.

DOIG 7 (67’) Assist per il gol del pareggio di Kallon. Ma non solo. Secondo me potrebbe farci divertire.

HONGLA 4 Per la flemma, più che un calciatore, mi è sembrato un turista in infradito che passeggia in piazza Bra. Sempre fuori posto, sempre fuori giri, mai capace di un passaggio degno di questo nome. Non fa filtro in mezzo al campo e non costruisce. Se questa deve essere la sua stagione è meglio metterlo al corrente subito della cosa. Non vorrei che si fosse distratto.

VELOSO 7.5 (dal 45’) La dimostrazione di come un solo giocatore possa cambiare la squadra. Perché la resurrezione del Verona, ancora prima che ci pensi Kallon, passa dai suoi piedi, dalla sua classe, dalla sua personalità. Ovvio che non abbia novanta minuti nelle gambe, ma bisogna essere bravi a capire quando è impossibile farne a meno. Pazzesco quando è il primo a ripiegare per dare una mano alla difesa.

ILIC 5.5 Finisce risucchiato nel vortice empolese e fatica tremendamente a riemergere. Non si fa travolgere, ma è come un pugile a un passo dal ko tecnico. Con il Verona che prova scuotersi nella seconda parte della gara, anche lui prende coraggio e beneficia clamorosamente dell’ingresso in campo di Veloso. Ma deve fare molto di più, così non basta. Meno male che finisce il calcio mercato perché sono convinto che abbia avuto un’influenza pessima su sto ragazzo.

LAZOVIC 6.5 Come contro l’Atalanta, è l’unico, almeno nei primi 45 minuti, a dimostrare qualità. L’unico capace di creare superiorità numerica, nelle poche occasioni che il Verona si crea. Non avere davanti un riferimento come Caprari è un limite enorme, perché è quasi costretto a fare tutto da solo, se non per l’aiuto di Tameze. Se arrivasse Verdi la cosa potrebbe farsi interessante.

LASAGNA 4.5 Nulla di personale, sempre bene ribadirlo, ma sbaglia in maniera seriale, anche le cose più banali. Già le occasioni per il Verona sono poche, se ci si mette anche lui a prendere sempre le decisioni sbagliate quando serve invece lucidità, diventa un bel problema. Non vede Henry solo davanti a Vicario, si ingolosisce e ne viene fuori un obbrobrio.

KALLON 8 (dal 67’) Un eurogol. Basta così? Macché. Sprazzi di un campioncino che lascia tutti a bocca aperta, a cominciare dai difensori dell’Empoli. Questo ha una fame di calcio che è impressionante. Qualità tecniche che sembrano raffinate, personalità da senatore. Spettacolo.

HENRY 5 Tanta fatica anche per lui che, al contrario di Lasagna, di palloni giocabili ne ha pochi. Il gioco aereo latita e così finisce un po’ per venire emarginato dal gioco. Si batte eh, nulla da dire. E nella ripresa, quando esce Kevin, sembra trovare nuovi spazi. Non sufficienti per recuperare la sua partita.

ALL. CIOFFI 6 Un primo tempo bruttissimo, inspiegabile soprattutto dopo la prestazione convincente contro l’Atalanta. I suoi non riescono mai a uscire dalla propria metà campo. Nell’intervallo ripensa la formazione e con i cambi riesce a rimediare, portando a casa un pareggio prezioso, preziosissimo. Capisca che Veloso, adesso, non può star fuori. Anche Doig, forse, meriterebbe qualche minuto in più. Kallon parla da solo.

IL PAGELLONE DI VERONA-ATALANTA

MONTIPO’ 6.5 Sei parate, un paio difficili non poco su Muriel e Zortea. Il primo tempo è pressoché spettatore, nella ripresa deve partecipare attivamente alla partita. Riguardando il gol subito, più e più volte, non mi è sembrato abbastanza reattivo, al netto della bella botta (incontrastata) di Koopmeiners. Si riscatta nel finale con la bella deviazione sul tiro di Toloi e altri interventi di qualità.

COPPOLA 6 Il ragazzo c’è, non mi pare si possa più parlare di sorpresa. Aiuta spesso Gunter con la pratica Zapata, senza perdere l’occhio, ovviamente, la sua marcatura su Lookman. Le ingenuità sono da mettere in conto, lo ha detto lo stesso Cioffi, ma lui le riduce al minimo sindacale. Nella parte finale della gara, seppur stremato, non cede mai alla tentazione di arrendersi.

GUNTER 6 Contrariamente a quanto ci si potesse aspettare, non soffre le pene dell’inferno con Zapata, anche perché, finalmente, torna a marcare ad uomo. Si aiuta anche con l’esperienza, con qualche spintarella di qua e qualche gomitata di là. Non mancano un paio di sbavature, ma mai determinanti.

CECCHERINI 6.5 Nel primo tempo fa sparire dal campo Malivskyi, non un cretino qualsiasi. Gli si appiccica addosso senza tanti complimenti e gli porta via ogni pallone gli capiti a tiro. Bravo a giocare d’anticipo, bravo a mettercela sempre tutta. Lascia il campo incerottato, metaforicamente parlando.

