IL PAGELLONE DI CAGLIARI-VERONA

MONTIPO’ 6 Mi rimane qualche dubbio sulla punizione gol di Joao Pedro. E’ vero, l’italo brasiliano la calcia bene e va a metterla proprio nel sette. Però il portiere gialloblù mi è sembrato un po’ sorpreso, considerando che doveva proteggerlo quel palo. Per il resto è pressoché spettatore, come contro la Samp.

TAMEZE 7 Un gigante. Tudor lo mette nei tre di difesa e lui cosa fa? Una partita mostruosa. Dalle sue parti, state tranquilli, non si passa, non c’è verso. Ferma tutto quello che gli capiti a tiro, palloni e avversari. Tutto qui? Ha pensato solo a difendere? Macché. Quando ha potuto si è buttato anche nella mischia offensiva. Spettacolare.

CASALE 6.5 Si prende cura di Joao Pedro, non letteralmente parlando. L’attaccante del Cagliari è indubbiamente il pericolo numero uno, per qualità tecnica. Gli concede davvero poco e, infatti, l’attaccante di Mazzarri riesce a trovare il gol solo su calcio piazzato. Ma conferma ancora una volta di stare bene e di sentirsi a suo agio in questo campionato che lo ha consacrato nel football che conta.

CECCHERINI 6.5 Sono un fan di Federico, lo dico apertamente. Perché è il classico esempio di chi, facendosi un mazzo quadrato, ce la fa. Lui ce la sta facendo, confermando una crescita importante, iniziata già lo scorso anno. Anche a Cagliari sbaglia praticamente nulla, sempre attento e concentrato e mai esposto a cali di concentrazione.

SUTALO 6 (dal 73’) Aiuta a tenere compatta la difesa.

FARAONI 6 Una partita senza spingere tanto in avanti, benché sia il Verona a dettare l’andatura. E nonostante non schiacci l’acceleratore fino in fondo, si costruisce una grande occasione da gol che Cragno neutralizza invocando tutti i santi del paradiso. Dietro rimane una colonna, anche se qualche pallone lo gestisce un po’ troppo frettolosamente.

HONGLA 6.5 Non facile sostituire Tameze in quella zona del campo. Il confronto è impari, ma lui ce la mette tutta e, tutto sommato, ci riesce. Abbastanza ispirato, prova anche a cercare gloria in attacco. Un’occasione golosissima viene disinnescata da Cragno nel primo tempo. Poco dopo un altro tiro al volo che non esce di molto. Esce boccheggiando.

GUNTER 6 (dal 64’) Anche lui come Sutalo, tiene la barra dritta senza divagazioni sul tema.

ILIC 6 Perde, evidentemente, qualche certezza senza Tameze al suo fianco. Ecco perché bada più al compitino che ad altro. Non soffre il centrocampo del Cagliari, che fatica terribilmente a mettere ordine nel suo gioco e lui gestisce senza quasi sudare la maglia (nonostante il caldo simil estivo).

VELOSO 6 (dal 64’) Bentornato capitano.

DEPAOLI 6+ Quel ruolo lì è la chiave del gioco del Verona. Se poi devi sostituire uno dei più difficili da sostituire, ossia Lazovic, le cose si complicano ulteriormente. Ma l’esterno gialloblù non si spaventa e la porta a casa. Non solo facendo il compitino, ma dando il suo contributo dalla metà campo in su. Gli è mancata un po’ di qualità nell’ultimo passaggio.

BARAK 6.5 L’impatto sul match è pesantissimo. Ci mette tutta la sua forza fisica per andare a prendere i difensori del Cagliari, per spegnere dal basso le idee (annacquate) dei sardi. Le gambe sembrano girare come nei momenti migliori e ne dà prova in occasione del gol quando accompagna l’azione di un indemoniato Simeone che la mette in mezzo per il più facile dei vantaggi. E siamo a 11 gol in questo campionato.

LASAGNA 6.5 (dal 64’) Entra nelle migliori condizioni per il suo gioco: ampi spazi per poter galoppare liberamente. Ci riesce bene. Bravo anche a prendersi qualche fallo che fa respirare la squadra.

CAPRARI 6.5 Come contro la Sampdoria, non particolarmente brillante, sebbene dimostri di avere in canna qualche invenzione. Che, prontamente, arriva sul finale del primo tempo quando fulmina la difesa del Cagliari per lo 0-2. E’ uno di quelli ai quali non si può mai rinunciare. Con questo i gol in campionato diventano dodici. Un bottino che lo fa diventare secondo miglior marcatore dietro Simeone.

RETSOS s.v. (dall’83’)

SIMEONE 6.5 Non è una partita normale per lui, tutt’altro. I tifosi del Cagliari fino allo scorso anno lo fischiavano quando le cose andavano male. E così ci ha messo qualcosa in più. C’è lui nel gol del vantaggio gialloblù. C’è lui con la sua ostinazione su quel pallone che sembrava perso ma che invece è diventata l’undicesima rete stagionale di Barak. Si danna su tutti i palloni, anche i più irraggiungibili. Lovato esce con la testa che gira, non solo per il brutto colpo rimediato, ma anche per la bambola rimediata dall’argentino.

ALL. TUDOR 7.5 (In panchina Bocchetti) Sorprende tutti con una formazione diversa, più negli interpreti che nel modulo. E ha ragione lui, perché chi si è visto finora poco, risponde presente, da Hongla a Depaoli. Ma ancora una volta il suo più grande merito è di aver costretto i suoi ragazzi a crederci ancora, anche se, magari, da inseguire ci sia poco (l’Europa rimane lontana). Non ci era riuscito il suo amico Juric. In questo Igor ha già abbondantemente vinto.

IL PAGELLONE DI VERONA-SAMPDORIA

MONTIPO’ 6 Rispetto al suo collega sampdoriano, è più lui a dover fare qualche parata, ma tutte a livello estremamente scolastico. Para il rigore a Caputo, ma è poco fortunato perché la respinta finisce proprio sui piedi dell’attaccante blucerchiato che non può sbagliare.

CECCHERINI 6 Nella pochezza dell’attacco doriano, si arrangia col minimo indispensabile, senza dover fare chissà cosa. Si limita a controllare senza lasciarsi andare a tanti fronzoli

GUNTER 5.5 Rovina un primo tempo perfetto proprio nei minuti finali, con un fallo tanto ingenuo quanto evitabile. Si fa prendere leggermente d’anticipo da Caputo, che si becca un pestone per il quale il rigore è sacrosanto. Peccato, perché era stato, fin lì, uno dei migliori in campo. Tudor lo lascia negli spogliatoi durante l’intervallo.

SUTALO 6 (dal 1’ s.t.) Partita attenta, condita dalla solita forza fisica.

CASALE 6.5 In assoluto il migliore della difesa. Per carità, la Samp non è che faccia soffrire, ma quelle poche volte che ci prova, trova sempre Casale sulla sua strada. Bene come “braccetto” di destra, ancora meglio quando prende il posto di Gunter al centro della difesa.

FARAONI 6 Nel primo tempo è uno dei più attivi del Verona, in palla e bravo ad accompagnare l’azione offensiva. Proprio nel momento di maggior pressing sulla Samp, sbaglia una grandissima occasione, solo davanti ad Audero. Nella ripresa un duro fallo di Vieira lo azzoppa e lo costringe al cambio. Ma sembrava comunque in calo.

