Repubblica ci informa che in questi giorni a Milano è in mostra una foto tragica e indimenticabile, quella della “Napalm-girl” che ritrae una ragazzina vietnamita di 9 anni che fugge nuda e terrorizzata. Era stata colpita da una bomba al Napalm che le aveva bruciato i vestiti e ustionato il corpo.
Ora, 50 anni dopo, è presente anche lei a Milano. Una signora di 59 anni che ha subito ben 17 interventi chirurgici, con cicatrici indelebili sulla schiena e negli arti, tutt’ora preda di dolori atroci. Ma la Napalm-girl ha saputo ugualmente costruirsi una nuova vita, prima si è rifugiata in Canada, dopo è tornata in Europa, si è sposata ed ha avuto due figli.
Repubblica ci racconta questa storia straziante. A Milano è presente anche il fotografo che 50 anni fa la ritrasse.
Tutto molto interessante e coinvolgente. Peccato che Repubblica trascuri un dettaglio: ma chi lanciava le bombe al Napalm? C’è quasi un tentativo di depistaggio: la 59enne vietnamita intervistata da Repubblica collega infatti il suo dramma di allora al dramma attuale dell’Ucraina…Che fossero stati i sovietici, predecessori di Putin, ad usare le bombe al Napalm in Vietnam…
No. Come si sa, e si dovrebbe ricordare, furono gli attuali alfieri della democrazia, i garanti dei diritti umani, i nemici di ogni strage. Furono gli americani ad ammazzare, col Napalm e altre armi, 11 milioni di vietnamiti. Se la matematica non è un’opinione qualche morto in più di quelli effettuati oggi da Putin in Ucraina…
Per carità. Biden libero di chiamare Putin un macellaio. Ma, per coerenza e memoria storica, aggiunga anche che deve aver imparato dai Gran Maestri macellai – Da Kennedy a Johson, a Nixon e via dicendo – i presidenti Usa artefici della guerra in Vietnam, con la strage più vasta e feroce dalla seconda guerra mondiale.
Inviarono soldati, armi; pagarono i mercenari sudvietnamiti. E qui forse c’è un filo sottile che collega il ruolo americano 50 anni fa in Vietnam con quello attuale in Ucraina…