HIEN 4.5 (dal 20’ s.t.) Gioca abbastanza per sbagliare tutto quello che può sbagliare. Auguriamoci che sia stata solo l’emozione del debutto in uno stadio meraviglioso.

TERRACIANO 6 Primo tempo di enorme personalità. Non ha mai paura, anche di sbagliare. Non spinge tanto quanto Faraoni, ma mi sarei meravigliato del contrario. Pensa a rispettare le consegne e a tenere a bada Toloi. Calano un po’ le forze nella ripresa, ma come successo a Coppola, non arretra. Diciamo che con Faraoni ai box, non c’è l’ansia di dover trovare il sostituto. Lui c’è.

DOIG s.v. (dal 39’ s.t.)

TAMEZE 7 Con un Verona a corto di qualità, lui rimane un faro in mezzo al campo, la stella polare da seguire nel buio più pesto. E’ imprescindibile per questa squadra, tecnicamente, tatticamente, anche umanamente mi viene da dire. Cioffi ha detto che sono finite le zone grigie. Il che mi fa pensare che non sarà l’ennesimo sacrificato sull’altare delle svendite. Mi domando se Setti sia d’accordo col suo allenatore. Qualche dubbio mi viene.

CORTINOVIS s.v. (dal 39’ s.t.)

VELOSO 7 C’è poco da dire, quando la condizione fisica è dalla sua parte, rimane un giocatore preziosissimo per questa squadra. Sia in termini tattici, sia motivazionali. E’ un leader che ha la capacità di farsi seguire. La fa viaggiare con disinvoltura, trovando sempre le linee giuste. Esce acciaccato, purtroppo.

HONGLA 6 (dal 7’ s.t.) Un’altra roba rispetto a Veloso, ma ce la mette se non altro.

ILIC 5.5 Chissà, forse lui si sente ancora in quell’infame zona grigia, che si concluderà solo al termine della sessione estiva del calcio mercato. Per dare il massimo deve avere la testa giusta. Per me non ce l’ha ancora. Da lui è lecito aspettarsi tanto di più, perché ha tanta qualità. Che, mi auguro, possa mettere ancora al servizio di questi colori.

LAZOVIC 7 Una traversa che ci fa ancora sanguinare il cuore, un miracolo di Musso nei minuti finali, quando il Verona lascia tutto sul campo. Ho guardato tutta la sua partita pensando che hanno anche provato a venderlo. Che bestemmia che sarebbe stata. Che sia a destra o a sinistra, semina indistintamente il terrore e nessuno dell’Atalanta riesce a tenerlo.

LASAGNA 5.5 Un tiro fuori non di molto, su assist di Tameze. Col Verona che ritrova lo spirito piratesco che abbiamo amato negli ultimi anni, lui vede accorciarsi lo spazio da attaccare. Ha bisogno di prateria per dare il meglio. Non le trova e quindi si perde un pochino. La frenesia non lo aiuta e anche l’alchimia con Henry sembra materia sulla quale lavorare ancora molto

HENRY 6 Capisce che per quello che riguarda i cross, non è la serata giusta. Per carità, Lazovic ne mette, ma manco uno che gli arrivi sulla testa. E quindi prova giocare manovrando, tornando indietro a cercarsi il pane per la giornata. A me piace come si muove e come si sacrifica. Pur augurandocelo, non è che possiamo pensare che faccia un gol a partita.

DJURIC s.v. (dal 39’ s.t.)

ALL. CIOFFI 6 Brucia perderla così, parecchio. Soprattutto dopo un primo tempo al termine del quale i suoi ragazzi avrebbero meritato il vantaggio. Ma la differenza, come spesso accade, la fa la qualità. Gasperini guardando la panchina gode, lui, invece, si accontenta. Lo spirito è stato ritrovato, manca ancora tanto, è vero. Ma questo Verona non deve avere paura di salvarsi.

IL PAGELLONE FINALE: GRAZIE A TUTTI, NON DIMENTICHEREMO MAI!

MONTIPO’ 7.5 E’ il giocatore che più di tutti, a inizio stagione, aveva su di sé gli occhi della critica. Troppo spesso impietosa, aggiungerei io. Ha commesso qualche errore, è vero. Ma non gliene è stata fatta passare in cavalleria nemmeno una di imprecisione. C’era tutto per deprimere un ragazzo di 26 anni. E invece ha risposto alla grande, migliorando di partita in partita, mettendo insieme prestazioni sempre più convincenti, parate determinanti. E, soprattutto, finendo il campionato tra i protagonisti assoluti di questa annata indimenticabile.

PANDUR 5.5 A inizio stagione sembrava potesse essere lui il titolare. O almeno, questo aveva fatto capire Di Francesco. Che però, dopo appena tre giornate, ha raccolto le sue cose e, suo malgrado, se n’è andato. Con lui anche le speranze di Ivor, che è stato scavalcato da Montipò. Sole tre partite giocate, sei gol sul groppone. Aggiungeteci l’infortunio alla spalla e c’è abbastanza per una stagione da dimenticare.