DEPAOLI 6 (dal 16’ s.t.) Rispetta le consegne senza infamia e senza lode.

TAMEZE 6+ Anche quando gioca male, gioca bene. Nel senso che, pur andando sotto i suoi standard, che sono paurosi, rimane uno dei più svegli in campo. Cerca anche il gol da fuori. Per carità, ci siamo fatti la bocca buona con lui e le aspettative sono sempre altissime. Ma la verità è che difficilmente sbaglia partita. E’ più probabile che io vinca il superenalotto. Ho però una sensazione amara: me lo godo finché c’è, perché temo che sarà il primo ad andare via.

ILIC 5.5 Un po’ impreciso, sbaglia tanti palloni rispetto alle ultime. Cerca troppe volte il lancio lungo e spesso gli va male. Fisicamente mi piace perché combatte come un leone. Ma sembra più concentrato a distruggere gli avversari che creare gioco per il Verona. Un piccolissimo passo indietro rispetto al capolavoro di Bergamo.

BESSA s.v. (dal 47’ s.t.)

LAZOVIC 6.5 Una prima parte di gara eccezionale, una delle migliori della sua stagione. Non c’è verso che i sampdoriano possano fermarlo e infatti non trova alcuna opposizione. Fa piovere in area blucerchiata un’infinità di palloni, che trovano poca fortuna. Nella ripresa subisce il calo generale e quando il Verona perde la spinta propulsiva, si rimbocca le maniche e aiuta dietro, sebbene la Samp si davvero poca cosa.

CAPRARI 6.5 Tantissimi palloni toccato e la voglia di dire alla sua ex squadra “di me non avete capito nulla”. La voglia di rivincita lo porta a un eccesso di frenesia che lo rende un po’ impreciso nei passaggi finali. Però rimane concentrato, sul pezzo, e si crea da solo, con testardaggine esemplare, il gol del pareggio che dedica, guardando verso il cielo, al nonno scomparso in settimana. Ed è l’undicesimo in campionato.

VELOSO s.v. (dal 47’ s.t.)

BARAK 6- Sprazzi di vero Barak, dopo settimane di calo, dovuto prima alla schiena dolorante e poi all’influenza intestinale. Fisicamente si fa sentire nel classico ruolo di raccordo tra centrocampo e attacco. Bello da vedere, sì, ma non efficace in maniera continua, anzi. Cala un po’ nella ripresa, così come tanti compagni. Lascia il posto a Lasagna.

LASAGNA 6 (dal 16’ s.t.) Più che altro fa sportellato, cerca di far salire la squadra cercandosi qualche fallo

SIMEONE 5 Dura un tempo e non molto di più. E in quel tempo non è che lasci grandi tracce di sé. Appare più stanco del solito e quando le gambe non lo sostengono per lui diventa tutto più difficile perché è costretto a rinunciare al ruolo di rompiscatole, quello che va inesorabilmente su ogni pallone che giochi la difesa avversario. Senza benzina.

ALL. TUDOR 6 Un Verona bello che non balla nel primo tempo. Inspiegabilmente addormentato nella ripresa, davanti a una Sampdoria che rinuncia a giocare, si mette l’elmetto e quasi rischia il colpo grosso. I gialloblù hanno giocato bene per una mezz’ora, ma forse specchiandosi un po’ troppo di fronte a un avversario che poteva essere spazzato via senza grande affanno. Il pareggio, ci sta, comunque.

IL PAGELLONE DI ATALANTA-VERONA

MONTIPO’ 7.5 Tra tanti interventi di routine, due parate spettacolari spalmate nei novanta minuti più recupero. Di istinto puro su Malinovskyi, di qualità tecnica eccellente su Palomino, in un momento delicatissimo della partita, con i padroni di casa in pressing forsennato per rimettere la partita in linea di galleggiamento. Impossibile fare qualcosa sul gol di Scalvini. Un finale di campionato in continuo crescendo.

CECCHERINI 7 I giocatori come il Cecca, negli Stati Uniti, li chiamano “underdog”, i sottovalutati. Perché molti (dite la verità) si aspettano sempre poco da uno come lui, che ormai ci ha fatto il callo. Ma se faccio mente locale, sono poche le partite sbagliate quest’anno dal difensore toscano. Aggiungiamoci anche il gol dello 0-2 e abbiamo fatto bingo. Bravissimo, grinta, cuore e tanta voglia di lasciare tutto sul campo.

VELOSO 6 (dal 71’) Esperienza nei momenti delicati.

GUNTER 5 La sua partita dura appena mezz’ora. Si becca infatti un giallo già nei primi minuti, per un fallo su Zapata. Gli va di lusso intorno al trentesimo quando, ancora una volta, entra duro sul colombiano e Piccinini fa finta di non vedere. Tudor, immaginando il rosso imminente, in maniera molto lucida, lo richiama in panchina.

SUTALO 6.5 (dal 30’) Partita quadrata, senza sbavature. Non è uno certamente appariscente, ma il suo lo fa con attenzione. Un paio di chiusure da applausi. Una partita non come le altre, tra l’altro, per lui, visto che il suo cartellino è proprio dell’Atalanta.

CASALE 7 Condizionato da un cartellino giallo preso già nel primo tempo, poteva risentirne per il resto della partita. E invece è bravo, bravissimo a tenere a bada la foga e a ragionare su ogni giocata. Controlla meglio lui Zapata rispetto allo spaesato Gunter e prende in mano con piglio la difesa gialloblù. Tornato a livelli alti, dopo qualche prestazione così così.

FARAONI 6.5 Devo essere sincero, nei primi minuti mi interrogavo sul suo stato fisico. Lento e impacciato, sembrava arrivare sempre un paio di secondo dopo sul pallone. E, soprattutto, mancava nelle chiusure difensive. Rotto il fiato, però, è tornato a fuoco, diventando pericoloso in particolar modo in avanti. Una sua incursione da destra finisce col pallone che si stampa sul palo, a Musso battuto.

TAMEZE 7.5 Al via non sembra essere la sua giornata migliore. Corre un po’ a vuoto e fatica a trovare il passo giusto. Ma era, appunto, solo un’impressione, perché passano i minuti e torna a giganteggiare come sempre. Il feeling con Ilic cresce di partita in partita. I due si cercano con insistenza ed è proprio da una loro triangolazione che nasce l’auto gollonzo di Koopmeiners. E’ ovunque, manco fosse una divinità. Per cause di forza maggiore, finisce gli ultimi minuti nei tre di difesa. Non mi meraviglierei di vederlo in porta, in futuro.

ILIC 7.5 Al contrario del compagno di reparto, lui è subito dentro il match. Lui più di tutti i compagni. Col Verona che nei primi minuti soffre, Ivan alza il muro e aiuta i compagni in fase difensiva con chiusure da terzino navigato. Quando i gialloblù alzano ritmo e baricentro, fa viaggiare il pallone con le palle sul tavolo verde del biliardo. Si sta sempre più consacrando, dopo una prima parte di stagione un po’ in chiaro scuro. Con Tameze sta diventando una delle coppie più belle del campionato italiano.

