I TALEBANI E L’AMNISTIA DI TOGLIATTI

 

La guerra scatenata in Afghanistan da Usa e Occidente è durata vent’anni. Praticamente quanto il regime fascista in Italia.

Alla fine, nel giugno 1946 l’allora ministro della Giustizia Palmiro Togliatti varò l’amnistia: basta guerra civile, basta vendetta sui tanti ex fascisti. Togliatti era in assoluta buona fede. Ma ciò che successe lo ha raccontato e documentato il grande Giampaolo Pansa nel ”Sangue dei vinti”: vendette, omicidi, una strage dei vinti proseguita per anni.

Ora può darsi (?) che anche i leader talebani siano in buona fede quando dichiarano che non ci saranno vendette, che tutti saranno perdonati. Ma è scontato che ci vorrebbero cento Paolo Pansa per raccontare quanto sangue degli afghani vinti per aver collaborato con gli invasori, di quante donne ree di essersi liberate dalla Sharia, quanto sangue verrà sparso.

E noi occidentali? Affacciati alla finestra a guardare i risultati della guerra sciagurata cui abbiamo partecipato (da servitori cortesi degli Usa). Anzi l’Unione europea già dice che con i talebani bisogna trattare…Trattare su cosa? Sui limiti della strage che sta per consumarsi in Afghanistan?…

 

DUE OSSERVAZIONI SU GINO STRADA

 

La morte di Gino Strada è stata giustamente ricordata e rimpianta da tutti. Che sia stato un grande personaggio non ce dubbio. Però mi permetto due osservazioni, che riguardano non solo lui.

I Medici con l’Africa Cuamm di don Dante Carraro è l’unica associazione umanitaria che presenta un bilancio, certificato da terzi, dove risulta che oltre il 90% delle donazioni pubbliche e private servono a curare gli africani; meno del 9% servono a mantenere la struttura. Mentre né Emergency ne tutte le altre associazioni presentano una simile certificazione, e quindi non si sa che fine facciano le donazioni.

Inoltre Medici con l’Africa Cuamm è sempre l’unica che – per buon gusto e civiltà – non confeziona spot mostrando i bimbi moribondi e macilenti per indurti a donare. Tutte le altre, vergognosamente, lo fanno per indurre alla pietà e spingere a donare somme (che non si sa che fine facciano).

Altra questione. Tutti o quasi hanno ricordato e condiviso il pacifismo di Gino Strada, il suo rifiuto di tutte le guerra. E qui viene spontanea una domanda: dovevamo o no fare la guerra a Hitler e al nazismo? Oppure dovevamo promuovere anche in quel caso una convivenza pacifica come si propone di fatto ora con il nuovo enorme pericolo del fanatismo e del terrorismo islamici? Oppure dovremmo sterminare i talebani proprio come abbiamo fatto coi nazisti?

L’impressione è che, quando sapevamo vincerle, eravamo guerrafondai; mentre ora che le guerre sappiamo solo perderle siamo diventati pacifisti…

AFGHANISTAN PEGGIO DEL VIETNAM

 

Un po’ tutti stanno facendo il paragone tra la batosta militare degli Usa in Vietnam e adesso in Afghanistan. Ma quanto successo in queste ore a Kabul è molto più grave e preoccupante di quanto accadde a Saigon.

Allora ci furono molti profughi vietnamiti, ne arrivarono anche in Veneto: brave persone che non crearono alcun problema di integrazione e ordine pubblico. Adesso stanno già arrivando profughi dall’Afghanistan. Ma – al di là del fatto che non esiste una politica europea né di accoglienza né di ridistribuzione, come ha sottolineato anche Massimo Cacciari  –  il problema non sono i profughi, ma il trionfo nel fanatismo e del terrorismo islamici.

La caduta di Saigon non segnò il trionfo del comunismo. Mentre ora in America sono già molto preoccupati per come i terroristi islamici si apprestano a “celebrare” l’anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre…

Sul Corriere Angelo Panebianco ha sottolineato che la Cina ha dato il pieno appoggio e aiuto ai talebani. E’ la real politik: i cinesi puntano a conquistare il mondo anche alimentando fanatismo e terrorismo islamici. All’asse Cina-talebani non si può rispondere con l’asse tra Usa e un’Europa che militarmente e politicamente non esiste.