BERARDI 7 Il voto, così come quello al termine della scorsa stagione, è per il suo ruolo fondamentale all’interno dello spogliatoio. Lui, dotato naturalmente di quella personalità che lo fa diventare leader agli occhi dei compagni. Ha giocato una sola partita in campionato e il suo, come sempre, lo ha fatto. Continua a dimostrare di essere a pieno titolo dentro il progetto Hellas, anche se in campo solo marginalmente.

CASALE 7.5 All’inizio del campionato non partiva nemmeno dall’ultima fila, se vogliamo prendere in prestito una metafora motoristica. Era ai box. Davanti a lui troppe posizioni da scalare. Ma poi, centimetro dopo centimetro, si è preso la sua pole position diventando titolare inamovibile. Il Verona era il suo esame del fuoco, superato sembra nemmeno una bruciatura. Ricordo solo una partita toppata clamorosamente, a Venezia. Poi solo applausi per il ragazzo di Negrar. Memorabile il duello con Vlahovic al Bentegodi. E’ uno di quelli che 99 su 100 lascerà Verona.

GUNTER 6 A volte da 8, altre da 4. La media della sua annata è presto fatta. Ha vissuto una stagione sulle montagne russe ed è forse quello che più di tutti ha sofferto lo spostamento in avanti del Verona. Che, sotto la gestione Tudor, ha pensato più ad attaccare che a difendere, lasciando spesso la retroguardia in balia degli eventi. Qualche punto perso è dipeso da lui, ma nella bilancia le cose quasi sempre si compensano, perché è stato anche capace di super prestazioni. La sensazione è che, se dovesse arrivare l’offerta giusta, potrebbe cambiare aria.

DAWIDOWICZ 10 E’ uno dei miei idoli assoluti, quando svesto i panni del professionista. Perché è l’incarnazione di una delle più belle parabole gialloblù. Mi ricorda quella dell’indimenticabile Nicola Ferrari. Insultato barbaramente prima, osannato meritatamente poi. Dal suo arrivo a Verona ad oggi si è evoluto come Goku, diventando un supereroe. Uno di quelli capace di giocare anche con un ginocchio scassato senza fare una piega. Questi colori gli sono entrati dentro, come lui è nel cuore di tutti i tifosi gialloblù. E’ bello sapere che si ripartirà anche dal polacco, perché Paperino lo sfigato è diventato Paperinik il supereroe.

CECCHERINI 6.5 Inizio di stagione non certo semplice per il toscano che sembrava costantemente essere l’anello debole della difesa. Forse qualche acciacco fisico e l’autostima non a livello “ubermensch” lo hanno condizionato. Ma è stato bravo a lavorare (cosa per la quale, peraltro, non si è mai tirato indietro) e ha mostrato nuovamente la grinta, suo innegabile marchio di fabbrica. Lo chiamano gregario. Ma poi, si sa, capita che la classe operaia vada anche in paradiso.

SUTALO 6 Coi prestiti secchi da altre società è sempre difficile giudicare. Perché, a meno che tu non sia Pessina, è dura scalzare i giocatori di “proprietà”. Lo abbiamo visto col singhiozzo, una partita sì e altre 5 no. Difficile trovare la giusta continuità. Nel complesso, però, secondo me ci può stare in questa squadra, anche perché bravo ad adattarsi. Si parla di un rinnovo del prestito dall’Atalanta, ma non manca la concorrenza.

COPPOLA 7 E’ il futuro del Verona. Prova ne sia anche il prolungamento del contratto fino al 2027. E’ stata una bella sorpresa quando Tudor gli ha dato la possibilità di giocare. E’ successo poche volte, ma in quelle occasioni è stato una rivelazione. Fisico e tempi di giocata ci sono. E’ fin troppo banale dire che debba lavorare ancora tantissimo, ma ha l’atteggiamento giusto per imparare, e farlo in fretta.

FARAONI 8 Ha fatto una prima parte di stagione straripante, da autentico fenomeno. E rimango convinto che sia uno dei veri “crac” di questo Verona. Per buona parte del campionato capitano al posto dell’acciaccato Veloso, si è fatto carico dei gradi con una facilità incredibile. Che ci sia da difendere o che ci sia da attaccare, lui fa tutto con grande naturalezza ed enorme efficacia. Avrebbe meritato considerazione diversa da parte del c.t. Mancini, ma il discorso sarebbe infinito. Setti ha detto che il Verona ripartirà ancora una volta anche da lui. Soprattutto da lui, oserei dire. Che ha sposato questi colori, questa città e la sua gente. E che ha capito che la felicità non si compra coi soldi. Uomo vero, che sa di avere un debito di riconoscenza verso l’Hellas.

DEPAOLI 6 E’ arrivato in corsa e se già è difficile farlo generalmente, in particolare nel Verona diventa come scalare l’Everest. Perché devi entrare subito nella filosofia, negli ingranaggi di un meccanismo perfetto, o quasi. Ha fatto vedere discrete qualità. Ma non ha avuto il tempo per incidere come avrebbe voluto. Provate voi se dovete portare via il posto a Faraoni…

TAMEZE 10 Lui è il vero fenomeno dell’Hellas Verona, non temo smentite. Nella transizione Juric-Di Francesco-Tudor, sembrava di averlo perso per strada. Igor dava l’impressione di non vederlo. Poi si è capito che la colpa era un po’ sua. Ammaliato da qualche sirena, aveva perso la rotta. Ma quando è tornato lucido si è ripreso tutto quello che aveva lasciato per strada. Spazzando via tutto, dubbi e avversari. Una forza della natura, inarrestabile, al punto da far sbiadire il ricordo di Amrabat, che ci aveva portato all’estasi. Adrien è intelligenza calcistica pura, capace di giocare dappertutto, con lo stesso risultato: che sia in attacco, che sia in difesa. Mi sbilancio, credo che sarà tra i primi ad andarsene. Quello che mi fa ridere sono le cifre che leggo e sento. Secondo voi vale 10 milioni? Forse per 30 potremmo cominciare a parlarne.

