IL PAGELLONE FINALE: GRAZIE A TUTTI, NON DIMENTICHEREMO MAI!

MONTIPO’ 7.5 E’ il giocatore che più di tutti, a inizio stagione, aveva su di sé gli occhi della critica. Troppo spesso impietosa, aggiungerei io. Ha commesso qualche errore, è vero. Ma non gliene è stata fatta passare in cavalleria nemmeno una di imprecisione. C’era tutto per deprimere un ragazzo di 26 anni. E invece ha risposto alla grande, migliorando di partita in partita, mettendo insieme prestazioni sempre più convincenti, parate determinanti. E, soprattutto, finendo il campionato tra i protagonisti assoluti di questa annata indimenticabile.

PANDUR 5.5 A inizio stagione sembrava potesse essere lui il titolare. O almeno, questo aveva fatto capire Di Francesco. Che però, dopo appena tre giornate, ha raccolto le sue cose e, suo malgrado, se n’è andato. Con lui anche le speranze di Ivor, che è stato scavalcato da Montipò. Sole tre partite giocate, sei gol sul groppone. Aggiungeteci l’infortunio alla spalla e c’è abbastanza per una stagione da dimenticare.

BERARDI 7 Il voto, così come quello al termine della scorsa stagione, è per il suo ruolo fondamentale all’interno dello spogliatoio. Lui, dotato naturalmente di quella personalità che lo fa diventare leader agli occhi dei compagni. Ha giocato una sola partita in campionato e il suo, come sempre, lo ha fatto. Continua a dimostrare di essere a pieno titolo dentro il progetto Hellas, anche se in campo solo marginalmente.

CASALE 7.5 All’inizio del campionato non partiva nemmeno dall’ultima fila, se vogliamo prendere in prestito una metafora motoristica. Era ai box. Davanti a lui troppe posizioni da scalare. Ma poi, centimetro dopo centimetro, si è preso la sua pole position diventando titolare inamovibile. Il Verona era il suo esame del fuoco, superato sembra nemmeno una bruciatura. Ricordo solo una partita toppata clamorosamente, a Venezia. Poi solo applausi per il ragazzo di Negrar. Memorabile il duello con Vlahovic al Bentegodi. E’ uno di quelli che 99 su 100 lascerà Verona.

GUNTER 6 A volte da 8, altre da 4. La media della sua annata è presto fatta. Ha vissuto una stagione sulle montagne russe ed è forse quello che più di tutti ha sofferto lo spostamento in avanti del Verona. Che, sotto la gestione Tudor, ha pensato più ad attaccare che a difendere, lasciando spesso la retroguardia in balia degli eventi. Qualche punto perso è dipeso da lui, ma nella bilancia le cose quasi sempre si compensano, perché è stato anche capace di super prestazioni. La sensazione è che, se dovesse arrivare l’offerta giusta, potrebbe cambiare aria.

DAWIDOWICZ 10 E’ uno dei miei idoli assoluti, quando svesto i panni del professionista. Perché è l’incarnazione di una delle più belle parabole gialloblù. Mi ricorda quella dell’indimenticabile Nicola Ferrari. Insultato barbaramente prima, osannato meritatamente poi. Dal suo arrivo a Verona ad oggi si è evoluto come Goku, diventando un supereroe. Uno di quelli capace di giocare anche con un ginocchio scassato senza fare una piega. Questi colori gli sono entrati dentro, come lui è nel cuore di tutti i tifosi gialloblù. E’ bello sapere che si ripartirà anche dal polacco, perché Paperino lo sfigato è diventato Paperinik il supereroe.

CECCHERINI 6.5 Inizio di stagione non certo semplice per il toscano che sembrava costantemente essere l’anello debole della difesa. Forse qualche acciacco fisico e l’autostima non a livello “ubermensch” lo hanno condizionato. Ma è stato bravo a lavorare (cosa per la quale, peraltro, non si è mai tirato indietro) e ha mostrato nuovamente la grinta, suo innegabile marchio di fabbrica. Lo chiamano gregario. Ma poi, si sa, capita che la classe operaia vada anche in paradiso.

SUTALO 6 Coi prestiti secchi da altre società è sempre difficile giudicare. Perché, a meno che tu non sia Pessina, è dura scalzare i giocatori di “proprietà”. Lo abbiamo visto col singhiozzo, una partita sì e altre 5 no. Difficile trovare la giusta continuità. Nel complesso, però, secondo me ci può stare in questa squadra, anche perché bravo ad adattarsi. Si parla di un rinnovo del prestito dall’Atalanta, ma non manca la concorrenza.

COPPOLA 7 E’ il futuro del Verona. Prova ne sia anche il prolungamento del contratto fino al 2027. E’ stata una bella sorpresa quando Tudor gli ha dato la possibilità di giocare. E’ successo poche volte, ma in quelle occasioni è stato una rivelazione. Fisico e tempi di giocata ci sono. E’ fin troppo banale dire che debba lavorare ancora tantissimo, ma ha l’atteggiamento giusto per imparare, e farlo in fretta.

FARAONI 8 Ha fatto una prima parte di stagione straripante, da autentico fenomeno. E rimango convinto che sia uno dei veri “crac” di questo Verona. Per buona parte del campionato capitano al posto dell’acciaccato Veloso, si è fatto carico dei gradi con una facilità incredibile. Che ci sia da difendere o che ci sia da attaccare, lui fa tutto con grande naturalezza ed enorme efficacia. Avrebbe meritato considerazione diversa da parte del c.t. Mancini, ma il discorso sarebbe infinito. Setti ha detto che il Verona ripartirà ancora una volta anche da lui. Soprattutto da lui, oserei dire. Che ha sposato questi colori, questa città e la sua gente. E che ha capito che la felicità non si compra coi soldi. Uomo vero, che sa di avere un debito di riconoscenza verso l’Hellas.

DEPAOLI 6 E’ arrivato in corsa e se già è difficile farlo generalmente, in particolare nel Verona diventa come scalare l’Everest. Perché devi entrare subito nella filosofia, negli ingranaggi di un meccanismo perfetto, o quasi. Ha fatto vedere discrete qualità. Ma non ha avuto il tempo per incidere come avrebbe voluto. Provate voi se dovete portare via il posto a Faraoni…

TAMEZE 10 Lui è il vero fenomeno dell’Hellas Verona, non temo smentite. Nella transizione Juric-Di Francesco-Tudor, sembrava di averlo perso per strada. Igor dava l’impressione di non vederlo. Poi si è capito che la colpa era un po’ sua. Ammaliato da qualche sirena, aveva perso la rotta. Ma quando è tornato lucido si è ripreso tutto quello che aveva lasciato per strada. Spazzando via tutto, dubbi e avversari. Una forza della natura, inarrestabile, al punto da far sbiadire il ricordo di Amrabat, che ci aveva portato all’estasi. Adrien è intelligenza calcistica pura, capace di giocare dappertutto, con lo stesso risultato: che sia in attacco, che sia in difesa. Mi sbilancio, credo che sarà tra i primi ad andarsene. Quello che mi fa ridere sono le cifre che leggo e sento. Secondo voi vale 10 milioni? Forse per 30 potremmo cominciare a parlarne.

HONGLA 5.5 E’ partito malino. Tanti errori, anche figli della sfortuna. Poi il covid e qualche acciacco di troppo. Insomma, non ha convinto, soprattutto se il paragone lo si fa con Tameze. Però verso la fine qualcosa si è intravvisto. Avrà sicuramente più occasioni il prossimo campionato. Anche perché con quest’aria di smobilitazione, non credo ci siano tante alternative.

VELOSO 6 Stagione sfortunata, sfortunatissima. Iniziata male sin dalla prima col Sassuolo quando si è beccato il cartellino rosso dal quale è partito il tracollo di Di Francesco. Il fisico non lo ha sostenuto e nemmeno le scelte di Tudor che, a lungo, si è ostinato ad affiancargli un altro regista come Ilic. Ma è stato importante come sempre nello spogliatoio, determinante. Il rinnovo del contratto dice proprio questo. A un senatore come lui non si può rinunciare, per inventarsi ancora una volta la salvezza.

