Siano sempre benedetti gli otto punti in classifica perchè ci permettono di assorbire senza drammi eccessivi una brutta botta come questa sconfitta con il Frosinone. Non è dramma ma qualche allarme va acceso. Il Verona è apparso nell’ordine: stanco, poco determinato, spento, senza idee. Il Frosinone ha fatto un figurone e Di Francesco ha vinto il duello con Baroni.
E’ iniziato ufficialmente quel campionato di sofferenza che speravamo di evitare dopo i patemi della scorsa stagione. La sconfitta è brutta come la peste perché arriva contro un’ipotetica concorrente per la salvezza che tra l’altro ha affrontato la gara con gli stessi problemi di formazione che aveva l’Hellas. Quindi non regge nemmeno l’alibi di una squadra pesantemente rimaneggiata come era quella di Baroni, senza Hien, senza Dawidowicz e senza Doig. Al Frosinone mancava Harroui, il migliore nelle prime partite, Romagnoli e aveva recuperato Garritano e Lirola in extremis, come Baroni ha recuperato Amione.
Il Verona crea, ma non segna. Baroni parla di cattiveria, sapendo benissimo che quella caratteristica lì la si dà ogni giorno in allenamento. Se non c’è ancora vuol dire che qualcosa non funziona e va migliorato. Non sono tra quelli che pensano che queste caratteristiche si comprano come il povero Massimino del Catania, ma sono il frutto di una tensione agonistica che si prepara durante la settimana. Abbiamo visto giocatori letteralmente trasformati a seconda degli allenatori che avevano, passare da fenomeni a ciofeche nel giro di un campionato.
Baroni è un buon allenatore e ha abbondanti attenuanti per queste fasi di difficoltà che sta trovando. Non ha la bacchetta magica, la squadra è stata costruita con un sacco di scommesse, buoni giocatori che però devono crescere, maturare, tornare in forma, capire in tanti casi un calcio diverso e difficile tatticamente come quello italiano. Sogliano stesso è conscio che sul mercato si potesse fare di più e meglio. Ma si è fatto il massimo all’interno dei paletti piantati dalla società e al netto delle tante, troppe scelte sbagliate fatte l’anno precedente. Errori che non abbiamo finito di scontare con lo spareggio di La Spezia, questo va sempre ricordato e non può essere rinfacciato nè a Baroni nè a Sogliano.
Di Baroni abbiamo apprezzato l’equilibrio, la bravura nel sapere pilotare la squadra in un momento difficilissimo come il mercato, ma ora lo aspettiamo ad un upgrade che tarda ad arrivare. A Frosinone non solo non c’è stato l’upgrade ma si è tornati anche un po’ indietro. C’è un po’ di confusione (apparente) nelle scelte, frutto forse di problemi fisici (ad esempio, Djuric che ha un problema al ginocchio si allena a singhiozzo), ma anche di un credo tattico che fa fatica a prendere vita in questa squadra. L’impressione è che ci sia bisogno come il pane di un riferimento centrale (se non Djuric, Cruz e se non Cruz almeno Bonazzoli), e di due trequartisti che possono essere un giocatore più di quantità (Suslov o Duda) e un fantasista (Ngonge, Saponara).
Ma non solo: il problema vero, unico, fondamentale, del Verona sono le fasce laterali. L’infortunio di Lazovic, prima di Doig poi e i problemi a destra sono evidenti. Per questo, in attesa che le corsie tornino ad andare, è necessario non intestardirsi di giocare senza la punta centrale. Si faccia di necessità virtù, come giustamente si è deciso di fare tornando alla difesa a tre.
Aggiungo che la lettura della partita, i segnali che l’allenatore dà alla squadra in certi momenti sono fondamentali. Ecco, questo è ciò che meno mi è piaciuto fino ad oggi di Baroni. Marco a volte mi pare troppo attendista, troppo “conservatore” nelle scelte. Un po’ troppo prudente. Esempio: preso la mazzata dell’1-0 alla fine del primo tempo, perchè non dare subito un “segnale” alla squadra, cambiando due, tre uomini nell’intervallo? Perchè aspettare 13 minuti, che sono pochi ma anche tanti? Perché tanto tempo a inserire Tchatchua che poi entra, è brillante e fa l’assist per Djuric? Perchè non cambiare Duda che oggi andava ai due all’ora con Serdar o Hongla? Perché non mettere subito Bonazzoli al fianco del pivottone per sfruttare spizzate e seconde palle? L’abbondanza della rosa nel reparto avanzato non deve diventare un difetto ma una risorsa. Va sfruttata di più e meglio.