Servirebbe – ha scritto sempre Panebianco – l’asse Usa-Russia, ma gli americani pensano che Putin non sia abbastanza democratico per fare l’alleanza. Loro, gli americani, che hanno appoggiato e foraggiato i più biechi dittatori del Sud America, adesso si interrogano su quanto Putin sia o no democratico…

Il risultato certo è che il terrorismo islamico dilagherà in Europa e nel resto dell’Occidente.

Ripeto e chiudo: il tremendo problema derivante dall‘apocalisse afghana non sono i profughi ma il fanatismo e il terrorismo islamico. Basterà un ddl Zan per evitare alle donne occidentali l’obbligo del burqa?…

 

MAMMA EBE E MAMMA GRILLO

 

E’ morta mamma Ebe, aveva fondato una setta per fanatici religiosi ai quali, in cambio di laute donazioni, prometteva miracolose guarigioni da varie malattie. Per questo – giustamente – è stata processata e condannata più volte.

Ma non c’è solo il fanatismo religioso; anche quello politico o, se vogliamo, elettorale.

Al figlio Grillo veniamo dopo. Avete o no presente i suoi fratellini minori che, affacciatesi sul balcone da novelli Mussolini, annunciarono la guarigione dalla più perniciosa di tutte le malattie. “Abbiamo sconfitto la povertà!!!”. Lo annunciarono e garantirono, non a qualche migliaio di adepti, ma a milioni di elettori.

Non dico Cristo, nemmeno Maometto o la Dea Kalì, osarono dichiarare ai loro fedeli di aver raggiunto un così poderoso obiettivo. Povertà sconfitta! Come è stato puntualmente dimostrato durante la pandemia…

Come mai questi fratellini grillini non sono stati, non dico condannati, ma nemmeno processati per circonvenzione di (elettore) incapace? Mamma Ebe sì, loro no.

Per quanto sfruttasse il fanatismo religioso Mamma Ebe non arrivò mai a dire: aprirò l’associazione atei e agnostici come una scatola di sardine!

L’ha detto suo figlio del Parlamento: apriamolo come una scatole di sardine! Mandiamoli tutti a casa! Risultato: parlamento pieno di sardine grilline in scatola che, pur di non andare a casa, hanno accettato tutto: governo prima con la Lega, poi col Pd, poi con entrami e l’aggiunta perfino di quel delinquente del Berlusca. Formidabile coerenza!

Come dicevo non c’è solo il fanatismo religioso. Anche quello politico-partitico che al popolo bue fa accettare di tutto: dalla Marcia su Roma al grido onestà! onestà!

Il fondatore era talmente onesto che, quando si esibiva come attore anche alle feste dell’Unità (lo san bene i compagni) si faceva sempre pagare in nero. Andrà mai a processo per evasione fiscale? O che sai scattata la prescrizione per Beppe Grillo?

MEDAGLIE D’ORO E DI COCCIO

 

“Olimpionici capaci di battere le difficoltà”. E’ il titolo del commento, come sempre interessante, che fa Domenico Cacopardo su ItaliaOggi confrontando i nostri vincitori delle medaglie ai tanti giovani che hanno fruito dei sussidi.

Questi atleti sono saliti sul podio perché hanno saputo affrontare e superare le difficoltà. Questo li ha fatti crescere. Se hanno ricevuto aiuti è stato per migliorarsi; non per rimanere seduti sul divano a grattarsi l’ombelico.

“L’aver superato i passaggi difficili – scrive Cacopardo – particolarmente difficili che capitano nella vita indicano un modello di italiano opposto a quello di cui si fanno paladini i 5Stelle e simili”.

In sintesi: avessimo garantito ai nostri atleti il reddito di cittadinanza di medaglie non ne avrebbero vinto nemmeno una.

Dopo di che resta sempre aperta la gara per assegnare la medaglia di coccio al provvedimento più sciagurato: reddito o quota 100 della Lega?

Intanto tutti a votare sul sito per Giuseppe Conte leader, che così è assicurata la dissoluzione del movimento 5Stelle…

E poi tra poco tutti in trasferta elettorale a Siena. Fondamentale contribuire alla vittoria di Enrico Letta che così rimarrà a garantire un futuro sereno a radioso al Pd…(Pare che le spese della trasferta elettorale verranno rimborsate a debito dal Monte dei Paschi…)

 

DA CESIRA GASPAROTTO AI NO-VAX

Andrea Colasio, assessore alla cultura del comune di Padova, illustra ai nostri telespettatori i siti che hanno portato alla proclamazione della citta’ Urbs Picta.

