Storie parallele. Destini che scorrono. Il Chievo manca la promozione in serie A. E, vista la situazione economica in cui versa la società, pare difficile che Campedelli sia ancora in grado di allestire una squadra per riprovarci. Almeno a breve. Gli auguro di sbagliarmi. Nel frattempo il Verona di Setti, dopo qualche anno difficile e i chiari di luna del salvadanaio (primi tre anni espansivi, poi la spending rewiev di Fusco), pare aver trovato una sua dimensione finanziaria in serie A, con il rinnovo milionario di Juric e un mercato che, pur senza follie, aumenterà la fascia economica d’ingaggio dei calciatori.
Storie di società. Coincidenze, probabilmente. Sarà casuale, ma negli ultimi trent’anni anni all’ascesa dell’una (il Chievo) è corrisposto la discesa dell’altra (il Verona). Il Chievo comincia la sua scalata nei primi anni 90 (ma i prodromi ci sono già a fine anni 80), nello stesso periodo l’Hellas vive l’onta del fallimento. Mentre a metà anni 90 il Chievo di Malesani (e Baldini) preparava la scalata alla A poi compiuta da Delneri , il Verona viveva in controluce fra anni anonimi (Mutti) e saliscendi tra A e B (Perotti-Cagni). Nei primi 2000 all’Hellas la breve illusione pastorelliana e l’unica fase storica di incrocio potente tra i due club, culminato con i derby in serie A nel 2001-02. Il resto (per capirci dal 2002 al 2011) è stato soprattutto buio per il Verona e la “favola” Chievo, il primo sprofondato in C e il secondo stabile in A.
Dal 2011, lentamente (come lento fu il trend inverso nei primi 90), la ruota ha (casualmente, ca va sans dire) cominciato a girare. Il Verona in due anni si è ripreso la B e poi la A, il Chievo ha registrato un lento declino, con salvezze risicate, cessioni, zero investimenti, la perdita dei suoi uomini migliori (Sartori su tutti), i guai delle plusvalenze.
Sovvengono, ora, ed è abbastanza ironico pensarci, quelle dichiarazioni di uomini delle istituzioni (negli anni d’oro del Chievo) che dicevano che Verona due squadre in serie A non se le può permettere. Il sottoscritto non è mai stato d’accordo e auguro al Chievo di poterci riprovare. Ma la storia, la cronistoria direi, dice esattamente questo. Sarà una coincidenza, chiaramente. Ma se per un quarto di secolo il trend è stato favorevole al Chievo, oggi tutto sembra favorire l’Hellas, che si è ripreso il primato tecnico e finanziario della città (quello sentimentale non è mai stato in discussione).
Così è se vi pare.