ILIC 7 E’ partito forte, ma poi si è ingolfato di brutto. Per mesi si è pestato i piedi con Veloso, finendo in un cul de sac che sembrava non avere uscita. Gli acciacchi del capitano hanno cambiato la prospettiva del suo campionato. Affiancato da Tameze è sbocciato in tutta la sua classe. E così quella che tutti pensavano potesse essere solo una scommessa, si è rivelata una realtà. Ha capito le sue qualità e dove queste potevano portarlo. Ha solo seguito il flusso delle cose. Un altro di quelli che sarà difficile trattenere, nel caso dovesse arrivare la classica offerta da non poter rifiutare.

BESSA 5.5 Mi aspettavo di più da Daniel, sono sincero. Anche perché tutti noi ne conosciamo bene le qualità, non solo come calciatore, ma anche come uomo. Ma, più per colpe non sue (concorrenza spietata) non è riuscito a ritagliarsi lo spazio adatto. Né la giusta collocazione in campo, in un modulo che lo ha penalizzato. Il suo futuro sarà lontano da Verona. Gli si può dire solo grazie. Forse più per il passato più lontano che per quello recente.

LAZOVIC 7.5 Ci sono poche certezze nella vita. Una di queste è Lazovic. Perché ogni anno ci domandiamo “riuscirà a ripetersi?”, alimentati da dubbi che, evidentemente, lui non ha. A onor del vero, ci ha impiegato un po’ per raggiungere i suoi livelli, quasi si fosse assestato sul pilota automatico. Ma poi, è nuovamente esploso in tutto il suo fragore, che non lascia spazio a smentite e a compagni che dalla panchina cercano un posto al sole. E’ semplicemente insostituibile. Nessuno in squadra ha le sue caratteristiche. Pochi le hanno in serie A. Un finale in crescendo costante. Rimane il futuro più prossimo del Verona, insieme agli altri “vecchietti”.

BARAK 8.5 Per tutto il girone d’andata è stato quasi imbarazzante la sua superiorità, tecnica, fisica, tattica. Sembrava qualcosa addirittura di troppo per questo Verona. Che invece è cresciuto con lui, raggiungendo quel livello celestiale. Gol a raffica, assist, prestazioni mai banali. Tutto. Un po’ zoppicante (fisicamente parlando) l’altra metà del campionato, falcidiata dai malanni, prima alla schiena, poi all’anca, poi al piede. Non abbastanza, però, per offuscare il meglio che Barak abbia prodotto nella sua carriera. Destinata a proseguire lontana da Verona. Spero non per le cifre ridicole che si leggono in giro. Non può valere solo 15 milioni, uno dei migliori centrocampisti di tutti i campionati top d’Europa. Non ha senso.

CANCELLIERI 6 E’ quello che sarebbe potuto essere, ma non è stato. Un’occasione sprecata. Con Di Francesco sembrava imprescindibile. Con Tudor è sparito. Anche quando c’erano i margini per provare, sperimentare. Per lui solo le briciole, quelle delle quali non si accontenterebbe nemmeno un canarino. Di chi la colpa? Mah. Forse sua, che dimostrato tutti i limiti caratteriali dei suoi bellissimi 20 anni. Forse di Tudor che, da uomo tutto d’un pezzo, lo ha educato solo col bastone, lasciando la carota a Bugs Bunny. Ma gli errori devono essere fatti per poi non essere ripetuti. In un calcio di poca qualità, la sua, che è tanta, deve essere messa al servizio del Verona. E’ un imperativo.

CAPRARI 9 Quando è arrivato ha subito messo in chiaro una cosa: “Non devo far dimenticare nessuno”, alludendo, ovviamente, a Zaccagni. Io di Mattia mi sono dimenticato quasi subito grazie a lui, che è stato sontuoso. Ben oltre i 12 gol, sentenza sulla sua miglior stagione di sempre. Gianluca ha dimostrato qualità delle quali tanti di noi dubitavano, come degli sciocchi. Invece ci ha messo a tacere, facendosi il mazzo, anche lui comprendendo nuovamente tutti i suoi valori, dopo essersene sciaguratamente scordato. Non se n’è accorto Mancini, quando serviva. Lo ha fatto troppo tardi, quando i giochi erano ormai fatti. Setti a Telenuovo ha detto che il suo futuro sarà ancora a Verona. Me bala un ocio…

SIMEONE 9 Verona è la città dove Simeone ha trovato Giovanni. Prima che come calciatore, come uomo. Questa città lo ha accolto con una naturalezza non scontata. Lui ha capito, ha meditato, si è rimesso in pace, dopo annate difficili. Ed è esploso nella sua migliore stagione, capace di segnare 17 volte, numeri impressionanti. E anche quando i gol non sono arrivati, ha sempre lasciato tutto sul campo, come se ogni partita fosse l’ultima non solo della stagione, ma di tutta la sua vita. Ora tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Forse anche di più del Verona, che avrà tempo fino al 20 giugno per riscattarlo. Poi, forse, le strade si separeranno. Ma una cosa mi sento di dire a Giovanni, mio omonimo: giusto seguire le ambizioni. Ancora più giusto la qualità del vivere. Ecco, quella non ha prezzo.

LASAGNA 6 Quando ho avuto la possibilità di intervistarlo, mi sono trovato davanti un ragazzo eccezionale, di una gentilezza ed educazione esemplari. Ho visto la voglia di prendersi il Verona e Verona. Non ci è riuscito, lo dico a malincuore. Perché davanti gli è capitato Simeone, nel suo anno di grazia. E perché si è rotto il menisco sul più bello. In alcuni momenti mi è parso sfiduciato, quasi non ci credesse più. Negli occhi, però, mi rimane la bomba di Roma contro la Lazio: palo, palo, gooooool.

TUDOR 8.5 Ha stravolto il Verona, lo ha resuscitato quando ormai l’elettroencefalogramma era piattissimo. Ci ha impiegato nulla per prendersi con la forza questo gruppo, orfano di un condottiero. Lui, grande motivatore, è stato bravo a proseguire quanto fatto dal suo grande amico Juric, ovviamente mettendoci del suo. Ma, senza voler togliere niente a Igor, credo che sia più quello che ha ereditato, che quello che ha portato lui. Tudor ha indubbiamente trasmesso una nuova mentalità: non sentirsi mai sazi, anche quando non ci sarebbe più neanche lo spazio per l’ammazzacaffè. Se devo trovare un limite, la gestione dei cambi, non sempre efficace e poi l’essersi incaponito sul doppio regista. In chiusura, l’aspetto comunicativo. Non mi è mai arrivato al cuore, diciamo così. Mi sono sempre sentito orfano di Juric. Che, comunque, sul finire, ha imitato, scegliendo di andare via da Verona. Decisione che, secondo me, aveva già preso settimane fa. In bocca al lupo per il futuro, Mister, e grazie per questa annata che non dimenticheremo mai. Senza di te, nulla sarebbe stato così memorabile.

FRABOTTA, RETSOS, PRASZELIK s.v.

IL PAGELLONE DI LAZIO-VERONA

BERARDI 6.5 Tre gol sul groppone, nessuno dei quali parabile. Anzi, la sfortuna ci mette lo zampino nell’1-2, con la deviazione di Sutalo. Di parate ne fa poche pochino. Bellissima una nel secondo tempo su colpo di testa di Acerbi: con un guizzo la mette sul palo e salva la porta.

SUTALO 5.5 Sfortunato in occasione del primo gol della Lazio. Anche sul pareggio dei biancocelesti non viene assistito dalla Dea Bendata, con quel batti e ribatti che premia Felipe Anderson. Esce dal campo alla mezz’ora per fare posto a Casale.

CASALE 6 (dal 30’) Prende il posto di Sutalo, a partita in corso, quando la Lazio sta per compiere la rimonta. Prova a metterci la pezza, ma non è semplice, anche perché è la squadra in toto che sembra subire il ritorno dei padroni di casa. Non sbraca mai, però. Come d’altra parte per quasi tutto il campionato.

COPPOLA 6 Se era una prova generale per il prossimo campionato, che potrebbe vederlo titolare, direi che è andata bene. Ricordiamo il contesto, uno stadio difficilissimo da affrontare e attaccanti di livello internazionale. Ci sta qualche svarione, va messo in preventivo. Ma non va mai in affanno e non si spaventa di eventuali errori. C’è da lavorare, ma la base è solidissima.