HONGLA 5.5 E’ partito malino. Tanti errori, anche figli della sfortuna. Poi il covid e qualche acciacco di troppo. Insomma, non ha convinto, soprattutto se il paragone lo si fa con Tameze. Però verso la fine qualcosa si è intravvisto. Avrà sicuramente più occasioni il prossimo campionato. Anche perché con quest’aria di smobilitazione, non credo ci siano tante alternative.

VELOSO 6 Stagione sfortunata, sfortunatissima. Iniziata male sin dalla prima col Sassuolo quando si è beccato il cartellino rosso dal quale è partito il tracollo di Di Francesco. Il fisico non lo ha sostenuto e nemmeno le scelte di Tudor che, a lungo, si è ostinato ad affiancargli un altro regista come Ilic. Ma è stato importante come sempre nello spogliatoio, determinante. Il rinnovo del contratto dice proprio questo. A un senatore come lui non si può rinunciare, per inventarsi ancora una volta la salvezza.

ILIC 7 E’ partito forte, ma poi si è ingolfato di brutto. Per mesi si è pestato i piedi con Veloso, finendo in un cul de sac che sembrava non avere uscita. Gli acciacchi del capitano hanno cambiato la prospettiva del suo campionato. Affiancato da Tameze è sbocciato in tutta la sua classe. E così quella che tutti pensavano potesse essere solo una scommessa, si è rivelata una realtà. Ha capito le sue qualità e dove queste potevano portarlo. Ha solo seguito il flusso delle cose. Un altro di quelli che sarà difficile trattenere, nel caso dovesse arrivare la classica offerta da non poter rifiutare.

BESSA 5.5 Mi aspettavo di più da Daniel, sono sincero. Anche perché tutti noi ne conosciamo bene le qualità, non solo come calciatore, ma anche come uomo. Ma, più per colpe non sue (concorrenza spietata) non è riuscito a ritagliarsi lo spazio adatto. Né la giusta collocazione in campo, in un modulo che lo ha penalizzato. Il suo futuro sarà lontano da Verona. Gli si può dire solo grazie. Forse più per il passato più lontano che per quello recente.

LAZOVIC 7.5 Ci sono poche certezze nella vita. Una di queste è Lazovic. Perché ogni anno ci domandiamo “riuscirà a ripetersi?”, alimentati da dubbi che, evidentemente, lui non ha. A onor del vero, ci ha impiegato un po’ per raggiungere i suoi livelli, quasi si fosse assestato sul pilota automatico. Ma poi, è nuovamente esploso in tutto il suo fragore, che non lascia spazio a smentite e a compagni che dalla panchina cercano un posto al sole. E’ semplicemente insostituibile. Nessuno in squadra ha le sue caratteristiche. Pochi le hanno in serie A. Un finale in crescendo costante. Rimane il futuro più prossimo del Verona, insieme agli altri “vecchietti”.

BARAK 8.5 Per tutto il girone d’andata è stato quasi imbarazzante la sua superiorità, tecnica, fisica, tattica. Sembrava qualcosa addirittura di troppo per questo Verona. Che invece è cresciuto con lui, raggiungendo quel livello celestiale. Gol a raffica, assist, prestazioni mai banali. Tutto. Un po’ zoppicante (fisicamente parlando) l’altra metà del campionato, falcidiata dai malanni, prima alla schiena, poi all’anca, poi al piede. Non abbastanza, però, per offuscare il meglio che Barak abbia prodotto nella sua carriera. Destinata a proseguire lontana da Verona. Spero non per le cifre ridicole che si leggono in giro. Non può valere solo 15 milioni, uno dei migliori centrocampisti di tutti i campionati top d’Europa. Non ha senso.

CANCELLIERI 6 E’ quello che sarebbe potuto essere, ma non è stato. Un’occasione sprecata. Con Di Francesco sembrava imprescindibile. Con Tudor è sparito. Anche quando c’erano i margini per provare, sperimentare. Per lui solo le briciole, quelle delle quali non si accontenterebbe nemmeno un canarino. Di chi la colpa? Mah. Forse sua, che dimostrato tutti i limiti caratteriali dei suoi bellissimi 20 anni. Forse di Tudor che, da uomo tutto d’un pezzo, lo ha educato solo col bastone, lasciando la carota a Bugs Bunny. Ma gli errori devono essere fatti per poi non essere ripetuti. In un calcio di poca qualità, la sua, che è tanta, deve essere messa al servizio del Verona. E’ un imperativo.

