Una sola cosa aveva promesso quel galantuomo di Sogliano: “Possiamo anche retrocedere ma lo faremo onorando sempre la maglia”. Sogliano si è esposto per un gruppo che lui non ha costruito e per un allenatore che lui non ha scelto. Lo ha fatto perchè, come mi ha detto qualche settimana fa: “Non ho paura di sporcarmi. Quando si arriva in una situazione del genere o ti butti nell’avventura fino in fondo o è meglio stare a casa. Io ho deciso di buttarmi”. Non so ora cosa starà pensando il ds dell’Hellas davanti all’indegna prestazione di mercoledì sera.
Perdere con l’Inter, sia ben chiaro, è nel conto di ogni tifoso del Verona. Che però mercoledì era arrivato allo stadio e si era messo davanti alle tv con una piccolissima speranza di vedere la propria squadra lottare. Invece il Verona si è sciolto come neve al sole, è crollato alla prima difficoltà, ha subito la peggior sconfitta della propria storia. Accanto ai tanti traguardi centrati da Setti nella propria gestione, bisognerà ricordare anche queste incredibili sconfitte.
Non serve ora ricordare il perchè siamo arrivati a questa condizione. Il Verona attuale è una somma infinita di errori gestionali, di pressapochismo, di presunzione e di dilettantismo. Tutti ingredienti che uniti alla pochezza finanziaria del proprietario hanno creato questa situazione.
Incredibilmente però e con sforzi sovraumani, e forse anche per la pochezza di un campionato che mai in basso ha visto la partecipazione di squadre di così infimo livello, è ancora in corsa per la salvezza.
Questo fatto induce a usare al massimo l’equilibrio e la logica. Impensabile cacciare gli allenatori in questo momento. A tre giorni dalla sfida clou con il Lecce sarebbe una follia. Anche se a vedere la gara con l’Inter sarebbe francamente opportuno operare il cambio. Bocchetti ha troppi limiti. Lo denunciamo da tempo: non discutiamo la bravura, ma l’inesperienza. La serie A richiede cura del dettaglio, freddezza, lucidità. Basta rivedere i 90 minuti giocati con i nerazzurri per non ritrovare nessuna di queste qualità.
Però Bocchetti, da gennaio ad oggi, va detto, ha anche viaggiato ad una media che sarebbe stata sufficiente per raggiungere la salvezza in una modalità più che tranquilla. Ed è a questo dato che ci dobbiamo aggrappare e si deve aggrappare ora la società.
Il resto lo dovrà fare Sogliano, che guarda caso, ieri sera non era in panchina perchè squalificato. Oggi bisogna andare a chiedere conto ad un gruppo che sta tradendo tutti i tifosi del Verona e che sta calpestando la passione di ognuno di noi. Ragazzi che forse non si stanno rendendo conto dei misfatti che hanno compiuto, fin dal momento in cui, orfani di Juric hanno palesemente chiesto la testa dei tecnici precedenti. Bocchetti è figlio di quelle rivolte ed ora non può essere scaricato in questa maniera. La società lo sa benissimo ma, grazie ai risultati che coprivano tutto, ha girato la testa dall’altra parte, creando il pateracchio che abbiamo sotto gli occhi e che in qualche modo è stato tamponato fino a questo momento. Discorsi che affronteremo a fine anno, quando arriveranno i verdetti. Ora, più che mai, invece non bisogna mollare. Ma soprattutto non devono mollare loro. A Lecce la prova verità…