CECCHERINI 5.5 Lui è uno che gioca sempre con il fisico, con la grinta. Contro la Lazio forse è andato un po’ oltre la trance agonistica. Tanto falloso, in particolar modo sull’ex compagno di squadra Zaccagni. Si becca il giallo e così Tudor lo lascia negli spogliatoi al termine del primo tempo.

TAMEZE 6 – (dal 46’) Sbanda un po’ sul gol del 3-2 di Pedro, ma non dimentichiamoci mai che non è un difensore, si adatta in quel ruolo. Quando il Verona cerca il pareggio, è bravo ad aiutare i compagni in avanti, con recuperi di eccellente qualità. E questa è la sua cifra.

FARAONI 6 Uno dei tantissimi ammoniti del Verona, contro i pochissimi della Lazio. Il suo, tra l’altro, mi sembra il cartellino giallo meno giustificato tra quelli inflitti da Colombo. Si innervosisce, ed è comprensibile, ma non smette di martellare. L’intensità è sempre alta e lui non si tira di certo indietro.

HONGLA 6.5 Ha aspettato l’ultima stagionale per mettere insieme la sua miglior prestazione. E pensare che, pronti e via, sul groppone si trova subito un cartellino giallo pesantissimo. Noncurante, continua la sua partita, al suo ritmo, compassato, che però funziona. Lavora tanto di fisico e gli capita spesso di vincere il duello con Milinkovic Savic. Trova pure il gol, ma cosa vuoi di più dalla vita?

DEPAOLI s.v. (dal 85’)

VELOSO 6 Tornava dal primo minuto dopo tantissimo tempo. L’incognita era più che altro fisica e invece le risposte sono state soddisfacenti. E’ vero, sulla carta era una partita da torneo aziendale, ma quando le cose si sono innervosite lui ha tirato fuori il petto, confermando il suo ruolo di leader. In futuro forse più nello spogliatoio che in campo. Un ruolo che la prossima stagione sarà fondamentale.

LAZOVIC 6.5 Soprattutto nel primo tempo, è il più vivace, quello con la gamba giusta per creare pericoli alla difesa della Lazio. E’ suo l’assist gol per il vantaggio di Simeone. Dalla sua parte va veloce e si fa fatica a tenerlo. Quando i compagni calano, lui non lascia, anzi, rilancia. A onor del vero predicando un po’ nel deserto. Ma finisce un’altra stagione stellare, iniziata non bene, ma finita da protagonista.

LASAGNA 6.5 Per fare gol deve superare anche la resistenza non di uno ma due pali. Tutti col fiato sospeso, ma poi la gran fiondata di sinistro entra e lascia a quattro zampe il povero Strakosha. Ha una gran voglia di chiudere bene e si danna l’anima. L’impegno non gli è mai mancato, l’attaccamento alla maglia nemmeno. Se dovesse finire qui la sua avventura a Verona, sarebbe comunque una grande incompiuta. Non all’Olimpico però.

CAPRARI 6 Diciamocelo, la sua partita è bel al di sotto delle sue enormi qualità. E questo è un fatto. Ma è un fatto a metà. Perché inizia a giocare dal 70’, quando “rischia” di pareggiare con una punizione velenosa, che sbertuccia anche il cosiddetto coccodrillo della Lazio. E poi è lui l’autore dell’assist per il gollonzo di Hongla. Insomma, è uno di quelli che non bisogna mai togliere dal campo, anche quando non gioca da dieci e lode.

DAWIDOWICZ s.v. (dall’85’)

SIMEONE 6.5 Segna il diciassettesimo gol di una stagione pazzesca, indimenticabile. Il suo copione difficilmente cambia, al di là della soddisfazione personale, perché lui comunque si batte su ogni cosa gli capiti a tiro. Bravo Cholito, ci hai emozionato. Sperando che non sia stata l’ultima con la maglia del Verona

BESSA s.v. (dal 70’)

ALL. TUDOR 6 Il Verona gioca i primi quindi minuti alla grande, come se stesse affrontando la finale di Champions. Poi subisce il ritorno dei padroni di casa, che spinti dai 50 mila dell’Olimpico, la riprendono e poi la ribaltano, questa partita da torneo aziendale. Ma i suoi ragazzi non smettono di crederci e alla fine portano a casa il punto sperato e il record di gol fatti in serie A, ben 65. Il futuro è adesso: chiarisca immediatamente le sue intenzioni, perché di tempo da perdere non ce n’è più.

IL PAGELLONE DI VERONA-TORINO

MONTIPO’ 7 Due cose in una: una doppia parata nella stessa azione, prima sul colpo di testa ravvicinato di Belotti, poi su quello ravvicinatissimo di Zima (era in fuorigioco). Per un attimo sembrava di essere tornati a quel Verona-Perugia, quando a difendere la porta gialloblù c’era quel giovanotto che rispondeva al nome di Seba Frey. Girone di ritorno da vero protagonista.

CECCHERINI 6- Il “meno” per essere stato poco grintoso sul gol del Toro. Marca a distanza di due metri, il tanto che basta per fare andar via Brekalo, che pesca il jolly. Per il resto, ce la mette, magari con un po’ troppa foga, che gli fa rischiare il cartellino in più di un’occasione. Ma è una sua caratteristica la grinta, non sempre dosata al punto giusto.

HONGLA s.v. (dal 28’ s.t.)

GUNTER 6.5 A uomo su Belotti, disputa una buona partita, pur condizionata da un cartellino giallo, forse esagerato. Ma è bravo a rimanere lucido e a giocare sempre in anticipo sull’attaccante granata, usando tutte le armi a disposizione, anche la malizia in qualche spintarella non vista dall’arbitro. L’ammonizione “obbliga” Tudor a lasciarlo nello spogliatoio dopo l’intervallo.

SUTALO 6 (dal 1’ s.t.) Concentrato quanto basta.

CASALE 6- Anche lui come Gunter si becca un cartellino giallo nel primo tempo. Una spada di Damocle, soprattutto per un difensore, ma lui non ci pensa più del dovuto e mantiene la barra dritta. Belotti non lo impensierisce, se non sgomitando nelle mischie. Sicuramente sta meglio nella posizione di centrale puro. Qualche passaggio sbagliato di troppo, più per stanchezza che per altro.

DEPAOLI 5.5 Mollo, mollissimo sul gol di Brekalo. E’ vero che non è un difensore, ma poteva, doveva fare meglio. Se non altro non doveva “concedere” il destro al giocatore del Toro. In fase offensiva le cose non vanno meglio. E’ uno che corre, non si discute, ma sono tanti i cross sballati, che spesso vanno a morire dove non c’è nessuno.

CANCELLIERI 5.5 (dal 28’ s.t.) Non dà la scossa.

TAMEZE 7 Sempre e comunque il migliore in campo. Ci sono cose inevitabili: Tameze una spanna sopra agli altri, è una di queste. La partita, come si diceva una volta, è spigolosa, più da clava che da uncinetto, ma lui si adatta a tutto, anche a questo. Sua un’occasione importante per pareggiarla. Mi viene un brivido lungo la schiena a pensare che potrebbe essere stata la sua ultima partita al Bentegodi da giocatore del Verona.

DAWIDOWICZ 8 (dal 41’ s.t.) Solo per averlo rivisto in campo dopo tanti mesi a soffrire per il recupero dall’infortunio al ginocchio.

ILIC 6.5 La partita è brutta, ma lui spicca per eleganza e qualità e per forza fisica. Ha gamba giusta per portare il pallone e creare, davanti a un centrocampo avversario che la mette tutto sulla forza. Finale di stagione che confermano seconda parte di campionato di assoluto livello. Sarà uno dei punti fermi del prossimo campionato. A meno che non ci siano strane sorprese.

LAZOVIC 6+ Sui suoi piedi le occasioni in assoluto più importante del Verona. Prima un bel sinistro che Berisha mette in angolo, poi, una cannonata che il portiere granata para di puro istinto. Nel primo tempo tiene un buon ritmo, ma nella ripresa cala, non a suo agio in un partita tanto spezzettata e nervosa. Esce stanchissimo.

FRABOTTA 5.5 (dal 28’ s.t.) Così così. Ma d’altra parte, rientrare dopo tanti mesi è durissima.