CAPRARI 9 Quando è arrivato ha subito messo in chiaro una cosa: “Non devo far dimenticare nessuno”, alludendo, ovviamente, a Zaccagni. Io di Mattia mi sono dimenticato quasi subito grazie a lui, che è stato sontuoso. Ben oltre i 12 gol, sentenza sulla sua miglior stagione di sempre. Gianluca ha dimostrato qualità delle quali tanti di noi dubitavano, come degli sciocchi. Invece ci ha messo a tacere, facendosi il mazzo, anche lui comprendendo nuovamente tutti i suoi valori, dopo essersene sciaguratamente scordato. Non se n’è accorto Mancini, quando serviva. Lo ha fatto troppo tardi, quando i giochi erano ormai fatti. Setti a Telenuovo ha detto che il suo futuro sarà ancora a Verona. Me bala un ocio…

SIMEONE 9 Verona è la città dove Simeone ha trovato Giovanni. Prima che come calciatore, come uomo. Questa città lo ha accolto con una naturalezza non scontata. Lui ha capito, ha meditato, si è rimesso in pace, dopo annate difficili. Ed è esploso nella sua migliore stagione, capace di segnare 17 volte, numeri impressionanti. E anche quando i gol non sono arrivati, ha sempre lasciato tutto sul campo, come se ogni partita fosse l’ultima non solo della stagione, ma di tutta la sua vita. Ora tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Forse anche di più del Verona, che avrà tempo fino al 20 giugno per riscattarlo. Poi, forse, le strade si separeranno. Ma una cosa mi sento di dire a Giovanni, mio omonimo: giusto seguire le ambizioni. Ancora più giusto la qualità del vivere. Ecco, quella non ha prezzo.

LASAGNA 6 Quando ho avuto la possibilità di intervistarlo, mi sono trovato davanti un ragazzo eccezionale, di una gentilezza ed educazione esemplari. Ho visto la voglia di prendersi il Verona e Verona. Non ci è riuscito, lo dico a malincuore. Perché davanti gli è capitato Simeone, nel suo anno di grazia. E perché si è rotto il menisco sul più bello. In alcuni momenti mi è parso sfiduciato, quasi non ci credesse più. Negli occhi, però, mi rimane la bomba di Roma contro la Lazio: palo, palo, gooooool.

TUDOR 8.5 Ha stravolto il Verona, lo ha resuscitato quando ormai l’elettroencefalogramma era piattissimo. Ci ha impiegato nulla per prendersi con la forza questo gruppo, orfano di un condottiero. Lui, grande motivatore, è stato bravo a proseguire quanto fatto dal suo grande amico Juric, ovviamente mettendoci del suo. Ma, senza voler togliere niente a Igor, credo che sia più quello che ha ereditato, che quello che ha portato lui. Tudor ha indubbiamente trasmesso una nuova mentalità: non sentirsi mai sazi, anche quando non ci sarebbe più neanche lo spazio per l’ammazzacaffè. Se devo trovare un limite, la gestione dei cambi, non sempre efficace e poi l’essersi incaponito sul doppio regista. In chiusura, l’aspetto comunicativo. Non mi è mai arrivato al cuore, diciamo così. Mi sono sempre sentito orfano di Juric. Che, comunque, sul finire, ha imitato, scegliendo di andare via da Verona. Decisione che, secondo me, aveva già preso settimane fa. In bocca al lupo per il futuro, Mister, e grazie per questa annata che non dimenticheremo mai. Senza di te, nulla sarebbe stato così memorabile.

FRABOTTA, RETSOS, PRASZELIK s.v.

IL PAGELLONE DI LAZIO-VERONA

BERARDI 6.5 Tre gol sul groppone, nessuno dei quali parabile. Anzi, la sfortuna ci mette lo zampino nell’1-2, con la deviazione di Sutalo. Di parate ne fa poche pochino. Bellissima una nel secondo tempo su colpo di testa di Acerbi: con un guizzo la mette sul palo e salva la porta.

SUTALO 5.5 Sfortunato in occasione del primo gol della Lazio. Anche sul pareggio dei biancocelesti non viene assistito dalla Dea Bendata, con quel batti e ribatti che premia Felipe Anderson. Esce dal campo alla mezz’ora per fare posto a Casale.

CASALE 6 (dal 30’) Prende il posto di Sutalo, a partita in corso, quando la Lazio sta per compiere la rimonta. Prova a metterci la pezza, ma non è semplice, anche perché è la squadra in toto che sembra subire il ritorno dei padroni di casa. Non sbraca mai, però. Come d’altra parte per quasi tutto il campionato.

COPPOLA 6 Se era una prova generale per il prossimo campionato, che potrebbe vederlo titolare, direi che è andata bene. Ricordiamo il contesto, uno stadio difficilissimo da affrontare e attaccanti di livello internazionale. Ci sta qualche svarione, va messo in preventivo. Ma non va mai in affanno e non si spaventa di eventuali errori. C’è da lavorare, ma la base è solidissima.

CECCHERINI 5.5 Lui è uno che gioca sempre con il fisico, con la grinta. Contro la Lazio forse è andato un po’ oltre la trance agonistica. Tanto falloso, in particolar modo sull’ex compagno di squadra Zaccagni. Si becca il giallo e così Tudor lo lascia negli spogliatoi al termine del primo tempo.