LAZOVIC 6 Nessuna particolare scintilla. Il compitino lo porta a casa senza patemi d’animo. Ogni tanto prova la giocata e la fuga sul fondo. Le fortune sono alterne. Sul suo destro un pallone facile facile, da mettere dentro per il più scontato dei gol. Ma non la pensa così Musso, che si supera. Peccato, avrebbe risparmiato un sacco di sofferenza nei minuti finali.

DEPAOLI s.v. (dal 77’)

BARAK 6 Partiamo dalla prima bella notizia: è tornato in campo. Continuiamo con la seconda buona notizia: ci è rimasto per 97 minuti. Non resterà negli annali del calcio italiano la sua prestazione, questo sia chiaro. Ma quello che ha fatto lo ha fatto bene e, soprattutto, nei momenti caldi della partita. Una gara di grande sostanza, di peso. Per la brillantezza, i lavori sono in corso.

CAPRARI 6.5 Dopo un inizio un po’ in apnea, come del resto tutta la squadra, comincia a macinare gioco e spunti di classe. Gli atalantini, annebbiati delle scorie di coppa, faticano a tenerlo. Sfortunato su una bella punizione col pallone che non scende abbastanza, ma si limita a scheggiare la traversa. C’è anche lui nell’azione che porta al gol del vantaggio.

HONGLA s.v. (dal 77’)

SIMEONE 6.5 Averne di attaccanti che nonostante non trovino il gol, mettano insieme una partita come la sua. A capofitto su ogni pallone che gli capiti a tiro e non solo, sgomita con la solita garra contro la difesa bergamasca e si crea anche un paio di occasioni veramente interessanti. Prende pacche a destra e sinistra, si piega e mai si spezza.

LASAGNA 6 (dal 77’) Che creda o meno alla malasorte, questo ragazzo è decisamente sfortunato. Appena entrato in campo, lascia partire un sinistro stupendo che batte Musso ma non il palo che lo protegge.

ALL. TUDOR 7.5 Perfetto alla mezz’ora del primo tempo quando toglie Gunter, già ammonito e prossimo al rosso. Quella lucidità gli permette di cambiare la partita. Il Verona prende coraggio e va prendersi il vantaggio con voglia e determinazione, facendo segnare il gol dello 0-1 a un difensore. Per lunghi tratti i suoi padroneggiano e sembrano poter disporre a proprio piacimento dell’Atalanta. Qualche piccola leziosità di troppo, ma ci può stare. Il suo capolavoro è tenere alta la concentrazione di tutta la truppa, che ha ancora voglia di far parlare di sé.

IL PAGELLONE DI INTER-VERONA

MONTIPO’ 8 Mette in fila una parata più bella dell’altra: su Perisic, Correa, Dzeko e, nel secondo tempo, su D’Ambrosio, aiutato anche dal palo. Questo ragazzo, spesso travolto da critiche ingiuste preconcetti è diventato una sicurezza. Più di così, onestamente, non poteva fare. Per i miracoli ci si sta attrezzando.

CECCHERINI 6.5 In assoluto il migliore della difesa gialloblù. Attento e concentrato, ha quasi sempre la meglio su Correa, che ha enormi qualità tecniche. Gioca bene in anticipo con palla a terra e anche quando i palloni sono alti si fa trovare pronto. Nella ripresa si trova tra i piedi anche l’occasionissima per riaprire la partita, ma si trova la palla sul sinistro…

SUTALO s.v. (dall’81’)

GUNTER 5 Lo scontro con Dzeko è impegnativo, forse il più probante di tutto il suo campionato. E non solo da un punto di vista fisico, perché anche tecnicamente l’attaccante dell’Inter è un fenomeno. I duelli aerei sono, tutto sommato, pari, ma è il resto che manca. Inoltre, si perde completamente il giocatore bosniaco che, a un metro da Montipò, segna il 2-0.

CASALE 5 In difficoltà come poche altre volte in questa stagione. Ricordo solo il primo tempo di Venezia. Tatticamente capisce poco cosa deve fare su Barella che, nel primo tempo, è uno dei migliori dell’Inter. Non riesce a tenerlo e lo perde sull’1-0. Di certo non gli manca in fisico, ma anche da quel punto di vista va in debito d’ossigeno.

FARAONI 5 Anche il capitano, questa volta, marca visita. Bessa non riesce ad aiutarlo e così si vede arrivare addosso spesso Dimarco. Fatica più del previsto a reggere l’onda d’urto e questo lo blocca, togliendogli ogni idea di attaccare l’avversario. Anche fisicamente le gambe non sembrano assisterlo come al solito.

DEPAOLI 6 (dal 61’) Entra bene, quando il Verona dimostra più coraggio.

TAMEZE 5.5Lui rimane un fenomeno, la premessa è d’obbligo. Ma quando davanti hai Brozovic, Calhanoglu e Barella le cose rischiano di complicarsi. Quando l’Inter inizia a spingere e a mettere il Verona “lì”, diventa difensore aggiunto, riuscendo anche a sbrogliare qualche situazione complicata. Poco lucido in fase di costruzione di gioco, ma bisogna sempre ricordarsi chi si ha davanti.

ILIC 5.5 Primo tempo da dimenticare, ripresa migliore, anche perché l’Inter decide di riprendere fiato e lascia giocare il Verona. Gestisce i palloni con più tranquillità e capacità di ragionare. Per carità, nulla per cui valga la pena strapparsi i capelli, ma se non altro prova a tenere testa ai colleghi avversari che sono di un livello spaziale, soprattutto Brozovic. Peccato per quella bella occasione in area di rigore che avrebbe potuto riaprire la partita. E’ stato sfortunato.

LAZOVIC 5.5 Come tanti suoi compagni, primo tempo di enorme difficoltà, ripresa leggermente migliore. Quando attaccato, Dumfries ha qualche problema e così ci prova, il serbo, ad attaccare spazio e profondità. Riesce in un paio di occasioni ad arrivare sul fondo, ma i suoi assist hanno avuto poca fortuna.

CANCELLIERI s.v. (dall’81’)

BESSA 4.5 Trovarsi di fronte Dimarco gli ha da subito mandato all’aria tutti i piani. Costretto a giocare più che altro nella metà campo gialloblù, evidenzia ciò che era già ovvio e palese, cioè che non sia un difensore. Di attaccare l’area avversaria non se ne parla proprio. Dalla sua parte vengono giù a valanga ed è anche lui a incentivare l’Inter sbagliano il passaggio a centrocampo che porterà al vantaggio nerazzurro.

LASAGNA 6 (dal 61’) Meglio di Bessa, ha qualità che gli permettono di sfruttare il campo che si trova davanti. Se non altro ci prova.

CAPRARI 5.5 Poco preciso, subisce tantissimo la fisicità dei giganti nerazzurri. Sicuramente non viene trattato coi guanti e di scarpate ne prende a bizzeffe. L’arbitro non sempre vede e lui un po’ si innervosisce. Qualche spunto rimane, soprattutto la bella triangolazione nel primo tempo con Simeone, ma le polveri sono umidicce.

