Da appassionato di calcio non so se ridere o piangere quando vede che a metà tempo scatta il cooling break. Chiamano così la pausa di raffreddamento consentita ai calciatori in queste calde giornate estive.
Chiamarla in italiano? Escluso. Da mesi, tanto per fare uno dei mille esempi, usiamo il termine lookdown, non isolamento.
Si parla tanto di perdita di sovranità dovuta al Mes, alle regole che l’Europa vuole imporci. Ce ne fosse uno a ricordare che la prima decisiva perdita di sovranità è rinunciare ad usare la propria lingua. La lingua che è la cultura, la storia, le radici di un popolo. Uno diverso dall’altro.
Mentre con la globalizzazione e l’uso dell’anglosassone andiamo verso il terrapiattismo culturale; tutti uguali e sempre più banali, scontati, in balia delle mode che altri ci impongono.
Anche il primo dubbio sull’autonomia del Veneto nasce da qui. Esiste ancora un popolo veneto o marcia verso l’estinzione? Proprio come la lingua veneta. Quelli della mia generazione parlavano tutti il dialetto, chi in versione padovana chi in versione veronese. Ma i giovani? Trovarne uno, specie nelle città, che parli ancora il dialetto veneto…Non parlano più nemmeno l’italiano. Tutto un blaterare di play station, smartphone, social, computer…Provate a chiedere a un ragazzo se si sente veneto, se sa cosa vuol dire essere veneti. Vivono tutto (o quasi) nel nuovo terrapiattismo culturale.
La sovranità vera, quella della nostra lingua, nessuno ce l’ha tolta. Siamo noi che l’abbiamo buttata nel cesso (anglosassone).