TAMEZE 6 – (dal 46’) Sbanda un po’ sul gol del 3-2 di Pedro, ma non dimentichiamoci mai che non è un difensore, si adatta in quel ruolo. Quando il Verona cerca il pareggio, è bravo ad aiutare i compagni in avanti, con recuperi di eccellente qualità. E questa è la sua cifra.

FARAONI 6 Uno dei tantissimi ammoniti del Verona, contro i pochissimi della Lazio. Il suo, tra l’altro, mi sembra il cartellino giallo meno giustificato tra quelli inflitti da Colombo. Si innervosisce, ed è comprensibile, ma non smette di martellare. L’intensità è sempre alta e lui non si tira di certo indietro.

HONGLA 6.5 Ha aspettato l’ultima stagionale per mettere insieme la sua miglior prestazione. E pensare che, pronti e via, sul groppone si trova subito un cartellino giallo pesantissimo. Noncurante, continua la sua partita, al suo ritmo, compassato, che però funziona. Lavora tanto di fisico e gli capita spesso di vincere il duello con Milinkovic Savic. Trova pure il gol, ma cosa vuoi di più dalla vita?

DEPAOLI s.v. (dal 85’)

VELOSO 6 Tornava dal primo minuto dopo tantissimo tempo. L’incognita era più che altro fisica e invece le risposte sono state soddisfacenti. E’ vero, sulla carta era una partita da torneo aziendale, ma quando le cose si sono innervosite lui ha tirato fuori il petto, confermando il suo ruolo di leader. In futuro forse più nello spogliatoio che in campo. Un ruolo che la prossima stagione sarà fondamentale.

LAZOVIC 6.5 Soprattutto nel primo tempo, è il più vivace, quello con la gamba giusta per creare pericoli alla difesa della Lazio. E’ suo l’assist gol per il vantaggio di Simeone. Dalla sua parte va veloce e si fa fatica a tenerlo. Quando i compagni calano, lui non lascia, anzi, rilancia. A onor del vero predicando un po’ nel deserto. Ma finisce un’altra stagione stellare, iniziata non bene, ma finita da protagonista.

LASAGNA 6.5 Per fare gol deve superare anche la resistenza non di uno ma due pali. Tutti col fiato sospeso, ma poi la gran fiondata di sinistro entra e lascia a quattro zampe il povero Strakosha. Ha una gran voglia di chiudere bene e si danna l’anima. L’impegno non gli è mai mancato, l’attaccamento alla maglia nemmeno. Se dovesse finire qui la sua avventura a Verona, sarebbe comunque una grande incompiuta. Non all’Olimpico però.

CAPRARI 6 Diciamocelo, la sua partita è bel al di sotto delle sue enormi qualità. E questo è un fatto. Ma è un fatto a metà. Perché inizia a giocare dal 70’, quando “rischia” di pareggiare con una punizione velenosa, che sbertuccia anche il cosiddetto coccodrillo della Lazio. E poi è lui l’autore dell’assist per il gollonzo di Hongla. Insomma, è uno di quelli che non bisogna mai togliere dal campo, anche quando non gioca da dieci e lode.

DAWIDOWICZ s.v. (dall’85’)

SIMEONE 6.5 Segna il diciassettesimo gol di una stagione pazzesca, indimenticabile. Il suo copione difficilmente cambia, al di là della soddisfazione personale, perché lui comunque si batte su ogni cosa gli capiti a tiro. Bravo Cholito, ci hai emozionato. Sperando che non sia stata l’ultima con la maglia del Verona

BESSA s.v. (dal 70’)

ALL. TUDOR 6 Il Verona gioca i primi quindi minuti alla grande, come se stesse affrontando la finale di Champions. Poi subisce il ritorno dei padroni di casa, che spinti dai 50 mila dell’Olimpico, la riprendono e poi la ribaltano, questa partita da torneo aziendale. Ma i suoi ragazzi non smettono di crederci e alla fine portano a casa il punto sperato e il record di gol fatti in serie A, ben 65. Il futuro è adesso: chiarisca immediatamente le sue intenzioni, perché di tempo da perdere non ce n’è più.

IL PAGELLONE DI VERONA-TORINO

MONTIPO’ 7 Due cose in una: una doppia parata nella stessa azione, prima sul colpo di testa ravvicinato di Belotti, poi su quello ravvicinatissimo di Zima (era in fuorigioco). Per un attimo sembrava di essere tornati a quel Verona-Perugia, quando a difendere la porta gialloblù c’era quel giovanotto che rispondeva al nome di Seba Frey. Girone di ritorno da vero protagonista.

CECCHERINI 6- Il “meno” per essere stato poco grintoso sul gol del Toro. Marca a distanza di due metri, il tanto che basta per fare andar via Brekalo, che pesca il jolly. Per il resto, ce la mette, magari con un po’ troppa foga, che gli fa rischiare il cartellino in più di un’occasione. Ma è una sua caratteristica la grinta, non sempre dosata al punto giusto.

HONGLA s.v. (dal 28’ s.t.)