SIMEONE 6 In un partita tremendamente difficile per i gialloblù, soprattutto nel primo tempo, si arrabatta in qualche modo. Ha anche una grandissima occasione per rimettere il Verona in corsa, ma sceglie il tiro stile calcetto, piuttosto che aprire il piattone e aggirare Handanovic. Da lì in avanti riesce ad avere altre occasioni, ma non è proprio giornata. Comunque rimane in partita fino alla fine, prendendo, tra l’altro, un sacco di mazzate dai difensori nerazzurri.

ALL. TUDOR 5.5 Sceglie la continuità, mandando in campo la stessa formazione che ha battuto il Genoa. E quindi anche Bessa che risulta essere l’anello più fragile. L’Inter, infatti, con Dimarco entra con un coltello caldo dentro il burro. Non facile cambiare subito, ovviamente, e così prova nella ripresa. Arriva qualche segnale più incoraggiante. Rimane il dubbio se per merito dei suoi o per la rilassatezza della squadra di Inzaghi. In ogni caso, troppo ampio il divario fisico e tecnico.

IL PAGELLONE DI VERONA-GENOA

MONTIPO’ 6.5 Una sola vera parata in 95 minuti di partita, su Portanova che prova a metterla nell’angolo lontano. Gli tocca stare a guardare i compagni che col passare dei minuti spengono l’ambizione e, forse, la presunzione del Genoa, convinto di venire a Verona a vincere facile. O no presidente Zangrillo???

CECCHERINI 7 Impeccabile, per quanto dalle sue parti il Genoa faccia davvero poco. Però ha Portanova davanti, che è indubbiamente un brutto ceffo col quale avere a che fare. Ma lui non si fa intimorire e va per la sua strada, battuta alla grande. Insieme ai due compagni di reparto sbaglia davvero il minimo indispensabile. Grandissimo recupero in occasione di un contropiede potenzialmente del Genoa

GUNTER 7.5 La sua miglior partita stagionale, proprio contro il suo passato. Non lascia un pallone, prima a Destro e poi a Piccoli. Spettacolare nel gioco aereo, le prende tutte lui. E con i piedi, non è una grande novità, è bravissimo a impostare, quando serve anche con il lancio da cinquanta metri. Mezzo voto in più per aver fermato con classe da campione, nei minuti finali, la galoppata di Amiri lanciato indisturbato verso la porta di Montipò.

CASALE 7 Ripeto quanto scritto sopra: una partita impeccabile anche per Nicolò che deve fare poco per chiudere la pratica. Ma quel poco lo fa benissimo, con grande attenzione, grande serietà, come dice spesso il suo allenatore. In riserva nei minuti finali, si abbassa i calzettoni ma non arretra di un centimetro.

FARAONI 6.5 Non è il solito geometra della fascia destra, che prima che sbagli un passaggio deve passare almeno un’ora. Però è sempre fondamentale in quella zona di campo, perché accompagna l’azione come pochi sanno fare, con gambe che arano la fascia. Meno brillante davanti, è in fase difensiva che rimane una sentenza.

SUTALO s.v. (dal 34’ s.t.)

TAMEZE 7.5 A un certo punto ho pensato che stesse facendo il terzino. Ma mi sono sbagliato perché trenta secondi dopo era attaccante aggiunto. E allora non ci ho capito più niente, solo che Adrien è un campione. Un giocatore moderno, tuttocampista, ma che incarna anche i valori di un calcio che forse non c’è più. Una quantità impressionante di giocate, alle quali aggiunge, però, una qualità per niente scontata. Stritolato dai crampi non sa nemmeno lui come riesce a portarla a casa. Commovente. Ho paura che sarà lui il nostro top player da sacrificare sull’altare del bilancio.

ILIC 7 Se tre indizi fanno una prova, allora è il caso di dire che Ivan sia finalmente sbocciato. Sono diverse partite che il serbo dimostra una grande crescita e, indubbiamente, anche una certa ritrovato consapevolezza nei proprio mezzi e nelle proprie qualità, che sono tante. Come sempre protetto dalla “guardia del corpo” Tameze, lascia andare le gambe con estrema scioltezza. Così come i pensieri, leggeri e ispirati.

LAZOVIC 7 Vederlo fraseggiare con Caprari è uno spettacolo per gli occhi. Dispensa calcio e per i difensori del Genoa è praticamente impossibile tenerlo. Non riescono nemmeno con le cattive tanto è veloce l’esterno gialloblù. Prima di uscire per lasciare posto a Depaoli, si prende anche il lusso di salvare il pareggio certo del Genoa.

DEPAOLI 6 (dal 24’ s.t.) Una sgroppata sulla sinistra lo ha fatto improvvisamente somigliare a un certo Garrincha.

BESSA 7.5 Prima dell’inizio della gara, il presidente Setti gli consegna la maglia per celebrare la centesima presenza in gialloblù. Un riconoscimento che gli dà evidentemente la motivazione in più per mettere insieme partita da ricordare. Sicuramente la migliore in serie A, tra le sue migliori in assoluto. E’ suo l’assist al centimetro per Simeone. Ma sono infinite le magie che può con quel piede destro, dribbling, cambi di campo, sombreri. Forse il suo canto del cigno con la maglia gialloblù.

HONGLA 6 (dal 24’ s.t.) Un bel tiro da fuori respinto con qualche problema da Sirigu.

CAPRARI 7 C’è anche lui nel gol che sblocca la partita. Ma lui è dentro ogni azione d’attacco del Verona, con una qualità che aumenta di gara in gara e che, almeno personalmente, non fa che aumentare la delusione per la sua mancata convocazione in Nazionale. Dai suoi piedi non esce mai qualcosa di banale, ma sempre giocate belle da raccontare. Come quel tiro a giro che si stampa sul palo, grazie anche all’impercettibile, ma determinante, deviazione di Sirigu.

FRABOTTA s.v. (dal 44’ s.t.)

SIMEONE 6.5 E sono sedici. Colpisce il Genoa a freddo, quando la partita sta cominciando a scaldarsi. E come spesso gli è capitato in questa stagione, oltre al gol c’è molto di più. Grande voglia, enorme determinazione e l’istinto di andare sempre e comunque su ogni pallone, anche il meno raggiungibile.

ALL. TUDOR 7.5 Riesce a motivare ancora la sua squadra, nonostante sia salva da febbraio, e forse anche prima. Costretto a rinunciare a Barak, butta in mischia Bessa ed evidentemente ci aveva visto lungo visto la prestazione dell’italo-brasiliano. E’ diventato una garanzia con grande personalità e idee di gioco. Ora ha il lusso di pianificare il futuro con grande anticipo. Serve convergenza con Setti e D’Amico. Ammesso che il diesse non ceda alle lusinghe dell’Atalanta.

IL PAGELLONE DI EMPOLI-VERONA

MONTIPO’ 6 Una partita quasi da sonnifero per lui, e questo la dice lunga sulla qualità offensiva dell’Empoli che, gol a parte, fa veramente poco. In occasione del vantaggio dei padroni di casa non può davvero nulla. Nei restanti minuti di gara è veramente quasi uno spettatore aggiunto.

COPPOLA 6 Sbaglia una cosa, che si rivela decisiva, ahi lui. In occasione del gol perde il contatto fisico con Di Francesco, che chiude una bella azione dell’Empoli. Ma, errore a parte, gioca una buona partita, con grande personalità, senza mai farsi prendere dall’ansia. E’ un ragazzino, non dimentichiamolo. Se non lo stronchiamo senza senso può fare una carriera importante. Esce zoppicando per un colpo alla caviglia destra.