LASAGNA 5.5 Io lo capisco Kevin, ha una gran voglia di spaccare il mondo. Anche troppa. Ci mette una foga che spesso gli si rivolta contro, perché bisticcia col pallone, che in più di un’occasione va meno veloce di lui. Quando ha campo non riesce a sfruttare al meglio le sue qualità e si inceppa sul più bello. Ha una buonissima occasione, ma si fa stoppare da Berisha.

CAPRARI 5+ Nervosissimo, mai così nervoso. E secondo me la colpa non è solo sua, l’arbitro ci ha messo del suo. Lo stato mentale incide in maniera determinante su un giocatore come lui, che quando non è luci fatica a imbroccare la giocata giusta. Ci prova, ma non è la sua giornata. Saluta comunque il Bengodi dopo una stagione da protagonista e leader. La più bella scommessa della sua carriera. Vinta alla grande.

SIMEONE 5 Quanta confusione per El Cholito. Questa volta non riesce a mettere in campo almeno la grinta, che, a dire il vero, gli è mancata raramente. Non riesce mai a rendersi pericoloso e quando ha l’occasione potenzialmente giusta, fa cilecca. Tantissimi palloni gestiti non bene, soprattutto nei minuti finale quando il Verona aveva bisogno del miracolo.

ALL. TUDOR 5.5 Perde il duello con l’amico Juric, che già all’andata aveva vinto 1-0. Peccato perché ora c’è il rischio di perderlo il nono posto. Bisognerà andare a fare almeno un punto a Roma, contro la Lazio. Poi si penserà al futuro, con l’auspicio che non ci sia un tira e molla infinito e che chiarisca subito quali siano le sue intenzioni. Nella speranza che vadano a braccetto con quelle della società.

IL PAGELLONE DI VERONA-MILAN

MONTIPO’ 6.5 Due belle parate, una su Krunic, l’altra su Calabria, probabilmente la più impegnativa. Bravo anche a giocare sui piedi, fondamentale che fino a qualche mese fa non era proprio tra le sue qualità più scintillanti. Impotente sui gol rossoneri.

CECCHERINI 5 Dispiace, perché sbaglia due cose, purtroppo decisive. Sul pareggio del Milan è clamoroso l’errore di marcatura su Tonali. Si fa sovrastare fisicamente e d’astuzia. Anche nel raddoppio del Milan è in affanno e nonostante la corsa disperata non arriva all’appuntamento, sempre con Tonali solo e libero di segnare indisturbato. Peccato, perché aveva azzeccato anche giocate di coraggio, ma la bilancio pende dalla parte sbagliata.

SUTALO 5 (dal 34’ s.t.) Gioca quanto basta per perdersi Florenzi che segna il 3-1 rossonero.

GUNTER 6+ Il duello con Giroud è tutto suo. Il francese si accontenta di qualche spizzata, ma sono tutto sommato delle briciole. Il difensore turco è concentrato e attento nelle cose che contano. E’ bravo anche a salvare due quasi gol, mettendoci prima il testone, su una botta di Calabria, e poi lo stinco nella ripresa. Sfiora il pareggio con un bel colpo di testa, alto di poco. Forse poteva essere un po’ più reattivo sull’1-3

CASALE 5 Leao è sornione, quando pensi che sia addormentato rischi di prenderti un bello sberlone. E il difensore gialloblù se lo prende quando l’attaccante milanista lo brucia, entra in area di rigore e regala, di fatto, il gol a Tonali. Nella ripresa, quando Leao si invola per quello che sarà il secondo assist gol sempre a Tonali, lui proprio non c’è. Così come tutta la difesa, a dire il vero.

HONGLA 5.5 (dal 21’ s.t.) Tocca pochi pallone e ne sbaglia molti

FARAONI 6.5 Parte con qualche difficoltà perché Theo Hernandez tende ad accentrarsi in mezzo al campo e lui è costretto a fare altrettanto. Bada quindi più a difendere che attaccare. Ma quando il Verona inizia a uscire dal guscio, lo fa anche lui e gli basta un amen per trovare il gol che sblocca il match. Esce azzoppato dopo qualche calcione di troppo.

DEPAOLI s.v. (dal 20’ s.t.)

TAMEZE 7+ Questo ragazzo gioca veramente un altro campionato, è proprio di un altro pianeta. Non inizia benissimo, perché gli tocca stare attaccato a Krunic e nella prima mezz’ora è il Milan a fare la partita. Ma ci impiega poco a scrollarsi di dosso le consegne difensive e a macinare gioco. E’ dappertutto, sempre con la stessa qualità e con la stessa lucidità nelle giocate. A centrocampo fa anche quello che dovrebbe fare Ilic e, per esigenze tattiche, si ritrova ancora una volta a fare il difensore centrale.

ILIC 5 Paga il tasso tecnico del centrocampo rossonero, che pur non facendo cose mirabolanti, lo mette in difficoltà. Non riesce quasi mai a trovare il passo e fatica non poco nella marcatura su Tonali. Che gli va via anche nel gol poi annullato dal Var. Insomma, una partita non facile per il giovanotto serbo. Ma è anche giusto riconoscere il fatto di avere di fronte giocatori più forti di te.

LAZOVIC 6+ Meraviglioso l’assist per Faraoni, la cosa più bella di tutta la partita. E’ ispirato quando la squadra ha il coraggio di uscire dalla propria metà campo. Nella ripresa, quando il Milan accelera, il Verona fatica ma lui prova comunque a restare in linea di galleggiamento. Va a fiammate, ma non bastano per recuperare le cose.

BARAK 5.5 L’andamento lento di depiscopiana memoria è una sua caratteristica, lo sappiamo tutti. Ma quando fisicamente è al top non è un limite, anzi. Il problema nasce quando la condizione non sembra eccellente. Segue a uomo Kessie e si dimentica che anche lui dovrebbe provare a far male. Impotente sulla sgroppata di Leao in occasione della rete del sorpasso rossonero.

CAPRARI 5.5 E’ lui ad aspettare il momento giusto per darla a Lazovic che poi, a sua volta, la mette in mezzo per il gol di Faraoni. Ma c’è lui anche nel pallone perso in maniera “tafaziana” dal quale nascerà poi il pareggio del Milan, a trenta secondi dalla fine del primo tempo. Capisce di aver sbagliato e nella ripresa si incaponisce un po’ troppo, cercando la giocata solitaria che, a lungo andare, lo fa diventare eccessivamente egoista.

SIMEONE 6+ Gioca bene soprattutto quando il Verona aspetta e riparte. C’è sempre quando bisogna fare sportellate e quando è il momento di inseguire gli avversari come un forsennato. Sui suoi piedi due ottime palle gol, una di sinistro, difficilina, l’altra col piede naturale, che meritava più fortuna.

LASAGNA 6 (dal 26’ s.t.) Entra con la voglia giusta, ma la squadra non lo asseconda più di tanto.

ALL. TUDOR 5.5 Nel primo tempo decide di aspettare il Milan, mettendo ovviamente in conto di rischiare qualcosa. Ma nelle ripartenze fa male e infatti il suo Verona è capace di creare un paio di occasioni importanti. La squadra ci crede e trova il vantaggio al culmine di una bellissima azione. Poi tornano i soliti e già visti errori difensivi, che, se in parte possono essere imputabili a errori individuale, dall’altra, secondo me, dipendono anche da un’attenzione non sufficiente alle dinamiche difensive. Detto ciò, il Milan è stato più forte. Riconoscerlo non è una bestemmia.

IL PAGELLONE DI CAGLIARI-VERONA

MONTIPO’ 6 Mi rimane qualche dubbio sulla punizione gol di Joao Pedro. E’ vero, l’italo brasiliano la calcia bene e va a metterla proprio nel sette. Però il portiere gialloblù mi è sembrato un po’ sorpreso, considerando che doveva proteggerlo quel palo. Per il resto è pressoché spettatore, come contro la Samp.

TAMEZE 7 Un gigante. Tudor lo mette nei tre di difesa e lui cosa fa? Una partita mostruosa. Dalle sue parti, state tranquilli, non si passa, non c’è verso. Ferma tutto quello che gli capiti a tiro, palloni e avversari. Tutto qui? Ha pensato solo a difendere? Macché. Quando ha potuto si è buttato anche nella mischia offensiva. Spettacolare.

