Il Verona con Juric è una realtà del calcio italiano: pareggiare con disarmante autorevolezza contro una buona Juventus – non più la trascendentale di Allegri, certo, ma pur sempre squadra da terzo o quarto posto – attesta il superbo lavoro in questo anno e mezzo del tecnico di Spalato.
L’ambizione di Setti tuttavia deve essere quella di restare così a prescindere da Juric – auspicando ovviamente che l’allenatore (che ha altri due anni di contratto a cifre a sei zeri) rimanga il più a lungo possibile. Setti ci pensa; Setti (probabilmente) ci ha preso gusto; Setti potrebbe aver capito come si fa e questo sarebbe il fatto più importante. Sabato a Dazn prima della partita ha accennato anche al futuro, con una dichiarazione importante e inedita: “Il ritorno alla normalità (post Covid, nda) potrebbe farci puntare a una dimensione diversa”. Mai prima di oggi il presidente del Verona si era esposto così. E mai si era espresso sulla stagione successiva con tale anticipo.
Intendiamoci, non credo ci saranno mai grossi investimenti (Setti con il calcio fa business e per farlo deve mantenere una gestione lineare, piatta), ma potranno ripetersi operazioni intelligenti come quella di Lasagna. Setti ha auspicato anche al ritorno del pubblico e certamente piange il cuore sapere di avere una tifoseria calorosa e fortemente identitaria costretta a restare davanti alla tv (sebbene sappiamo che il Covid ha implicazioni più serie di questa).
Ecco, diventare ancora più forti sarebbe il più bel regalo ai tifosi per quando torneranno. La bellezza di oggi passa quasi in sordina con gli spalti vuoti, sembra quasi sprecata. “La felicità è reale solo quando è condivisa” diceva Tolstoj. L’impegno morale del club sarà farsi trovare pronto quando il Bentegodi riaprirà i cancelli.