CANCELLIERI 8 (dal 60’) Entra e subito imbecca Caprari in area per il rigore del potenziale pareggio, che Simeone sciupa due volte. Sulla ripetizione del penalty, è sfortunato nel non inquadrare la porta colpendo di testa. Ma la meraviglia è dietro l’angolo. Partendo da destra, si accentra e si inventa il tiro a giro della domenica. Cambia la partita, la stravolge. Non so perché finora abbia giocato così poco. Non penso che Tudor si auto saboti. Ecco, forse da qui in avanti Cancellieri può diventare unico padrone del suo finale di campionato. Dipende tutto da lui.

GUNTER 6 Ha l’onore di indossare la fascia di capitano e la onora senza strafare. Anche perché, a parte qualche bel duello con Pinamonti, soprattutto nel primo tempo, controlla senza grandi fatiche. In generale la difesa regge senza crepe, l’unica sbavatura, il gol, è la disattenzione del giovane Coppola.

CASALE 6 Soffre qualche duello fisico con Pinamonti, che fisicamente è un bel toro. Si becca anche un giallo che potrebbe condizionarlo non poco, visto che arriva nel primo tempo. Ma non di deconcentra e continua la sua partita, ordinata e diligente.

SUTALO 6 Ha il tutt’altro che semplice compito di rimpiazzare lo squalificato Faraoni e, con le sue qualità che sono diverse da quelle del vice capitano, riesce a centrare l’obiettivo. Ha gamba per fare la fascia. Ecco, magari i piedi sono meno delicati rispetto a quelli di Faraoni. Dopo l’infortunio di Terraciano torna nei tre di difesa e il copione della sua partita non cambia.

BESSA 6 Nel primo tempo è il può propositivo dei gialloblù, se non altro nei due tentativi di calciare verso la porta, che non danno, però, risultati degni di nota. Si integra bene con Hongla e la cosa era tutt’altro che scontata. Le geometrie ci sono, ma non è una gran novità. Tantissimi palloni passano tra i suoi piedi e quasi tutti rimangono in dote gialloblù.

TERRACIANO s.v. (dall’84’)

HONGLA 6+ Tanti di noi lo aspettavano al varco e lui si è fatto trovare pronto. Per carità, ha il passo molto rilassato, la sensazione è che qualche volta rallenti un po’ troppo il gioco del Verona. Però è efficace e perde davvero pochissimi palloni. Tenta anche la conclusione verso la porta, con poca fortuna. Deve fare molto di più per giocarsi una maglia da titolare, ma questa deve essere una botta di autostima per il proseguo del suo campionato.

TAMEZE 6+ Fuori ruolo (ma viene domandarsi se ci siano ruoli che non possa ricoprire) è costretto a cambiare il suo modo di giocare, ma quando può, palla al piede, parte. Non sempre arriva dove vuole, ma crea movimento nella difesa toscana. Il primo tempo, in generale, non è un Verona esaltante, ma nella ripresa anche lui alza il ritmo, soprattutto dopo l’ingresso in campo di Cancellieri.

BARAK 5.5 Ribadisco quanto detto già nelle ultime settimane: sono convinto che fisicamente non sia lo stesso di un paio di mesi fa. E’ visibile la cosa perché non ha lo stesso dominio nel controllo dei seppur tanti palloni che gioca. Soffre e stringe i denti, ma fatica. Le alternative non ci sono e così stringe i denti fino alla fine. Se il Verona non trova quella che sarebbe stata una vittoria più che meritata è solo perché il suo colpo di testa, nei minuti finale, esce di uno o due centimetri, non di più.

CAPRARI 6 Primo tempo così così, con qualche giocata di qualità, ma anche diversi passaggi a vuoto. Meglio la ripresa, perché cresce tutta la squadra e lui è tra quelli che prova a trascinarla. Nel momento di maggior pressione del Verona, è dentro ogni azione dei gialloblù. Peccato non abbia calciato lui il rigore. Ma a cose fatte è troppo facile dirlo, me ne rendo conto.

SIMEONE 5 Una cosa che penso si sia vista raramente: un calcio di rigore sbagliato non una ma due volte. Un doppio errore pesantissimo che, fortunatamente, non pesa sul risultato finale. Al di là dell’errore, poco lucido e poco reattivo nel cercare pane per i suoi denti, soprattutto in area di rigore. I compagni lo sostengono pochino, ma in altre situazione non ne aveva avuto così bisogno. Nervoso dopo il doppio errore, si becca anche il cartellino giallo.

ALL. TUDOR 6.5 Alla fine il suo Verona questa partita avrebbe meritato di vincerla. Perché se il primo tempo è sottotono, le cose migliorano già nei primi minuti della ripresa, quando i suoi dimostrano più voglia di rimettersi in corsa. Tutto cambia quando entra Cancellieri, che stravolge le cose e trascina la squadra a un pareggio, tutto sommato, stretto. Tutti si domandano ora perché il giovane talento sia entrato solo a partita in corsa e, ampliando, perché abbia avuto così poche occasioni di farsi vedere. La risposta la sa il tecnico croato, che non credo sia così tafaziano da prendersi da solo a martellate gli zebedei. Ora le cose possono cambiare. Ma molto, per me, dipende da Cancellieri.

IL PAGELLONE DI VERONA-NAPOLI

MONTIPO’ 6 Non può nulla sui gol, anche se, forse, poteva essere un po’ meno timido sul cross di Politano. Ma si può discutere. Bella parata su un tiro velenoso di Fabian Ruiz che vede sbucare all’ultimo davanti ai suo occhi. Attento poi nelle tante uscite alte.

SUTALO 6- Il migliore della difesa, nel senso che non va incontro a clamorose imbarcate. Il suo compito è marcare Lozano e, tutto sommato, gli riesce anche bene perché l’attaccante del Napoli non esalta e non si esalta. Rimane abbastanza bloccato, rinunciando a fare il classico “braccetto” di destra.

GUNTER 5 Si potrebbe dire Gunter-Osimhen 0-2. E non sarebbe una gran forzatura. La battaglia con il talento nigeriano è bella, fisica e, a conti fatti, impari. Ci prova a tenerla, con le buone e con le cattive, ma non gli riesce quasi mai. Grave la dormita sul primo gol. Nel raddoppio condivide le colpe coi compagni.

CECCHERINI 4.5 Incide negativamente su entrambi i gol del Napoli. Sul primo lascia metri a sufficienza per Napolitano serva comodamente Osimhen. Nella ripresa, lamentandosi per un fallo non fischiato da Doveri, si lascia andare a un gesto di stizza lanciando il pallone in tribuna. Una distrazione che gli fa perdere di vista Di Lorenzo che arriva come un treno e la mette dentro per il raddoppio partenopeo. Si fa anche cacciare fuori per un doppio giallo. Non gliene va dritta una.