CASALE 6.5 Si prende cura di Joao Pedro, non letteralmente parlando. L’attaccante del Cagliari è indubbiamente il pericolo numero uno, per qualità tecnica. Gli concede davvero poco e, infatti, l’attaccante di Mazzarri riesce a trovare il gol solo su calcio piazzato. Ma conferma ancora una volta di stare bene e di sentirsi a suo agio in questo campionato che lo ha consacrato nel football che conta.

CECCHERINI 6.5 Sono un fan di Federico, lo dico apertamente. Perché è il classico esempio di chi, facendosi un mazzo quadrato, ce la fa. Lui ce la sta facendo, confermando una crescita importante, iniziata già lo scorso anno. Anche a Cagliari sbaglia praticamente nulla, sempre attento e concentrato e mai esposto a cali di concentrazione.

SUTALO 6 (dal 73’) Aiuta a tenere compatta la difesa.

FARAONI 6 Una partita senza spingere tanto in avanti, benché sia il Verona a dettare l’andatura. E nonostante non schiacci l’acceleratore fino in fondo, si costruisce una grande occasione da gol che Cragno neutralizza invocando tutti i santi del paradiso. Dietro rimane una colonna, anche se qualche pallone lo gestisce un po’ troppo frettolosamente.

HONGLA 6.5 Non facile sostituire Tameze in quella zona del campo. Il confronto è impari, ma lui ce la mette tutta e, tutto sommato, ci riesce. Abbastanza ispirato, prova anche a cercare gloria in attacco. Un’occasione golosissima viene disinnescata da Cragno nel primo tempo. Poco dopo un altro tiro al volo che non esce di molto. Esce boccheggiando.

GUNTER 6 (dal 64’) Anche lui come Sutalo, tiene la barra dritta senza divagazioni sul tema.

ILIC 6 Perde, evidentemente, qualche certezza senza Tameze al suo fianco. Ecco perché bada più al compitino che ad altro. Non soffre il centrocampo del Cagliari, che fatica terribilmente a mettere ordine nel suo gioco e lui gestisce senza quasi sudare la maglia (nonostante il caldo simil estivo).

VELOSO 6 (dal 64’) Bentornato capitano.

DEPAOLI 6+ Quel ruolo lì è la chiave del gioco del Verona. Se poi devi sostituire uno dei più difficili da sostituire, ossia Lazovic, le cose si complicano ulteriormente. Ma l’esterno gialloblù non si spaventa e la porta a casa. Non solo facendo il compitino, ma dando il suo contributo dalla metà campo in su. Gli è mancata un po’ di qualità nell’ultimo passaggio.

BARAK 6.5 L’impatto sul match è pesantissimo. Ci mette tutta la sua forza fisica per andare a prendere i difensori del Cagliari, per spegnere dal basso le idee (annacquate) dei sardi. Le gambe sembrano girare come nei momenti migliori e ne dà prova in occasione del gol quando accompagna l’azione di un indemoniato Simeone che la mette in mezzo per il più facile dei vantaggi. E siamo a 11 gol in questo campionato.

LASAGNA 6.5 (dal 64’) Entra nelle migliori condizioni per il suo gioco: ampi spazi per poter galoppare liberamente. Ci riesce bene. Bravo anche a prendersi qualche fallo che fa respirare la squadra.

CAPRARI 6.5 Come contro la Sampdoria, non particolarmente brillante, sebbene dimostri di avere in canna qualche invenzione. Che, prontamente, arriva sul finale del primo tempo quando fulmina la difesa del Cagliari per lo 0-2. E’ uno di quelli ai quali non si può mai rinunciare. Con questo i gol in campionato diventano dodici. Un bottino che lo fa diventare secondo miglior marcatore dietro Simeone.

RETSOS s.v. (dall’83’)

SIMEONE 6.5 Non è una partita normale per lui, tutt’altro. I tifosi del Cagliari fino allo scorso anno lo fischiavano quando le cose andavano male. E così ci ha messo qualcosa in più. C’è lui nel gol del vantaggio gialloblù. C’è lui con la sua ostinazione su quel pallone che sembrava perso ma che invece è diventata l’undicesima rete stagionale di Barak. Si danna su tutti i palloni, anche i più irraggiungibili. Lovato esce con la testa che gira, non solo per il brutto colpo rimediato, ma anche per la bambola rimediata dall’argentino.

ALL. TUDOR 7.5 (In panchina Bocchetti) Sorprende tutti con una formazione diversa, più negli interpreti che nel modulo. E ha ragione lui, perché chi si è visto finora poco, risponde presente, da Hongla a Depaoli. Ma ancora una volta il suo più grande merito è di aver costretto i suoi ragazzi a crederci ancora, anche se, magari, da inseguire ci sia poco (l’Europa rimane lontana). Non ci era riuscito il suo amico Juric. In questo Igor ha già abbondantemente vinto.

IL PAGELLONE DI VERONA-SAMPDORIA

MONTIPO’ 6 Rispetto al suo collega sampdoriano, è più lui a dover fare qualche parata, ma tutte a livello estremamente scolastico. Para il rigore a Caputo, ma è poco fortunato perché la respinta finisce proprio sui piedi dell’attaccante blucerchiato che non può sbagliare.

CECCHERINI 6 Nella pochezza dell’attacco doriano, si arrangia col minimo indispensabile, senza dover fare chissà cosa. Si limita a controllare senza lasciarsi andare a tanti fronzoli

GUNTER 5.5 Rovina un primo tempo perfetto proprio nei minuti finali, con un fallo tanto ingenuo quanto evitabile. Si fa prendere leggermente d’anticipo da Caputo, che si becca un pestone per il quale il rigore è sacrosanto. Peccato, perché era stato, fin lì, uno dei migliori in campo. Tudor lo lascia negli spogliatoi durante l’intervallo.

SUTALO 6 (dal 1’ s.t.) Partita attenta, condita dalla solita forza fisica.

CASALE 6.5 In assoluto il migliore della difesa. Per carità, la Samp non è che faccia soffrire, ma quelle poche volte che ci prova, trova sempre Casale sulla sua strada. Bene come “braccetto” di destra, ancora meglio quando prende il posto di Gunter al centro della difesa.

FARAONI 6 Nel primo tempo è uno dei più attivi del Verona, in palla e bravo ad accompagnare l’azione offensiva. Proprio nel momento di maggior pressing sulla Samp, sbaglia una grandissima occasione, solo davanti ad Audero. Nella ripresa un duro fallo di Vieira lo azzoppa e lo costringe al cambio. Ma sembrava comunque in calo.

DEPAOLI 6 (dal 16’ s.t.) Rispetta le consegne senza infamia e senza lode.

TAMEZE 6+ Anche quando gioca male, gioca bene. Nel senso che, pur andando sotto i suoi standard, che sono paurosi, rimane uno dei più svegli in campo. Cerca anche il gol da fuori. Per carità, ci siamo fatti la bocca buona con lui e le aspettative sono sempre altissime. Ma la verità è che difficilmente sbaglia partita. E’ più probabile che io vinca il superenalotto. Ho però una sensazione amara: me lo godo finché c’è, perché temo che sarà il primo ad andare via.

ILIC 5.5 Un po’ impreciso, sbaglia tanti palloni rispetto alle ultime. Cerca troppe volte il lancio lungo e spesso gli va male. Fisicamente mi piace perché combatte come un leone. Ma sembra più concentrato a distruggere gli avversari che creare gioco per il Verona. Un piccolissimo passo indietro rispetto al capolavoro di Bergamo.

BESSA s.v. (dal 47’ s.t.)

LAZOVIC 6.5 Una prima parte di gara eccezionale, una delle migliori della sua stagione. Non c’è verso che i sampdoriano possano fermarlo e infatti non trova alcuna opposizione. Fa piovere in area blucerchiata un’infinità di palloni, che trovano poca fortuna. Nella ripresa subisce il calo generale e quando il Verona perde la spinta propulsiva, si rimbocca le maniche e aiuta dietro, sebbene la Samp si davvero poca cosa.

CAPRARI 6.5 Tantissimi palloni toccato e la voglia di dire alla sua ex squadra “di me non avete capito nulla”. La voglia di rivincita lo porta a un eccesso di frenesia che lo rende un po’ impreciso nei passaggi finali. Però rimane concentrato, sul pezzo, e si crea da solo, con testardaggine esemplare, il gol del pareggio che dedica, guardando verso il cielo, al nonno scomparso in settimana. Ed è l’undicesimo in campionato.

