Resta il fatto che i soldi sono veri solo quando arrivano. Titolone di Repubblica: “All’Italia 172 euromiliardi”, sembrerebbe che siano già sul piatto pronti ad essere distribuiti ai tanti che aspettano liquidità. Ma il catenaccio sotto il titolone avverte: “in arrivo a primavera 2021”. Cioè tra dieci mesi. Quando non diecimila, ma centomila aziende, avranno già chiuso i battenti per fallimento in mancanza di aiuti immediati.
Qualsiasi provvedimento dell’Unione europea, per diventare operativo, ha bisogno dell’approvazione di tutti i Paesi dell’Unione. L’Olanda, per dirne uno, è contraria. Anche accettasse l’Ue ci porrebbe sicuramente delle condizioni. Proprio come sta facendo il nostro governo col credito da 6 miliardi alla Fca: che non li distribuisca agli azionisti, ma li investa per posti di lavoro in Italia.
Così l’Ue vorrà avere la certezza che i 172 miliardi non servano a dare la paghetta ai 60 volontari civili, non vengano dissipati in assistenzialismo dissennato, ma vadano ad investimenti per grandi infrastrutture e aziende.
Dopo di che abbiamo politici di ogni colore sotto scorta, dal leghista Fontana alla 5 Stelle Azzolina. Significa che prende corpo una protesta violenta che non bada al colore dei partiti. Significa che prende corpo l’allarme del ministero degli Interni sulle rivolte sociali destinate a scoppiare in autunno.
Questo autunno, non l’autunno 2021. Ben prima dei 172 miliardi del Recovery Fund europeo che dovrebbero arrivare la primavera 2021.
Auguri.