FARAONI 5.5 Ha il grande merito di riaccendere la speranza gialloblù con quel colpo di testa che secca Ospina. Una partita nella quale ha comunque faticato nel duello con Mario Rui. Ha provato col mestiere, ma non ha avuto sempre il passo giusto. Troppo ingenuo in occasione del primo cartellino giallo che fa scattare la squalifica (era diffidato). Evidentemente incazzato, continua a protestare con Doveri che non ci pensa due volte, tira fuori il secondo giallo e quindi il rosso.

TAMEZE 6 Dove lo metti sta, è un ritornello che torna ormai dall’inizio della stagione. Finché è al fianco di Ilic, in mezzo al campo, cerca di resistere all’onda d’urto del centrocampo napoletano. Per colpa dell’infortunio di Depaoli, Tudor lo sposta a sinistra. Dopo un po’ di smarrimento, si ritrova come solo lui sa fare e cresce col passare dei minuti. E’ suo l’assist gol per Faraoni che per qualche istante riaccende la speranza gialloblù.

CASALE s.v. (dal 43’ s.t.)

ILIC 6 Considerando che di fronte aveva un mastino come Anguissa, mi sento di dire che abbia giocato una buona partita. Deve seguire come un’ombra il centrocampista napoletano e al tempo stesso ha il compito di costruire. Ovvio che le due cose non sempre gli riescano al meglio, ma ci mette ordine e anche qualche giocata di classe.

HONGLA s.v. (dal 43’ s.t.)

DEPAOLI 5.5 Giocare fuori ruolo di certo non lo aiuta. A maggior ragione se il compagno che devi sostituire è Lazovic, tornato imprescindibile. Non riesce a trovare la posizione e gli manca l’inventiva per creare giocate pericolose. Non ha le caratteristiche del serbo e si vede. Costretto a uscire per un problema fisico.

BESSA 5.5 (dal 37’ p.t.) Così così. Ha alternato cose buone ad altre un po’ meno. Non mi è sembrato il miglior compagno per formare il tandem di centrocampo con Ilic. Tecnicamente non si discute, ma il centrocampo del Napoli ha una marcia in più, anche da un punto di vista squisitamente fisico.

BARAK 5 Non posso pensare che fisicamente sia nelle migliori condizioni. Questo non è il vero Barak, non può essere lui. E non lasciamoci andare alle dietrologie della serie “non si impegna più perché sa che andrà via”. Sono balle. Solo una condizione precaria può portare a quella che forse è la peggior partita di Antonin da quando gioca con la maglia del Verona. Non riesce nemmeno a correre, seppur con quella sua andata ciondolante. Forse dovrebbe riposare, ma, come ben sappiamo, le alternative non ci sono

CANCELLIERI s.v. (dal 43’ s.t.)

CAPRARI 6- Per carità, nulla di trascendentale. Lontano dalle tante meraviglie che ha dispensato già dallo scorso agosto. Contro il Napoli va a folate, si accende quando meno te lo aspetti, però è abbastanza arruffone. Quantomeno ci prova a inventare qualcosa. E’ bravo in occasione del gol di Faraoni. Temporeggia quanto basta per trovare Tameze che poi servirà al bacio il capitano gialloblù. Evidente la mancanza di Lazovic.

SIMEONE 5.5 Questa volta non basta la solita voglia di spaccare il mondo e di lasciare tutto sul campo. Troppe volte in fuorigioco, sembra un po’ scollegato rispetto al resto della squadra. Queste disattenzioni fanno andare il gioco gialloblù a singhiozzo. Tanti anche gli appoggi sbagliati per i centrocampisti, nel tentativo di fare salire il baricentro. Poco concentrato insomma, davanti a una difesa, mi sembra giusto dirlo, di fenomeni.

ALL. TUDOR 5.5 Un po’ sorpreso, forse, dal Napoli che sembra imitare il Verona per intensità e pressing alto. Ha gli uomini contati e le cose si mettono anche peggio quando si fa male Depaoli nel primo tempo. Mette dentro Bessa, scegliendo un centrocampo leggerino. Forse sarebbe stato meglio inserire subito Casale, lasciando al suo posto Tameze, dirottato sulla sinistra. E’ mancato qualcosa per tenere testa al Napoli che comunque non è che abbia fatto grandi cose. Ma il minimo sindacale è bastato.

IL PAGELLONE DI FIORENTINA-VERONA

MONTIPO’ 6 Non è chiamato a grandi interventi. Uno è prezioso, sul calcio di punizione di Callejon, che vede sbucare all’ultimo dalla barriera gialloblù. Per il resto, direi, normale amministrazione

CECCHERINI 7 Il migliore della difesa gialloblù, motivato, evidentemente, dal giocare davanti al suo vecchio pubblico. E’ una bellezza vederlo in anticipo e nelle innumerevoli diagonali difensive, sempre perfette per tempismo. Per quanto sia banale da dire, ha bisogno della miglior condizioni fisica per mettere insieme prestazioni come queste. Tra l’alto, è forse il gialloblù che finisce meno affaticato dei compagni.

GUNTER 6 Fino al gol del vantaggio della Fiorentina è perfetto. Piatek non vede palla. L’attaccante viola riesce a trovare il gol solo grazie a una bella dose di fortuna. Poi, come tutta la squadra, rischia di smarrirsi, ma poco alla volta si rimette in sesto. Qualche brivido nel secondo tempo quando si perde un paio di volte prima Piatek e poi Torreira. Ma nei minuti finale, quando i padroni di casa cercano il bottino pieno, rimane attento anche ai dettagli.

CASALE 6.5 Gara attenta davanti a Ikonè che è un peperino. E’ bravo a sporcargli ogni giocata, anche in occasione del vantaggio viola, arrivato con una bella dose di lato B. Difficile che si faccia saltare, ma anche quando capita non arranca e recupera. Regge il timido assalto finale della squadra di Vincenzo Italiano.

FARAONI 6.5 Sempre attentissimo tatticamente, ha un senso della posizione in campo che è sopraffino. Ha grande forza nell’accompagnare l’azione d’attacco dei gialloblù, ma è soprattutto dietro che mantiene i ranghi uniti e compatti nelle chiusure a tutte le incursioni della Fiorentina. Cala vistosamente nella ripresa, complice anche un colpo ricevuto al ginocchio sinistro che lo costringe ad alzare bandiera bianca prima del dovuto.

SUTALO s.v. (dall’86’)

TAMEZE 6.5 Non inizia alla grande. La partita è molto tattica e lui, abituato alla foga agonistica, rischia di perdersi. E invece, mattone dopo mattone, costruisce l’ennesimo muro della sua stagione. Spende tantissime energie in interdizione, distruggendo il gioco avversario e con la stessa forza diventa difensore aggiunto nei momenti di maggiore pressione della Fiorentina.

ILIC 7 La sua miglior prestazione in questa stagione un po’ sì e un po’ no. Gioca con una personalità che effettivamente è rara per calciatori della sua età. Si abbassa all’altezza dei compagni di difesa per cercare palloni da distribuire agli attaccanti e anche in mezzo al campo è bravissimo ad alzare le barricate quando la viola cerca il break. Rimane un fatto, secondo me, che senza Veloso sia più a suo agio, probabilmente anche più responsabilizzato nella fase di costruzione. Bravo.