VELOSO s.v. (dal 47’ s.t.)

BARAK 6- Sprazzi di vero Barak, dopo settimane di calo, dovuto prima alla schiena dolorante e poi all’influenza intestinale. Fisicamente si fa sentire nel classico ruolo di raccordo tra centrocampo e attacco. Bello da vedere, sì, ma non efficace in maniera continua, anzi. Cala un po’ nella ripresa, così come tanti compagni. Lascia il posto a Lasagna.

LASAGNA 6 (dal 16’ s.t.) Più che altro fa sportellato, cerca di far salire la squadra cercandosi qualche fallo

SIMEONE 5 Dura un tempo e non molto di più. E in quel tempo non è che lasci grandi tracce di sé. Appare più stanco del solito e quando le gambe non lo sostengono per lui diventa tutto più difficile perché è costretto a rinunciare al ruolo di rompiscatole, quello che va inesorabilmente su ogni pallone che giochi la difesa avversario. Senza benzina.

ALL. TUDOR 6 Un Verona bello che non balla nel primo tempo. Inspiegabilmente addormentato nella ripresa, davanti a una Sampdoria che rinuncia a giocare, si mette l’elmetto e quasi rischia il colpo grosso. I gialloblù hanno giocato bene per una mezz’ora, ma forse specchiandosi un po’ troppo di fronte a un avversario che poteva essere spazzato via senza grande affanno. Il pareggio, ci sta, comunque.

IL PAGELLONE DI ATALANTA-VERONA

MONTIPO’ 7.5 Tra tanti interventi di routine, due parate spettacolari spalmate nei novanta minuti più recupero. Di istinto puro su Malinovskyi, di qualità tecnica eccellente su Palomino, in un momento delicatissimo della partita, con i padroni di casa in pressing forsennato per rimettere la partita in linea di galleggiamento. Impossibile fare qualcosa sul gol di Scalvini. Un finale di campionato in continuo crescendo.

CECCHERINI 7 I giocatori come il Cecca, negli Stati Uniti, li chiamano “underdog”, i sottovalutati. Perché molti (dite la verità) si aspettano sempre poco da uno come lui, che ormai ci ha fatto il callo. Ma se faccio mente locale, sono poche le partite sbagliate quest’anno dal difensore toscano. Aggiungiamoci anche il gol dello 0-2 e abbiamo fatto bingo. Bravissimo, grinta, cuore e tanta voglia di lasciare tutto sul campo.

VELOSO 6 (dal 71’) Esperienza nei momenti delicati.

GUNTER 5 La sua partita dura appena mezz’ora. Si becca infatti un giallo già nei primi minuti, per un fallo su Zapata. Gli va di lusso intorno al trentesimo quando, ancora una volta, entra duro sul colombiano e Piccinini fa finta di non vedere. Tudor, immaginando il rosso imminente, in maniera molto lucida, lo richiama in panchina.

SUTALO 6.5 (dal 30’) Partita quadrata, senza sbavature. Non è uno certamente appariscente, ma il suo lo fa con attenzione. Un paio di chiusure da applausi. Una partita non come le altre, tra l’altro, per lui, visto che il suo cartellino è proprio dell’Atalanta.

CASALE 7 Condizionato da un cartellino giallo preso già nel primo tempo, poteva risentirne per il resto della partita. E invece è bravo, bravissimo a tenere a bada la foga e a ragionare su ogni giocata. Controlla meglio lui Zapata rispetto allo spaesato Gunter e prende in mano con piglio la difesa gialloblù. Tornato a livelli alti, dopo qualche prestazione così così.

FARAONI 6.5 Devo essere sincero, nei primi minuti mi interrogavo sul suo stato fisico. Lento e impacciato, sembrava arrivare sempre un paio di secondo dopo sul pallone. E, soprattutto, mancava nelle chiusure difensive. Rotto il fiato, però, è tornato a fuoco, diventando pericoloso in particolar modo in avanti. Una sua incursione da destra finisce col pallone che si stampa sul palo, a Musso battuto.

TAMEZE 7.5 Al via non sembra essere la sua giornata migliore. Corre un po’ a vuoto e fatica a trovare il passo giusto. Ma era, appunto, solo un’impressione, perché passano i minuti e torna a giganteggiare come sempre. Il feeling con Ilic cresce di partita in partita. I due si cercano con insistenza ed è proprio da una loro triangolazione che nasce l’auto gollonzo di Koopmeiners. E’ ovunque, manco fosse una divinità. Per cause di forza maggiore, finisce gli ultimi minuti nei tre di difesa. Non mi meraviglierei di vederlo in porta, in futuro.

ILIC 7.5 Al contrario del compagno di reparto, lui è subito dentro il match. Lui più di tutti i compagni. Col Verona che nei primi minuti soffre, Ivan alza il muro e aiuta i compagni in fase difensiva con chiusure da terzino navigato. Quando i gialloblù alzano ritmo e baricentro, fa viaggiare il pallone con le palle sul tavolo verde del biliardo. Si sta sempre più consacrando, dopo una prima parte di stagione un po’ in chiaro scuro. Con Tameze sta diventando una delle coppie più belle del campionato italiano.

LAZOVIC 6 Nessuna particolare scintilla. Il compitino lo porta a casa senza patemi d’animo. Ogni tanto prova la giocata e la fuga sul fondo. Le fortune sono alterne. Sul suo destro un pallone facile facile, da mettere dentro per il più scontato dei gol. Ma non la pensa così Musso, che si supera. Peccato, avrebbe risparmiato un sacco di sofferenza nei minuti finali.

DEPAOLI s.v. (dal 77’)

BARAK 6 Partiamo dalla prima bella notizia: è tornato in campo. Continuiamo con la seconda buona notizia: ci è rimasto per 97 minuti. Non resterà negli annali del calcio italiano la sua prestazione, questo sia chiaro. Ma quello che ha fatto lo ha fatto bene e, soprattutto, nei momenti caldi della partita. Una gara di grande sostanza, di peso. Per la brillantezza, i lavori sono in corso.

CAPRARI 6.5 Dopo un inizio un po’ in apnea, come del resto tutta la squadra, comincia a macinare gioco e spunti di classe. Gli atalantini, annebbiati delle scorie di coppa, faticano a tenerlo. Sfortunato su una bella punizione col pallone che non scende abbastanza, ma si limita a scheggiare la traversa. C’è anche lui nell’azione che porta al gol del vantaggio.

HONGLA s.v. (dal 77’)

SIMEONE 6.5 Averne di attaccanti che nonostante non trovino il gol, mettano insieme una partita come la sua. A capofitto su ogni pallone che gli capiti a tiro e non solo, sgomita con la solita garra contro la difesa bergamasca e si crea anche un paio di occasioni veramente interessanti. Prende pacche a destra e sinistra, si piega e mai si spezza.

LASAGNA 6 (dal 77’) Che creda o meno alla malasorte, questo ragazzo è decisamente sfortunato. Appena entrato in campo, lascia partire un sinistro stupendo che batte Musso ma non il palo che lo protegge.

ALL. TUDOR 7.5 Perfetto alla mezz’ora del primo tempo quando toglie Gunter, già ammonito e prossimo al rosso. Quella lucidità gli permette di cambiare la partita. Il Verona prende coraggio e va prendersi il vantaggio con voglia e determinazione, facendo segnare il gol dello 0-1 a un difensore. Per lunghi tratti i suoi padroneggiano e sembrano poter disporre a proprio piacimento dell’Atalanta. Qualche piccola leziosità di troppo, ma ci può stare. Il suo capolavoro è tenere alta la concentrazione di tutta la truppa, che ha ancora voglia di far parlare di sé.

IL PAGELLONE DI INTER-VERONA

MONTIPO’ 8 Mette in fila una parata più bella dell’altra: su Perisic, Correa, Dzeko e, nel secondo tempo, su D’Ambrosio, aiutato anche dal palo. Questo ragazzo, spesso travolto da critiche ingiuste preconcetti è diventato una sicurezza. Più di così, onestamente, non poteva fare. Per i miracoli ci si sta attrezzando.