GUNTER 6.5 A uomo su Belotti, disputa una buona partita, pur condizionata da un cartellino giallo, forse esagerato. Ma è bravo a rimanere lucido e a giocare sempre in anticipo sull’attaccante granata, usando tutte le armi a disposizione, anche la malizia in qualche spintarella non vista dall’arbitro. L’ammonizione “obbliga” Tudor a lasciarlo nello spogliatoio dopo l’intervallo.

SUTALO 6 (dal 1’ s.t.) Concentrato quanto basta.

CASALE 6- Anche lui come Gunter si becca un cartellino giallo nel primo tempo. Una spada di Damocle, soprattutto per un difensore, ma lui non ci pensa più del dovuto e mantiene la barra dritta. Belotti non lo impensierisce, se non sgomitando nelle mischie. Sicuramente sta meglio nella posizione di centrale puro. Qualche passaggio sbagliato di troppo, più per stanchezza che per altro.

DEPAOLI 5.5 Mollo, mollissimo sul gol di Brekalo. E’ vero che non è un difensore, ma poteva, doveva fare meglio. Se non altro non doveva “concedere” il destro al giocatore del Toro. In fase offensiva le cose non vanno meglio. E’ uno che corre, non si discute, ma sono tanti i cross sballati, che spesso vanno a morire dove non c’è nessuno.

CANCELLIERI 5.5 (dal 28’ s.t.) Non dà la scossa.

TAMEZE 7 Sempre e comunque il migliore in campo. Ci sono cose inevitabili: Tameze una spanna sopra agli altri, è una di queste. La partita, come si diceva una volta, è spigolosa, più da clava che da uncinetto, ma lui si adatta a tutto, anche a questo. Sua un’occasione importante per pareggiarla. Mi viene un brivido lungo la schiena a pensare che potrebbe essere stata la sua ultima partita al Bentegodi da giocatore del Verona.

DAWIDOWICZ 8 (dal 41’ s.t.) Solo per averlo rivisto in campo dopo tanti mesi a soffrire per il recupero dall’infortunio al ginocchio.

ILIC 6.5 La partita è brutta, ma lui spicca per eleganza e qualità e per forza fisica. Ha gamba giusta per portare il pallone e creare, davanti a un centrocampo avversario che la mette tutto sulla forza. Finale di stagione che confermano seconda parte di campionato di assoluto livello. Sarà uno dei punti fermi del prossimo campionato. A meno che non ci siano strane sorprese.

LAZOVIC 6+ Sui suoi piedi le occasioni in assoluto più importante del Verona. Prima un bel sinistro che Berisha mette in angolo, poi, una cannonata che il portiere granata para di puro istinto. Nel primo tempo tiene un buon ritmo, ma nella ripresa cala, non a suo agio in un partita tanto spezzettata e nervosa. Esce stanchissimo.

FRABOTTA 5.5 (dal 28’ s.t.) Così così. Ma d’altra parte, rientrare dopo tanti mesi è durissima.

LASAGNA 5.5 Io lo capisco Kevin, ha una gran voglia di spaccare il mondo. Anche troppa. Ci mette una foga che spesso gli si rivolta contro, perché bisticcia col pallone, che in più di un’occasione va meno veloce di lui. Quando ha campo non riesce a sfruttare al meglio le sue qualità e si inceppa sul più bello. Ha una buonissima occasione, ma si fa stoppare da Berisha.

CAPRARI 5+ Nervosissimo, mai così nervoso. E secondo me la colpa non è solo sua, l’arbitro ci ha messo del suo. Lo stato mentale incide in maniera determinante su un giocatore come lui, che quando non è luci fatica a imbroccare la giocata giusta. Ci prova, ma non è la sua giornata. Saluta comunque il Bengodi dopo una stagione da protagonista e leader. La più bella scommessa della sua carriera. Vinta alla grande.

SIMEONE 5 Quanta confusione per El Cholito. Questa volta non riesce a mettere in campo almeno la grinta, che, a dire il vero, gli è mancata raramente. Non riesce mai a rendersi pericoloso e quando ha l’occasione potenzialmente giusta, fa cilecca. Tantissimi palloni gestiti non bene, soprattutto nei minuti finale quando il Verona aveva bisogno del miracolo.

ALL. TUDOR 5.5 Perde il duello con l’amico Juric, che già all’andata aveva vinto 1-0. Peccato perché ora c’è il rischio di perderlo il nono posto. Bisognerà andare a fare almeno un punto a Roma, contro la Lazio. Poi si penserà al futuro, con l’auspicio che non ci sia un tira e molla infinito e che chiarisca subito quali siano le sue intenzioni. Nella speranza che vadano a braccetto con quelle della società.

IL PAGELLONE DI VERONA-MILAN

MONTIPO’ 6.5 Due belle parate, una su Krunic, l’altra su Calabria, probabilmente la più impegnativa. Bravo anche a giocare sui piedi, fondamentale che fino a qualche mese fa non era proprio tra le sue qualità più scintillanti. Impotente sui gol rossoneri.

CECCHERINI 5 Dispiace, perché sbaglia due cose, purtroppo decisive. Sul pareggio del Milan è clamoroso l’errore di marcatura su Tonali. Si fa sovrastare fisicamente e d’astuzia. Anche nel raddoppio del Milan è in affanno e nonostante la corsa disperata non arriva all’appuntamento, sempre con Tonali solo e libero di segnare indisturbato. Peccato, perché aveva azzeccato anche giocate di coraggio, ma la bilancio pende dalla parte sbagliata.