LAZOVIC 6.5 Conferma il buonissimo momento di condizione, con le gambe tornate a girare come nei giorni migliori. Nel primo tempo, a parte lo sbandamento generale dopo il vantaggio della Fiorentina, imperversa e infierisce sui difensori viola, che hanno un bel da fare per fermarlo. Riesce ad arrivare tante volte sul fondo, mancando, però, in alcune occasioni il guizzo finale. Nella ripresa è costretto a uscire un malanno fisico.

DEPAOLI 6(dal 61’) Fa il suo, senza scintille, ma nemmeno passi falsi.

LASAGNA 5.5 Inizia molto bene, vicino a Simeone, facendo quindi la seconda punta. Fisicamente ha le gambe tirate a malta fina ed è lui a procurarsi il calcio di rigore del pareggio, fiondandosi su un pallone vagante in area. La festa potrebbe essere totale quando si invola in solitaria verso Terracciano, per il più facile dei gol. Ma le cose non vanno così e sbaglia in maniera imperdonabile. Un errore troppo pesante per farlo passare in cavalleria.

BESSA s.v. (dal 69’)

CAPRARI 6.5 Per esigenze di copione (Barak infortunato) Tudor gli cambia posizione, mettendolo dietro le punte. Questo in fase di possesso. Quando la palla ce l’hanno i padroni ci casa, infatti, è lui che deve seguire Torreira. Questo gli richiede un grande sacrificio in fase difensiva, costringendolo a rinunciare a qualcosa davanti. Ciò nonostante, quando può, mette in difficoltà la Fiorentina, con giocate splendide (da manuale un assist “no look” per Faraoni). Ah, dimenticavo, segna il rigore del pareggio, portando il suo bottino personale a dieci.

SIMEONE 6 In una partita in cui il Verona crea tante premesse, ma non così tante vere situazioni da gol, lui arriva qualche volta in ritardo. E ci sta, dai. Per il resto è il solito lottatore, che rischia anche di andare un po’ oltre. Il giallo che si prende è decisamente un eccesso di generosità. Ma, d’altra parte, è impossibile cambiare la sua indole che lo porta a lanciarsi letteralmente su ogni pallone.

ALL. TUDOR 6.5 Costretto a rinunciare a Barak, infortunato, sposta Caprari dietro le punte. La soluzione è buona. Il suo Verona parte alla grandissima, rischiando di passare molto prima della Fiorentina. Dopo il gol dei padroni di casa, però, sembra quasi dimenticarsi quanto fanno fino a quel momento. Ma passano i minuti e le cose tornano al loro posto, con il meritato pareggio. I suoi soffrono un po’ di fatica nella ripresa, ma stringono i denti e portano a casa un punto prezioso.

IL PAGELLONE DI VERONA-VENEZIA

MONTIPO’ 6.5 Due parate tutt’altro che semplicemente scenografiche, prima su Haps, da fuori, poi su Ceccaroni, da distanza ravvicinata. E fin qui le cose migliori. Poi un paio di brividi, a cominciare da un’indecisione tipo “prendila tu che la prendo io” con Coppola. Nulla che lasci conseguenze però, dai. Il secondo tempo lo vive pressoché da spettatore.

SUTALO 6.5 Come tutta la squadra, cresce alla distanza dopo una prima frazione nella quale il Venezia ha dato prova di avere precise idee di gioco. Rimane parecchio basso, ma alla lunga prende coraggio e partecipa anche lui nell’azione che porta al 3-1 finale.

COPPOLA 7 Premessa: questo ragazzo è un 2003. Domanda: chi se n’è reso conto? Io no, francamente. Un debutto da ricordare per Diego che fa sparire dal campo quell’armadio di Henry, al quale rimangono solo le lacrime. Senso della posizione, grande stazza e tempismo mettono insieme una partita praticamente perfetta per questo ragazzino che, ne sono sicuro, avrà ancora tante occasioni per farsi vedere.

RETSOS s.v.

CECCHERINI 7 (dal 6’ p.t.) Entra a freddo, al posto dello sfortunatissimo Retsos, fermato da un problema muscolare. Eppure è già caldo come una stufa. Fa tutto bene, non sbaglia un pallone che sia uno. Quando sta bene fisicamente rimane un cliente tutt’altro che accomodante per gli avversari.

FARAONI 6 Nella prima parte della gara soffre più del previsto il vigore del Venezia che, prese le misure, mette in difficoltà il Verona. La sua partita cambia drasticamente nella ripresa quando distende il passo e azzecca un paio di sgroppate dirompenti. C’è lui nel raddoppio del Verona, concretizzato da Simeone. Purtroppo mezzo voto in meno per l’errore su Okereke, che rischia di riaprire la gara.

TAMEZE 6.5 Parte al rallentatore, evento alquanto raro. Mancano le sovrapposizioni con Barak, ma, probabilmente, più per colpa del centrocampista ceco. Molto meglio nella ripresa, come d’altra parte tutti i suoi compagni. Quando cambia passo, i giocatori del Venezia non riescono più a contenerlo, né con le buone, né con le cattive. Se durante la prossima estate la società dovrà sacrificare qualcuno, spero che quel qualcuno non sia lui.

ILIC 6.5 E’ uno dei migliori del primo tempo in ombra del Verona. Due bei tiri da fuori che solo per poca fortuna escono di un soffio. Ma al di là delle giocate personali, dà la sensazione di aver trovato, finalmente la sua dimensione. Non pensa a strafare, ma bada alle cose semplici. Ripeto, di fianco a Tameze vive la partita in maniera più sicura, consapevole di avere accanto qualcuno in grado di coprirgli sempre le spalle.

LAZOVIC 6.5 Continua il periodo positivo di Darko che di fianco a Caprari si esalta. Lo abbiamo sempre esaltato per le sue enormi qualità offensive, la capacità di saltare l’avversario, creare superiorità numerica. La grande maturazione degli ultimi mesi, nasce dalla grande capacità di difendere, di diventare, con grande disinvoltura il quarto o quinto di difesa. Lì sta facendo la differenza.

DEPAOLI s.v (dal 42’ s.t.)

BARAK 5 A parte i gol che segna, mai da dimenticare, da un paio di partite a questa parte sembra aver perso un po’ di smalto. Fisicamente non è dirompente come al solito e l’impressione è che si nasconda un pochino. Paga anche un primo tempo non eccezionale di Faraoni, che però nella ripresa torna sui suoi standard. Esce zoppicando.

LASAGNA 6.5 (dal 17’ s.t.) Ha una doppia occasione racchiusa in un’unica azione. Gli manca un po’ di precisione, ma anche un pizzico di fortuna. Bravissimo nella ripartenza che lo porta a dare l’assist a Simeone, per il 3-1 che chiude la partita.

CAPRARI 7 Se dovessi pensare solo ed esclusivamente ai tanti palloni sbagliati, anche banalmente, il giudizio sarebbe severo. Ma la partita di Gianluca, in realtà è tanto, tantissimo di più. Quando nel primo tempo il Verona sonnecchia, è l’unico a essere veramente sveglio. Inventa calcio in lungo e in largo e anche se sbaglia qualcosa, tiene sempre il Venezia in ansia. Anche nella ripresa, quando l’Hellas torna sui suoi livelli, passa sempre da lui la carica. Scommessa vinta.

BESSA s.v. (dal 42’ s.t.)