CECCHERINI 6.5 In assoluto il migliore della difesa gialloblù. Attento e concentrato, ha quasi sempre la meglio su Correa, che ha enormi qualità tecniche. Gioca bene in anticipo con palla a terra e anche quando i palloni sono alti si fa trovare pronto. Nella ripresa si trova tra i piedi anche l’occasionissima per riaprire la partita, ma si trova la palla sul sinistro…

SUTALO s.v. (dall’81’)

GUNTER 5 Lo scontro con Dzeko è impegnativo, forse il più probante di tutto il suo campionato. E non solo da un punto di vista fisico, perché anche tecnicamente l’attaccante dell’Inter è un fenomeno. I duelli aerei sono, tutto sommato, pari, ma è il resto che manca. Inoltre, si perde completamente il giocatore bosniaco che, a un metro da Montipò, segna il 2-0.

CASALE 5 In difficoltà come poche altre volte in questa stagione. Ricordo solo il primo tempo di Venezia. Tatticamente capisce poco cosa deve fare su Barella che, nel primo tempo, è uno dei migliori dell’Inter. Non riesce a tenerlo e lo perde sull’1-0. Di certo non gli manca in fisico, ma anche da quel punto di vista va in debito d’ossigeno.

FARAONI 5 Anche il capitano, questa volta, marca visita. Bessa non riesce ad aiutarlo e così si vede arrivare addosso spesso Dimarco. Fatica più del previsto a reggere l’onda d’urto e questo lo blocca, togliendogli ogni idea di attaccare l’avversario. Anche fisicamente le gambe non sembrano assisterlo come al solito.

DEPAOLI 6 (dal 61’) Entra bene, quando il Verona dimostra più coraggio.

TAMEZE 5.5Lui rimane un fenomeno, la premessa è d’obbligo. Ma quando davanti hai Brozovic, Calhanoglu e Barella le cose rischiano di complicarsi. Quando l’Inter inizia a spingere e a mettere il Verona “lì”, diventa difensore aggiunto, riuscendo anche a sbrogliare qualche situazione complicata. Poco lucido in fase di costruzione di gioco, ma bisogna sempre ricordarsi chi si ha davanti.

ILIC 5.5 Primo tempo da dimenticare, ripresa migliore, anche perché l’Inter decide di riprendere fiato e lascia giocare il Verona. Gestisce i palloni con più tranquillità e capacità di ragionare. Per carità, nulla per cui valga la pena strapparsi i capelli, ma se non altro prova a tenere testa ai colleghi avversari che sono di un livello spaziale, soprattutto Brozovic. Peccato per quella bella occasione in area di rigore che avrebbe potuto riaprire la partita. E’ stato sfortunato.

LAZOVIC 5.5 Come tanti suoi compagni, primo tempo di enorme difficoltà, ripresa leggermente migliore. Quando attaccato, Dumfries ha qualche problema e così ci prova, il serbo, ad attaccare spazio e profondità. Riesce in un paio di occasioni ad arrivare sul fondo, ma i suoi assist hanno avuto poca fortuna.

CANCELLIERI s.v. (dall’81’)

BESSA 4.5 Trovarsi di fronte Dimarco gli ha da subito mandato all’aria tutti i piani. Costretto a giocare più che altro nella metà campo gialloblù, evidenzia ciò che era già ovvio e palese, cioè che non sia un difensore. Di attaccare l’area avversaria non se ne parla proprio. Dalla sua parte vengono giù a valanga ed è anche lui a incentivare l’Inter sbagliano il passaggio a centrocampo che porterà al vantaggio nerazzurro.

LASAGNA 6 (dal 61’) Meglio di Bessa, ha qualità che gli permettono di sfruttare il campo che si trova davanti. Se non altro ci prova.

CAPRARI 5.5 Poco preciso, subisce tantissimo la fisicità dei giganti nerazzurri. Sicuramente non viene trattato coi guanti e di scarpate ne prende a bizzeffe. L’arbitro non sempre vede e lui un po’ si innervosisce. Qualche spunto rimane, soprattutto la bella triangolazione nel primo tempo con Simeone, ma le polveri sono umidicce.

SIMEONE 6 In un partita tremendamente difficile per i gialloblù, soprattutto nel primo tempo, si arrabatta in qualche modo. Ha anche una grandissima occasione per rimettere il Verona in corsa, ma sceglie il tiro stile calcetto, piuttosto che aprire il piattone e aggirare Handanovic. Da lì in avanti riesce ad avere altre occasioni, ma non è proprio giornata. Comunque rimane in partita fino alla fine, prendendo, tra l’altro, un sacco di mazzate dai difensori nerazzurri.

ALL. TUDOR 5.5 Sceglie la continuità, mandando in campo la stessa formazione che ha battuto il Genoa. E quindi anche Bessa che risulta essere l’anello più fragile. L’Inter, infatti, con Dimarco entra con un coltello caldo dentro il burro. Non facile cambiare subito, ovviamente, e così prova nella ripresa. Arriva qualche segnale più incoraggiante. Rimane il dubbio se per merito dei suoi o per la rilassatezza della squadra di Inzaghi. In ogni caso, troppo ampio il divario fisico e tecnico.

IL PAGELLONE DI VERONA-GENOA

MONTIPO’ 6.5 Una sola vera parata in 95 minuti di partita, su Portanova che prova a metterla nell’angolo lontano. Gli tocca stare a guardare i compagni che col passare dei minuti spengono l’ambizione e, forse, la presunzione del Genoa, convinto di venire a Verona a vincere facile. O no presidente Zangrillo???

CECCHERINI 7 Impeccabile, per quanto dalle sue parti il Genoa faccia davvero poco. Però ha Portanova davanti, che è indubbiamente un brutto ceffo col quale avere a che fare. Ma lui non si fa intimorire e va per la sua strada, battuta alla grande. Insieme ai due compagni di reparto sbaglia davvero il minimo indispensabile. Grandissimo recupero in occasione di un contropiede potenzialmente del Genoa

GUNTER 7.5 La sua miglior partita stagionale, proprio contro il suo passato. Non lascia un pallone, prima a Destro e poi a Piccoli. Spettacolare nel gioco aereo, le prende tutte lui. E con i piedi, non è una grande novità, è bravissimo a impostare, quando serve anche con il lancio da cinquanta metri. Mezzo voto in più per aver fermato con classe da campione, nei minuti finali, la galoppata di Amiri lanciato indisturbato verso la porta di Montipò.

CASALE 7 Ripeto quanto scritto sopra: una partita impeccabile anche per Nicolò che deve fare poco per chiudere la pratica. Ma quel poco lo fa benissimo, con grande attenzione, grande serietà, come dice spesso il suo allenatore. In riserva nei minuti finali, si abbassa i calzettoni ma non arretra di un centimetro.

FARAONI 6.5 Non è il solito geometra della fascia destra, che prima che sbagli un passaggio deve passare almeno un’ora. Però è sempre fondamentale in quella zona di campo, perché accompagna l’azione come pochi sanno fare, con gambe che arano la fascia. Meno brillante davanti, è in fase difensiva che rimane una sentenza.

SUTALO s.v. (dal 34’ s.t.)

TAMEZE 7.5 A un certo punto ho pensato che stesse facendo il terzino. Ma mi sono sbagliato perché trenta secondi dopo era attaccante aggiunto. E allora non ci ho capito più niente, solo che Adrien è un campione. Un giocatore moderno, tuttocampista, ma che incarna anche i valori di un calcio che forse non c’è più. Una quantità impressionante di giocate, alle quali aggiunge, però, una qualità per niente scontata. Stritolato dai crampi non sa nemmeno lui come riesce a portarla a casa. Commovente. Ho paura che sarà lui il nostro top player da sacrificare sull’altare del bilancio.

ILIC 7 Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di dire che Ivan sia finalmente sbocciato. Sono diverse partite che il serbo dimostra una grande crescita e, indubbiamente, anche una certa ritrovato consapevolezza nei proprio mezzi e nelle proprie qualità, che sono tante. Come sempre protetto dalla “guardia del corpo” Tameze, lascia andare le gambe con estrema scioltezza. Così come i pensieri, leggeri e ispirati.

LAZOVIC 7 Vederlo fraseggiare con Caprari è uno spettacolo per gli occhi. Dispensa calcio e per i difensori del Genoa è praticamente impossibile tenerlo. Non riescono nemmeno con le cattive tanto è veloce l’esterno gialloblù. Prima di uscire per lasciare posto a Depaoli, si prende anche il lusso di salvare il pareggio certo del Genoa.