SUTALO 5 (dal 34’ s.t.) Gioca quanto basta per perdersi Florenzi che segna il 3-1 rossonero.

GUNTER 6+ Il duello con Giroud è tutto suo. Il francese si accontenta di qualche spizzata, ma sono tutto sommato delle briciole. Il difensore turco è concentrato e attento nelle cose che contano. E’ bravo anche a salvare due quasi gol, mettendoci prima il testone, su una botta di Calabria, e poi lo stinco nella ripresa. Sfiora il pareggio con un bel colpo di testa, alto di poco. Forse poteva essere un po’ più reattivo sull’1-3

CASALE 5 Leao è sornione, quando pensi che sia addormentato rischi di prenderti un bello sberlone. E il difensore gialloblù se lo prende quando l’attaccante milanista lo brucia, entra in area di rigore e regala, di fatto, il gol a Tonali. Nella ripresa, quando Leao si invola per quello che sarà il secondo assist gol sempre a Tonali, lui proprio non c’è. Così come tutta la difesa, a dire il vero.

HONGLA 5.5 (dal 21’ s.t.) Tocca pochi pallone e ne sbaglia molti

FARAONI 6.5 Parte con qualche difficoltà perché Theo Hernandez tende ad accentrarsi in mezzo al campo e lui è costretto a fare altrettanto. Bada quindi più a difendere che attaccare. Ma quando il Verona inizia a uscire dal guscio, lo fa anche lui e gli basta un amen per trovare il gol che sblocca il match. Esce azzoppato dopo qualche calcione di troppo.

DEPAOLI s.v. (dal 20’ s.t.)

TAMEZE 7+ Questo ragazzo gioca veramente un altro campionato, è proprio di un altro pianeta. Non inizia benissimo, perché gli tocca stare attaccato a Krunic e nella prima mezz’ora è il Milan a fare la partita. Ma ci impiega poco a scrollarsi di dosso le consegne difensive e a macinare gioco. E’ dappertutto, sempre con la stessa qualità e con la stessa lucidità nelle giocate. A centrocampo fa anche quello che dovrebbe fare Ilic e, per esigenze tattiche, si ritrova ancora una volta a fare il difensore centrale.

ILIC 5 Paga il tasso tecnico del centrocampo rossonero, che pur non facendo cose mirabolanti, lo mette in difficoltà. Non riesce quasi mai a trovare il passo e fatica non poco nella marcatura su Tonali. Che gli va via anche nel gol poi annullato dal Var. Insomma, una partita non facile per il giovanotto serbo. Ma è anche giusto riconoscere il fatto di avere di fronte giocatori più forti di te.

LAZOVIC 6+ Meraviglioso l’assist per Faraoni, la cosa più bella di tutta la partita. E’ ispirato quando la squadra ha il coraggio di uscire dalla propria metà campo. Nella ripresa, quando il Milan accelera, il Verona fatica ma lui prova comunque a restare in linea di galleggiamento. Va a fiammate, ma non bastano per recuperare le cose.

BARAK 5.5 L’andamento lento di depiscopiana memoria è una sua caratteristica, lo sappiamo tutti. Ma quando fisicamente è al top non è un limite, anzi. Il problema nasce quando la condizione non sembra eccellente. Segue a uomo Kessie e si dimentica che anche lui dovrebbe provare a far male. Impotente sulla sgroppata di Leao in occasione della rete del sorpasso rossonero.

CAPRARI 5.5 E’ lui ad aspettare il momento giusto per darla a Lazovic che poi, a sua volta, la mette in mezzo per il gol di Faraoni. Ma c’è lui anche nel pallone perso in maniera “tafaziana” dal quale nascerà poi il pareggio del Milan, a trenta secondi dalla fine del primo tempo. Capisce di aver sbagliato e nella ripresa si incaponisce un po’ troppo, cercando la giocata solitaria che, a lungo andare, lo fa diventare eccessivamente egoista.

SIMEONE 6+ Gioca bene soprattutto quando il Verona aspetta e riparte. C’è sempre quando bisogna fare sportellate e quando è il momento di inseguire gli avversari come un forsennato. Sui suoi piedi due ottime palle gol, una di sinistro, difficilina, l’altra col piede naturale, che meritava più fortuna.

LASAGNA 6 (dal 26’ s.t.) Entra con la voglia giusta, ma la squadra non lo asseconda più di tanto.

ALL. TUDOR 5.5 Nel primo tempo decide di aspettare il Milan, mettendo ovviamente in conto di rischiare qualcosa. Ma nelle ripartenze fa male e infatti il suo Verona è capace di creare un paio di occasioni importanti. La squadra ci crede e trova il vantaggio al culmine di una bellissima azione. Poi tornano i soliti e già visti errori difensivi, che, se in parte possono essere imputabili a errori individuale, dall’altra, secondo me, dipendono anche da un’attenzione non sufficiente alle dinamiche difensive. Detto ciò, il Milan è stato più forte. Riconoscerlo non è una bestemmia.