Ieri, vicino alla Cappella degli Scrovegni, gli ho raccontato che al liceo ebbi il privilegio di avere come insegnante di Storia dell’Arte la Cesira Gasparotto che portò tutta la nostra classe a vedere gli affreschi di Giotto.

Colasio non poteva crederci. Della Gasparotto ha una stima enorme; non solo lui: Padova le ha dedicato una piazza. Una donna di cultura straordinaria. Avrebbe meritato lei già allora di essere la prima donna in cattedra alla Normale di Pisa. (la prima sarà solo il prossimo novembre Fosca Giannotti…).

Sono passati più di 50 anni eppure ricordo, come fosse ieri, la poche chiare parole con cui Cesira Gasparotto ci spiegò che gli affreschi di Giotto segnarono il passaggio della pittura dal medioevo al Rinascimento. Una docente eccezionale.

Se chiediamo ai nostri figli il nome dei loro docenti dello scorso anno, magari qualcuno lo ricordano (le eccezioni ci sono sempre…); di certo ricordano la loro gioia di avere la cattedra garantita a vita, a prescindere dalle capacità didattiche…

E arriviamo al dunque. Se oggi abbiamo un Paese che si inabissa, una classe dirigente a tutti i livelli in caduta libera: basti pensare alle migliaia di medici no-vax, evidentemente con laurea in Superstizione o in riti Vudù o in Oscuri Complotti, non certo in Medicina.

Se siamo a questo punto è colpa di chi votava a destra, a sinistra o al centro? Oppure è colpa di tutti i partiti che, sconsideratamente a caccia di consensi, nei decenni successivi al Sessantotto hanno rinunciato a vigilare sulla preparazione, sulla competenza, sulla selezione di chi andava in cattedra? Loro, tutti i partiti, hanno consentito che la nostra pubblica istruzione, che era una delle migliori in Europa, diventasse un’agenzia per l’impiego affidata ai navigator dei sindacati scolastici; che hanno potuto decidere a chi assegnare il reddito di cittadinanza in cattedra e a vita.

Sempre con tutte le eccezioni. Perché ci sono ancora ottimi insegnanti; ma per la loro vocazione, per il senso del dovere. Non perché il sistema di selezione li spinga a diventare tali.

 

ALMENO UNO YANKEE HA GENERATO JACOBS

Jacobs si sente italiano al cento per cento; al punto che parla solo la lingua di Dante e rifiuta di usare l’angloamericano, lingua da sorcetti. Ma resta il figlio di un ex marine Usa per tanti anni operativo alla caserma Ederle di Vicenza.

Vien da chiedersi se aver concepito Jacobs non sia l’unico effetto positivo della permanente occupazione militare americana del nostro Paese.

Giriamo così la domanda: oltre sett’anni dopo averci liberato dai nazifascisti, migliaia e migliaia di soldati americani sono ancora qui per liberarci da chi? O sono qui per sancire il nostro stato permanente di colonia degli Stati Uniti?

Come mai non ce n’è uno – da Meloni a Salvini, da Draghi a Mattarella, da Conte a Letta a Bersani – che osi dire “yankee go home!”. Che ci state a fare qui finita la guerra fredda? A proteggerci dalla nuova minaccia dei terroristi islamici? O ad attuare una colonizzazione perpetua?

Forse potrebbe aiutarci il compagno Renato Darsiè con la sua associazione Italia-Vietnam; dato che i vietnamiti hanno dimostrato di essere i veri esperti nel liberarsi dagli yankee…Che sia il caso di nominare l’ambasciatrice del Vietnam in Italia nostro ministro della Difesa?…

Può starci questa mia osservazione, o qualche critico frequentatore del sito la trova troppo di destra, troppo liberale?

Che poi, intendiamoci, ben vengano le critiche. Non avrebbe senso un sito con solo la noia degli interventi di chi la pensa come il gestore. Sarebbe da chiudere.

Aggiungendo che il primo sponsor di questo piccolo sito è uno come Silvestro; proprio come il primo grande sponsor della Meloni fu quel docente di Ca’ Foscari che si fece fotografare col suo libro a testa in giù. Quindi grazie ancora e ben vengano le critiche che tengono vivo il sito di questo pseudo giornalista.