DEPAOLI 6 (dal 24’ s.t.) Una sgroppata sulla sinistra lo ha fatto improvvisamente somigliare a un certo Garrincha.

BESSA 7.5 Prima dell’inizio della gara, il presidente Setti gli consegna la maglia per celebrare la centesima presenza in gialloblù. Un riconoscimento che gli dà evidentemente la motivazione in più per mettere insieme partita da ricordare. Sicuramente la migliore in serie A, tra le sue migliori in assoluto. E’ suo l’assist al centimetro per Simeone. Ma sono infinite le magie che può con quel piede destro, dribbling, cambi di campo, sombreri. Forse il suo canto del cigno con la maglia gialloblù.

HONGLA 6 (dal 24’ s.t.) Un bel tiro da fuori respinto con qualche problema da Sirigu.

CAPRARI 7 C’è anche lui nel gol che sblocca la partita. Ma lui è dentro ogni azione d’attacco del Verona, con una qualità che aumenta di gara in gara e che, almeno personalmente, non fa che aumentare la delusione per la sua mancata convocazione in Nazionale. Dai suoi piedi non esce mai qualcosa di banale, ma sempre giocate belle da raccontare. Come quel tiro a giro che si stampa sul palo, grazie anche all’impercettibile, ma determinante, deviazione di Sirigu.

FRABOTTA s.v. (dal 44’ s.t.)

SIMEONE 6.5 E sono sedici. Colpisce il Genoa a freddo, quando la partita sta cominciando a scaldarsi. E come spesso gli è capitato in questa stagione, oltre al gol c’è molto di più. Grande voglia, enorme determinazione e l’istinto di andare sempre e comunque su ogni pallone, anche il meno raggiungibile.

ALL. TUDOR 7.5 Riesce a motivare ancora la sua squadra, nonostante sia salva da febbraio, e forse anche prima. Costretto a rinunciare a Barak, butta in mischia Bessa ed evidentemente ci aveva visto lungo visto la prestazione dell’italo-brasiliano. E’ diventato una garanzia con grande personalità e idee di gioco. Ora ha il lusso di pianificare il futuro con grande anticipo. Serve convergenza con Setti e D’Amico. Ammesso che il diesse non ceda alle lusinghe dell’Atalanta.

IL PAGELLONE DI EMPOLI-VERONA

MONTIPO’ 6 Una partita quasi da sonnifero per lui, e questo la dice lunga sulla qualità offensiva dell’Empoli che, gol a parte, fa veramente poco. In occasione del vantaggio dei padroni di casa non può davvero nulla. Nei restanti minuti di gara è veramente quasi uno spettatore aggiunto.

COPPOLA 6 Sbaglia una cosa, che si rivela decisiva, ahi lui. In occasione del gol perde il contatto fisico con Di Francesco, che chiude una bella azione dell’Empoli. Ma, errore a parte, gioca una buona partita, con grande personalità, senza mai farsi prendere dall’ansia. E’ un ragazzino, non dimentichiamolo. Se non lo stronchiamo senza senso può fare una carriera importante. Esce zoppicando per un colpo alla caviglia destra.

CANCELLIERI 8 (dal 60’) Entra e subito imbecca Caprari in area per il rigore del potenziale pareggio, che Simeone sciupa due volte. Sulla ripetizione del penalty, è sfortunato nel non inquadrare la porta colpendo di testa. Ma la meraviglia è dietro l’angolo. Partendo da destra, si accentra e si inventa il tiro a giro della domenica. Cambia la partita, la stravolge. Non so perché finora abbia giocato così poco. Non penso che Tudor si auto saboti. Ecco, forse da qui in avanti Cancellieri può diventare unico padrone del suo finale di campionato. Dipende tutto da lui.

GUNTER 6 Ha l’onore di indossare la fascia di capitano e la onora senza strafare. Anche perché, a parte qualche bel duello con Pinamonti, soprattutto nel primo tempo, controlla senza grandi fatiche. In generale la difesa regge senza crepe, l’unica sbavatura, il gol, è la disattenzione del giovane Coppola.

CASALE 6 Soffre qualche duello fisico con Pinamonti, che fisicamente è un bel toro. Si becca anche un giallo che potrebbe condizionarlo non poco, visto che arriva nel primo tempo. Ma non di deconcentra e continua la sua partita, ordinata e diligente.

SUTALO 6 Ha il tutt’altro che semplice compito di rimpiazzare lo squalificato Faraoni e, con le sue qualità che sono diverse da quelle del vice capitano, riesce a centrare l’obiettivo. Ha gamba per fare la fascia. Ecco, magari i piedi sono meno delicati rispetto a quelli di Faraoni. Dopo l’infortunio di Terraciano torna nei tre di difesa e il copione della sua partita non cambia.

BESSA 6 Nel primo tempo è il può propositivo dei gialloblù, se non altro nei due tentativi di calciare verso la porta, che non danno, però, risultati degni di nota. Si integra bene con Hongla e la cosa era tutt’altro che scontata. Le geometrie ci sono, ma non è una gran novità. Tantissimi palloni passano tra i suoi piedi e quasi tutti rimangono in dote gialloblù.

TERRACIANO s.v. (dall’84’)

HONGLA 6+ Tanti di noi lo aspettavano al varco e lui si è fatto trovare pronto. Per carità, ha il passo molto rilassato, la sensazione è che qualche volta rallenti un po’ troppo il gioco del Verona. Però è efficace e perde davvero pochissimi palloni. Tenta anche la conclusione verso la porta, con poca fortuna. Deve fare molto di più per giocarsi una maglia da titolare, ma questa deve essere una botta di autostima per il proseguo del suo campionato.

TAMEZE 6+ Fuori ruolo (ma viene domandarsi se ci siano ruoli che non possa ricoprire) è costretto a cambiare il suo modo di giocare, ma quando può, palla al piede, parte. Non sempre arriva dove vuole, ma crea movimento nella difesa toscana. Il primo tempo, in generale, non è un Verona esaltante, ma nella ripresa anche lui alza il ritmo, soprattutto dopo l’ingresso in campo di Cancellieri.

BARAK 5.5 Ribadisco quanto detto già nelle ultime settimane: sono convinto che fisicamente non sia lo stesso di un paio di mesi fa. E’ visibile la cosa perché non ha lo stesso dominio nel controllo dei seppur tanti palloni che gioca. Soffre e stringe i denti, ma fatica. Le alternative non ci sono e così stringe i denti fino alla fine. Se il Verona non trova quella che sarebbe stata una vittoria più che meritata è solo perché il suo colpo di testa, nei minuti finale, esce di uno o due centimetri, non di più.

CAPRARI 6 Primo tempo così così, con qualche giocata di qualità, ma anche diversi passaggi a vuoto. Meglio la ripresa, perché cresce tutta la squadra e lui è tra quelli che prova a trascinarla. Nel momento di maggior pressione del Verona, è dentro ogni azione dei gialloblù. Peccato non abbia calciato lui il rigore. Ma a cose fatte è troppo facile dirlo, me ne rendo conto.

SIMEONE 5 Una cosa che penso si sia vista raramente: un calcio di rigore sbagliato non una ma due volte. Un doppio errore pesantissimo che, fortunatamente, non pesa sul risultato finale. Al di là dell’errore, poco lucido e poco reattivo nel cercare pane per i suoi denti, soprattutto in area di rigore. I compagni lo sostengono pochino, ma in altre situazione non ne aveva avuto così bisogno. Nervoso dopo il doppio errore, si becca anche il cartellino giallo.

ALL. TUDOR 6.5 Alla fine il suo Verona questa partita avrebbe meritato di vincerla. Perché se il primo tempo è sottotono, le cose migliorano già nei primi minuti della ripresa, quando i suoi dimostrano più voglia di rimettersi in corsa. Tutto cambia quando entra Cancellieri, che stravolge le cose e trascina la squadra a un pareggio, tutto sommato, stretto. Tutti si domandano ora perché il giovane talento sia entrato solo a partita in corsa e, ampliando, perché abbia avuto così poche occasioni di farsi vedere. La risposta la sa il tecnico croato, che non credo sia così tafaziano da prendersi da solo a martellate gli zebedei. Ora le cose possono cambiare. Ma molto, per me, dipende da Cancellieri.