I numeri, quelli che non mentono mai, dicono che il Padova, dopo la partenza strepitosa delle prime giornate, resa ancor più avvincente dalla bellezza delle prestazioni nelle 4 vittorie consecutive contro Vicenza Juventus Next Gen, Pro Patria e Pordenone, si è inceppato.
All’indomani del brutto 5-0 di Crema si era parlato di giornata decisamente storta, al termine dello 0-0 contro la Virtus Verona di partita sporca, poi la vittoria contro la Triestina pareva avesse tamponato definitivamente la piccola ferita. Successivamente sono invece arrivati la sconfitta al 91’ con il Novara e il pari col Piacenza subito sempre all’ultimo minuto, poi ancora il pari interno (2-2) con l’Arzignano al termine di una sfida in cui però i biancoscudati sono riusciti a rimontare l’iniziale svantaggio. Anche qui ci siamo guardati bene dal parlare di crisi vera e propria perché la squadra, nonostante i 10 gol subiti in un solo mese, non aveva sbagliato l’approccio e si era data da fare, pareva proprio che il risultato sperato non fosse arrivato per via di dettagli e disattenzioni evitabili. E per via del gioco di Caneo che, essendo molto offensivo, lascia spesso la coperta corta dietro e quindi bisogna mettere in preventivo che la strada maestra da seguire non è quella all’insegna del “primo, non prenderle” ma quella in cui sul cartello campeggia la scritta: “Per vincere devi segnare un gol più degli avversari”.
Dopo il quarto stop in campionato a Sesto San Giovanni invece non c’è altra parola che possa essere tirata in ballo se non quella che fino ad oggi non avevamo ancora pronunciato. I biancoscudati appaiono spaesati, peggio ancora tristi. Ed è proprio la tristezza il freno a mano tirato del gruppo che, ad inizio stagione, aveva fatto dell’entusiasmo il suo cavallo di battaglia. Tutti, nessuno escluso, fanno fatica a reagire e a rimettersi in piedi quando la squadra avversaria affonda il primo colpo e il risultato è che a quest’ultima basta anche solo un altro affondo in novanta minuti per portare a casa la partita senza troppe tribolazioni.
Gli episodi a sfavore ci sono stati e sono tanti, compreso il gol annullato per fuorigioco a Ceravolo sul campo della Pro Sesto, regolarissimo. Ma la squadra deve assolutamente recuperare l’autostima che ha perso e a trascinarla fuori dalle sabbie mobili deve essere il suo allenatore, Bruno Caneo. Che non va certo messo in discussione, anzi, va sostenuto, ma deve quantomeno provare a mettere in discussione le due granitiche convinzioni. Dichiarazioni come quelle esternate a Sesto, in cui spiega che senza gli infortunati del momento lui non può mettere in campo la formazione che desidera, non fanno bene né a chi è assente né a chi deve subentrare che non si sente all’altezza. E non fanno bene neanche a chi, vedi Radrezza, nonostante le tante assenze, non ha ancora avuto la sua possibilità dall’inizio e non aspetta altro che la sua occasione per mettersi a disposizione dei compagni. E’ poco opportuno insomma in questo momento parlare di figli e figliastri. Tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Mai come quest’anno in cui ancora la fuga verso l’alto di una capolista non c’è stata e l’equilibrio regna veramente sovrano.