JACOBS D’ORO ELIMINA LE FRATTAGLIE

 

Jacobs ha vinto la regina di tutte le medaglie olimpiche; onore al merito di Tamberi ma nulla è paragonabile alla vittoria nei 100 metri, gara fondante delle Olimpiadi. E dire che il primo oro l’avevamo vinto col Taekwondo, arte marziale coreana che mai avevo prima sentito nominare; e non credo di essere stato il solo…

E arriviamo al dunque. Le Olimpiadi sono fondate sull’atletica, sul nuoto, sulle discipline sportive conosciute e praticate in tutto il mondo. Invece edizione dopo edizione sono state aggiunte frattaglie di discipline praticamente sconosciute e praticate da quattro gatti. A che scopo? Per renderle più universali? Per accontentare tutti?

Come dire che per rendere universali i campionati del mondo di calcio ci facciamo giocare anche la Virtus Verona, la squadra di Cadoneghe piuttosto che di Porto Viro; accanto a Brasile e Spagna…

Olimpiadi annacquate non si capisce a che scopo. Per farle durare di più a costo di renderle noiose? Certo: domenica pomeriggio emozione unica, da batticuore, la diretta con Jacobs e Tamberi. Ma gli altri giorni per guardare Rai2 bisognava non avere proprio nulla di meglio da fare. Ore di noia.

Dato che ci siamo introduciamo come sport olimpici anche la briscola e il tresette, per la gioia dei tanti pensionati ridotti a passare le giornate giocando a carte al bar. Sicuramente sono centomila volte più numerosi di chi pratica il Taekwondo…

SE FOGNINI ARCHIVIA ZAN

 

Potremmo dire che Fabio Fognini ha archiviato il Ddl Zan; ha cioè dimostrato che è superfluo introdurlo perché è già imperante.

Durante l’incontro con Medvedev il tennista, deluso dalla propria prestazione, si è auto insultato dandosi del frocio. Apriti cielo è scoppiato il finimondo: una scandalo internazionale per aver usato questo termine, non verso qualcun altro ma verso se stesso…

Doveva dire e darsi del gay? A quanto pare sì, non c’è limite ai comandamenti del politicamente corretto.

Fabio Fognini ha dovuto scusarsi col mondo intero dicendo: “Amo la comunità Lgbt, il caldo dà alla testa…”

Vien da pensare che il caldo abbia dato alla testa, non solo al tennista azzurro, ma a anche a tutti quelli che hanno fatto della sua frase una scandalo cosmico e inaccettabile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ITALIA-FRANCIA 7 A 3

 

No, purtroppo non è il risultato di una partita di calcio. E’ il raffronto tra la durata media di un procedimento giudiziario nei due Paese: 7 anni in Italia; meno della metà, 3 anni in Francia.

Lo sottolineava il sito del Corriere della sera parlando dei tanti nodi che il ministro Cartabia deve affrontare per cercare di riformare la giustizia.

Il consiglio dei ministri non si è opposto alla richiesta di Draghi di ridurre la prescrizione. Ma non decide il Cdm, decide il parlamento, dove l’ultimo dei 5 Stelle potrà presentare, non 7, ma settecento emendamenti…(In barba ai tempi rapidi per ottenere i fondi europei…)

Senza dire che la prescrizione è solo uno dei tanti problemi che attanagliano la nostra giustizia: C’è la vergogna della carcerazione preventiva; la mancata separazione delle carriere tra pm e giudici che esiste solo da noi; la competenza, altro tema ignorato.

Oggi in tutte le professioni la competenza è fondamentale: se un medico fa l’oculista non fa l’ortopedico, se un giornalista segue la politica non segue il calcio, se un avvocato si occupa di diritto tributario non fa il panale; e così via. La regola vale per tutti ma non per pm e giudici, che possono tranquillamente passare ad occuparsi da un reato ad uno di segno opposto, anche senza essere preparati.

Senza aggiungere che un medico va a processo anche per aver prescritto un farmaco sbagliato. Mentre la responsabilità delle toghe che sbagliano (non ostate il referendum promosso dai radicali e approvato dai cittadini) non esiste praticamente mai.

Per avere giustizia dovresti andare a giudizio in Francia o in Germania; qui da noi arduo ottenere la giustizia giusta. Esempio delle ultime ore: scagionato dall’accusa di corruzione l’ex sindaco di Roma Alemanno. Dopo quanto? Ma dopo sette anni, naturalmente…mica siamo in Francia. Sette anni nei quali è stato messo alla gogna ed emarginato dal suo stesso partito. Ennesima vita rovinata.

Così funziona la giustizia da noi. Cartabia e Draghi la riformeranno sul serio? Ovviamente è lecito anche credere nei miracoli…