E’ dal 1999 che seguo il Padova in qualità di giornalista. Di avvicendamenti ne ho vissuti diversi: quando ho iniziato a scrivere sul “Mattino” delle vicende biancoscudate il presidente era ancora l’odiatissimo Viganò che di lì a poco avrebbe passato il testimone ad Alberto Mazzocco. Poi arrivò Marcello Cestaro, tanto amato durante il suo lungo regno durato oltre 10 anni ma odiato oltre misura dopo la cessione del Biancoscudo a Diego Penocchio, artefice di un (quasi) fallimento con conseguente necessità di ripartire dai dilettanti con una nuova proprietà.
Nel 2014 la rinascita, dopo la retrocessione e la sparizione dal calcio professionistico: due imprenditori padovani che rispondono al nome di Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto raccolgono le ceneri della società e ripartono. Arrivano due promozioni, una supercoppa e purtroppo una retrocessione. Bonetto, che due anni fa era divenuto socio di maggioranza, esulta per il ritorno in B e si dispera per la discesa in C a distanza di soli dodici mesi.
Oggi è lui, Roberto Bonetto, a lasciare. Il nuovo socio di maggioranza sarà il suo socio franco-armeno Joseph Oughourlian.
A fine mese sarà quest’ultimo a fare una conferenza stampa di presentazione del suo entourage e dei suoi progetti per il Padova del prossimo campionato. Non ho dubbio alcuno sulla sua serietà, penso anche che sia competente, visto che è nel calcio da diversi anni. Il giorno della conferenza stampa però spero di riuscire a scorgere nei suoi occhi anche un po’ di sana passione. Un pizzico di attaccamento ai colori biancoscudati. Una luce che mi faccia dire che veramente siamo finiti nelle giuste mani da tutti i punti di vista, non solo quello, comunque fondamentale, della solidità economica. Me lo auguro, perché, come dicevo nel post precedente, qui non c’è solo una squadra da riportare nel calcio che conta ma anche un ambiente da ricompattare ed entusiasmare dopo una retrocessione amarissima.
Un grazie di cuore a Roberto ed Edoardo Bonetto. I nostri rapporti non sono sempre stati rose e fiori e spesso li ho sentiti lontani dal mio modo di pensare e sentire (probabilmente loro potrebbero dire la stessa cosa di me) ma l’impegno che hanno messo su Padova e sul Padova non si discute. Così come non si discute una promozione come quella dell’anno scorso, arrivata attraverso una straordinaria cavalcata.