SIMEONE 8 Gli mancava solo il gol, quello per cui, banalmente, ogni attaccante vive. Si sblocca dopo un sacco di partite a secco, sfruttando un errore di Caldara, che lo soffre dal primo minuto. Poi, con un pizzico di fortuna, trova il raddoppio. E quando il Venezia rientra, ci pensa lui a chiuderla definitivamente con la tripletta. Il Bentegodi esplode in un rito liberatorio. Ma gol a parte, rimane una certezza per questa squadra, per tutto quello che ogni volta lascia sul campo.

ALL. TUDOR 7 Nel primo tempo i suoi si fanno sorprendere dalla brillantezza del Venezia. Nella ripresa il discorso cambio, drasticamente. Detto questo, il Verona è salvo, a undici partite dalla fine del campionato. Ha detto che ormai diamo tutto per scontato, come se fosse dovuto vedere l’Hellas così in alto. Forse ha ragione, ma è anche vero che se ci siamo fatti la bocca buona il merito è suo e della squadra. Ci avete abituato bene, è dura tornare indietro. Ora viene il bello. Da qui in avanti capiremo quale sarà il futuro del Verona e il suo, perché c’è un rinnovo da discutere. Inevitabile che pretenda le giuste garanzie tecniche.

IL PAGELLONE DI ROMA-VERONA

MONTIPO’ 5.5 Rovina una buona gara, attenta e autorevole con un’indecisione senza possibilità di appello sul raddoppio di Bove. E’ vero che lì si aspetta il cross, ma si dimentica clamorosamente di proteggere il suo palo. C’è troppo spazio e il giovane romanista ne approfitta con troppa facilità. Peccato perché è in un periodo di evidente crescita.

CECCHERINI 7 Lui che gladiatore lo è di suo, all’Olimpico si esalta. Lascia gli scarti agli attaccanti giallorossi, dalle sue parti passare è quasi proibitivo. La confusione romanista lo invita ad avere coraggio quando bisogna accompagnare il gioco da dietro. Dà tutto quello che ha, anche quando le gambe non lo reggono più. Deve lasciare il campo, stritolato dai crampi.

SUTALO s.v. (dal 78’)

GUNTER 7 Il Verona prende due gol sugli sviluppi di due calci piazzati e probabilmente solo così poteva pensare di recuperarla. Perché per il resto poco altro viene lasciato di giocabile. E’ bravissimo, soprattutto su Abraham che, rispetto a Felix, ha grande qualità. Non concede spazio e, soprattutto, la profondità che l’inglese è sempre bravissimo ad attaccare. Fino alla fine tiene la difesa in ordine, nonostante qualche tentativo sconclusionato dei giallorossi.

CASALE 7 Strepitoso, a turno su Abraham e Felix. Si becca un cartellino giallo che potrebbe condizionarlo e invece questo non fa altro che alzare il livello dell’attenzione e della lucidità nelle giocate. Bravissimo nel tempismo sugli attaccanti della Roma, ha anche la forza propulsiva di spingersi oltre la metà campo.

DEPAOLI 6 (dal 55’) Fa il suo.

FARAONI 6.5 Geniale il bluff in occasione del vantaggio. Una finta sceneggiata nella quale sembra mandare a quel paese il compagno e invece è uno schema che lui rifinisce mettendo in mezzo un cross che poi, sulla respinta di Rui Patricio finisce sul sinistro di Barak. Solita presenza di qualità fisica e tecnica. Si sacrifica nella ripresa facendo il terzo di difesa.

TAMEZE 8 C’è un solo aggettivo per questo ragazzo: onnipotente. La cosa che impressione è la facilità con la quale copre il campo. Perché lo vedi praticamente dappertutto, in ogni centimetro del campo. Bravissimo a seguire Caprari in occasione del raddoppio. L’attaccante romano gliela mette su un piatto d’argento e lui piega le mani di Rui Patricio, per il quarto gol in campionato. Da aggiungere che con lui in campo anche Ilic sboccia.

RETSOS s.v. (dal 78’)

ILIC 6.5 E’ lui a ispirare il gol del raddoppio. Un pallonetto morbido mette Caprari in condizione di inventare l’assist perfetto per Tameze. Ma la sua partita è molto altro. E’ bravo a far girare il Verona e a creare la diga lì in mezzo. Trae vantaggio dall’avere al proprio fianco proprio Tameze, che lo libera da incombenze che, probabilmente, per caratteristiche non riesce a esprimere. Sono sempre più convinto che il doppio regista non lo aiuti a crescere come dovrebbe.

LAZOVIC 6.5 Un primo tempo tra i migliori della sua stagione. Chi gli sta davanti, col compito di fermarlo, viene preso dalla labirintite tanto sia bravo a non farsi beccare. Le gambe girano, la testa anche di più. Nel secondo tempo, quando il Verona prende il gol del 1-2, si abbassa come tutta la squadra e fatica a rialzarla. Ma mantiene la testa alta nonostante il ritorno dei padroni di casa.

BARAK 6.5 Segna il decimo gol in campionato, diventando il secondo bomber di squadra. Un gesto atletico, tra l’altro, tutto tranne che semplice, perché ci arriva sbilanciato. Fisicamente è un fattore e anche lui subisce un trattamento non certo delicato dai difensori della Roma. Cala nella ripresa, come un po’ tutta la squadra.

CAPRARI 7.5 E’ un’opera d’arte in movimento, bello da vedere quanto efficace. In campo sembra che ce ne siano almeno due di Caprari tanto è il lavoro che fa. Davanti dispensa autentiche perle. La più bella per Tameze che non se lo fa dire due volte e raddoppia. Ma è decisivo anche dietro con i suoi ripiegamenti e le sue diagonali da manuale.

BESSA 5 (dal 64’) Sbaglia una volta sul gol di Volpato. E sbaglia anche la seconda sulla rete del pareggio di Dove. In entrambe le occasioni non esce e lascia il giocatore della Roma di turno libero di colpire.

SIMEONE 6.5 E’ un leone ferito per il gol che non arriva, ma tira fuori un orgoglio spaventoso e una determinazione che sono parte preponderante del suo dna. Prende una quantità inaccettabile di scarpate che Pairetto sanziona quando gli pare. Troverebbe anche lo 0-3 con un movimento di corpo spettacolare. Peccato che sia in fuorigioco di qualche centimetro. Esce col muso, secondo me a ragione.

LASAGNA 5 (dal 64’) Sarà la piega che prende la partita, sarà quello che volete, ma lui non riesce a incidere. E ancora una volta quello che non mi piace è l’atteggiamento, il linguaggio del corpo. Non riesce a giocare un pallone. Male.

ALL. TUDOR 6 Il primo tempo dei suoi ragazzi è forse il migliore di tutta la stagione. Un pressing asfissiante, geometrie chirurgiche che, a tratti, rendono il Verona anche diverso rispetto a quello visto nelle precedenti due stagioni. Forse il neo, paradossalmente, è non averne fatti tre di gol. Nella ripresa è inspiegabile la scelta di togliere dal campo, troppo frettolosamente, Simeone e Caprari che non escono facendo i salti di gioia. Ha poi la sfortuna di prendere il gol che la riapre. Ma i due cambi hanno dato un messaggio cristallino alla Roma, che, evidentemente, ha colto.