Credo che lo scherzo che Mandorlini padre ha fatto a Mandorlini figlio nel finale di partita, in occasione del rigore che ha poi portato a fissare il risultato sul 4-0 per il Padova, sia l’emblema di come l’aria si sia fatta più leggera dalle parti della Guizza e di conseguenza anche in campo la domenica. “Ho detto a Matteo di tirare il rigore, ma non ha capito che scherzavo – ha raccontato l’allenatore biancoscudato alla fine della partita odierna all’Euganeo – quando l’ho visto andare verso il dischetto ho dovuto urlargli: ‘Ma dove vai?’ e richiamarlo indietro”.
Un episodio banale, avvenuto a vittoria già acquisita, ma che la dice lunga appunto sui grandi cambiamenti portati in pochi giorni dal nuovo mister. Soprattutto in termini di tranquillità ambientale. La leggerezza, però, riguarda solo il clima nel quale la squadra finalmente si ritrova a lavorare. Non riguarda minimamente la metodologia di lavoro di Mandorlini che invece, per sua stessa ammissione, sta mettendo sotto torchio i giocatori soprattutto per riportarli ad un buon livello di brillantezza fisica. Un lavoro evidentemente finalizzato ad una durata più lunga visto che il primo posto è ormai sfumato e si dovranno giocare gli “eterni” playoff della serie C.
Il Padova ha fatto piccoli ma significativi passi avanti. Deve adattarsi ad un nuovo modulo. Deve dare il modo ai nuovi arrivati di trovare la loro dimensione nel gruppo. A piccoli passi guardiamo dunque con fiducia alla prossima gara a Cesena. E poi a quella successiva con la Fermana. Senza voli pindarici. Con la consapevolezza, però, che la strada è tornata ad essere quella giusta.
P.S.: mi dispiace sempre molto per Sullo e infatti in questo post scriptum voglio riconoscergli un grande merito. A Padova, visto l’esonero, non è riuscito a lasciare un segno in termini di risultati. Però ha avuto la grande intuizione di credere fin da subito nel difensore Matteo Lovato che, nella finestra di mercato appena chiusa, è stato ingaggiato addirittura dal Verona in serie A con un contratto fino al 2024. Questo lancio nell’iperspazio pallonaro è merito (anche) di Sullo che ha avuto il coraggio di farlo giocare praticamente sempre, anche quando in panchina si doveva sedere al suo posto un certo Nicolò Cherubin. Il capitano. Il veterano. Se il Padova ha potuto vendere Lovato, un grazie lo deve a Sogliano che quest’estate è andato a riprenderselo al Genoa ma anche a Salvatore Sullo che in questi mesi ha saputo valorizzarlo.