Quanto sta accadendo a Minneapolis e nelle grandi città statunitensi – per quanto grave sia – riguarda gli Usa. Non noi che abbiamo ben altri problemini: a partire dalle rivolte, non razziali ma sociali, che minacciano di scoppiare in autunno con l’aggravarsi della crisi economica.
Eppure tanti media e telegiornali continuano a dare enorme risalto a ciò che accade negli Stati Uniti; quasi che tifassero, che sperassero, che la rivolta razzista arrivi anche da noi. Che così si potrà tornare a sparare a zero contro fascisti e razzisti, mettendo la sordina agli altri problemi.
Qualche isolato episodio di razzismo c’è stato anche nel nostro Paese. Ma, al momento, a scendere i piazza sono stati non i razzisti ma i bauchi: mi riferisco ai gilet arancioni guidati dall’ineffabile Pappalardo (già generale dei carabinieri!) secondo il quale o il virus non esiste, è un’invenzione del governo, o lo si cura con lo Yoga…
La rivolta razziale è storicamente presenta e radicata fin dalla nascita degli Usa: lo schiavismo, la guerra civile, il degrado delle periferie delle grandi città dove tanta illegalità è gestita dai neri. Per quanti premi Nobel dai a Martin Luter King, le rivolte razziali in America si ripresentano periodicamente.
Comunque la si pensi, va sottolineata la rapidità dell’intervento dello Stato effettuato là: coprifuoco, migliaia di arresti, guardia civile e militari mobilitati.
Da noi scoppiasse una rivolta – molti temono sarà quella sociale – prima di intervenire servirà un Dpcm con 250 articoli e mesi prima che i burocrati firmino i decreti attuativi.
E qui, se non ragioniamo da tifosi, va capito che il nucleo del problema è il nostro sistema Paese. Perché non è che se sostituiamo il governo Conte-Zingaretti-Di Maio col governo Salvini-Meloni-Berlusconi il cappio della burocrazia scompare, non servono decreti attuativi, e i soldi arrivano in un baleno nelle tasche di chi ne ha bisogno.
Non è così. Oggi il voto veramente utile è solo quello per un referendum che cambi drasticamente la “Costituzione più bella del mondo”.